Nel territorio comunale si eleva il Monte Calamita, ricco di giacimenti minerari; vi è ubicato anche il laghetto di Sassi Neri, di origine mineraria, lungo la costa orientale della penisola bagnata dal canale di Piombino. Il tratto costiero che si affaccia a sud è bagnato invece dal Mar Tirreno.
Il nome del paese è ampiamente attestato durante il Medioevo; una delle prime menzioni è nella forma Capolibero[6] (1260). Successivamente sono documentate le forme Capoliveri in un trattato mercantile genovese[7] e Capolivri[8] (1289 e 1291) ed infine Capolivro[9] (1343).
All'epoca romana risalirebbero, benché in assenza di fonti documentarie, i nomi Caput Liberum, Capitis Ilvae e Caput Liveri.[10] Il significato del toponimo non è certo. Forse il nome sta in rapporto con il dio Liber o Bacco, in allusione alla viticoltura già presente in età romana, oppure più verosimilmente dalla conformazione stessa del settore dell'isola dove sorge Capoliveri («libero» in quanto circondato dal mare).[11]
Storia
«[Nel 1544] per la prima cosa i barbari assaltarono Capo Libero, con tal prestezza che pigliarono quasi tutti i terrazzani, e datisi per tutto a rubare, a uso di cacciatori diedero la caccia agli habitatori, i quali indarno si fuggivano per balze spinose e per boschi.»
«D'argento, al delfino di verde, attorcigliato intorno ad un'ancora di nero, col capo in giù. Ornamenti esteriori da Comune.[14]»
Le origini dello stemma di Capoliveri risalgono al 1906 quando il Comune, nato dall'aggregazione di due frazioni, si rese autonomo dalla comunità di Longone (poi Porto Longone e ora Porto Azzurro) di cui faceva parte dal XVII secolo. Da quella data Capoliveri poté riprendere l'antico emblema di cui la comunità si fregiava prima dell'aggregazione anche se bisognò attendere l'aprile del 1910 per l'atto ufficiale di adozione definitiva dello stemma.
«Drappo di rosso alla bordura di azzurro, con tre api d'oro, al rombo di bianco caricato di un plinto di verde, sul tutto lo stemma comunale nudo di oro.[14]»
La bandiera è stata adottata nel 2014 a seguito di una consultazione popolare.[15] È costituita da un drappo rettangolare con i colori della bandiera nazionale, il verde, il bianco e il rosso su cui campeggiano le tre api, simbolo napoleonico, ricordo di un nobile e glorioso passato. La bordura azzurra è un omaggio all'Unione Europea ma soprattutto richiama il mare che bagna la costa di Capoliveri.[16]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2018 la popolazione di Capoliveri è per circa l'81,41% di cittadinanza italiana. La popolazione straniera residente ammontava a 752 persone, il 18,59% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente[18] erano:
Un edificio di culto demolito nel 1894 era la chiesa di San Mamiliano, di origine romanica, che si trovava presso l'attuale piazza Giacomo Matteotti. Nei pressi, sino alla metà del XX secolo, erano visibili le fondamenta della vasta "Chiesa Nuova", progettata nel 1752 dall'architetto Grazzini e mai portata a compimento.
Pieve di San Michele, del XII secolo, in stile romanico. La leggenda dice che nel 1376 il papa Gregorio XI, di ritorno dalla cattività avignonese, si rifugiò qui dopo una tempesta e disse la messa alla popolazione del paese. Dopo la distruzione da parte delle truppe di Dragut nel XVI secolo, è rimasta solo l'abside.
Borgo medievale fortificato, con piccoli vicoli con archi, sottopassi e scalette che si trovano attorno alla piazza centrale in collina; i rioni, attestati dal XIV secolo, erano Borgo, Castello e Porta a Staldo.[19]
Santuario della Madonna delle Grazie, vicino a Morcone, del XVII secolo. Nel 1792 fu rifugio per dei monaci francesi durante la rivoluzione francese. Al centro dell'altare c'è un quadro, la Madonna del Silenzio di Marcello Venusti, seguace di Michelangelo. Gli affreschi furono eseguiti da Eugenio Allori. Un restauratore tedesco, Gustav Blankenagel da Colonia, intonacò le mura negli anni sessanta del Novecento e rimosse le stuccature barocche dall'altare per ripristinare lo stato primigenio in pietra. Il santuario è circondato da un paesaggio pittoresco di pinete e vigne.
Strada panoramica sopra il golfo della Stella; il percorso va dal centro storico per le frazioni Morcone e Pareti fino alla Cala dell'Innamorata. Questa spiaggia è chiamata così dalla storia tragica di due innamorati, Lorenzo e Maria. Una tradizione dell'anno 1534 dice che gli innamorati trovavano sempre il loro rifugio segreto in questa spiaggia, di nascosto dalla famiglia dell'uomo che voleva impedire questo amore. Quando, il pomeriggio del 14 luglio, Lorenzo fu assalito e ucciso da dei pirati, anche Maria si gettò in mare. Perché gli innamorati si erano fidanzati quel giorno, ancora oggi il 14 luglio è il giorno della festa dell'Innamorata a Capoliveri. La vecchia leggenda fu riscoperta nel Settecento quando Domingo Cardenas, un nobile spagnolo, ebbe una visione di una bella ragazza in questa cala. La festa è celebrata con un corteo e con una grande fiaccolata in mare.
Santuario della Madonna della Neve vicino a Lacona. Fu costruita nel Cinquecento sulle fondamenta di un edificio precedente. Ancora nell'Ottocento ci visse un eremita, Giuseppe Tosi. Abitò in uno spazio strettissimo, però ebbe la sua propria vigna. Nella chiesa è conservata un'immagine della Madonna.
Forte Focardo, una fortezza d'epoca spagnola. Fu edificato nel 1678 da Don Ferdinando Foxardo, governatore di Longone durante il regno di Re Carlo II di Spagna.
Faro di Capo Focardo, torre semaforica ottocentesca edificata dalla Regia Marina per l'illuminazione notturna del corrispondente tratto costiero.