L'attacco, senza precedenti nel periodo successivo al 1967, venne inteso come segno di una transizione da attacchi "mordi e fuggi" ad attacchi volti a ottenere vittime di massa mediante l'uso di tattiche militari e un'attenta pianificazione.[4]
L'attacco
L'attacco venne attentamente pianificato in stile militare. I terroristi studiarono il percorso e la tempistica del ritorno dei fedeli alla residenza ebraica nell'ex clinica di Hadassah (Beit Hadassah) il venerdì sera e attaccarono sia dalla strada che dal tetto non appena gli ebrei apparvero nello stretto passaggio.[4] Il terrorista Adnan Jabar si posizionò sul tetto di un edificio di fronte alla clinica medica Hadassah con in mano un kalashnikov con il quale aprì il fuoco non appena vide i pedoni ebrei.[3] Le guardie israeliane dell'ex clinica risposero immediatamente al fuoco.[4] Gli autori ammisero di aver ricevuto istruzioni direttamente da Khalil al-Wazir.[5] Israele inviò una nota di protesta alle Nazioni Unite, sostenendo che "questo incidente criminale illustra ancora una volta il vero carattere dell'OLP e i suoi obiettivi violenti".[6]
Azioni legali
Indagine
Venne scoperto un vasto deposito di esplosivi ed armi, incluse quelle usate nell'attacco.[7]
Arresti
Nel settembre 1980, quattro membri di Al-Fatah furono arrestati e accusati di aver perpetrato l'attacco. Uno dei 4 si era formato in Unione Sovietica, due furono arrestati mentre cercavano di passare da Israele alla Giordania.[7]
Altri sei arabi palestinesi furono presi in custodia, accusati di aver aiutato i terroristi fornendo alloggio e trasporto.[7]
Processo e condanna
Tutti e quattro i terroristi furono condannati all'ergastolo, ma in seguito furono rilasciati durante uno scambio di prigionieri.[1]
Vittime
Tzvi Glatt, 20 anni, studente yeshiva americano-israeliano presso la yeshiva Mercaz HaRav di Gerusalemme,[8] autore di "Rise From the Dust";[9]
Shmuel Mermelstein, 21 anni, studente yeshiva di Montreal[8] che studiava a Yeshivat Kerem B'Yavneh;
Gershon Klein, 20 anni, studente yeshiva al Nir Yeshiva di Kiryat Arba;
Hanan Krauthamer, 21 anni, di Bnei Brak, studente yeshiva franco-israeliano al Nir Yeshiva;
Yaakov Zimmerman, 20 anni, di Bnei Brak,[10] studente yeshiva al Nir Yeshiva;
Tutti i terroristi erano membri di Fatah (tra parentesi l'età).[5]
Yasser Hussein Mohammed Zedat (30), caposquadra. Da Hebron; fuggì in Giordania dopo aver lanciato un razzo Katyusha contro Kiryat Arba nell'aprile 1977; addestrato in tattiche terroristiche in Libano;[5]
Tayseer Abu Sneineh (30). Eletto sindaco di Hebron nel 2017;[1]
Mohammed Shubaki (32). Contadino. Accusato anche in una sparatoria nel 1979 ad una coppia israeliana.[5]
Complici
Omar Haroub (30 anni). Accusato di aver fornito armi e mezzi di trasporto la notte dell'agguato.[5]
Impatto
L'attacco spinse il governo di Menachem Begin a ristrutturare la clinica Hadassah e a consentire agli ebrei di vivere negli edifici Beit Hason e Beit Schneerson adiacenti.[13]
La comunità israeliana di Beit Hagai venne fondata nel 1982 da ex compagni di classe dei ragazzi uccisi in questo attacco. Oltre ad essere il nome di un profeta biblico, Aggeo, è l'acronimo dei nomi di Hanan Krauthamer, Gershon Klein e Yaakov Zimmerman, tre studenti Nir Yeshiva (Kiryat Arba) uccisi il 2 maggio 1980.[14]
^abcClaiborne, William (17 November 1980). "PLO Terrorist Recalls His Training, Mission: Terrorist: Soviets Gave PLO Training". Newsday. ProQuest 1002861278.
^abcTorgerson, Dial (6 May 1980). "Arab Attack on Hebron Signals Shift of Terrorist Tactics". Los Angeles Times. ProQuest 162803326.