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Nell'ambito dell'Italia meridionale (isole escluse) la Puglia è la regione più estesa nonché quella con il maggiore sviluppo costiero,[8] con un'estensione delle coste di circa 865 km.[9] Lungo la costa si alternano tratti rocciosi, falesie (coste rocciose dalle pareti a picco) e litorali sabbiosi. Nel 2010 il Ministero della Salute ha dichiarato balneabile il 98.6% delle coste pugliesi.[10]
L'interno della regione è prevalentemente pianeggiante e collinare, senza evidenti contrasti tra un territorio e l'altro. Ciononostante si possono distinguere subregioni differenti:[11] il Gargano e i monti della Daunia (questi ultimi noti anche come Subappennino dauno) sono le uniche zone montuose della Puglia, con rilievi che raggiungono rispettivamente i 1 065 e i 1 151 metri s.l.m.;[12] il Tavoliere delle Puglie, esteso per circa 3 000 chilometri quadrati,[12] rappresenta la più estesa pianura d'Italia dopo la Pianura Padana;[13] le Murge, un altopiano di natura calcarea posto a sud del Tavoliere che si estende fino alle Serre salentine;[8] la Terra di Bari, tra le Murge e il mare Adriatico, è un'area pianeggiante o leggermente ondulata; la valle d'Itria, situata a cavallo tra le province di Bari, Brindisi e Taranto, si caratterizza per un'alternanza tra vallate e ondulazioni e soprattutto da un'elevata popolazione sparsa (questa è la zona di maggior concentrazione di trulli);[14] l'arco ionico tarantino o 'banco delle gravine', segue la costa dell'intera provincia, estendendosi dal sistema murgiano, a nord, fino alla zona occidentale della penisola salentina, a sud, abbracciando una zona collinare ed una vasta zona costiera pianeggiante intervallata da 'gravine';[15] il Salento, suddiviso a sua volta in Tavoliere di Lecce e Serre salentine, zona di modesti rilievi culminanti nella Serra dei Cianci (196 metri s.l.m.).[16]
Alla Puglia appartiene l'arcipelago delle Tremiti, a nord-est al largo della costa garganica, le piccole isole Cheradi, presso Taranto e l'isola di Sant'Andrea dinanzi alla costa di Gallipoli. Dal punto di vista geografico la regione fisica pugliese include anche l'arcipelago di Pelagosa, in quanto parte delle Tremiti stesse, ceduto assieme alla maggior parte della Venezia Giulia e a Zara alla Jugoslavia a seguito dei trattati di pace al termine del secondo conflitto mondiale.
Secondo il sito ufficiale della Regione il territorio è suddiviso in 11 ambiti paesaggistici:[17]
Subppennino Dauno (2.1. Bassa Valle del Fortore e Sistema Dunale; 2.2. Media Valle del Fortore e Diga di Occhito; 2.3. Subappennino Settentrionale; 2.4. Subappennino Meridionale);[19]
Ofanto (4.1. Bassa Valle dell'Ofanto; 4.2. Media Valle dell'Ofanto, 4.3. Valle del Torrente Locone);[21]
Puglia Centrale (5.1. Piana Olivicola del Nord Barese; 5.2. Conca di Bari e Sistema Radiale delle Lame; 5.3. Sud-Est Barese e Paesaggio del Frutteto);[22]
Tavoliere di Lecce (10.1. Campagna Leccese del Ristretto e Sistema della Ville Suburbane; 10.2. Paesaggio del Vigneto d'Eccellenza; 10.3. Paesaggio Costiero Profondo da San Cataldo ad Alimini; 10.4. Campagna a Mosaico del Salento Centrale; 10.5. Nardò e le Ville Storiche delle Cenate; 10.6. Paesaggio Dunale Costiero Ionico; 10.7. Murgia Salentina);[27]
Serre Salentine (11.1. Serre Ioniche; 11.2. Costa Alta da Otranto a Santa Maria di Leuca; 11.3. Campagna Olivetata delle Pietre nel Salento Sud Orientale; 11.4. Bosco del Belvedere).[28]
Orografia
Il suo territorio è pianeggiante per il 53%, collinare per il 45% e montuoso solo per Il 2% il che la rende la regione meno montuosa d'Italia. Le vette più elevate si trovano nei monti della Daunia, nella zona nord-occidentale, al confine con la Campania, dove si toccano i 1 151 m del Monte Cornacchia, e sul promontorio del Gargano, a nord-est, con i 1 055 m del monte Calvo.
Il territorio collinare pugliese è suddiviso tra le Murge e le serre salentine.
Le Murge (o la Murgia) costituiscono una subregione pugliese molto estesa, corrispondente a un altopiano carsico di forma rettangolare compresa per gran parte nella città metropolitana di Bari e nella provincia di Barletta-Andria-Trani.
Si estende a occidente toccando la provincia di Matera, in Basilicata; inoltre si prolunga verso sud nelle province di Taranto e Brindisi. Si suddivide in Alta Murgia, che rappresenta la parte più alta e rocciosa, costituita prevalentemente da bosco misto e dove la vegetazione è piuttosto povera, e in Bassa Murgia, dove la terra è più fertile e ricoperta in prevalenza da oliveti.
Le serre salentine, invece, sono un elemento collinare che si trova nella metà meridionale della provincia di Lecce.
Dal punto di vista geologico la Puglia è costituita per quasi l'80% da rocce calcaree e dolomitiche in tutte le loro varietà.[29]
Nel Giurassico medio e inferiore, nella parte geologica che poi diventerà la Puglia vi erano isole e scogliere sommerse dall'oceano Tetide e dai mari epi-continentali che la frammentazione della Pangea andava formando: con il progressivo deposito sui fondali dei gusci dei microrganismi marini, che li formavano sottraendo all'acqua il carbonato di calcio (CaCO3), si formò uno strato di rocce sedimentarie calcaree e dolomitiche, spesso in media centinaia di metri. Strati così spessi poterono formarsi non solo per la durata del processo di sedimentazione, circa 125 milioni di anni, ma anche per effetto della loro progressiva subsidenza.[30]
Nel Cretacico[31] buona parte della Puglia era al di sopra del livello del mare, per quanto la regione si presentasse come un arcipelago. In questo periodo iniziano i primi fenomeni carsici.
Nel Paleocene una serie di intrusioni subvulcaniche crearono la Punta delle Pietre nere, in prossimità di Marina di Lesina, le uniche rocce magmatiche affioranti in Puglia.[32]
Tra i 12 e i 2 milioni di anni fa l'Appennino prende la sua forma definitiva[33]: nel processo di creazione di questa catena montuosa la Puglia è solo marginalmente coinvolta, ma ne subisce comunque gli effetti secondari. Nel processo di orogenesi degli Appennini, infatti, quasi tutta la Puglia (eccetto i monti della Daunia) rappresenta l'avampaese, cioè quella massa continentale che fa da ostacolo alla spinta orogenetica proveniente da un'altra massa.
In questo periodo si forma anche la cosiddetta fossa bradanica, e il processo di sedimentazione provvede alla formazione dei calcari teneri, come il cosiddetto tufo.
Diecimila anni fa si completa il Tavoliere con i laghi di Lesina e Varano.[34]
Idrografia
La natura carsica di gran parte del territorio pugliese e la scarsità di precipitazioni rendono la regione particolarmente povera di corsi d'acqua superficiali. Con l'eccezione dell'Ofanto e del Fortore, che hanno in Puglia solo parte del loro percorso, i fiumi pugliesi sono caratterizzati per lo più da corsi brevi e a carattere torrentizio, come accade al Candelaro, al Cervaro e al Carapelle.
I laghi naturali della regione sono in prevalenza laghi costieri, separati dal mare Adriatico mediante stretti cordoni sabbiosi. I maggiori sono quelli di Lesina e di Varano sulla costa settentrionale del Gargano. In territorio di Manfredonia si trova il lago Salso, alimentata dalle acque dolci del Cervaro. Le saline di Margherita di Savoia sono invece il residuo del cosiddetto lago di Salpi, attestato in epoca romana. Più a sud, presso Otranto, si trovano invece i laghi Alimini. Sui Monti Dauni, invece, è presente l'unico lago naturale montano della Puglia (900 m), il lago Pescara in agro di Biccari, situato alle falde del Monte Cornacchia, la vetta più alta della Daunia e dell'intera Puglia.
Tra gli invasi artificiali, il lago di Occhito, a monte della omonima diga costruita sul fiume Fortore nei pressi del confine col Molise, è il primo bacino artificiale realizzato in Puglia, dal Consorzio per la Bonifica della Capitanata di Foggia, per fronteggiare le frequenti crisi idriche della regione. A Brindisi si trova l'invaso del Cillarese, creato nel 1980 e oggi oasi protetta. Più recente è il lago sul torrente Locone, affluente dell'Ofanto, realizzato nel territorio di Minervino Murge al confine con la Basilicata.
In Puglia il clima è tipicamente mediterraneo[35]: le zone costiere e pianeggianti hanno estati calde, ventilate e secche e inverni miti, talvolta nevica in pianura anche se molto raramente e quando accade la neve si scioglie dopo poche ore. Le precipitazioni, concentrate durante l'autunno inoltrato e l'inverno, sono scarse e per lo più di carattere piovoso in pianura, mentre sull'altopiano delle Murge e soprattutto sui monti della Daunia sono frequenti le nevicate in caso di correnti fredde da est. In autunno inoltrato e in inverno sono frequenti le nebbie mattutine e notturne nella Capitanata e sulle Murge.
Le escursioni termiche tra estate e inverno sono notevolissime nelle pianure interne: nel Tavoliere si può passare dagli oltre 40 °C estivi ai -3 °C / -4 °C delle mattine invernali.
Secondo una diffusa (ma errata) pseudo-etimologia, invece, Apulia deriverebbe da Apluvia, ossia terra senza piogge[37][38]
Gli antichi Romani, in epoca imperiale, istituirono la Regio II Apulia et Calabria (comprendente un territorio leggermente più esteso dell'attuale regione) che nel tardo impero fu poi elevata a Provincia; fu però soltanto nell'alto medioevo che il coronimoApulia fu adottato per designare anche la penisola salentina (precedentemente denominata Calabria). In seguito, nel basso medioevo, i termini Apulia/Puglia finirono per indicare una regione assai più vasta dell'attuale, soprattutto dopo che (nel 1077) la sede del ducato di Puglia fu fissata a Salerno[39]; finché, ai tempi di Dante, per Apulia/Puglia si intendeva ormai l'intera Italia meridionale[40]. Tuttavia tale ultima definizione non prese piede in modo stabile, sicché i confini della regione moderna non si discostano eccessivamente da quelli della primitiva Iapigia, salvo che nei monti Dauni (anticamente più legati al Sannio, malgrado il loro nome) e nel territorio di Matera (appartenuto alla Terra d'Otranto fino al XVII secolo).
Soltanto negli ultimi decenni del XX secolo l'uso del singolare Puglia si è stabilizzato; fino a prima dell'istituzione delle regioni, infatti, si usava indifferentemente anche il nome le Puglie[41]; tale denominazione era originariamente riferita alle tre province storiche di Capitanata, Terra di Bari e Terra d'Otranto, benché nel XIII secolo anche la Basilicata fosse considerata una terra pugliese[42]. L'insieme dei suddetti giustizierati faceva infatti capo a un'unica curia generale avente sede a Gravina; tuttavia, da un punto di vista formale, né la Basilicata né la Capitanata erano considerate parte integrante della Puglia (Apulia)[43]. Occorre però tenere presente che in origine il coronimo "Capitanata" era riferito principalmente alle vaste aree appenniniche e subappenniniche poste a cavallo tra l'odierna Puglia e le regioni limitrofe, mentre soltanto in un momento successivo passò a indicare il Tavoliere (e più tardi ancora si estese anche al Gargano)[44].
L'insediamento umano in Puglia risale quanto meno a 250 000 anni fa, come testimoniano i resti fossili dell'uomo di Altamura, una forma arcaica di Homo neanderthalensis. Numerosi sono i reperti di epoca preistorica, tra i quali diversi menhir e dolmen[45]. Intorno al I millennio a.C. si insediarono sul territorio gli Iapigi con le tribù dei Dauni, dei Peucezi e dei Messapi[46], nonché le popolazioni dei Calabri e dei Sallentini (entrambe stanziate nel Salento); più tardi, in epoca ellenica, piuttosto numerose furono le colonie magnogreche soprattutto nella parte meridionale della regione, tra le quali la città spartana di Taras (Taranto).
Venne quindi istituita la Regio II Apulia et Calabria[47], che includeva anche l'Irpinia. Con la costruzione della via Appia e, in epoca imperiale, della via Traiana lungo cui prosperarono città come Aecae (Troia), Herdonia (Ordona), Silvium (Gravina in Puglia), Canusium (Canosa di Puglia), Rubi (Ruvo di Puglia) e Butuntum (Bitonto). La regione occupò posizioni di primato nella produzione del grano e dell'olio, diventando la maggior esportatrice di olio d'oliva in Oriente[48].
Sia con i Normanni che con gli Svevi capeggiati dagli Hohenstaufen[51], la Puglia conseguì un grande progresso materiale e civile, che toccò l'apice con Federico II, a cui si deve la realizzazione di una serie di edifici laici e religiosi, alcuni di alto valore artistico, tra cui Castel del Monte presso Andria. Durante il periodo svevo Foggia divenne una delle sue residenze. Tra il 1282 e il 1442 la Puglia fu sotto la dominazione degli Angioini, all'interno del Regno di Napoli, a cui si sostituirono prima gli Aragonesi e poi gli Spagnoli: a partire da quel momento cominciò a radicarsi il potere dei latifondisti sul territorio.
Dopo varie prese di potere, nel 1734 la Puglia, con la battaglia di Bitonto passò, insieme al resto del Regno di Sicilia dagli Asburgo ai Borboni, sancendo l'indipendenza del Regno. Così la Puglia vive un periodo di forte prosperità economica e un ottimo sviluppo dei commerci e dell'agricoltura. Tra il 1806 e il 1815, vi fu la dominazione francese che provvide alla modernizzazione della Puglia con l'abolizione del feudalesimo e con le riforme giudiziarie fino al ritorno dei Borbone e la nascita del Regno delle Due Sicilie.
Con il progressivo decadere del latifondo, decaddero anche le antiche masserie pugliesi, proprietà di media estensione agraria. Durante il Fascismo la Puglia fu interessata da numerose bonifiche in vaste aree e, successivamente alla riforma agraria del secondo dopoguerra, la regione ha goduto di un forte sviluppo agricolo. Negli anni settanta e negli anni ottanta l'economia della regione passò dal settore primario a quello terziario, con il notevole sviluppo derivato dal settore turistico.
Nel 1946, durante i lavori dell'Assemblea Costituente, fu avanzata la proposta di fare della Puglia e del Salento due regioni distinte. Il 17 dicembre 1946, dopo la relazione di Giuseppe Codacci Pisanelli, la regione Salento fu istituita sulla carta, ma quando si arrivò alla ratifica in aula, il 29 novembre 1947, essa non era più prevista. Stando all'intervento in assemblea del socialista Vito Mario Stampacchia, la regione Salento sarebbe stata sacrificata in seguito a un accordo fra DC e PCI in difesa dei forti interessi economici baresi. Principale artefice di tale accordo fu Aldo Moro, magliese di nascita. Le funzioni della regione Puglia, benché già definite, furono poi attuate solo nel 1970.
Nel 2004 viene istituita la sesta provincia pugliese, la provincia di Barletta-Andria-Trani comprendente come capoluogo tre diverse città e complessivamente dieci comuni scorporati dalle province di Bari e Foggia. Questa provincia è diventata pienamente operativa con le elezioni provinciali del 2009.
I numerosi dialetti parlati in Puglia sono classificati entro due gruppi fondamentali[55], nettamente distinguibili soprattutto sotto il profilo fonetico:
il grico, diffuso nella Grecìa salentina, è una lingua derivata dal greco, la cui diffusione nel Salento è fatta risalire a insediamenti bizantini o a colonie magnogreche;
La Terra di Bari, estesa a sud dell'Ofanto e comprendente gran parte dell'altopiano delle Murge e della pianura costiera, che ebbe come capoluogo Trani dal 1586 e Bari dal 1806.
Durante i lavori dell'Assemblea Costituente fu avanzata la proposta di fare della Puglia settentrionale e del Salento due regioni distinte. Il 17 dicembre 1946, dopo la relazione di Giuseppe Codacci Pisanelli, la Regione Salento fu istituita sulla carta, ma quando si arrivò alla ratifica in aula, il 29 novembre 1947, essa non era più prevista.
Il presidente della Regione è Michele Emiliano (Partito Democratico), ex sindaco di Bari, eletto il 1º giugno 2015. È succeduto a Nichi Vendola (Sinistra Ecologia e LIbertà), che ha governato la Regione Puglia per due mandati, dal 2005 al 2015. In precedenza la Puglia ha sempre visto prevalere formazioni politiche centriste o di destra che si sono tradotte in amministrazioni regionali a impronta democristiana prima e di centrodestra poi. Dal 1º gennaio 2015 è stata istituita la città metropolitana di Bari, nuovo ente locale che ha sostituito la provincia di Bari.
Il sito istituzionale della Regione Puglia[58] descrive ufficialmente lo stemma in questo modo:
«Lo stemma della Regione Puglia è costituito da uno scudo, a sua volta sormontato da una corona "federicana" dedicata a Federico II di Svevia. Lo scudo racchiude alla sua sommità 6 cerchi che rappresentano le sei province pugliesi. Il corpo centrale è costituito da un ottagono nel cui centro campeggia l'albero d'ulivo, simbolo della pace e fratellanza. L'ottagono invece, rappresenta Castel del Monte, costruzione di origine medievale che costituisce uno degli itinerari turistico-culturali più suggestivi della Regione. I colori dominanti dello stemma sono l'oro, l'argento, il rosso e l'azzurro del mare.»
L'albero d'olivo, oltre al significato simbolico, di cui sopra, ricorda l'olio extravergine prodotto dalla spremitura delle drupe di questo albero, una delle risorse più preziose e importanti per l'agricoltura pugliese, ed è un elemento costante nel paesaggio che diventa anche segno di unità di tutta la regione, da nord a sud.
«In occasione dei massicci e ripetuti episodi di immigrazione clandestina, l'intera popolazione della Puglia dava prova collettiva di civismo e di forza morale. Con straordinaria abnegazione privati cittadini, comuni, province e istituzioni offrivano il loro determinante contributo e incondizionato impegno in soccorso dei numerosissimi profughi arrivati sulle loro coste in condizioni disperate. Operando generosamente per accorrere in aiuto dei più deboli, la Comunità tutta offriva alla Nazione splendido esempio di grande solidarietà sociale e nobile spirito di sacrificio» — Roma, decreto del Presidente della Repubblica 10 maggio 2000[59]
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza» — Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2010[60]
Negli ultimi anni la Puglia ha stretto numerosi e importanti relazioni con i paesi dell'area balcanica[61]: Albania, Macedonia, Montenegro e Serbia. L'Albania è un partner commerciale della Puglia ormai da molti anni (si menzionano a proposito le numerose iniziative congiunte in occasione dell'annuale Fiera del Levante di Bari). Inoltre, la fine della guerra dei Balcani ha consentito, negli anni, la nascita di numerose iniziative legate alla cooperazione.
Si ricordano, tra esse, soprattutto alcuni programmi (ad esempio Interreg, nato per la cooperazione tra regioni dell'Unione europea e con i Paesi vicini) e varie iniziative legate a gemellaggi culturali e scambi commerciali. La Puglia è inoltre parte integrante dell'euroregione Adriatico Ionica.
Si segnala inoltre la notevole importanza legata all'attività programmatica del Corridoio 8, asse europeo dei trasporti che collegherà la Puglia (dai porti di Bari e Brindisi) all'Albania e al Mar Nero.
Politiche ambientali
Dal 31 gennaio 2007, con la conclusione del mandato di commissario per l'emergenza ambientale, sino ad allora espletato dal Presidente della Regione, le province sono tornate in possesso della delega per la gestione del ciclo dei rifiuti. Il sistema di raccolta è imperniato su 15 Ambiti Territoriali Ottimali. Nei primi sei mesi del 2011 la percentuale di raccolta differenziata in Puglia è stata del 18,62%[62].
Tra le regioni del Mezzogiorno, l'economia della Puglia è quella che ha registrato negli ultimi anni l'andamento migliore.
La crescita del PIL relativamente al 2018, secondo i dati ISTAT, segna un +1,8% (+1,5% dell'Italia nel complesso e +0,7% del Mezzogiorno) dovuto soprattutto alla crescita del settore terziario (+2,9%) e dell'Industria (+0,7%) a fronte di un calo notevole del settore agricolo (-8,8%).
Il Pil ai prezzi di mercato per abitante evidenzia un ritmo di crescita del +3,9% (a fronte del +3,0% nazionale e +2,6% del Mezzogiorno). Nonostante i risultati ottenuti, il Pil procapite della regione è ancora tra i più bassi d'Italia, superiore solo a Campania, Sicilia e Calabria.[70] La siccità costituisce un ostacolo per l'economia pugliese, un problema cui si è sopperito, in gran parte, con la costruzione dell'acquedotto pugliese.
La Puglia conosce negli ultimi anni uno sviluppo accelerato del turismo, che però presenta dei limiti: esso è soprattutto nazionale e, in particolare in Gargano e Salento, stagionale. La regione è stata nominata tra le prime 20 Best Value Travel Region in the World dal National Geographic[71]. Gli arrivi turistici nel 2007 sono stati di 2 276 402 italiani e 417 479 stranieri[72].
La Puglia è riuscita a coniugare le proprie tradizioni, la propria storia e le vocazioni produttive con l'innovazione e la tecnologia. Ha raggiunto, infatti, buoni livelli di specializzazione in numerosi comparti industriali.
Diverse politiche con l'obiettivo di sviluppare processi di innovazione insieme a una vasta disponibilità di incentivi agli investimenti, hanno fatto sì che il sistema produttivo locale crescesse e che si attirassero oltre 40 gruppi industriali internazionali appartenenti ai settori aerospaziale, automobilistico, chimico e informatico.
La regione dispone inoltre di un capitale umano altamente qualificato e specializzato che conta oltre 103 000 studenti universitari e quasi 15 000 nuovi laureati l'anno.[73]
A livello regionale il tasso di occupazione della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni aggiornato al 2023 è del 50,7% ed è piuttosto inferiore rispetto al corrispondente dato nazionale (61,5%). Di seguito sono riportati i valori dei tassi di occupazione che si registrano nelle singole province.[78]
Anno
2019
2020
2021
2022
2023
Puglia
46,3%
45,6%
46,7%
49,4%
50,7%
Foggia
40,6%
38,7%
41,5%
44,3%
45,5%
Bari
52,2%
52,2%
51,3%
52,7%
56,1%
Taranto
43,2%
44,1%
43,4%
44,7%
43,2%
Brindisi
49,6%
46,6%
47,6%
56,4%
53,2%
Lecce
43,5%
43,1%
46,8%
49,1%
51,8%
Barletta-Andria-Trani
43,4%
41,2%
43,7%
47,5%
47,4%
Per quanto riguarda invece il tasso di disoccupazione, questo si aggira a livello regionale attorno all'11,8% ed è ben più alto del corrispondente dato nazionale (7,8%). Di seguito la tabella con il tasso di disoccupazione al 2023 diviso per province[79]:
Anno
2019
2020
2021
2022
2023
Puglia
15,1%
14,5%
14,8%
12,3%
11,8%
Foggia
21,1%
25,3%
22%
16,9%
18%
Bari
12,1%
10,5%
10,2%
9,3%
8,4%
Taranto
15,5%
11,9%
15,3%
13,6%
13,9%
Brindisi
11,9%
11,9%
15,8%
13,1%
15,1%
Lecce
17,7%
16,5%
15,7%
13,1%
10,9%
Barletta-Andria-Trani
14,5%
14%
15,6%
11%
9,5%
Valore aggiunto per provincia
Di seguito valore aggiunto per provincia pro capite nel 2009[80].
Autostrada A14Bologna-Taranto: detta anche Autostrada Adriatica, è il secondo asse meridiano della penisola italiana, lungo 743,4 km. È stata ed è tuttora una delle "vie delle vacanze" . Nel territorio pugliese l'A14 ha un andamento pianeggiante e caratterizzato da lunghi rettilinei e presenta due corsie per senso di marcia più la corsia di emergenza. L'apertura della tratta tra Bari e Canosa di Puglia risale al 1969, mentre la porzione a nord di Canosa e il prolungamento fino a Taranto datano rispettivamente al 1973 e 1975. A causa della conformazione del territorio attraversato, prettamente pianeggiante con poche colline, il tratto pugliese dell'autostrada è spesso soggetto a forti venti che ostacolano la circolazione dei mezzi pesanti.
Autostrada A16Napoli-Canosa di Puglia: L'Autostrada A16, inaugurata nel 1969, è definita anche Autostrada dei Due Mari, perché connette la parte meridionale della Penisola dalla costa tirrenica a quella adriatica; in particolare essa ha origine dall'A1 alla periferia di Napoli e termina dopo 172 km intersecando l'A14 presso Canosa. Come per la A14 il tratto pugliese di quest'autostrada è spesso soggetto a forti venti che ostacolano la circolazione dei mezzi pesanti. L'attuale denominazione risale al 1973 quando venne inaugurato il tratto dell'Autostrada Adriatica da Lanciano a Canosa: fino ad allora l'intera tratta da Napoli a Bari era infatti denominata A17, nome poi abbandonato probabilmente per motivi scaramantici.
Strada Statale 16 Bari-Foggia. La tratta, quasi interamente in variante, connettendo al capoluogo regionale i popolosi centri costieri del nord barese e il capoluogo della Capitanata, costituisce una valida alternativa all'autostrada A14 in quanto presenta due corsie per senso di marcia divise da spartitraffico.
Superstrada Bari-Lecce. Il principale asse viario per il Salento, interamente in superstrada, nasce dalla Tangenziale di Bari come SS 16, con un tracciato raddoppiato in parte in sede e in parte in variante. Nei pressi di Fasano il tracciato della SS 16 si integra con la SS 379, che termina in corrispondenza di Brindisi e dove torna nuovamente come SS 16, formando la Tangenziale di Brindisi. A sud di Brindisi, la SS 16 si unisce alla SS 613 fino alla tangenziale di Lecce.
Strada Statale 106 Jonica. Corre lungo la costa del mar Jonio da Taranto a Reggio Calabria. Il tratto pugliese, a carreggiate separate e due corsie per senso di marcia, si presenta agevole da percorrere.
Strada Bari-Matera-Potenza. La principale via di comunicazione da Bari verso la Basilicata è denominata SS 96 che collega Bari a Tolve (PZ). Dall’origine, che avviene nel capoluogo pugliese senza soluzione di continuità da via Bruno Buozzi, fino ad Altamura, la SS96 ha caratteristiche di strada a due corsie per senso di marcia con spartitraffico centrale, in seguito alla recente modernizzazione. Ad Altamura è possibile imboccare la SS 99 verso Matera, sempre con caratteristiche di strata extraurbana principale, o continuare per Gravina in Puglia, in direzione di Potenza. Dopo Altamura, la SS96 appare come una strada extraurbana ad una corsia per senso di marcia, senza spartitraffico centrale, con tratti talvolta tortuosi. È in corso c/o il CIPE il nuovo programma di allargamento della grande opera infraregionale Salerno-Potenza-Bari.
Ex Strada Statale 98 Andriese-Coratina. Quasi interamente a carreggiate separate, tocca i comuni della prima fascia murgiana a nord di Bari da Andria a Bitonto, innestandosi sulla SS96 Bari-Matera-Potenza nei pressi di Modugno. Dal 2001 è stata declassata a strada provinciale.
Strada Foggia-Gargano. In superstrada nel tratto Foggia-Manfredonia, prosegue lungo tutta la costa del promontorio con la denominazione di SS 693 dei Laghi di Lesina e Varano.
In Puglia la rete delle ferrovie private supera per estensione quella delle Ferrovie dello Stato: operano in regione quattro diverse aziende ferroviarie:
si snodano lungo la linea Bari-Barletta, collegando numerosi centri dell'entroterra al capoluogo pugliese, con un bacino di utenza di circa 700 000 abitanti. La società che gestisce la rete ferroviaria e il trasporto passeggeri è la Ferrotramviaria Spa. Sono indicate con la sigla FNB o, secondo la vecchia denominazione, FT (Ferrotramviaria). La linea, lunga 70 km, attraversa il territorio dei seguenti comuni: Bari, Bitonto, Terlizzi, Ruvo di Puglia, Corato, Andria, Barletta. Attualmente il primo tratto della ferrovia costituisce una linea cittadina metropolitana e collega le stazioni di Bari (Bari Centrale, sottovia Q. Sella, Via Brigata Bari, Cimitero, San Girolamo, con deviazione verso il Rione San Paolo). Le Ferrovie gestiscono anche un servizio di autolinee lungo le stesse direttrici di percorso.
raggiungono i comuni interni della provincia di Brindisi, della provincia di Taranto e quelli più a sud della provincia di Lecce. Le ferrovie si estendono dalla stazione di Bari Centrale sino a Gagliano del Capo, vicino a Santa Maria di Leuca, nell'estremo sud del Salento. Nel Salento questa ferrovia è conosciuta col nome di Littorina. Il primo tratto aperto al traffico fu la linea Bari - Locorotondo. Il tratto iniziale della ferrovia costituisce una linea cittadina metropolitana e collega le tre stazioni di Bari (Bari Centrale, Bari Sud Est e Bari Mungivacca).
(FdG o FG) è una società che gestisce la linea ferroviaria di quasi 79 km (da San Severo a Peschici), con 11 stazioni e sette fermate, che collega i centri del Gargano settentrionale alla rete ferroviaria nazionale. Le Ferrovie del Gargano gestiscono anche la linea Foggia - Lucera e offrono anche un servizio su strada che assicura numerosi collegamenti extraurbani su gomma, a livello sia regionale sia nazionale.
operano sulla linea ferroviaria che collega la Puglia con la Basilicata. Le linee ferroviarie presenti non sono elettrificate, per cui il servizio è effettuato con motriciDiesel. A Potenza le FAL si collegano sia alla rete delle FS, che alla FCL.
Porti
Il porto di Bari è mercantile, commerciale e turistico (terminal crociere). I collegamenti principali sono per Albania (Durazzo), Montenegro (Antivari) e Grecia (Corfù, Igoumenitsa e Patrasso). Le molteplici funzioni operative del porto di Bari possono contare su banchine attrezzate per la movimentazione di ogni tipo di merce e su un'eccellente rete di collegamenti con ogni modalità di trasporto. Anche grazie a tali caratteristiche il Porto di Bari è stato indicato quale "terminale occidentale".
Il porto di Taranto è per lo più militare (COMDINAV 2), mercantile e industriale. È uno dei porti più importanti in Italia e nel Mediterraneo ed è il secondo porto italiano per numero di merci. Effettua collegamenti con gli altri porti italiani e con quelli del Mediterraneo, del medio Oriente e della Cina.
Il porto di Manfredonia. Manfredonia possiede 3 porti: uno peschereccio, uno industriale e uno turistico ( "Marina del Gargano" ).
Il porto di Polignano a Mare: Polignano possiede un porto turistico sito in località San Vito e inaugurato nel giugno 2015, che dispone di 316 posti barca tra i 5 e i 40 metri.
Il porto di Mola di Bari: Mola dispone di un porto peschereccio e turistico:oltre a 350 imbarcazioni da diporto, esso ospita 115 imbarcazioni da pesca per complessive 2 616 tonnellate di stazza lorda, che fanno di quella molese la seconda marineria della città metropolitana di Bari e tra le prime dell'intero Adriatico.
Il porto di Barletta prevalentemente mercantile, è uno dei più apprezzati del Mare Adriatico per ampiezza di bacino e sicurezza.
Il Porto di Trani, a vocazione soprattutto turistica e peschereccia, occasionalmente vi sono collegamenti con la costa croata.
Il porto di Bisceglie è peschereccio e turistico. Prevalentemente peschereccio, recentemente adeguato all'accoglienza di circa 500 imbarcazioni da diporto.
Aeroporto internazionale di Bari "Karol Wojtyła": sorge nel quartiere Palese Macchie, a nord del capoluogo. Il terminal passeggeri, inaugurato nel 2005, è dimensionato per 3 600 000 passeggeri/anno, con un picco di 1 400 passeggeri/ora. Grazie all'introduzione di diverse nuove rotte, anche internazionali, sia con vettori tradizionali ma soprattutto low-cost, negli ultimi anni il traffico annuo è aumentato costantemente e significativamente, arrivando nel 2011 ad un flusso di 3 725 629 passeggeri (il 9,60% in più rispetto all'anno precedente).[81] Dal 2012 è attivo il collegamento ferroviario con il centro di Bari e sono stati ultimati i lavori di ampliamento del terminal passeggeri, con il raddoppio della superficie destinata al traffico passeggeri e alle attività commerciali. Comunque il traffico passeggeri l’anno aumenta sempre di più, infatti nel 2019 l’Aeroporto di Bari ha raggiunto i 5 535 000 passeggeri. Le destinazioni sono oltre 50 durante l’inverno ma durante l’estate raggiungono le 80, i voli “intercontinentali” sono 4 ovvero: Sharm-El Seikh (Egitto); Dubai (Emirati Arabi Uniti); Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti); Tel Aviv (Israele).
Aeroporto internazionale del Salento: si trova alla periferia di Brindisi (nel quartiere Casale: è denominato anche "Papola Casale") e serve l'intera Puglia meridionale, con un traffico annuo di 2 058 057 passeggeri nel 2011[82], in forte crescita negli ultimi anni (+ 28,10% nel 2011). Il terminal è stato recentemente ammodernato. La presenza di due piste con diverso orientamento garantisce l'operatività dello scalo anche con condizioni climatiche avverse. L'aeroporto è adibito anche a uso militare e ospita una base logistica e di pronto intervento umanitario dell'ONU.
La posizione della Puglia è stata sicuramente un'arma a doppio taglio da un punto di vista economico e culturale. Ubicazione fortunata in epoca classica perché era il ponte naturale per l'Oriente, la Puglia risente tutt'oggi della sua peculiarità di confine culturale tra un Occidente romano-germanico e un Oriente greco-bizantino.
«Si possiede quasi la sensazione che la letteratura abdichi ai propri statuti affidandosi quasi totalmente al figurativo e all'architettonico.»
(Michele Dell'Aquila - Letteratura in Puglia e nel Mezzogiorno d'Italia fra Sette e Novecento - Giardini, 1992)
Secondo i dati del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, nell'anno 2003/04 i nuovi iscritti alle università pugliesi sono stati 20 094 su una popolazione complessiva di circa 120 000 studenti, suddivisi in sei università.
Fondata nel 1925, conta più di 60 000 studenti, 15 facoltà e 150 corsi di laurea.[84] È la principale università pugliese e uno dei maggiori istituti universitari italiani. Oltre allo storico palazzo Ateneo, al centro di Bari, l'università conta diverse sedi nel capoluogo barese e sedi staccate a Taranto e Brindisi. Il 15 gennaio 2010, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è stata intitolata allo statista pugliese Aldo Moro, che vi fu docente per oltre trent'anni.
È un'università statale a carattere scientifico-tecnologico fondata nel 1990 per gemmazione dall'Università di Bari. Organizzato sulle tre sedi di Bari, Taranto e Foggia, nelle quali si contano complessivamente circa 12 000 studenti, il Politecnico forma architetti, ingegneri e disegnatori industriali per un totale di 36 corsi di laurea di primo e secondo livello. Vi hanno sede inoltre diversi corsi di dottorato di ricerca e master universitari.
Nota sino al 2007 come Università degli Studi di Lecce, con nove facoltà e 29 000 iscritti è il secondo ateneo della Puglia per dimensioni. Accanto alla sede leccese, conta dislocazioni a Brindisi e Mesagne. Ospita l'ISUFI, una scuola superiore universitaria attiva nell'alta formazione in molteplici settori scientifici e il National Nanotechnologies Laboratory (NNL), centro di eccellenza a livello internazionale sulle nanotecnologie.
Il polo universitario foggiano, nato nel 1990 come sede staccata dell'Università di Bari, ha ottenuto l'autonomia amministrativa nel 1999[85]. Conta oggi cinque facoltà e oltre 10 000 studenti e ha sedi in diversi comuni della provincia.
Nata nel 1995 con il riconoscimento da parte dell'Action Jean Monnet – Commissione europea di Bruxelles - quale sede di cattedre, corsi permanenti e moduli d'insegnamento, orientati a diffondere la cultura dell'integrazione europea, ha sede a Casamassima, nell'hinterland barese.
La Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA), un'università privata di ispirazione cattolica con sede a Roma, ha una sezione staccata a Taranto.
Ricerca
In Puglia la ricerca è coordinata dall'Agenzia Regionale per la Tecnologia e l'Innovazione (ARTI), e condotta da numerosi istituti:
Il Centro di Eccellenza in Meccanica Computazionale (CEMeC)
Si occupa di ricerca e innovazione industriale, formazione e consulenza nei settori delle turbomacchine, dei sistemi di iniezione, delle trasmissioni meccaniche, dei sistemi frenanti, dei sistemi ruota-rotaia e dell'interazione fluido-struttura (flutter).
Con 23 istituti, lavora nei settori agroalimentare, dell'ingegneria, delle scienze naturali, chimiche e biologiche, delle scienze marine e della mineralogia. In particolare a Lecce sono presenti l'Istituto per i beni archeologici e monumentali e le sezioni dell'Istituto di scienze delle produzioni alimentari, dell'Istituto per la microelettronica e microsistemi, dell'Istituto di fisiologia clinica e dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima. Taranto è, invece, sede dell'Istituto sperimentale talassografico "Attilio Cerruti" e della Fondazione marittima "Ammiraglio Michelagnoli" che opera d'intesa con lo stesso CNR e con organismi universitari.
Il centro ricerca è presente fin dai primi anni novanta con uno sportello tecnologico. Nel 2001 l'ENEA ha consolidato la propria presenza nella città adriatica, rilevando le strutture del Centro Nazionale per la Ricerca e lo Sviluppo dei Materiali, e creando un proprio centro all'interno della "Cittadella della Ricerca". Attualmente operano nel Centro l'Unità Tecnico Scientifica Materiali e Nuove Tecnologie (MAT), l'Unità Tecnico Scientifica Fusione (FUS), l'Unità Tecnico Scientifica Tecnologie Fisiche Avanzate (FIS) e il Progetto Speciale Clima Globale (CLIM).
È il primo parco scientifico e tecnologico nato in Italia, si occupa di trasferimento tecnologico e e-government, ha sede a Valenzano, alle porte di Bari. Finalità dell'Istituzione è il trasferimento tecnologico dal mondo accademico (Università) a quello produttivo.
Il distretto tecnologico regionale “Dhitech” di Lecce
Opera per la competitività e l'innovazione nella ricerca scientifica, comprende il Laboratorio Nazionale di Nanotecnologia, centro di eccellenza a livello internazionale sulle nanotecnologie, che ha ricevuto riconoscimenti di varia natura, tra cui la visita ufficiale del Presidente della repubblica italiana Giorgio Napolitano il 15 settembre 2006. Il laboratorio segue linee di ricerca sia di tipo fondamentale, che di tipo fortemente applicato, grazie alle partnership con le multinazionali tecnologiche residenti presso di esso (STMicroelectronics, Agilent Technologies, TechInt, Alenia Marconi System) che appoggiano i loro programmi di formazione e reclutamento post laurea sull'ISUFI.
L'Osservatorio sul mondo rurale e sul sistema agroindustriale della Puglia
l'INEA è un'iniziativa inserita nell'ambito della Misura 4.3.6. del sottoprogramma FEOGA del Programma Operativo Plurifondo Puglia 1994-1999[86] che ha visto la nascita nel 1997. Suo compito è svolgere attività di supporto alla programmazione regionale, attraverso la fornitura di analisi, idee, strumenti, dati e informazioni.
L'istituto fornisce ai laureati la possibilità di effettuare ricerca scientifica applicata e di lavorare in funzione delle esigenze del territorio e in stretta collaborazione politico-economica coi vari enti territoriali. Unico in Italia, è uno dei quattro istituti presenti in Europa con sede rispettivamente in Francia (IAM di Montpellier), in Spagna (IAM di Saragozza) e in Grecia (IAM di Chania). Questi quattro costituiscono la struttura operativa del CIHNEAM (Centre International de Hautes Etudes Agronomiques Mediterraneennes - Centro Internazionale degli Alti Studi Agronomici Mediterranei), organismo intergovernativo la cui sede è a Parigi, a cui i quattro istituti europei fanno capo.
Il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA)
è un Ente nazionale di ricerca e sperimentazione con competenza scientifica generale nel settore agricolo, agroindustriale, ittico e forestale.
L'Istituto Superiore Universitario di Formazione Interdisciplinare è una delle nove Scuole Superiori d'Italia, costruita sul modello della Scuola Normale di Pisa, riconosciuta dal MIUR nel 2005 dopo 5 anni di sperimentazione. È stata attivata presso l'Università del Salento nel 1999. La scuola realizza programmi di alta formazione nell'ambito dei seguenti settori: Nanoscenze, e-Business Management, Euromediterranean School of Law and Politics, Beni Culturali.
I centri di ricerca pubblico-privati
il Centro Laser (automazione industriale), il Cetma (materiali).
I reperti conservati nel museo furono raccolti dall'archeologo Giovanni Jatta nei primi anni dell'Ottocento. Successivamente venne arricchita dall'omonimo nipote, e venne ceduta allo Stato nel Novecento. Il museo, costituito da quattro sale contenenti quasi esclusivamente materiale ceramico della Magna Grecia, è ospitato nel piano terra dell'ottocentesco Palazzo Jatta e raccoglie materiale proveniente dalla vasta e ricca necropoli peucetica di Ruvo di Puglia, vittima, nei secoli scorsi, di scavi abusivi che hanno distribuito oggetti in tutto il mondo.
Inizialmente nato con le scoperte archeologiche avvenute solo nell'agro di Ostuni, con il passare del tempo ha ospitato reperti provenienti da quasi tutta l'area delle Murge meridionale. Tra i più interessanti reperti archeologici che si possono ammirare vi è il calco della Donna di Ostuni, gestante con feto risalente a circa 27 000 anni fa.
L'importante museoarcheologico, fondato nel 1887 con l'intenzione di farne il Museo della Magna Grecia, ma è dedicato principalmente alla documentazione archeologica di Taranto e del resto della Puglia. Posto nell'ex convento di San Pasquale Baylon, è stato riaperto nel 2007: accanto alla sezione preistorica, inerente ai reperti Paleolitico e dell'età del Bronzo dell'intero territorio pugliese, si fregia di una delle più grandi collezioni di manufatti dell'epoca della Magna Grecia, tra cui i famosi Ori di Taranto. Questi ultimi costituiscono la più importante testimonianza di come la lavorazione dei metalli preziosi, e in particolare dell'oro, fosse una delle attività più sviluppate nella città magno-greca tra il IV e il I secolo a.C.
Il Museo civico "Giuseppe Fiorelli" la cui sede è il Palazzo De Nicastri, in via De Nicastri, si costituì nel 1905 ed è considerato il primo museo civico a nord di Bari. Al suo interno, oltre all'arredo permanente della famiglia De Nicastri, comprende preziosi manufatti che vanno dall'età preistorica all'età romana (di particolare rilievo è il Mosaico di Piazza Nocelli), fino al Medioevo. Ricca anche la pinacoteca con i quadri del pittore lucerino Giuseppe Ar.
il museo, che prende il nome dall'omonimo archeologo e glottologo (1875-1952), si trova in piazza Duomo a Brindisi. Include le sezioni preistorica, che raccoglie i reperti dell'intera provincia, epigrafica, con iscrizioni in latino, ebraico e greco, numismatica, comprendente monete di età classica, medioevale e moderna, statuaria, con le statue romane rinvenute nel centro storico di Brindisi, più un antiquarium, con vasi apuli e attici, trozzelle, monete, e un ambiente dedicato ai bronzi di Punta del Serrone, con le due statue restaurate del console Lucio Emilio Paolo Macedonico e del civis romanus nelle vesti di togato, teste-ritratti, immagini femminili e altri bronzi rinvenuti in occasione degli scavi subacquei del 1992.
è uno dei musei archeologici di Lecce ed è intitolato al duca di Cavallino Sigismondo Castromediano, appassionato di archeologia, che ne volle l'istituzione nel 1868. È situato nel collegio Argento, dal nome del padre gesuita che lo fondò nel 1888 ed è stato acquistato dalla Provincia di Lecce nel 1967 e ristrutturato. Il museo si divide in cinque sezioni: Didattica, con il plastico del Salento che riporta tutti i siti di rilevanza storico-artistica; Antiquarium, con vasi attici a figure nere e a figure rosse e vasi italici (VI e V secolo a.C.) e vari altri reperti archeologici: oggetti in bronzo, monete antiche e lapidi con iscrizioni messapiche; Topografia, con le antiche mappe del Salento; Pinacoteca, con tele di scuola veneta e napoletana (tra XIV e XVIII secolo) e anche alcune sculture romaniche e rinascimentali; Sala mostre, con opere di artisti contemporanei (tra XIX e XX secolo). Nello stesso plesso è presente la Biblioteca Provinciale, con oltre 1 000 scritti tra libri, riviste e giornali d'epoca. Oltre a essa è presente una grande sala studio.
fu istituito nel 1934 e collocato nel settecentesco Palazzo Casieri. Ospita circa 2 000 reperti archeologici provenienti da scavi in Canosa e in tombe del V - III secolo a.C. Si trovano iscrizioni, sculture, bassorilievi, marmi, monete, gioielli, ceramiche e vasi che risalgono a un vasto arco di tempo di circa 1 500 anni (dal VI -V secolo a.C. al IX -X secolo d.C.): dal preistorico, dauno, romano, paleocristiano e bizantino-medioevale. In passato il museo è stato privato di alcuni pezzi di inestimabile valore, come ad esempio i preziosi ori della Tomba degli Ori. Questi gioielli sono attualmente custoditi presso il museo nazionale archeologico di Taranto, e sparsi nei maggiori musei italiani e europei (fra cui il museo del Louvre).
Il museo nasce nel 1975 per volontà dell'arcivescovo Giuseppe Carata, al fine di dare una più adeguata sistemazione al materiale lapideo e scultorio proveniente da demolizioni operate nella cattedrale ed in altre chiese della città di Trani. Nel corso degli anni il suo patrimonio si è notevolmente arricchito di opere e reperti di grande valore artistico e storico. L'Istituzione ha così, nel corso degli anni, sdoppiato le sue sedi, dedicando agli spazi di Palazzo Addazi l'esposizione della collezione pittorica e scegliendo l'attiguo Palazzo Lodispoto come nuova sede per il restante patrimonio artistico.
Museo diocesano di Taranto: il Museo diocesano, la cui sede è nel cinquecentesco Seminario arcivescovile di Taranto nel Borgo Antico, è stato inaugurato nel 2011.
Museo diocesano di Lucera: il Museo diocesano, la cui sede è il Palazzo Vescovile, in piazza Duomo, è stato inaugurato nel 1999. All'interno delle sale, oltre alla Pinacoteca dei Vescovi, sono conservati manufatti di diverse epoche. Di rilevante importanza sono: una pisside in diaspro sanguigno rosso del secolo XIII, un dittico di scuola sulmonese in lamine d'argento dorato del secolo XIV, il camice di lino con ricami, la stola e il cappello del Beato Agostino Casotti (XIV secolo), il mantello di lana del francescano San Francesco Antonio Fasani (secolo XVII-XVIII), l'artistico armadio-cappella contenente l'altare in legno dorato appartenuto alla famiglia di mons. Freda (secolo XVIII-XIX).
Museo Emanuele Barba,a Gallipoli nasce nel 1823 a opera del canonico Carmine Fontò che rese pubblici i suoi libri. A queste prime donazioni se ne aggiunsero altre da parte di conventi Domenicani e Francescani. Dopo alcuni anni il Museo venne affidato a Emanuele Barba (filosofo, medico, docente) che istituì un "Gabinetto zoologico". Oggi nel museo sono presenti collezioni di armi, abiti, fossili. È esposta inoltre la collezione del pittore gallipolino Giovanni Andrea Coppola. Il museo comprende reperti archeologici, sarcofagi e vasi messapici con iscrizioni; ritratti di personaggi illustri di Gallipoli; una raccolta numismatica;
creato tra il 1969 e il 1970, il museo è ospitato sui tre piani della curia vescovile di Bitonto. Si tratta del museo dell'arcidiocesi di Bari-Bitonto, che raccoglie i beni artistici della cattedrale di Bitonto. La collezione è composta soprattutto da tele ma anche da vasi di Sevres, arredi sacri e sculture datate dal XIII secolo fino al Novecento. La ricca collezione ospitata nel museo diocesano sarà a breve trasferita presso l'ex seminario vescovile annesso alla Chiesa di San Francesco della Scarpa. La struttura, articolata su due livelli e dotata di un giardino pensile, ospiterà oltre 2 500 pezzi e sarà il museo diocesano più grande del mezzogiorno.
istituita nel 1928, era inizialmente ospitata nel locale palazzo del Governo. Nel 1936 la sua sede fu trasferita nelle sale del palazzo della Provincia, sul lungomare monumentale di Bari, dov'è tuttora custodito il suo ingente patrimonio artistico. Il materiale attualmente esposto comprende: una sezione medioevale; pittura pugliese tardo medioevale e di scuola napoletana alto medioevale; dipinti veneti del XV e XVI secolo provenienti da numerose chiese di tutta la Puglia; una sezione di dipinti di Corrado Giaquinto; un'importante raccolta di pittura napoletana e meridionale del XIX secolo; maiolica pugliese medioevale; presepi napoletani; capi d'abbigliamento antico; dipinti del XIX e XX secolo nonché opere d'arte contemporanea.
nella pinacoteca, ospitata presso il barocco Palazzo della Marra, è esposta la collezione permanente delle opere del celebre impressionista barlettano cui è dedicata. Periodicamente vi vengono organizzate mostre temporanee di livello internazionale, in genere relative ad artisti di fine Ottocento coevi di De Nittis.
è la prima galleria nazionale della Puglia ed è considerato il più importante nel suo genere in città e uno dei più ammirati e prestigiosi della regione. È nato il 18 aprile 2009 e ha sede nel Palazzo Sylos-Calò di Bitonto, gioiello rinascimentale cittadino risalente alla prima metà del XVI secolo. La raccolta è frutto di una ricerca da parte dei fratelli collezionisti Girolamo e Rosaria De Vanna, cui il museo è intitolato, i quali nel 2004 donarono allo Stato gran parte della loro ricchissima collezione privata, formata da 229 dipinti e 108 disegni di importanti artisti italiani e stranieri, databili tra il XVI e i primi del XX secolo, chiedendo la sistemazione delle opere nel prestigioso e rinascimentale palazzo Sylos-Calò, sede attuale della galleria. Per quanto concerne l'arte contemporanea, sono presenti opere provenienti anche dagli Stati Uniti.[88] Sono attualmente esposti 166 dipinti suddivisi in cinque sezioni.
comprende diverse oreficerie sacre, in parte provenienti dalla Palestina e databili ai primi decenni del XIII secolo; tra questi una croce patriarcale binata, contenente la reliquia della Santa Croce, portata a Barletta nel 1291 dal Patriarca di Gerusalemme Randulphus.
Museo civico di Lizzano
Il Museo civico della paleontologia e dell'uomo, ha sede nel centro storico, nel Palazzo Majorano, un tipico palazzo dei signorotti locali dell'Ottocento. Il museo raccoglie importanti reperti a partire da 600 milioni di anni fa, provenienti da tutto il mondo e fossili ritrovati nel territorio di Lizzano o della regione. Un'ampia sezione è dedicata all'archeologia con l'esposizione di vari reperti risalenti al periodo della Magna Grecia, al Neolitico e prossimamente all'esposizione di reperti risalenti all'età del Bronzo, all'età Romana e a quelle medioevale. Nel museo sono esposti vari attrezzi da lavoro e oggetti di uso domestico tradizionali, come l'antico telaio ancora funzionante e corredato di accessori. Notevole "lu traìnu", carro trainato da cavallo o mulo per il trasporto, importante come valore documentario soprattutto per le nuove generazioni. Ci sono ampie sezioni dedicate alle culture dell'Africa, dell'Oceania e all'arte contemporanea.
Cinema
Numerosi film di fiction hanno per sfondo e ambientazione varie località di Puglia[89]. Tra di essi si segnalano:
In Puglia ha sede il Gruppo Norba, che gestisce Radionorba, ascoltata in tutta l'Italia centro-meridionale, e Telenorba, prima televisione locale d'Italia per ascolti, visibile in Puglia, Basilicata, Molise ed, in parte, in Campania, Calabria, Abruzzo e Lazio. Il gruppo pugliese gestisce anche la allnews TG Norba 24, visibile sul DGT e sulla piattaforma Sky.
Teatro
La Puglia possiede un panorama teatrale interessante e in continua crescita.
Accanto ad una solida tradizione vernacolare (radicata soprattutto a Bari e nella sua provincia) sono sorte in tempi più recenti numerose formazioni sperimentali, circolate nuove idee ed emersi nuovi interpreti, i quali hanno attratto l'interesse di compagnie teatrali nazionali: è nato così un teatro fruibile anche al di fuori dei confini pugliesi. Il territorio regionale vive dunque un processo dinamico e in continua trasformazione, la cui portata è difficile da quantificare e non troppo dissimile dal momento di fioritura che il cinema sta vivendo in Puglia, anche se certamente con meno incentivi da parte dello Stato e minor interesse da parte del pubblico.
La Puglia è una delle poche regioni italiane non dotata di alcun teatro stabile, lacuna non indifferente e che senz'altro frena la crescita del settore.
L'unico ente che disciplina e gestisce gli spettacoli dal vivo nella regione è il Teatro Pubblico Pugliese, attivo dai tardi anni 2000 e responsabile di gran parte dei finanziamenti destinati al settore: tra i suoi progetti più interessanti citiamo a titolo d'esempio Teatri Abitati, grazie al quale 12 compagnie teatrali sono riuscite ad ottenere uno spazio scenico prima inutilizzato e abbandonato per adibirlo a loro teatro.
In epoca latina la vicinanza geografica e culturale della Puglia alla Grecia, fecero sì che diventasse un territorio di importanti uomini di cultura e terra di passaggio di tutti gli studiosi romani che si recavano nell'antico Paese ellenico per approfondire i propri studi.
Quinto Ennio, nativo di Rudiae, è stato un poeta, drammaturgo latino, considerato fra i padri della letteratura latina. Scrisse opere teatrali, un poema epico centrale nella cultura latina (gli Annales) e altre opere di vario genere.
Il brindisino Marco Pacuvio è stato un importante drammaturgo e poeta. Nato in area culturale greco-osca e nipote di Quinto Ennio, si trasferì giovane a Roma, dove intraprese a lungo l'attività di pittore (nel I secolo a.C. era ancora integro un suo dipinto nel tempio di Ercole) e di poeta, frequentando il Circolo degli Scipioni.
La posizione della regione è stata, invece, un punto di debolezza durante il Medioevo, a causa di un feudalesimo non sviluppato e dipendente da sovrani e capitali lontani. Nel caso specifico la cultura pugliese è stata spesso meno fortunata della cultura napoletana. Capitale del Meridione, la città partenopea, ospitava l'unica Università del sud Italia e rappresentava tappa obbligatoria per gli intellettuali pugliesi. Numerosissimi sono stati i casi di intellettuali che sono partiti per luoghi culturalmente più dinamici e che non hanno fatto più ritorno nella terra d'origine, contribuendo alle attività di città come Roma, Venezia, Torino.
La mancanza di una corte, come avvenne in altre zone d'Italia, ha ridotto la vita culturale pugliese. Lodevoli eccezioni sono state la corte normanna di Federico II, il "puer Apuliae", nel XIII secolo; la corti degli Orsini Del Balzo nell'alto Salento, quella di Isabella d'Aragona e di Bona Sforza a Bari; quella degli Acquaviva a Conversano e Nardò tra il XV secolo e XVI secolo. Questi centri, insieme a centri ecclesiastici e mercantili hanno sviluppato importanti forme culturali e di innovazione capaci di dare impulso alla letteratura.
Nel corso del XVIII secolo gli intellettuali pugliesi, a differenza di quanto avvenuto a Napoli e a Milano non si sono fatti conquistare dai principi dell'Illuminismo. Un impulso in questo senso è tuttavia dato da Ferrante de Gemmis, nobile letterato, che coglie gli insegnamenti dell'amico Antonio Genovesi e fonda un'Accademia Illuminista, a Terlizzi nel 1760 circa. Quando la Borghesia prende coscienza di sé, nel XIX secolo si sviluppa un'attiva cultura scientifica, giuridica, economica e amministrativa. Nel frattempo si diffonde, in conseguenza dell'annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno d'Italia, come nel resto del Mezzogiorno il fenomeno del brigantaggio, grazie al quale avrà origine la cosiddetta letteratura meridionalista.[senza fonte] Questa filone culturale, si caratterizzerà in riviste come la "Rassegna Pugliese" di Valdemaro Vecchi, e sarà il punto di partenza per lo sviluppo di un'importante editoria, la Laterza.
Sicuramente tra i massimi esponenti della cultura ritroviamo Carmelo Bene, per il contributo che ha dato all'arte drammatica italiana come attore, drammaturgo e regista. È stato stimato anche come filosofo, intellettuale, poeta e uomo di spettacolo.
Dei nostri giorni i successi editoriali di Gianrico Carofiglio, magistrato e senatore barese, che usa Bari come scenario di avvincenti romanzi.
Architettura e urbanistica
Da un punto di vista urbanistico, la Puglia si caratterizza, rispetto al resto d'Italia, per la presenza di un numero di comuni ridotto, di dimensioni demografiche e territoriali medio-grandi, salvo che nel Salento.
I comuni pugliesi hanno mantenuto la loro struttura medievale inalterata fino al XIX secolo quando i borghi, ancora chiusi nelle loro mura e torri, cominciano a espandersi. Questa situazione si verificò per due ordini di ragioni: le necessità di difesa delle città vennero meno e nello stesso tempo si registrò un aumento di popolazione che non poteva essere contenuta negli antichi borghi.
In epoca moderna, la regione ha visto trasformare le sue città con alcuni esempi del periodo liberty, e le costruzioni di numerose strutture pubbliche nel periodo fascista.
Come in gran parte dell'Italia meridionale la tradizione musicale pugliese si lega strettamente a quella coreutica. Dal nord al sud della regione in passato erano diffuse danze popolari dette usualmente tarantelle, alle quali corrispondevano melodie musicali in tempo veloce. Della tradizione della tarantella pugliese resta molto attiva la scuola musicale di Carpino, piccolo centro del Gargano. La musica, probabilmente influenzata dalla cultura araba o slava, corre sul quarto di tono ed è accompagnata con la voce, la chitarra battente, la chitarra francese, le castagnole e il tamburo.
Di particolare interesse antropologico è la pizzica (o taranta), una particolare danza popolare diffusa nel Salento e nel tarantino, che si balla in coppia tra individui non necessariamente di sesso opposto. Un tempo, oltre che nelle occasioni di festa, essa veniva eseguita per giorni nell'ambito dei riti di guarigione delle tarantate, ossia delle donne che si credeva fossero state morse dalla tarantola. Gli studi compiuti dall'etnologo Ernesto de Martino, e confluiti nel fondamentale saggio La terra del rimorso (1959), hanno indagato il fenomeno del tarantismo mostrandone i nessi con l'isteria, l'epilessia, la depressione. Sebbene il fenomeno del tarantismo possa ritenersi ormai estinto, la musica che lo accompagna negli ultimi anni è stata oggetto di una straordinaria riscoperta che ha travalicato i confini regionali e che annualmente culmina nell'affollatissima Notte della Taranta di Melpignano.
Un grande compositore e cantante pugliese conosciuto in tutto il mondo è stato Matteo Salvatore, i suoi generi erano il folk, la musica popolare ed era un grande interprete dei canti tradizionali del Gargano. Dobbiamo anche ricordare Eugenio Bennato che con il movimento Taranta Power porta nel mondo l'energia di queste musiche e danze mediterranee legate ad una cultura che affonda le sue radici nella storia pugliese.
Importante è sottolineare il rapporto del cantautore Lucio Dalla con la regione pugliese. Il cantautore, infatti, visse per diversi anni nella città di Manfredonia dove nacque la sua grande passione per il mare e per la Puglia tanto da battersi contro le trivellazioni al largo delle coste pugliesi delle Tremiti.
Peraltro, anche se vi sono dei piatti comuni, le ricette variano da provincia a provincia, e talvolta, da città a città, così per esempio le ricette tipiche delle province di Bari, Brindisi e Taranto, adagiate sul mare, non sono uguali a quelle praticate nella provincia di Foggia, più collinosa, e di Lecce, più terragna.
Tante sono le ricette che presenta questa cucina, che ha poi una particolarità che la distingue dalle altre, di offrire piatti diversi in relazione alle diverse stagioni, così che durante le stagioni più miti, cioè in primavera e in estate, viene data preferenza alle verdure e al pesce, mentre nelle altre predominano i legumi, la pasta fatta in casa condita con vari sughi, da sola o combinata alle verdure o al pesce.
Il piatto più tipico è quello delle "orecchiette al ragù di carne", la cui ricetta è ormai diffusa in tutti i ricettari, ma non sono meno conosciute le "orecchiette con le cime di rapa", la "cicoria con la purea di fave", e quelle che ricollegano il territorio al Mediterraneo, come i "cavatelli con le cozze", il "risotto ai frutti di mare", il "polpo alla griglia" o il riso al forno alla barese chiamato pure riso, patate e cozze. Tra i piatti tipici del Salento vi sono i "municeddhi", gli involtini con interiora di agnello (variamente denominati e presenti anche nel foggiano col nome di "torcinelli"), i "ciceri e tria" e i "pezzetti di cavallo" al sugo.
Caratteristico dolce fritto natalizio augurale. Costituito da pasta di semola lievitata fritta in olio extravergine di oliva. Le pittule hanno in genere una forma tondeggiante arricchita da cavolfiori, baccalà o peperoncino. le classiche non sono farcite ma vengono cosparse di miele ed anesini zuccherati. Simbolo augurale della fortuna e della nascita.
Il Nettare dei pizzikati. Tipico liquore a base di "murtheddrha" delle Serre salentine. Antica ricetta tramandata dalla tradizione contadina e delle "massare" salentine della zona otrantina-magliese. Ma la ricetta si è conservata nel piccolo borgo di Surano, dov'è custodita da poche famiglie.
È il caratteristico falò della festa patronale di Sant'Antonio abate, un monumento di ingegneria agraria formato da decine di migliaia di fascine di tralci di vite, che supera l'altezza e il diametro di venti metri, il quale viene acceso con un tripudio di fuochi pirotecnici la sera del 16 gennaio. Nei Giorni del Fuoco, inoltre si assiste a innumerevoli rassegne e gare di fuochi pirotecnici e si ammirano le esposizioni artistiche delle grandi luminarie. L'evento è stato oggetto di un documentario della National Geographic e di servizi della Nippon Press.
Falò Zjarr i Madhe dal 1866 a San Marzano (18 marzo)
Zjarr i Madhe significa in lingua Arbereshe di San Marzano (fuoco grande). È la storica processione delle fascine, circa 5 000 fedeli portano a spalla e sotto braccio grandi fascini di ulivo. Più 50 cavalli che trainano carri di fascine, alcuni animali si inginocchiano davanti al Santo Patrono San Giuseppe. Antico rito che si ripete dal 1866. È il falò più grande e antico in Italia. I cavalli per i Sammarzanesi sono sacri, accuditi con tanto rispetto e amore. Evento che attira migliaia di curiosi e turisti da tutto il Sud Italia.
È un'antica tradizione in cui, in onore di San Giuseppe si imbandiscono grandi tavolate con piatti tipici. Durante la visita alla taula si possono assaggiare lu cranu stumpatu e la massa culli ciciri o i "vermiceddhri" cioè il grano e la pasta con i ceci.
È una suggestiva e mistica serie di riti che, inoltre, vede i componenti le due principali Confraternite della Chiesa di Taranto gareggiare per aggiudicarsi le statue e le poste nelle processioni dell'Addolorata e dei Misteri.
Sono riti secolari che ricordano la Passione e morte di Gesù Cristo attraverso le processioni dell'Addolorata (Venerdì di Passione), dei Misteri (Venerdì Santo) e della Pietà (Sabato Santo).
I riti di questa Settimana Santa sono tra i più famosi della Puglia, caratterizzati dal pellegrinaggio di penitenti scalzi e incappucciati detti "Pappamusci" dal pomeriggio del giovedì al venerdì Santo, alla cui sera vi è la suggestiva Processione dei Misteri, con almeno una statua di cartapesta per ogni Confraternita. Molto particolare l'atto di numerosi penitenti detti "Pappamusci cu lli trai" di trascinare pesanti croci in legno sulle spalle.
Si tratta di una manifestazione religiosa popolare molto suggestiva e assai singolare, che si ripete puntualmente da circa tre secoli ogni venerdì Santo per la rievocazione della Passione di Cristo. Le fracchie sono delle enormi fiaccole, realizzate con grossi tronchi di albero aperti longitudinalmente a forma di cono e riempiti di legna, per essere incendiate all'imbrunire e divenire quindi dei falò ambulanti che illuminano il cammino della Madonna Addolorata lungo le strade del paese alla ricerca del figlio Gesù morto.
È una manifestazione in costume che consiste in due regate con dieci barche a remi abbinate ai rispettivi rioni della città. Il trofeo viene assegnato solo dopo le due gare che si disputano l'8 maggio e la terza domenica di luglio.
Nel giorno del Corpus Domini, l'arcivescovo della diocesi, a cavallo di un bianco destriero, portando con sé il tabernacolo, percorre, procedendo dalla Cattedrale, le strade della città mentre la folla lancia fiori. Al passaggio dalla zona del porto tutte le navi all'attracco suonano le sirene di bordo e l'arcivescovo sosta di fronte al Monumento al Marinaio d'Italia per la benedizione delle acque e, poi, in Piazza della Vittoria per la benedizione della città. La cerimonia rievoca la tradizione secondo cui san Luigi IX, re di Francia, sconfitto e fatto prigioniero dal Saladino in Egitto, a Damietta, avrebbe concordato il suo rilascio in cambio di un riscatto per il quale avrebbe lasciato in pegno il Santissimo Sacramento e, giunto a Brindisi, ottenne la somma necessaria da Federico II. Tornato in Egitto per saldare il suo debito, San Luigi non solo si vide restituire il pane eucaristico ma il Saladino rinunciò anche al riscatto come premio della sua fede e lealtà. Il sovrano sulla via del ritorno dalla Terra Santa fu sorpreso da una tempesta e approdò presso la spiaggia della Torre Cavallo nelle vicinanze del porto di Brindisi. Preoccupato di mettere in salvo il Santissimo Sacramento, fece chiamare l'arcivescovo di Brindisi Pietro III che arrivò in sella a un cavallo bianco, scortato dalle confraternite e dai fedeli.
È un evento barocco che ha il suo fulcro nelle due sontuose processioni con le statue dei santi patroni; i sacri cortei sono scanditi dalle batterie pirotecniche, incendiate nei rioni cittadini: le contrade, addobbate coi loro colori identificativi, si contendono il palio per la migliore batteria. Durante l'accensione dei fuochi, inoltre, si scatena la corsa dei fujenti, giovani che corrono a breve distanza dalle esplosioni.
Torneo dei Rioni di Oria (seconda settimana di agosto)
È una manifestazione in costumi medievali ispirata a Federico II di Svevia (1225): al corteo storico del sabato, la domenica si svolge il torneo tra gli atleti rappresentanti i quattro rioni della città, al rione vincitore viene assegnato un palio.
È un antico rito dei festeggiamenti per il patrono Sant'Oronzo. La Cavalcata di sant'Oronzo è una sfilata di cavalli e cavalieri, bardati con gualdrappe e divise rosse ricche di ricami e lustrini. Di particolare interesse è anche lo svolgimento di due fiere in contemporanea, nei tre giorni di festa.
Si festeggia il martirio del Santo, attraverso una sontuosa processione serale. Questa parte dalla chiesa del Santo costruita sulla grotta dove la leggenda narra che il santo abbia celebrato messa. Il Santo è issato su un Carro Trionfale alto 14,80 metri, in legno di rovere, finemente decorato da abili ebanisti Locali. La processione si snoda prima attraverso il lungo viale cimiteriale scortato dai cipressi secolari che esaltano le luci fioche del carro, poi prosegue verso il paese fino all'arrivo in via XX settembre dove le 6 mule che lo trainano e i trainieri, danno dimostrazione della loro bravura eseguendo tra due ali di folla una curva a sinistra di 115 gradi. A quel punto il carro attraversa la via centrale del paese, seguito dalla folla che in piazza Silvio Orlandi lo accerchia e accoglie con un lungo applauso e sulle note del Mosè in Egitto suonato dalla banda cittadina collocata sul carro stesso che inscena una vera e propria gara all'ultima nota con una banda forestiera. Nel frattempo ha inizio lo spettacolo pirotecnico, e dietro il carro il lancio di fiori, palloncini, e nastrini, con la gente che cerca di catturare i palloncini.
Si festeggia il ritrovamento dell'icona di Santa Maria del Pozzo, il 30 agosto 1705, dopo un'apparizione miracolosa al sacerdote capursese don Domenico Tanzella. I festeggiamenti includono la processione diurna dei grandi ceri, di circa 8 ore, e quella del grande Carro Trionfale, trainato a braccia dai pellegrini provenienti dalla città di Bisceglie.
È una suggestiva intorciata, in devozione ai due santi martiri, che percorre le strade e gran parte del centro storico della città. Ha origine nel XIII secolo quando i resti delle braccia dei Santi Cosma e Damiano giunsero a Bitonto. Nella festa si tiene anche una fiera molto frequentata.
È un antico rito religioso che consiste in uno sbandieramento effettuato con riproduzione di antichi vessilli di devozione mariana. Il rito è preceduto da una lunga processione per le vie del paese con corteo di confraternite e sbandieratori.
È la rievocazione storica della vittoria ottenuta sui Turchi il 2 giugno 1678. In questo giorno, infatti, dopo anni o secoli di scorrerie turche subite, i Fasanesi sconfissero definitivamente i Turchi in una battaglia campale sotto le mura della Città. A ricordo di quella vittoria, viene organizzato un Corteo Storico, per ricordare il trionfo dei Fasanesi, con sbandieratori, trombe, tamburi, vestiti d'epoca e la rappresentazione della lotta cittadina.
Istituito nel 1983 per rievocare la cacciata dei saraceni e l'avvento dei d'Angiò, si snoda per le vie della città, partendo dalla Fortezza svevo-angioina. Fino a pochi anni fa, si svolgeva nel pomeriggio del 14 agosto, trovando il suo culmine in Piazza Duomo, dove aveva luogo la suggestiva consegna delle chiavi della città da parte del re Carlo II d'Angiò all'icona trecentesca di Santa Maria Patrona di Lucera; seguiva poi il Torneo delle Chiavi o Palio della città, presso l'Anfiteatro Romano. Ad oggi, con gran rammarico, rimane solo il corteo storico, anticipato di qualche giorno, perdendo così la sua importanza e il suo tradizionale valore simbolico.
È la rappresentazione della vita, morte e resurrezione di Gesù Cristo. Le due manifestazioni vantano tantissimi attori in abiti curati nei minimi particolari che sono impegnati nelle rappresentazioni che assumono connotati alquanto suggestivi e mistici con una partecipazione molto numerosa del pubblico che per l'occasione giunge a Lizzano e Ginosa da ogni parte della Puglia e non solo. Le due manifestazioni aderiscono all'associazione nazionale "Euroassione per l'Italia" e a quella internazionale di "Europassion".
La prima è la processione di una statua lignea della Madonna della Fontana, in origine S. Maria dell'Arco, posta a guardia di un'antica fontana monumentale del paese ad opera dei Benedettini del Monasterium Terrae Maioris, e ogni anno viene festeggiata con fiere e fuochi d'artificio. Il secondo è una rievocazione storica di Federico II, morto a Fiorentino nel 1250 e della venuta dei profughi a Torremaggiore di questa città medievale, gradualmente abbandonata dopo il 1255 ad causa delle aspre lotta tra il Papato e la Casa di Svevia. Ogni anno, in concomitanza con il Corteo storico, si svolge il palio tra le contrade e il caratteristico "incendio del castello".
Tradizionale palio equestre che si tiene l'ultimo giorno del carnevale locale. I cavalieri, rappresentanti dei rioni, con abilità si contendono il Palio ed il premio rappresentato simbolicamente da un tacchino (in dialetto locale Viccio). Il palio vede i contendenti, dotati di una corta lancia, devono forare una vescica riempita di acqua, posta ad alcuni metri di altezza nel corso principale del paese. La gara mostra abili cavalieri che si esibiscono con abilità equestre, cavalcando al galoppo in piedi.
che si tiene nella città garganica il 31 agosto di ogni anno, raccogliendo fino a 30.000 fedeli, il che la rende la processione più lunga (in termini di partecipanti) in Europa.
È considerato uno dei più importanti e antichi carnevali d'Italia. La maschera caratteristica della manifestazione è chiamata Farinella e deve il suo nome all'omonima pietanza putignanese. Il carnevale di Putignano è uno dei più lunghi per durata, avendo inizio il 26 dicembre con la cerimonia delle "propaggini", competizione in versi dialettali di satira e di costume locali. Dal 2006, ne viene disputata anche un'edizione estiva.
Il Carnevale di Manfredonia, tra i maggiori carnevali italiani, nasce nel 1954 ed è riconosciuto dalla Regione Puglia come "manifestazione di interesse regionale".[101] Le iniziative si protraggono per almeno due settimane e culminano nella sfilata dei gruppi e dei carri allegorici la domenica di Carnevale. La maschera tipica è "Ze Pèppe". Piatti tipici carnevaleschi sono la "farrata", (rustico), e gli "scagliozzi" (polenta fritta). È associato alla Federazione europea delle città del carnevale. Per due volte è stato inserito tra le manifestazioni abbinate alla Lotteria Nazionale.[101]
È considerato uno dei più importanti e festosi della Puglia. Questo perché, a differenza degli altri carnevali, la maggior parte del corso mascherato non è transennato, e cittadini e forestieri partecipano direttamente all'animazione e al divertimento, stimolati dalle coreografie e dalle scenografie dei carri e dei gruppi allegorici che sfilano lungo il corso principale del paese.
Inizia il 17 gennaio con la festa di Sant'Antonio Abate (te lu focu = del fuoco); viene accolto con la tradizionale Focareddha, cioè un grande falò costruito con gli alberi di Natale. L'ultima domenica di carnevale e il martedì grasso si svolge la sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati lungo Corso Roma. La maschera tradizionale di Gallipoli è lu Titoru, cioè Teodoro. Tradizione vuole che Teodoro fosse un giovane gallipolino, che tornato dal militare chiese alla madre un piatto di polpette, il suo piatto preferito. La madre accontentò il figlio, ma questi, nella foga di mangiarle, si strangolò con una di esse. Nel gruppo mascherato è rappresentato il giovane morto, la madre e un gruppo di comari che piangono (le "chiangimorti"), che sono sempre dei ragazzi vestiti da donna. La madre di "Titoru", è la "Caremma", figura caratterizzante della Quaresima. Nel 2010 il Carnevale di Gallipoli è stato abbinato alla Lotteria Italia.
Il festival si svolge a Ceglie Messapica ha cadenza annuale e prende atto durante i mesi estivi con varie manifestazioni anche durante l'inverno. Il Festival nasce nel 2005 con due scopi principali: il primo, quello di recuperare le tradizioni e i giochi di strada che i bambini svolgevano anticamente per intrattenersi; il secondo scopo è indirizzato alla promozione di un gioco consapevole e divertente oppenendosi alle pratiche del gioco-scommesse ed in particolare come sensibilizzazione verso il problema della Ludopatia. Durante l'anno, l'organo organizzatore chiamato Casarmonica viene invitato in varie località pugliesi per riproporre alcuni giochi che vengono svolti nell'edizione estiva. Ogni anno il festival accoglie moltissimi cittadini cegliesi e dei comuni limitrofi, la festa è un tripudio di musiche, colori, balli e giochi tradizionali. La prima manifestazione si ha nel periodo di Carnevale quando si svolge la "scascia-Pignata", ossia il gioco della Pentolaccia che ha una tradizione molto antica, prima compresa nei cortei carnevaleschi.
Ha origini antiche e solide l'arte della cartapesta in Casamassima, il "paese azzurro".
La Pentolaccia era un'antica usanza che si festeggiava ogni prima domenica di Quaresima nelle famiglie locali, con la classica rottura della 'pégnate', un utensile di cucina, dalla quale fuoriuscivano dolcetti e regali. Da qui l'idea di portare l'usanza locale in piazza con una grande sfilata di carri allegorici, gruppi mascherati, spettacoli e la rottura dell'intramontabile Pentolaccia al calar del sole.
Si festeggia ogni primo weekend di Quaresima, dal 2015 rientra nella rete dei Carnevali Storici del MiBAC, tra i primi e più importanti carnevali pugliesi. La maschera tipica è il Calascione.
è il festival internazionale del cinema e della cultura cinematografica di Bari. Nato nel 2009, è oggi promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e patrocinato dal Presidente della Repubblica Italiana. Ha ospitato un buon numero di anteprime nazionali, premiato parecchi artisti italiani ed è solitamente accompagnato da iniziative culturali parallele per tutta la settimana dedicata all'evento. La direzione artistica è affidata a Felice Laudadio; il presidente della manifestazione è invece il registaEttore Scola.
È un susseguirsi di proiezioni nell'arco di una settimana, fino ad arrivare alla serata di consegna dell'Ulivo d'oro ad attori e registi internazionali del grande schermo.
È un festival lirico, nato nel 1975, che propone titoli inediti e programmi di raro ascolto. Il programma prevede, nell'arco di tre settimane, opere riscoperte e rivelate, capolavori dimenticati del ricco patrimonio operistico italiano ed europeo, interpretazioni musicali celebri, affermazioni di giovani cantanti ed esibizioni di importanti interpreti.
È minifestival canoro a cui partecipano concorrenti di età compresa tra i sei e i tredici anni, che conobbe la sua prima edizione nel 1974 e in quegli anni ci furono altre due edizioni, nel 1975 e nel 1977. Dopo una sosta durata quindici anni, fu ripreso nel 1993 e da allora non ha conosciuto altre interruzioni. Nato senza pretese, con lo scopo di promuovere, attraverso il canto e la musica, l'uva prodotta nella frazione bitontina e di contribuire allo sviluppo turistico della zona, oggi è diventato un concorso per bambini di interesse nazionale.
È un festival di musica popolare salentina, dove la pizzica tradizionale e quella rivisitata incontrano le musiche tradizionali nazionali e internazionali. Consiste in un tour per i paesi della Grecìa Salentina e per altri comuni del Salento, che si conclude con il concertone finale a Melpignano che dura fino alle prime luci del mattino.
Il De Finibus Vocis è un concorso canoro nazionale annuale promosso dalla diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca che si prefigge di dare spazio ai giovani talenti che vogliono entrare nel mondo dello spettacolo.
È un festival cinematografico del cinema indipendente, organizzato dall'associazione CineSalento. Si articola nelle tre sezioni: "Lungometraggi world cinema", "Documentari", "Cortometraggi".
È un festival cinematografico dedicato ai cortometraggi, organizzato dall'associazione ViagrA'. La sua prima edizione risale al 2006. Nell'edizione 2010 (nel Castello Federiciano di Gravina) si articola nelle sezioni: "Potere", "Cortolibero, "Documentari", "Videoclip", "Fuoriconcorso" e "Omaggio alla Spagna".
È un festival internazionale che presenta un'anteprima a luglio ed è interamente dedicato al teatro. Per più di una settimana, nella dimora federiciana di Castel del Monte e in vari monumenti e piazze del centro storico di Andria, si svolgono spettacoli di ogni tipo e in contemporanea tra loro.
È un festival letterario in cui si siedono intorno a un tavolo, nel castello svevo della città, persone di diverso orientamento e di diversa provenienza. Esse si confrontano intorno al libro, riguardo alla società che esso rappresenta in ogni sua problematica, per riflettere proprio sul rapporto tra cultura e società.
È un festival letterario: la rassegna nazionale degli autori e degli editori presenta una nutrita esposizione della grande e media editoria italiana e si propone come occasione per riflettere sulle sfide dei nostri tempi, utilizzando le formule consuete dell'incontro con l'autore, il cinema e il teatro, nonché tavole rotonde, mostre, laboratori e concorsi. Rilevante è il coinvolgimento del pubblico e in particolare delle scuole.
È un riconoscimento d'eccellenza a personaggi dello spettacolo, della cultura, dell'arte, della scienza e dello sport che si sono particolarmente distinti rendendo grande il nome dell'Italia nel mondo.
È un riconoscimento alla carriera dei protagonisti del cinema internazionale intitolato al celebre divo del cinema muto, nato a Castellaneta. La cerimonia di consegna del premio, istituito nel 1972, dal 2004 si svolge a Lecce come tra 1972 e 1980 (nel 1977 si è svolto a Bari).
È un riconoscimento pubblico a coloro che si distinguono nel campo dell'archeologia. Le sezioni del Premio sono:Giovani laureati in Archeologia in Italia e all'estero; Premio alla carriera; Innovazione e Tecnologia; Restauro Archeologico; Investimenti in Ricerca e Missione all'estero.
È per importanza la seconda fiera d'Italia (dopo quella di Milano) e una delle principali fiere di tutto il bacino del Mediterraneo, nata nel 1929 per iniziativa del comune, dell'amministrazione provinciale e della camera di commercio. Riprende la tradizione delle antiche "Fiere Nicolaiane" tenute dal 1100 al 1850 accanto alla basilica di San Nicola. La fiera campionaria, la più grande d'Europa, con oltre settecentomila visitatori e più di duemila espositori, si tiene a settembre di ogni anno in un'apposita area di circa 300 000 metri quadrati, è volta a favorire gli scambi tra Oriente e Occidente, di cui Bari costituisce, per tradizione millenaria, il più favorevole punto d'incontro. Durante l'anno si tengono tantissime fiere specializzate nei settori del turismo, dell'agricoltura, dell'alimentazione, dell'edilizia, della moda e di tanti comparti merceologici minori.
È per importanza la seconda fiera della Puglia: si tiene in aprile, ma il recinto fieristico ospita durante l'anno anche altre fiere, come la Campionaria in ottobre e altre manifestazioni specializzate (vini, carni, ecc.).
SNIM Salone Nautico di Puglia a Brindisi: in pochi anni questo evento fieristico è divenuto un punto di riferimento nel Mediterraneo Orientale occupandosi non solo d nautica da diporto e di turismo nautico ma anche di promozione del territorio e di turismo sostenibile. Si tiene in primavera in genere tra aprile e maggio.
Si tiene dal 1438[102]. Celebra il ritrovamento delle ossa di San Riccardo da parte di Francesco II Del Balzo, Duca di Andria. Il Duca istituì la fiera dal 23 al 30 aprile di ogni anno[102].
È il terzo polo fieristico regionale e tratta principalmente i temi dell'agricoltura, dell'artigianato, dell'industria e del commercio. Fu riorganizzata nel 1930 su iniziativa del Podestà Pompeo Pisciotta.
È una fiera tradizionale di importanza storica. Risale infatti all'XI secolo e fu molto rinomata, tanto da essere citata da Giovanni Boccaccio nel suo Decameron. Dopo un lungo periodo di crisi, sta tornando a fiorire. Nata come fiera del bestiame, tratta oggi tutti i tipi di prodotti.
Presso il santuario di San Cosimo alla Macchia. È una fiera campionaria che tratta i temi della produzione alimentare, dell'agricoltura e altri servizi.
È un percorso enogastronomico per le strade, le piazze, le corti e i giardini della città. La fiera gode anche della collaborazione di Slow Food, che porta al Mercatino I Presidii del Gusto di Puglia.
È un'importante fiera riguardante l'artigianato, l'agricoltura, l'enogastronomia e le tradizioni. Si svolge fin dalla metà del settecento nelle vie del paese il 17 e 18 maggio.
Presso l'area mercatale del popoloso centro tarantino. È una fiera che tratta molti temi tra cui agricoltura, artigianato, commercio e molti altri servizi.
Fiera dei Santi Medici a Bitonto (ottobre)
Di dimensioni notevoli, la fiera che si svolge nella terza domenica di ottobre in occasione della festa esterna dedicata ai Santi Medici Cosma e Damiano, protraendosi anche durante il lunedì e la domenica successivi, occupa tutte le strade nei pressi della Basilica dedicata ai Santi, fulcro dello svolgimento della tradizionale festa.
Nonostante l'ingente fenomeno di dispersione e distruzione del patrimonio archeologico che colpisce soprattutto il Salento,[105] in Puglia insistono numerosi siti archeologici anche di grandi dimensioni, talvolta di rilevanza internazionale come la cava dei dinosauri di Altamura, scoperta nel 1999 e contenente circa 30 000 orme di dinosauri[106] risalenti a 70-80 milioni di anni fa;[107] sempre ad Altamura, è stato scoperto l'unico scheletro di Homo arcaicus in Italia (denominato l'Uomo di Altamura). Altri siti archeologici sparsi in tutto il territorio regionale dimostrano la presenza umana dall'età della pietra in poi: tra i più grandi vi sono le antiche città di Canusium, Manduria, Egnatia, Canne e Siponto, mentre molto diffuse sono necropoli, dolmen, menhir,[108] resti di vie consolari (la Via Appia e la Via Traiana) e di altri piccoli insediamenti.
Il romanico pugliese, che raggiunse il suo massimo splendore tra l'XI e la prima metà del XIII secolo,[109] fu l'antecedente più immediato dell'arte che si sviluppò alla corte di Federico II nel XIII secolo e che, tramite il movimento di artisti come Nicola Pisanode Apulia, portò al rinnovamento artistico innestato in Toscana e da qui in tutta Italia. Nelle architetture religiose, le chiese pugliesi recepirono caratteri lombardi, pisani, borgognoni, orientali e autoctoni, rielaborandoli secondo uno schema peculiare. Tra i primi e più rappresentativi edifici romanici è la basilica di San Nicola a Bari, iniziata nel 1087 e terminata verso la fine del XII secolo.[110] Altri esempi caratteristici di romanico pugliese sono le cattedrali di Trani, Troia, Ruvo di Puglia, Altamura, Bitonto e la Basilica di Siponto a Manfredonia. Di notevole importanza storica, la chiesa madre di Santa Maria la Porta di Palo del Colle, edificata nel sec. XII e rimaneggiata secondo i canoni rinascimentali nel 1500. Imponente il campanile trecentesco con i suoi 50 metri di altezza, dalla cui sommita', si scorge una magnifica vista dell'altopiano delle murge e del mare adriatico.
Dalla fine del XVI secolo in clima di Controriforma, fino alla prima metà del Settecento, si diffonde il Barocco leccese, declinazione del barocco. Questa corrente artistica si diffuse in tutta la provincia salentina favorita oltre che dal contesto storico, anche dalla qualità della pietra locale impiegata; la pietra leccese, un calcare tenero e compatto dai toni caldi e dorati adatto alla lavorazione con lo scalpellino.[111] Il barocco leccese è riconoscibile per le sue sgargianti decorazioni che caratterizzano i rivestimenti degli edifici. In un primo momento, tale stile interessò solo gli edifici sacri e nobili (esempi sono la Basilica di Santa Croce, il Palazzo dei Celestini e la Basilica pontificia concattedrale di Gallipoli), ma successivamente le esuberanze barocche, i motivi floreali, le figure, gli animali mitologici, i fregi e gli stemmi trionfarono anche nell'architettura privata. L'architettura barocca è rigogliosa a Lecce e in tutti i comuni della provincia e in particolare nella Grecìa Salentina e nei grossi centri del Salento quali Gallipoli, Maglie, Nardò, Galatina e Martina Franca.
Assai diversa dal barocco leccese e maggiormente legata alla cultura del Settecento, tanto da sfociare nel rococò, è l'architettura tardobarocca della Capitanata che, pur mostrando forme precipue, risente fortemente degli influssi napoletani, particolarmente negli edifici sacri di San Severo, Foggia e Lucera. A San Severo, peraltro, il linguaggio partenopeo si fonde con quello lombardo (importato dall'architetto intelvese Ambrosio Piazza), dando vita a esiti di una vaporosa e festosa leggerezza di linee e di ornati, evidentissima in particolar modo nella prestigiosa fabbrica benedettina di San Lorenzo, che conserva, per di più, le ultime opere marmoree di Giuseppe Sanmartino.
Anche la Puglia ha subito il processo dell'incastellamento, soprattutto durante il regno di Federico II di Svevia, che aveva creato una vera e propria rete castellare.[113]
Vi sono numerosi tipi di architetture militari come torri costiere antisaracene, bunker costieri risalenti alla seconda guerra mondiale, impianti castellari e città fortificate (come Acaya). Tra le varie fortificazioni spicca per peculiarità Castel del Monte, patrimonio dell'UNESCO dal 1996.
Edificato nel XIII secolo su volere dell'imperatore Federico II, si caratterizza per l'inconsueta pianta ottagonale; più che una vera e propria fortezza, si ipotizza che questo maniero, ricco di simbologia, fosse in realtà una riserva di caccia dell'imperatore, un osservatorio astronomico oppure semplicemente, a causa del suo simbolismo, un tempio dell'arte.[114] Nel resto della regione vi sono altre grandi strutture militari, costruite o ampliate perlopiù durante il regno di Federico II, come la Fortezza Svevo-Angioina di Lucera, il Castello Svevo di Bari, Trani, Barletta, Taranto, Oria, Brindisi, Lecce, Otranto, Ceglie Messapica, Copertino, il Castello di Gallipoli oltre a quello di Manfredonia.
Architetture civili
Lo stesso argomento in dettaglio: Trullo e Pajara.
Architetture civili simbolo della Puglia sono i trulli, (truddrhj) costruzioniconiche in pietra "a secco" con il tetto ricoperto di "chiancarelle" (lastre di pietra calcarea) dichiarati patrimonio dell'UNESCO nel 1996 per la loro primitiva tecnica costruttiva rimasta intatta e perfettamente funzionale.[115] La cupola conica, in particolare, è formata disponendo le pietre in cerchi concentrici che, andando in alto, decrescono, ed è chiusa da un monolite di forma circolare decorato da un pinnacolo. La zona di maggior concentrazione dei trulli è la Valle d'Itria, precisamente nei territori di Alberobello,[116]Ceglie Messapica, Cisternino, Locorotondo e Martina Franca.[117] Documenti storici attestano l'esistenza dei trulli come unico tipo di unità abitativa della zona fin dal XVI secolo.[116] Nel resto della regione (ed in particolare nel Salento) vi sono altre costruzioni in pietra "a secco", definite pajare che, a differenza dei trulli di Alberobello, hanno una forma a tronco di cono, non hanno finestre e sono interamente perimetrate e coperte da pietre senza l'uso di malta; probabilmente questo tipo di edifici risalgono all'Età del Bronzo.[118]. Di particolare interesse è il borgo di Casamassima che, a differenza degli altri borghi pugliesi di colorazione bianca, è definito il "paese azzurro". Infatti case, chiese, monumenti ed edifici storici sono ricoperti di calce azzurra.
La Puglia è una regione molto attiva dal punto di vista sportivo. Alla numerosa e capillare presenza di impianti sportivi sul suo territorio, si accompagna anche la rilevanza a livello nazionale e internazionale delle sue società sportive.
Manifestazioni sportive
Rally del Salento sulle strade della provincia di Lecce (giugno): è una competizione automobilistica valevole per il Campionato Italiano Rally, per il Trofeo d´Italia Rally GT e per la Coppa Europa Rally.
Coppa Messapica (agosto - settembre): è una competizione ciclistica di rilevanza nazionale riservata oggi alle categorie Elite e Under 23. Dal 1952 si disputa a Ceglie Messapica e dintorni in un circuito urbano ed extra urbano, noto nell'ambiente del ciclismo come circuito dei "Trulli, delle Grotte e della Gastronomia". Nel 1982 la competizione valse come prova unica del campionato italiano femminile di ciclismo su strada. Nel 2017 è valsa come prova unica dei campionati italiani maschili Elite e Under 23.
Rievocazione storica della Milano-Taranto a Taranto (luglio): è la rievocazione della celebre corsa motociclistica che si disputò dal 1937 al 1940 e dal 1950 al 1956, anno quest'ultimo in cui una legge dello Stato abolì le gare agonistiche su strada. Sul lungomare della città ionica è posto il simbolico traguardo per i partecipanti.
Coppa Fasano-Selva (agosto): è una gara di cronoscalata automobilistica su un percorso di circa 5,6 km. Si svolge dal 1946 nel territorio del comune di Fasano (BR) lungo i tornanti della strada statale 172. All'edizione del 2012 conta 55 edizioni.
Annotazioni
^Durante il Regno d'Italia era molto utilizzata, alternativamente alla forma singolare, la denominazione plurale Puglie (nel 1863, ad esempio, venne aggiunta al nome ufficiale dell'attuale capoluogo amministrativo, che si chiamò Bari delle Puglie fino al 1931; sempre nel 1863, al contrario, si adottò la forma singolare per la denominazione ufficiale del comune di Canosa, tuttora in vigore: Canosa di Puglia). Nel 1948, nella Costituzione italiana venne scelta la forma singolare Puglia per il nome della costituenda Regione amministrativa: da allora, la variante Puglie ha perso gran parte della sua diffusione, sopravvivendo comunque in ambiti che esulano dall'accezione politica: nel coronimo Tavoliere delle Puglie, nell'odonimo strada statale 90 delle Puglie e, genericamente, nell'uso locale (ad esempio, è stata adottata nel 2022 per la denominazione ufficiale di un evento sportivo nel capoluogo di regione: il torneo di tennis femminile Open delle Puglie); se ne riscontra inoltre la presenza saltuaria in alcune norme tuttora in vigore.
^Tutela e valorizzazione delle lame (PDF), su ba2015.org. URL consultato il 26 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2012).
^Geologia della Puglia, su itineraweb.com. URL consultato il 14-06-2008 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2010).
^Notizie on-line, su notizie-online.it. URL consultato il 26 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2008).
^ (PDF) Punta delle pietre Nere (PDF), su apat.gov.it. URL consultato il 13 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2006).
^ G. de Lorenzo, "Studi di geologia nell'Appennino meridionale, Atti d. R. Accad. d. Sci, Fis. e Mat., 1896, Napoli ser. 2, vol. viii. no. 7.
^Geologia della Puglia, su itineraweb.com. URL consultato il 13-04-2008 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2010).
^ (PDF) Vegetazione e clima della Puglia (PDF), su ressources.ciheam.org. URL consultato il 26 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2012).
^Conectitur secunda regio amplexa Hirpinos, Calabriam, Apuliam, Sallentinos ... Graeci Messapiam a duce appellavere et ante Peucetiam a Peucetio Oenotri fratre in Sallentino agro. (Plinio il Vecchio, Naturalis historia, Libro III, edizione a cura di H. Zehnacker, Parigi, 1998)
Traduzione: Confina con questi luoghi la Lucania la seconda regione, che comprende gli Irpini, la Calabria, la Puglia e i Salentini ... I Greci chiamarono la Calabria Messapia dal nome del loro comandante, e prima ancora Peucezia, da Peucezio, fratello di Enotro, che risiedeva nel territorio del Salento. Traduzione di G. Ranucci in G.B. Conte (a cura di), Gaio Plinio Secondo. Storia Naturale I. Cosmologia e geografia. Libri 1-6, Torino 1982
«Carnevale di Manfredonia è tra i maggiori carnevali italiani, nasce nel 1954 ed è riconosciuto dalla Regione Puglia come manifestazione di interesse regionale. È associato alla Federazione europea delle città del carnevale. Per due volte è stato inserito tra le manifestazioni abbinate alla Lotteria Nazionale.»
In grassetto sono indicate le città metropolitane. In luogo delle province, in Sicilia vi sono i liberi consorzi comunali; in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione, in Friuli-Venezia Giulia le province sono state abolite come enti amministrativi e rimangono esclusivamente come unità territoriali sovracomunali non amministrative; mentre in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomi sui generis.