La viticoltura dell'isola d'Elba risale al periodo etrusco, con una forte influenza greca evidente nel sistema di allevamento ad alberello. I Romani la definirono «isola feconda di vino».
Le influenze politiche ed economiche esercitate sull'isola (soprattutto in epoca rinascimentale arricchirono l'Elba di numerosi vitigni: Trebbiano, Sangiovese e Aleatico dalla Toscana,
Ansonica e Moscato dalla Sicilia, Vermentino da Corsica e Liguria
La viticoltura è stata fino alla metà del secolo XX la principale attività economica economica isolana: nel 1870 i vigneti avevano un'estensione di 5000 ettari, il 20% dell'intera superficie.[2] Ancora nel XXI secolo la filiera produttiva vitivinicoltura consiste in aziende medio-piccole.
Tecniche di produzione
La morfologia del territorio è prevalentemente collinare, con un rilievo montuoso nella parte occidentale; la fascia altimetrica di coltivazione della vite si estende dal livello del mare fino ai 450 metri s.l.m.
Le operazioni di appassimento delle uve, spumantizzazione, vinificazione, conservazione, invecchiamento ed imbottigliamento devono essere effettuate nella zona di produzione, ma sono previste autorizzazioni individuali all'esterno.
Si possono arricchire i vini con mosti concentrati ottenuti da uve dei vigneti iscritti o con mosto concentrato rettificato.
Le uve destinate alla produzione dei vini Bianco, Moscato e Ansonica passiti devono subire cernita accurata e poi fatte appassire per almeno dieci giorni sino a raggiungere un contenuto zuccherino minimo del 30%.
Nella vinificazione delle tipologie Vin santo e Vin santo occhio di pernice si usa il metodo tradizionale che prevede l'ammostamento non prima del 1º novembre e non oltre il 31 marzo, per raggiungere un contenuto zuccherino minimo del 26,5%; la conservazione e l’invecchiamento devono avvenire in botti di capacità fino a 5 hl.; il vino può essere messo in vendita dopo il 1º novembre del terzo anno
Per la menzione "riserva" della tipologia "rosso" l'invecchiamento previsto è di 24 mesi, di cui 12 in botte. Per tutte le tipologie può essere utilizzata la menzione "vigna".
In alternativa all' etichettatura come "Elba" delle tipologia Moscato Passito, Ansonica, Ansonica Passito e Bianco Passito si può utilizzare il postfisso "dell'Elba".
È obbligatorio indicare in etichetta l’annata di produzione delle uve e le bottiglie non possono superare la capacità di tre litri.
Disciplinare
L'Elba DOC è stato istituito con DPR 9 luglio 1967 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 200 del 10 agosto 1967.
Successivamente è stato modificato con
DM 17.10.1994 G.U. 252
DM 15.09.1999 G.U. 224
DM 17.05.2011 G.U. 131
DM 30.11.2011 G.U. 295
La versione in vigore è stata approvata con DM 07.03.2014 Pubblicato sul sito ufficiale del Mipaaf
Tipologie
Rosso
uvaggio
Sangiovese minimo 60%
titolo alcolometrico minimo
11,50% vol.
acidità totale minima
5,00 g/l.
estratto secco minimo
21,00 g/l
resa massima di uva per ettaro
80 q.
resa massima di uva in vino
70 %
Caratteri organolettici
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Rosso riserva
uvaggio
Sangiovese minimo 60%
titolo alcolometrico minimo
12,50% vol.
acidità totale minima
4,5 g/l.
estratto secco minimo
24,00 g/l
resa massima di uva per ettaro
80 q.
resa massima di uva in vino
70 %
Caratteri organolettici
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Rosato
uvaggio
Sangiovese minimo 60%, altri vitigni a bacca rossa massimo 40%, vitigni a bacca bianca massimo 20%.