Muro Leccese
Muro Leccese è un comune italiano di 4 654 abitanti[1] della provincia di Lecce in Puglia. Situato nella parte centro-meridionale del Salento è stato uno dei più importanti centri messapici, di cui rimangono rilevanti reperti archeologici. Geografia fisicaTerritorioIl territorio comunale di Muro Leccese, che si estende nella parte centrale della provincia con una superficie di 16,54 km², è situato a sud-est di Maglie nell'estremità meridionale della pianura salentina, un vasto e uniforme bassopiano del Salento compreso tra i rialti terrazzati delle Murge a nord e le Serre salentine a sud. La morfologia del territorio è pianeggiante con un'altezza massima di 96 m s.l.m. il centro abitato, invece, registra un'altitudine che si aggira attorno agli 82 m s.l.m.[4] Confina a nord con i comuni di Maglie e Palmariggi, a est con il comune di Giuggianello, a sud con il comune di Sanarica, a ovest con il comune di Scorrano.
ClimaDai dati rilevati dalla stazione meteorologica di Lecce Galatina Muro Leccese (che rientra nel territorio del Salento orientale) presenta un clima mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo umide. In base alle medie di riferimento, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +9 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +24,7 °C. Le precipitazioni, frequenti in autunno ed in inverno, si attestano attorno ai 626 mm di pioggia/anno. La primavera e l'estate sono caratterizzate da lunghi periodi di siccità.
Origini del nomeL'origine del nome è da ricondursi alla presenza dei resti delle antiche mura messapiche. La specifica è identificativa della zona in cui sorge. Secondo la mappa di Soleto, in età messapica, la città era conosciuta come MIOΣ[7], anche se non ci sono ulteriori tracce archeologiche a testimonianza di ciò.[senza fonte] Potrebbe anche rifarsi alla storia poco più recente, nel 924 Muro fu assaltata dai Mori (conosciuti anche come Saraceni), di cui uno è presente anche sullo stemma cittadino. StoriaMuro Leccese, come tutta l'area della provincia, ha origini legate alla preistoria, perché l'intera Puglia presenta insediamenti umani sin dal periodo paleolitico. Origine e primi secoliLe testimonianze dell'età del Bronzo, quali i menhir (ancora in dibattito sulla loro effettiva nascita storica) e quelle di età neolitica, confermano la presenza di insediamenti pre-messapici (XIII secolo a.C.). L'insediamento di Muro Leccese si deve ai Messapi. Questo popolo, a partire dall'VIII secolo a.C., trasformò l'abitato in un centro a carattere urbano, con case regolarmente allineate lungo le strade. L'antico centro messapico era inoltre racchiuso da una cinta muraria. Questo è testimoniato dai resti di una recinzione formata da blocchi squadrati, lunga 4 chilometri, che racchiude un'area di poco superiore a 100 ettari. Muro messapica risultava essere una delle città più floride e importanti del tempo. Fu completamente rasa al suolo dalle truppe romane nel III secolo a.C. Successivamente le vicende del casale ricostruito dopo questa devastazione, sono insignificanti. L'unica notizia di una certa rilevanza è quella riguardante la distruzione di Muro nel 924 da parte dei Saraceni durante le loro scorribande in territorio salentino. Dal Medioevo all'OttocentoNel Medioevo e precisamente nel 1156, il normanno Guglielmo Bosco fu il primo principe di Muro; in seguito Ruggero figlio di Tancredi d'Altavilla conte di Lecce, concesse il feudo ad Alessandro Gothi. Nel periodo angioino il feudo appartenne alla casata dei De' Monti marchesi di Corigliano d'Otranto. Nel XIV secolo il feudo di Muro Leccese fu riservato alla corona. Passò dunque alla famiglia degli Orsini Del Balzo principi di Taranto, che delimitarono i confini del feudo (1438), concedendolo ai Protonobilissimo, casata di origini tarantine. Costoro furono principi di Muro fino al 1774, quando la città passò al demanio. Nel 1797 il feudo fu concesso da re Ferdinando al principe Antonio Maria Pignatelli di Belmonte: questa casata terrà il feudo fino al 1854, quando poi fu venduta al cavaliere Achille Tamborino. Dal 1861 seguì le sorti della Nazione. SimboliLo stemma e il gonfalone sono stati concessi con D.P.R. del 25 novembre 1988.[8]
«Troncato: nel primo, di rosso, alla testa di moro in profilo, al naturale, capelluta di nero, ornata dal serto di alloro di verde, sostenuta dalla linea di partizione; nel secondo di argento, murato di nero, a guisa di cortina di muro formata da ventidue blocchi rettangolari, posti in sei fasce. Ornamenti esteriori da Città.[9]»
«Drappo di bianco riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dello stemma comunale con la iscrizione centrata in argento recante la denominazione di Città. Le parti di metallo ed i cordoni saranno dorati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto bianco con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.» OnorificenzeNel 2017 è stata nominata città d'arte con economia prevalentemente turistica. Monumenti e luoghi d'interesseArchitetture religioseChiesa madreLa chiesa madre, dedicata alla Madonna Annunziata, fu costruita tra il 1680 e il 1693 su un preesistente edificio sacro di dimensioni inferiori. Il prospetto, in pietra leccese, è diviso in due ordini da un'aggettante trabeazione sostenuta da lesene con capitelli corinzi. Il primo ordine è arricchito da quattro nicchie vuote e dal settecentesco portale barocco, inquadrato da due colonne reggenti l'architrave ospitante le statue della Madonna e dell'Angelo Gabriele, posto in asse con l'ampio finestrone dell'ordine superiore sormontato dallo stemma della cittadina raffigurante una testa di moro. L'interno, a tre navate con breve transetto, presenta una copertura a stella e accoglie un altare maggiore della prima metà del XVII secolo proveniente dalla chiesa del convento dei Domenicani. Per la quantità di opere pittoriche, la struttura può essere definita una vera e propria pinacoteca. Diversi furono infatti i pittori che arricchirono l'edificio con i loro lavori: del murese Liborio Riccio sono i dipinti La cacciata dei mercanti dal Tempio e il Sacrificio di Abramo; del leccese Serafino Elmo sono le tele raffiguranti Davide danza durante il trasporto dell'arca, Eliodoro cacciato dal Tempio e le tele di Sant'Oronzo riguardanti la conversione e il martirio del Santo. Altre tele sono quelle della Madonna Annunziata, della Madonna Immacolata, della Madonna Assunta, della Madonna col Bambino tra san Giovanni Battista e san Francesco d'Assisi, di San Giuseppe, della Madonna fra san Carlo Borromeo e san Francesco di Paola, alcune delle quali posizionate sugli altari laterali elegantemente decorati con fregi, sculture e statue. Il pulpito, il coro e l'organo, tutti settecenteschi, completano la lista delle opere presenti in chiesa.
Chiesa dell'ImmacolataLa Chiesa dell'Immacolata è una struttura barocca di fine Settecento edificata fra il 1778 e il 1787 come riscontrabile nelle date incise sulla facciata. Anche questa chiesa poggia sui ruderi di una struttura più antica avente lo stesso titolo e sede dell'omonima confraternita ancora esistente. La chiesa è considerata una delle meraviglie del barocco leccese. Chiesa di Santa MarinaLa Chiesa di Santa Marina è la chiesa più antica di Muro e una delle più antiche chiese di Terra d'Otranto. Risale ai secoli IX-XI. Presenta una struttura muraria in parte costruita utilizzando i blocchi squadrati della cinta che proteggeva Muro in età messapica.
Chiesa di Santa Maria di MiggianoLa chiesa di Santa Maria di Miggiano è un edificio di epoca bizantina risalente al XIV-XVI secolo e costituisce l'unica testimonianza dell'antico casale di Miggiano. Situata nelle campagne muresi, nell'immediato confine con il comune di Sanarica, la struttura è a pianta rettangolare. Presenta una copertura a doppio spiovente e la maggior parte degli elementi iconografici esistenti si trovano nella zona presbiteriale e nel catino absidale. Tali affreschi risultano dipinti in varie epoche, dal 1300 fino al 1700. Chiesa del CrocifissoLa Chiesa del Crocifisso, situata al di fuori del centro urbano, risale al 1573 e fu completata nel 1613 per volontà di Cornelia Delli Monti, vedova del feudatario Giovan Battista I Protonobilissimo. Costruita sulle rovine di una chiesa bizantina, nel luogo dove sorgeva il casale medievale di Brongo, originariamente era dedicata a San Giovanni Battista. Chiesa e convento dei DomenicaniIl convento dei Padri Domenicani fu costruito nel 1561 per volontà del Principe di Muro Giovan Battista I Protonobilissimo. Intitolato allo Spirito Santo, fu edificato sull'antico cenobio basiliano di San Zaccaria dipendente dal Monastero di San Nicola di Casole. Fu lo stesso principe a chiamare i padri Domenicani i quali, il 13 dicembre 1562 presero possesso del convento nella persona del Vicario generale dell'ordine Pietro d'Alicante. Architetture civiliPalazzo del PrincipeIl palazzo fu edificato nella seconda metà del XV secolo sui resti di una struttura medievale del Quattrocento. Nella zona nord del palazzo è presente un fossato di una profondità di quattro metri ricavato nella roccia e nel cortile sono presenti alcune fosse granarie.
Entrando attraverso l'androne che conduce al cortile è possibile vedere, sotto il ponte di accesso, il fossato interrato al momento dell'ampliamento dell'edificio. Nel cortile, a sinistra, un breve tratto di viottolo con silo, relativo all'abitato quattrocentesco fu inglobato nel palazzo nel XVII secolo. Sempre nel cortile è possibile leggere, grazie all'utilizzo di tipi di pietra diversi nella costruzione del pavimento moderno, l'andamento delle murature medievali emerse durante gli scavi archeologici. A sinistra del cortile si accede, attraverso un secondo ponte che scavalca il viottolo con i silos, alle stalle seicentesche che ospitano il "Museo del Borgo". Sul lato opposto, si entra nel palazzo vero e proprio tramite una porta monumentale sulla cui architrave è riportata la data 1546. All'interno, nei tre vani principali del piano terra, i più antichi del palazzo, si possono distinguere sulle pareti le originarie disposizioni delle porte e delle finestre, lasciate a vista dopo i restauri del 2002. Dal cortile si accede nei sotterranei dove sono visibili enormi pile monolitiche in pietra leccese per la conservazione dell'olio, le finestre a bocca di lupo per la difesa del castello cinquecentesco e, infine, il vano delle carceri, ricco di graffiti ed incisioni lasciate dai prigionieri. Dal cortile si accede anche agli ambienti del piano nobile attraverso la scala monumentale seicentesca, coronata dallo stemma dei Protonobilissimo. In questo piano si trovano le camere del principe, della principessa e le sale da mensa e di rappresentanza. Attualmente l'edificio, è in parte destinato a sede comunale, per il resto viene utilizzato come contenitore culturale. Alcune stanze ospitano il museo che raccoglie reperti medievali e quelli provenienti dall'antica città messapica, qui esistita fra il IV e il II secolo a.C. Palazzi
Corti
Siti archeologiciMura messapichePoco si conosce di quella che doveva essere una delle più dinamiche e floride città messapiche del Salento. L'attuale nome della cittadina si deve, con molta probabilità, alla cinta muraria che i Messapi costruirono come fortificazione alla loro città. La cinta, lunga quasi quattro chilometri, delimitava un'area di 107 ettari e risulta essere inferiore solo a quella della città di Ugento. A causa dell'espansione urbanistica, nei primi anni del Novecento, i resti della messapica cinta muraria furono in gran parte distrutti o utilizzati per la costruzione di muretti a secco e piccoli edifici di campagna. Tuttavia, sono ben visibili alcuni tratti, di cui il più lungo è quello di nord-est (circa 840 metri) che comprende la porta nord, resa visibile dopo gli scavi effettuati nella seconda metà del secolo scorso. Altri tratti hanno una lunghezza di 500 e 40 metri. Nel corso delle campagne di scavo eseguite tra il 1986 e il 1992, si è scoperto inoltre che il sistema di fortificazione non era costituito da un'unica cinta muraria. Gli scavi effettuati hanno riportato alla luce tre muri di cinta concentrici; (prima cinta - larg. 5 m), (seconda cinta - larg. 3 m), (terza cinta - larg. 3,60 m). I resti che si possono ammirare oggi, sono dunque i resti della terza cinta muraria, quella più esterna. In totale, lo spazio interessato dalle mura di fortificazione è di circa 16 metri. La data di edificazione di tali mura non è ben conosciuta. Al momento l'unico dato certo è che la prima sia precedente al 300 a.C. e che le altre siano posteriori. MenhirAl territorio di Muro Leccese appartengono alcuni monumenti megalitici della provincia di Lecce.
Il Palumbo lo aveva trovato infisso in una base monolitica circolare alta 20 cm, sua collocazione attuale, e con un aspetto corroso. Il menhir (49 x 28 cm) presenta un'altezza di 140 cm, spigoli arrotondati e due croci graffite sul lato N. È ubicato nei pressi della chiesa del Crocefisso.
Il monolite ha una base quasi quadrata (37 x 40 cm) ed è alto 130 cm. Presenta numerose formazioni di licheni e una croce graffita sul lato N.
Alto all'incirca 200 cm, è situato nei pressi della chiesa bizantina di Santa Maria di Miggiano.
Alto 430 cm, è situato nell'omonima piazzetta nei pressi della chiesa bizantina di Santa Marina.
Alto 420 cm, è situato al confine con il comune di Sanarica. SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[11] Etnie e minoranze straniereAl 31 dicembre 2019 a Muro Leccese risultano residenti 138 cittadini stranieri. Le nazionalità principali sono:[12] Lingue e dialettiIl dialetto parlato a Muro Leccese è il dialetto salentino nella sua variante meridionale. Il dialetto salentino si presenta carico di influenze riconducibili alle dominazioni e ai popoli stabilitisi in questi territori che si sono susseguite nei secoli: messapi, greci, romani, bizantini, longobardi, normanni, albanesi, francesi, spagnoli. CulturaCalcio e SportLa squadra principale della città è la Gioventù Calcio Muro Leccese, militante nel campionato provinciale di seconda categoria, girone Lecce. IstruzioneBibliotecheScuoleIl comune di Muro Leccese ospita sul suo territorio una scuola dell'infanzia, una scuola primaria e una scuola secondaria di 1º grado appartenenti al locale Istituto Comprensivo Statale. È presente anche una scuola dell'infanzia paritaria. Musei
MediaRadio
CinemaA Muro Leccese sono stati girati i seguenti film:
Eventi
Infrastrutture e trasportiStradeI collegamenti stradali principali sono rappresentati da:
Il centro è anche raggiungibile dalle strade provinciali interne: SP64 Muro Leccese-Scorrano, SP157 Muro Leccese-intersezione SS Maglie-Otranto, SP363 Maglie-Muro Leccese-Santa Cesarea Terme, SS497 Maglie-Muro Leccese-Sanarica-Poggiardo. FerrovieLa cittadina è servita dall'omonima stazione ferroviaria posta sulla linea Maglie - Gagliano del Capo delle Ferrovie del Sud Est. AmministrazioneDi seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Note
Bibliografia
Voci correlate
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