Roccafiorita
Roccafiorita (Roccasciurita[4] oppure A' Sciurìta[5] in siciliano) è un comune italiano di 171 abitanti[2] della città metropolitana di Messina in Sicilia. Risulta essere il comune meno popolato della Sicilia e il meno esteso dell'intera Italia insulare, al quinto posto nella classifica degli ultimi 100 comuni italiani per superficie. Geografia fisicaTerritorioAdagiato alle pendici del monte Kalfa, il paese si trova nel comprensorio della Valle d'Agrò aderente all'Unione dei comuni delle Valljoniche dei Peloritani. Clima
StoriaEtà anticaSecondo alcuni studiosi, il primo nucleo abitativo di questo paese collinare risalirebbe all'epoca romana. Nel 36 a.C., in occasione delle Guerre Civili del I secolo a.C., la città di Taormina si ribellò ai Romani. In poco tempo la città venne riconquistata dalle legioni romane e molti degli abitanti di Taormina si dispersero per le contrade vicine. Un gruppo folto di Tauromeniti dovette stanziarsi alle pendici del monte Kalfa, proprio dove oggi sorgono i paesini di Limina e Roccafiorita. È altresì probabile che il primo nucleo di Roccafiorita sia stato fondato da genti provenienti dalla più vicina Phoinix, che proprio nel 36 a.C. aveva dato ospitalità per una notte all'esercito di Sesto Pompeo prima della battaglia contro Ottaviano. Nel corso degli anni, sono state rinvenute, nel territorio di Roccafiorita, numerose tracce di urbanizzazione risalenti all'epoca romana. Età medievaleDurante il Medioevo il territorio di Roccafiorita era inglobato nel Marchesato di Limina, per quanto riguarda gli affari civili e amministrativi, mentre per ciò che concerne l'aspetto ecclesiastico, dipendeva da Savoca. Età modernaNel 1610 il Marchese di Limina, Pietro Balsamo, decise di fondare una cittadina nel feudo di cui era proprietario. Nacque così Acqua Grutta,dal nome del feudo. Successivamente il paese cambiò il nome in Rocca Kalfa e infine in Roccafiorita che deriva dal latino medievale Rocca Florida. Questo piccolo borgo, elevato a principato, venne popolato da contadini provenienti in massima parte dalla vicina Limina ma anche da famiglie provenienti da tutta la Valle d'Agrò, rimanendo sempre sotto la signoria feudale della famiglia Bonanno cui pervenne per matrimonio dai Balsamo, e mantenendo una certa autonomia amministrativa dalla vicina Limina. Nel 1798 il paese arrivò a contare 500 abitanti; raggiunse le 535 anime nel 1831, che divennero 531 nel 1852. Età contemporaneaCon l'abolizione del feudalesimo in Sicilia, nel 1817, Roccafiorita fu eretto a comune autonomo e venne inserito nel Circondario di Savoca. Il comune di Roccafiorita venne soppresso ad opera del Regime fascista nel 1929 ed aggregato al vicino comune di Mongiuffi Melia; riacquistò la sua autonomia comunale nel 1947. SimboliLo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 26 agosto 1959.[7] Lo stemma del comune di Roccafiorita è così descritto dallo statuto comunale[8][9]: «D'argento, al leone di rosso, coronato d'oro. Ornamenti esteriori del Comune.» Il gonfalone comunale, invece, è descritto in questo modo[8][9]: «Drappo partito di bianco e di rosso, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma con l'iscrizione centrata in argento: comune di roccafiorita. Le parti di metallo ed i cordoni sono argentati. L'asta verticale è ricoperta di velluto dai colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome.» Monumenti e luoghi d'interesseArchitetture religiose
Aree naturaliAll'interno del territorio comunale di Roccafiorita ricade parzialmente il SIC ITA030004 "Bacino del Torrente Letojanni"[11]. SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[12] Etnie e minoranze straniereAl 31 dicembre 2013 sono residenti a Roccafiorita 8 stranieri, pari al 3,55% della popolazione[13]. Lingue e dialettiOltre alla lingua ufficiale italiana, a Roccafiorita si parla la lingua siciliana nella sua variante messinese. La ricchezza di influenze del siciliano, appartenente alla famiglia delle lingue romanze e classificato nel gruppo meridionale estremo, deriva dalla posizione geografica dell'isola, la cui centralità nel mar Mediterraneo ne ha fatto terra di conquista di numerosi popoli gravitanti nell'area mediterranea. Nel Vocabolario siciliano di Giorgio Piccitto la parlata di Roccafiorita è indicata con la sigla ME17, afferente al gruppo dei dialetti messinesi orientali del versante ionico. ReligioneL'unica parrocchia cittadina, Santa Maria Immacolata, è amministrata dal vicariato di Santa Teresa di Riva "San Basilio Magno" dell'arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela[14]. Tradizioni e folcloreAgli albori il paese possedeva solo una piccola chiesa che soddisfaceva ogni piccola necessità degli abitanti. Agli inizi del XIX secolo, però, un sacrestano che dimenticò una candela accesa in chiesa, fece divampare un incendio. Il fuoco, protratto lungo tutti i muri, allora affrescati ad olio, bruciò ogni oggetto e statua presente all'interno del luogo sacro, eccezion fatta per un tabernacolo al cui interno vi era la statua di San Filippo d'Agira. Nel 1888 la chiesa venne ricostruita e una leggenda racconta che, mentre gli operai intonacavano i muri, uno di loro prese un po' di calce e la gettò sul viso della statua di S.Filippo dicendo: "Tutti i santi si sono bruciati ed è rimasto solo faccia nera". In quell'istante l'operaio rimase cieco e, mentre chiedeva perdono, lavò il viso alla statua riacquistando immediatamente la vista. Nel 1902 venne costruita una statua di San Giuseppe da un artigiano di Gallodoro, il quale l'aveva portata in Francia per una mostra internazionale classificandosi al secondo posto. Quando ritornò al paese, il parroco del tempo, don Carmelo Occhino, la comprò pagandola 100 lire. Essa venne posta accanto alla statua di San Filippo che anno dopo anno venne circondato da altre statue una più bella dell'altra. L'ultima che venne aggiunta fu quella della Madonna dell'Aiuto a cui venne anche dedicato un tempio. La sua costruzione si deve a una storia particolarmente emozionante: nel 1923 tre bambini di Roccafiorita, Carmelo, Alessandro e Filippo, comprarono alla fiera locale una statua della Madonna e decisero che da adulti avrebbero costruito un monumento alla Vergine molto più grande, dedicandole una chiesa. Nel 1942, in piena guerra, uno dei tre fanciulli, Carmelo, diventato sergente maggiore, trovandosi impegnato in una battaglia, pregò la Madonna affinché egli potesse sopravvivere. Per l'avvenuta grazia Carmelo commissionò a una ditta d'arte sacra di Roma la costruzione della statua promessa da bambino. La scultura fu poi benedetta dal Papa Pio XII e portate un anno dopo a Roccafiorita. Nel 1944 iniziò la costruzione del santuario sul Monte Kalfa e il 24 maggio 1945 vi fu collocata l'effigie sacra. Da allora il monte, considerato consacrato alla Vergine, è noto anche come Montagna della Madonna dell'Aiuto, diventando un centro di fede e di pellegrinaggio. Oggigiorno è uno dei più noti santuari della Provincia di Messina. Attualmente le feste di San Filippo, San Giuseppe e quella delle Madonna dell'Aiuto sono le più importanti del paese. Durante la prima di quelle sopra elencate, i paesani portano a spasso la statua per le vie del comune correndo e ballando ad una velocità incredibile. Questa stessa procedura viene a volte usata anche per le altre due festività, quella patronale di San Giuseppe e quella della Madonna dell'Aiuto, ma in misura alquanto minore. La festa della Madonna è quella con le caratteristiche più conosciute. Essa infatti cade nell'ultima settimana di agosto e il paese si popola sempre più, anno dopo anno, di turisti nuovi all'esperienza o che desiderano rivivere la sacralità della cerimonia. Essa è costituita da tre giorni particolari: l'ultimo venerdì del mese una processione porta la statua al santuario sul Monte Kalfa. Ivi viene tenuta la prima messa. Il sabato la Madonna viene portata in processione per il Monte Kalfa, mentre la domenica viene trasportata nuovamente in paese dove con un ultimo giro e con un gioco di fuochi di artificio si chiudono le festività annuali del paese. CulturaCucinaLa gastronomia locale si basa sui prodotti offerti dal territorio e tipici della dieta mediterranea: il vino, lavorato con metodi tradizionali e stagionato in botti di rovere, l'olio extravergine d'oliva, miele e pane casereccio cotto nei forni a legna[15]. La conformazione morfologica del territorio comunale, prettamente montana nonostante la relativa breve distanza dal mare, offre prodotti spontanei come i carciofini, il finocchietto e l'origano. Durante la stagione estiva si preparano vari tipi di sottaceti (pomodori secchi e carciofini selvatici sott'olio, olive verdi in salamoia e olive nere 'mpanuti, cioè essiccate al sole o nel forno), mentre in primavera è possibile assaggiare fave e piselli teneri. Vengono prodotti ricotte e formaggi pecorini; si ricavano carne di castrato, salumi e salsiccia di puro suino dagli animali allevati nel circondario[15]. Tra i piatti tipici roccafioritani vi sono i maccarruni cû sucu, pasta fresca fatta in casa condita con sugo di maiale, di castrato o di salsiccia, la carni 'nfurnata, carne di pecora o di capra cotta nel forno a legna e servita soprattutto in occasione delle feste di paese, 'a mustarda, un dolce preparato col mosto cotto, e i mastrazzoli, biscotti fatti con il miele[15]. Infrastrutture e trasportiStradeIl territorio comunale è attraversato dalla strada provinciale 12 "Roccafiorita". AmministrazioneDi seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
GemellaggiRoccafiorita è gemellata con:
Altre informazioni amministrativeIl comune di Roccafiorita fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali:
SportImpianti sportiviEsiste a Roccafiorita un palazzetto dello sport realizzato su due piani con grandi saloni e altri locali annessi che, tuttavia, non è mai stato utilizzato per attività sportive: l'amministrazione comunale, pertanto, lo affitta in occasioni di convegni, feste ed eventi vari[18]. Note
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