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acetato di (2S,3S,4R,6S)-6-{[(2R,3S,4R,5R,6S)-6-{[(4S,5R,6S,7R,9R,10R,11E,13E,16R)-10-(acetilossi)-5-metossi-9,16-dimetil-2-osso-7-(2-ossoetil)-4-propossi-1-ossacicloesadeca-11,13-dien-6-il]ossi}-4-(dimetilammino)-5-idrossi-2-metilossan-3-il]ossi}-2,4-dimetil-3-propossiossan-4-il
Il farmaco è un derivato semisintetico che si ottiene a partire dalla midecamicina attraverso una reazione di acetilazione. Lo spettro d'azione è sostanzialmente sovrapponibile a quello della josamicina e dell'eritromicina, inibendo una gamma di organismi Gram-positivi e Gram-negativi, microbi atipici e alcuni anaerobi. . La miocamicina esplica in modo ottimale la propria attività a pH basico.
A seconda della concentrazione risulta batteriostatica oppure battericida.[1]
Degno di nota è la sua attività nei confronti di microorganismi stafilococchi e streptococchi eritromicina-resistenti. Inoltre non provoca resistenza crociata con altri antibiotici macrolidi. Verso gli streptococchi b-emolitici sembra essere più efficace dell'eritromicina.[2]
Farmacocinetica
La miocamicina viene rapidamente e ben assorbita dopo somministrazione orale.
In seguito alla assunzione di una singola dose di 600 mg si raggiunge un picco di concentrazione plasmatica di 2,4 µg/ml in 30 minuti.
L'assorbimento è migliore a digiuno.
Il legame del farmaco con le proteine plasmatiche è debole.
L'antibiotico viene metabolizzato a livello intestinale dove, in parte, subisce desacetilazione, con formazione di metaboliti attivi (Mb-12, Mb-6, Mb-2a) rilevabili nel plasma già dopo 1-4 ore dalla somministrazione.[3][4]
La miocamicina, come farmaco immodificato e metaboliti, si diffonde rapidamente nei liquidi biologici e nei tessuti, specialmente in polmoni e tonsille, dove raggiunge concentrazioni maggiori e più durature di quelle plasmatiche.
Si è osservato che la concentrazione nell'espettorato, circa 10 ore dopo l'ultima somministrazione, è 30 volte superiore a quella plasmatica.
L'emivita plasmatica è di circa 1 ora.
La miocamicina viene eliminata, come farmaco immodificato e metaboliti, principalmente per via biliare.
Il 4-5% viene escreto nelle urine in 24 ore e una piccola parte anche con la saliva.
Tossicologia
Nel topo il valore della DL50 è maggiore di 5 g/kg peso corporeo, quando assunto per os.
Usi clinici
La miocamicina è indicata nelle infezioni sostenute da germi sensibili, sia nell'adulto che in età pediatrica.[5][6]
Tipicamente viene utilizzata nelle infezioni broncopolmonari,[7][8] del cavo orale,[9][10] otoringolaringoiatriche,[11] cutanee e dei tessuti molli,[12] dell'apparato urogenitale (in particolare se causate da Chlamydia trachomatis od Ureaplasma urealyticum).[1][13].
Effetti collaterali ed indesiderati
La miocamicina, così come gli altri antibiotici macrolidi, può causare disturbi gastrointestinali (nausea, anoressia, distensione addominale, vomito, diarrea.[14] Sono inoltre possibile manifestazioni allergiche (tra cui eruzioni cutanee e prurito) e talora aumento delle transaminasi.[15]
Controindicazioni
L'antibiotico risulta controindicato nei soggetti con ipersensibilità individuale nota al principio attivo oppure ad uno qualsiasi degli eccipienti contenuti nella formulazione farmaceutica. L'assunzione del farmaco inoltre non è consigliata nei pazienti affetti da insufficienza epatica. Da evitare anche nelle donne in stato di gravidanza e in quelle che allattano al seno.
Dosi terapeutiche
L'antibiotico viene somministrato per os alle dosi di 900–1800 mg/die, suddivise in 2-3 assunzioni, a seconda della gravità. Nei bambini si consigliano dosi giornaliere pari a 35–50 mg/kg, suddivise in 2 somministrazioni.
Interazioni
Alcaloidi della segale cornuta (ergotamina, metisergide): la contemporanea somministrazione con miocamicina oppure altri macrolidi ne aumenta le concentrazioni plasmatiche a causa dell'inibizione dell'isoenzima CYP3A4. Ne consegue un aumentato rischio di ergotismo cui possono fare seguito gravi episodi ischemici, in alcuni casi anche ad evoluzione fatale.
Bromocriptina, teofillina e ciclosporina: la terapia di associazione con miocamicina può causare un lieve incremento delle concentrazioni plasmatiche di queste sostanze. Pur non comportando modifiche del normale dosaggio è comunque necessaria una certa prudenza.
Digossina: la co-somministrazione con miocamicina, così come con altri macrolidi, può incrementare l'assorbimento del farmaco digitalico, anche se raramente può dare origine a fenomeni di tossicità del glicoside cardioattivo, che in genere si manifestano con sintomi quali nausea, vomito, diarrea, alterazione della visione, cefalea, capogiro e soprattutto con gravi aritmie cardiache.
Note
^ab Holliday SM, Faulds D, Miocamycin. A review of its antimicrobial activity, pharmacokinetic properties and therapeutic potential, in Drugs, vol. 46, n. 4, ottobre 1993, pp. 720–45, PMID7506653.
^ Kawaharajo K, Sekizawa Y, Inoue M, In vitro and in vivo antibacterial activity of 9,3"-Di-o-acetyl midecamycin (Mom), a new macrolide antibiotic, in J. Antibiot., vol. 34, n. 4, aprile 1981, pp. 436–42, PMID6974163.
^ Shomura T, Someya S, Murata S, Umemura K, Nishi M, Metabolism of 9,3"-diacetylmidecamycin. II. The structures of several metabolites of 9,3"-diacetylmidecamycin, in Chem. Pharm. Bull., vol. 29, n. 9, settembre 1981, pp. 2413–9, PMID6983922.
^(JA) Shomura T, Someya S, Umemura K, Nishio M, Murata S, [Metabolism of 9,3"-diacetylmidecamycin. I. The metabolic fate of 9,3"-diacetylmidecamycin], in Yakugaku Zasshi, vol. 102, n. 8, agosto 1982, pp. 781–95, PMID6983572.
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