Sant'Angelo di Brolo
Sant'Angelo di Brolo (Sant'Àncilu i Brolu in siciliano) è un comune italiano di 3 023 abitanti[2] della città metropolitana di Messina in Sicilia. Origini del nomeIl nome dell'abitato rimanda alla chiesa di Sant'Angelo e al termine latino medievale brolum 'campo recintato coltivato'.[senza fonte] StoriaLe origini del centro abitato, così come è oggi disposto, risalgono alla campagna Normanna contro i Saraceni condotta da Ruggero II D'Altavilla, il quale dopo aver vinto una battaglia nell'attuale contrada Altavilla, secondo leggenda grazie all'intercessione dell'arcangelo Michele, eresse un convento a memoria dell'evento e lo affidò ai padri Basiliani. Intorno al convento nacque il centro abitato. Erasmo fu il primo abate. Tuttavia erano già presenti nel territorio quattro casali greci. Il paese fu assoggettato alla dinastia feudale degli abati del monastero di San Michele. Raggiunse il suo massimo sviluppo fra i secoli XVI e XVII grazie all'avvio della produzione della seta. Ricco di monumenti architettonici, in prevalenza religiosi fra cui la Chiesa madre con uno stupendo portale intagliato, la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, l'abbazia di San Michele Arcangelo voluta dal conte Ruggero d'Altavilla, il Castello e la torre di Piano Croce. Il paese, anche solo con mille abitanti, fu storica residenza di numerosi nobili, tra cui il principe di Sant'Elia Natoli, figlio di Blasco, fondatore del monastero di Santa Chiara, principe di Sperlinga e di Camporotondo, e anche i principi di Galati, il principe di Sant'Antonino, la principessa Isabella di Cerami, i Lanza, gli Spucches, Francesca Natoli, moglie del barone Caldarera, sorella del marchese Vincenzo Natoli, in quegli anni presidente del Regno.[5] Nel 1359 sotto il regno di Federico IV di Sicilia la fortificazione e i possedimenti sono assegnati a Vinciguerra d'Aragona.[6] Leggende
La leggenda più conosciuta è quella di "Pietra Zita", secondo cui nell'omonima località è nascosto un tesoro, intangibile perché difeso dallo spirito di una ragazza, promessa sposa (la zita cioè la fidanzata), rapita e uccisa, non essendosi piegata alle voglie dei briganti.
Si narra che nel corso della battaglia tra Normanni e Saraceni, il conte Ruggero d'Altavilla, stanco e stremato di aver combattuto una giornata intera contro il nemico senza alcun risultato, invocò la grazia dal Cielo. Le sue preghiere vennero esaudite, gli apparve l'immagine trionfante di san Michele arcangelo, il giorno si fermò, il sole non tramontò finché il nemico non fu sconfitto. In segno di gratitudine il Conte fece erigere nei pressi del luogo in cui si svolse la battaglia una cappella votiva in onore di san Michele arcangelo[7].
La leggenda di Castelluccio è stata riportata dallo scrittore lituano Karl Grass.[8] Egli racconta che nei terreni intorno alla montagna di Castelluccio sia nascosto un tesoro al quale è indissolubilmente legato anche il destino della terra di Sicilia. Il sultano di Costantinopoli infatti avrebbe affermato "la Sicilia resterà povera fino a quando il tesoro di questa montagna non sarà dissotterrato". Da quel momento in poi, folle di giovani e meno giovani si sono impegnati per scovare il tesoro senza alcun risultato. Una volta, un giovane cercò di scendere in una cavità della montagna dove aveva scorto una grande quantità di oro. Improvvisamente, però, la terra iniziò a chiudersi sopra di lui; spaventato, chiamò in aiuto tutti i Santi e solo così riuscì a salvarsi, ma il tesoro sparì sotto una massa di terra e da allora non fu più ritrovato.[7]
La leggenda di Franco è legata al luogo denominato Fosso di Franco, sito nei pressi dei resti della chiesetta di San Giuseppe. Franco era uno schiavo di origine etiope, dedito alla coltivazione degli alberi di gelso per la produzione del baco da seta, su cui si poggiava l'economia santangiolese dei secoli passati. Lo schiavo, approfittando dell'assenza del padrone, avendo scorto del materiale aureo cerco di estrarlo ponendo il materiale in cui pensava si trovasse l'oro su delle cataste di legna ricavate dagli alberi di gelso appositamente tagliati. Tutto ciò scatenò l'ira del padrone che, nonostante l'esito positivo dell'estrazione e le scuse del servo, decise di fucilare lo schiavo dandogli poi sepoltura nel posto, ancor oggi chiamato Fosso di Franco.[7] SimboliLo stemma e il gonfalone del comune di Sant'Angelo di Brolo sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica Italiana del 9 settembre 1999.[9]
«Di azzurro, all'effigie dell'arcangelo Michele in maestà, il viso, il braccio destro, la mano destra, le gambe al naturale, aureolato d'oro, capelluto di nero, le spalle e il petto coperti dalla corazza d'oro, caricata della croce di rosso, con la corta tunica di rosso, con il mantello di verde allacciato sotto il collo e ricadente all'indietro, l'Arcangelo calzato con stivaletti d'oro, munito delle grandi ali di argento, afferrante con la mano destra la spada dello stesso, posta in sbarra alzata, con la punta all'insù, attraversante l'ala destra, l'Arcangelo tenente con la mano sinistra non visibile lo scudo ellittico di argento, esso scudo attraversante il fianco sinistro e l'ala sinistra dell'Arcangelo. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d'oro, il motto, in lettere maiuscole di nero, Quis ut Deus. Ornamenti esteriori da Comune.[10]»
«Drappo partito di bianco e di rosso.» Monumenti e luoghi d'interesseArchitetture religiose
Architetture civili
SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[11] CulturaIstruzioneScuoleNel Comune di Sant'Angelo di Brolo sono presenti le seguenti istituzioni prescolastiche e scolastiche:
Biblioteche
Musei
CucinaLa cucina santangiolese è caratterizzata principalmente da tre elementi fondamentali: salame, dolci e nocciola. Ecco un elenco dei prodotti tipici principali:
EventiNumerosi sono gli eventi che si tengono sul territorio di Sant'Angelo di Brolo, concentrati soprattutto nel periodo estivo ed organizzati dall'Amministrazione Comunale, dai soggetti privati titolari di attività commerciali e da Associazioni Culturali, tra i quali:
AmministrazioneDi seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Altre informazioni amministrativeIl comune di Sant'Angelo di Brolo fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n. 8 (Colline litoranee di Patti)[13]. GemellaggiSant'Angelo di Brolo, nell'ambito del progetto "Gemellangelo", è dal 2010 gemellato con i seguenti comuni italiani:
SportSocietà sportive
Impianti sportivi
Note
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
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