Attentati del Sinai del 2004
Gli attentati del Sinai del 2004 furono 3 attentati dinamitardi contro hotel turistici nella penisola del Sinai, in Egitto, avvenuti il 7 ottobre 2004. Provocarono la morte di 34 persone e il ferimento di 171 persone. Gli attentatiLe esplosioni avvennero la notte del 7 ottobre, contro l'hotel Hilton Taba e gli accampamenti utilizzati dagli israeliani a Ras al-Shitan. Nell'attentato a Taba, un camion entrò nell'atrio del Taba Hilton ed esplose, uccidendo 31 persone e ferendone 159. 10 piani dell'hotel crollarono a seguito dell'esplosione.[1] Circa 50 chilometri a sud, nei campeggi di Ras al-Shitan, vicino a Nuweiba, vennero presi di mira altri 2 siti. Un'auto parcheggiata davanti a un ristorante del resort Moon Island è esplosa, uccidendo 2 israeliani e un beduino. 12 persone rimasero ferite. Un'altra esplosione avvenne pochi istanti dopo, al campo turistico di Baddiyah, ma nessuno rimase ferito, a quanto pare perché l'attentatore fu spaventato da una guardia e non entrò nell'affollato resort.[2] Nel complesso, dei 34 uccisi, 18 erano egiziani, 12 israeliani, due ragazze italiane, Jessica e Sabrina Rinaudo, rispettivamente di 20 e 22 anni, originarie di Dronero, in provincia di Cuneo [3], uno russo e uno israeliano-statunitense. L'investigazioneSecondo il governo egiziano, gli attentatori erano palestinesi che avevano tentato di entrare in Israele per compiervi attentati, ma senza successo. Affermò che la mente, Iyad Saleh, avrebbe reclutato egiziani e beduini per trovare esplosivi da utilizzare negli attentati. A partire dal marzo 2004, gli attentatori avrebbero utilizzato timer per lavatrici, telefoni cellulari e bombole di gas modificate per costruire le bombe. Per completare le bombe usarono TNT e vecchi esplosivi trovati nel Sinai (essendo stato più volte una zona di guerra), acquistati dai beduini.[4] L'Egitto dichiarò che Saleh e uno dei suoi aiutanti, Suleiman Ahmed Saleh Flayfil, erano morti nell'esplosione dell'Hilton, apparentemente perché il timer della bomba sarebbe scaduto troppo velocemente.[5] 3 egiziani, Younes Mohammed Mahmoud, Osama al-Nakhlawi e Mohammed Jaez Sabbah furono condannati a morte nel novembre 2006 per il loro ruolo negli attentati.[6] L'Egitto arrestò fino a 2.400 persone in seguito agli attacchi.[7] Le prime indagini dei governi israeliano ed egiziano si concentrarono su al-Qaeda.[8] Tuttavia, il portavoce presidenziale egiziano Majid `Abd al-Fatah dichiarò in seguito che non vi erano prove che collegassero l'organizzazione agli attentati, affermando invece che si trattava dell'opera di un "lupo solitario" guidato da "ingiustizia, aggressione e disperazione" per il conflitto israelo-palestinese.[9] ConseguenzeIsraele aveva avvertito nel settembre 2004 che dei terroristi stavano pianificando attacchi nel Sinai, ma la maggior parte degli israeliani non ascoltò quegli avvertimenti e si recò in vacanza lì.[10] I militanti colpirono di nuovo al Cairo i turisti nell'aprile 2005, uccidendo tre persone e ferendone diverse. Attentati simili si verificarono nei resort di Sharm el-Sheikh nel luglio 2005 e a Dahab nel 2006.[11] Note
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