Lascia l'Egitto per il Kuwait, come d'altronde un gran numero di altri palestinesi, oltre ad ʿArafāt e a Khalef. Qui lavora come funzionario in un Ministero. Nel 1959, con due suoi amici, Khalīl al-Wazīr[2] e Maḥmūd ʿAbbās, fonda il Fatḥ. Assume allora il nome di battaglia di Abū Luṭf (padre di Luṭf, ma anche "Padre dell'Amabilità").
Nel 1960 si trasferisce negli Emirati Arabi Uniti. Torna in Kuwait e nel 1965 lavora nel ministero della Sanità. Nel 1966 è costretto a lasciare il paese per le sue attività anti-governative in favore dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Decide allora di dedicarsi totalmente alla causa della Resistenza palestinese ed effettua numerosi viaggi tra Damasco e Il Cairo.
Nel 1967, crea un servizio d'intelligence e di controspionaggio che sarà seguito da Abū Iyād (Ṣalāḥ Khalef). Nel 1969, mentre Abū ʿAmmār (Yāser ʿArafāt) viene nominato Presidente del Comitato Esecutivo (una sorta di governo) dell'OLP e mentre al-Fatḥ assume il controllo dell'Organizzazione, al-Qaddūmī diventa la personalità più rappresentativa dell'OLP, integrando il CE in quanto responsabile della mobilitazione delle organizzazioni popolari palestinesi. Nel 1973, a Damasco, succede ad Abū Saʿīd (Khāled al-Ḥasan) in quanto responsabile del Dipartimento politico dell'OLP, l'equivalente di un ministero degli Esteri.
Nel 1983, a seguito della "rivolta dei colonnelli", il movimento conosce una scissione, causata dalle profonde discordie riguardanti la "politica del dialogo" condotta da Yāser ʿArafāt. Al-Qaddūmī partecipa alle attività del Fatḥ Intifāḍa di Abū Mūsā (Muḥammad Saʿīd Mūsā Marāgha), autore d'un tentativo d'ammutinamento contro Yāser ʿArafāt. Malgrado ciò è nominato Segretario generale del CC del Fatḥ. Agli inizi degli anni ottanta, l'OLP è costretto ad abbandonare il Libano a causa dell'invasione israeliana e a riparare in Tunisia. Anche al-Qaddūmī parte per dimorare a Tunisi.
Il 13 settembre 1993 furono firmati gli Accordi di Oslo. Al-Qaddūmī vi si oppose, accusando ʿArafāt e ʿAbbās di tradimento dei principi dell'OLP, e si rifiutò di tornare nei territori palestinesi con gli altri leader della Resistenza per dar vita a un'Autorità Nazionale Palestinese. Da allora seguita a vivere a Tunisi.
L'11 novembre 2004 ʿArafāt muore e Al-Qaddūmī si è auto proclamato il successore alla guida del Fatḥ, in contrapposizione al presidente dell'ANPMaḥmūd ʿAbbās.
Note
^biografia, su nouvelobs.com. URL consultato il 6 giugno 2021.