SubsidenzaLa subsidenza o subsistenza è un lento e progressivo sprofondamento del fondo di un bacino marino o di un'area continentale. Il fenomeno è evidente nelle aree di geosinclinale dove l'attiva sedimentazione produce imponenti serie detritiche, con spessori che possono essere di migliaia di metri; ciò è spiegabile solo ammettendo un lento abbassamento del bacino simultaneamente alla deposizione e all'accumulo dei sedimenti. DescrizioneLa subsidenza rappresenta il progressivo abbassamento del piano campagna dovuto alla compattazione dei materiali. Può essere di due tipi:
Legate alla subsidenza sono anche le barriere coralline la cui formazione è dovuta a organismi costruttori di basse profondità (da 0 a poche decine di metri); a mano a mano che le barriere sprofondano, i coralli costruiscono nuovo materiale per la necessità di rimanere all'interno della zona fotica, vivendo in simbiosi con microalghe. Si possono avere fenomeni di subsidenza anche in aree epicontinentali e in zone deltizie e lagunari. CausePer spiegare la subsidenza sono state avanzate diverse ipotesi:
Le prime due ipotesi sono le più accreditate e potrebbero entrambe spiegare le diverse forme di subsidenza osservabili nel nostro pianeta. Fattori antropiciL'abbassamento del suolo può essere dovuto anche all'attività antropica che può influenzare in modo considerevole il fenomeno o addirittura determinarne l'innesco. La subsidenza indotta dall'uomo si manifesta in genere in tempi relativamente brevi (anche poche decine di anni), con effetti che possono compromettere fortemente opere e attività umane. Le cause più diffuse sono essenzialmente lo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere, l'estrazione di idrocarburi, le bonifiche idrogeologiche. Il grado di antropizzazione di un'area, già di per sé predisposta geologicamente alla subsidenza, può quindi sia influenzare tale fenomeno, sia esserne condizionato. Tecniche di misurazione del fenomenoPer contrastare gli effetti della subsidenza, è innanzitutto opportuno misurarla con precisione, cercando di dividerne le diverse componenti (naturale, tettonica, da compattazione superficiale, antropica, ecc.). Tale monitoraggio viene effettuato a oggi attraverso l'utilizzo comparato e complementare (in quanto nessuna delle metodologie è di per sé esaustiva del fenomeno che intende caratterizzare) di sofisticate metodologie di misurazione, qui di seguito elencate:
Per capire la percentuale di subsidenza dovuta ad azione antropica in una certa area si sottrae alla subsidenza totale misurata la subsidenza naturale (da bibliografia e dati storici pre-azione dell'uomo sul territorio) e quella dovuta alla compattazione superficiale dei sedimenti. Fenomeni notevoli di subsidenza in ItaliaIn Italia vi sono diverse aree interessate dalla subsidenza, come la Pianura Padano-veneta (inclusi i margini meridionali dei laghi alpini) o molte piane costiere (ad esempio la Pianura Pontina). Negli ultimi tempi anche la valle dell'Aniene, in provincia di Roma, è gravemente interessata da fenomeni simili. Ben noti e oggetto di particolare attenzione per la loro rilevanza economica e artistica sono i casi di Venezia (e della Laguna veneta e della gronda lagunare) e di Ravenna. Qui hanno interagito negativamente processi naturali e attività antropiche. Pur essendo attualmente sotto stretto controllo, difficilmente si potrà completamente arrestare il fenomeno, essendo connesso a processi diagenetici, tettonici e di riequilibrio isostatico. Subsidenza nel Delta del PoUna relazione del Consorzio di Bonifica Delta Po Adige fornisce alcuni dati per comprendere la portata dell'intervento dell'uomo su un territorio che per la sua natura alluvionale è soggetto a fenomeni di subsidenza naturali[1]. Dagli anni '30 e soprattutto negli anni '40 e '50, fino alla sospensione decisa dal governo nel 1961, furono estratti nel territorio del Delta del Po miliardi di metri cubi di metano e gas naturali. L'estrazione avveniva da centinaia di pozzi (una trentina nel Delta) che non raggiungevano i 1 000 metri di profondità. Tramite gasdotti il gas veniva inviato dalle "croci di produzione" alle centrali di compressione, mentre l'acqua salata prodotta (1 m³ di acqua per ogni metro cubo di gas estratto) veniva scaricata nei fossi e negli scoli. Dal 1954 al 1958 furono estratti 230 milioni di metri cubi di gas per anno; nel 1959 si salì a 300 milioni. Dal 1951 al 1960 furono misurati abbassamenti medi del suolo di un metro con punte di due metri; nonostante la sospensione delle estrazioni del 1961 il territorio continuò a calare nei 15 anni successivi; dall'inizio degli anni '50 a metà degli anni '70 il territorio si è abbassato mediamente di oltre 2 metri sino a punte di 3,5 metri. Rilievi recenti dell'Istituto di Topografia della facoltà di Ingegneria dell'Università di Padova hanno stabilito che i territori deltizi dell'Isola di Ariano e dell'Isola della Donzella si sono ulteriormente abbassati di 0,5 metri che vanno ad aggiungersi dai 2 ai 3 metri sotto il livello del mare del territorio. EffettiLe conseguenze della subsidenza sono:
Il Delta e gli altri territori del comprensorio del Consorzio di Bonifica Delta Po Adige (comuni del Delta più Rosolina e una piccolissima parte di Chioggia) vengono mantenuti asciutti da 38 idrovore e 117 pompe, con una capacità di sollevamento di 200 000 litri al secondo, con una spesa di 1,6 milioni di euro per anno di sola energia elettrica, per un'altezza media di sollevamento acque maggiore di 4 metri[2]. Note
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