Pontevico
Pontevico (Puntíc in dialetto bresciano[5]) è un comune italiano di 7 045 abitanti della provincia di Brescia in Lombardia.[6] Geografia fisicaTerritorioIl comune è situato nella Bassa Bresciana ed è lambito dai corsi dei fiume Oglio e Strone, suo affluente. Il territorio è prevalentemente pianeggiante e ricoperto da terreni agricoli, con la presenza di numerose rogge e canali artificiali sorti al suo interno per mano dell'uomo.[7] Lungo il corso degli omonimi fiumi, si trovano i parchi regionali dell'Oglio e dello Strone dove si trovano sentieri nel bel mezzo della natura con la vegetazione tipica del luogo; in questi luoghi si possono osservare pioppi e querce molto alti, i più alti del territorio, e una fauna formata da piccoli mammiferi e volatili e una grande varietà di insetti.[8] All'interno del territorio comunale, si trova il Parco delle Vincellate, ultimo lembo esistente delle zone umide del territorio.[9] ClimaPontevico si trova nella zona climatica E.[10] Come nel resto della Bassa Bresciana, il clima è continentale: l'estate è calda e afosa con qualche temporale mentre l'inverno è freddo e nebbioso.[11] Origini del nomeIl nome di Pontevico deriva da Pontis Vicus, villaggio del ponte, a causa della storica importanza del ponte eretto sul fiume Oglio.[12] Fu con il passaggio alla lingua volgare che il toponimo durante il Medioevo cambiò nell'attuale Pontevico, citato in alcune cronache dell'epoca anche come Pontevigo. I nomi delle frazioni derivano:
StoriaEtà anticaIl territorio era frequentato fin dalla Preistoria, come testimoniato da manufatti litici e materiali ceramici riconducibili alla prima Età del Bronzo.[7] Ai tempi abitato dai Galli Cenomani, il territorio venne conquistato dai Romani che fondarono il paese, come si evince dalla centuriazione facilmente visibile osservando dall'alto la Via Brescia, identificata come cardine massimo, che attraversa Pontevico in direzione nord-sud. In epoca romana da Pontevico, dove oggi è presente la Via Brescia, passava la Via Brixiana, strada romana consolare che metteva in comunicazione il porto fluviale di Cremona (lat. Cremona), che si trovava lungo il fiume Po (lat. Padus), con Brescia (lat. Brixia), da cui passavano diverse strade romane che si diramavano verso l'intera Gallia Cisalpina (lat. Gallia Cisalpina), tanto che il ponte sul fiume diede il nome al paese. Si ritiene che il pagus di Pontevico fosse il portus brixianus e cioè il punto d'arrivo delle merci provenienti dal fiume Po e successivamente dirette a Brescia,[15][16] posto nell'area dove oggi è presente la Chiesa di Santa Maria in Ripa d'Oglio, probabilmente in precedenza tempio pagano. A testimoniarlo, il ritrovamento di numerosi reperti riconducibili all'epoca romana nell'area, su tutti un'abitazione risalente al I secolo d.C. e una statua di Minerva.[7] Alcuni studiosi, basandosi su una indicazione presente sulla Tabula Peutingeriana, trovano in Pontis Vicus il celebre Betriacum, teatro di due grandi battaglie consumatesi nel 69 durante la Guerra civile romana culminata con il trionfo di Vespasiano.[17] MedioevoDal VI secolo l'importanza della navigazione era molto elevata, Teodorico aveva imposto di togliere le attrezzature da pesca lungo l'Oglio affinché non impedissero il passaggio dei natanti.[18] A causa delle invasioni degli Ungàri, tra la fine del IX e l'inizio del X secolo avvenne la costruzione del Castello di Pontevico,[19] denominato dai documenti dell'epoca munitissimum castrum a causa delle sue imponenti dimensioni.[20] I bresciani, nel corso del Basso Medioevo, si impossessarono del castello che inizialmente appartenne ai Martinengo, i quali, nel 1127 lo promisero al vescovo di Brescia. Nel 1208 i fuoriusciti bresciani cercarono di impossessarsene per consegnarlo poi ai cremonesi, non riuscendo a causa del pronto intervento del podestà di Brescia.[21] Sempre in questo periodo, nacquero gli ospizi per pellegrini e ammalati presso le Chiese di San Bartolomeo e la Madonnina di Ripa d'Oglio, mentre nel 1170 nacque l'Hospitale, che esiste tuttora e dà il nome alla via nella quale si trova.[7][22] Pontevico durante il conflitto tra Guelfi e Ghibellini si allineò fin da subito con i Guelfi e nel 1237, nei giorni precedenti alla celebre Battaglia di Cortenuova, ospitò l'esercito della Lega Lombarda, il quale poi commise l'errore di spostarsi verso nord-ovest, finendo per perdere la battaglia contro Federico II a Cortenuova.[23] Possiamo trarre da una documentazione del 1255 che in questo periodo il centro abitato fosse diviso in due borghi circondati da mura, il Borgo Nuovo e il Borgo Vecchio, entrambi in possesso di un castello e di una chiesa.[24] A seguito dell'Assedio di Brescia del 1311, Pontevico passò sotto la Signoria di Milano.[25] Nel 1362, la Lega Antiviscontea, formata dai signori di Verona, Ferrara, Mantova e Carrara, si impossessò del borgo ma non della rocca, che rimase sotto il controllo del castellano. Prese così vita un assedio, nel quale gli eserciti della Lega, supportati dai pontevichesi, non riuscirono ad espugnare il castello, venendo poi sconfitti con l'intervento di Bernabò Visconti.[26] Nel 1385 il comune era a capo della Quadra di Pontevico, comprendente Verola Alghisi (oggi Verolanuova), Alfianello, Seniga, Milzano, Bassano Bresciano, San Gervasio, Manerbio, Cinziano (forse Cignano), Offlaga, Regona, Licurtibus e Monticelli d'Oglio.[27] Nel 1426, a seguito all'occupazione Veneziana del Bresciano nel corso delle Guerre di Lombardia, giunta a seguito della dedizione della città alla Repubblica di Venezia, il centro abitato venne occupato pacificamente dalla Serenissima.[28] Nel 1452, nell'ultima fase delle guerre di Lombardia, lo Sforza riportò Pontevico in mano milanese ma successivamente il generale Jacopo Piccinino riuscì a liberare Pontevico e a farla tornare in mano veneziana. Il 16 Ottobre 1453 i soldati del Ducato di Milano, che avevano nei giorni precedenti accerchiato il centro abitato, assediarono il paese con 20.000 fanti e 3.500 cavalieri provenienti dalla Francia; nonostante i soldati Veneziani fossero poche centinaia di uomini isolati, i Pontevichesi opposero una tenace resistenza. Ciò non impedì la caduta di Pontevico che venne rasa al suolo dai soldati Francesi.[29] Età modernaCon la Pace di Lodi, Pontevico tornò sotto la Repubblica di Venezia che la ricostruì negli anni successivi,[30] tanto che la città della Bassa Bresciana divenne un importante porto fluviale per la Serenissima fino alla sua caduta, nel 1797, dimostrandosi sempre fedele alla Serenissima che, in cambio, guardava con molta attenzione il paese, al punto da conferirgli nel tempo molti privilegi, facendolo borgo franco e Vicariato Maggiore.[31] Pontevico, dopo l'iniziale inserimento nella Quadra di Manerbio, rimase a capo di quadra comprendendo Alfianello, Seniga, Bassano Bresciano e San Gervasio.[27] Il paese sotto il dominio veneto visse la fase migliore della sua storia, soprannominato Curia, Castello e Borgo, tanto che nel porto ebbe vita una stazione di scambio molto importante, dove venivano lasciati i prodotti coloniali e venivano importati biade, lino, ferro e legname.[32] All'inizio della Guerra della Lega di Cambrai, nell'aprile 1509 l'esercito veneziano, con un imponente numero di soldati che variava tra le 40.000 e le 60 000 unità, si riunì proprio a Pontevico, mentre all'interno del Castello avvenne la riunione dei capi d'armata, tra i quali ricordiamo Nicolò Orsini, Bartolomeo di Alviano e Andrea Gritti. L'armata lasciò Pontevico il 2 maggio, andando incontro al nemico, tuttavia il paese venne nuovamente interessato dal conflitto a più tratti durante le sue evoluzioni successive. Tra gli avvenimenti principali, si ricordano la rivolta organizzata dai pontevichesi contro gli occupanti francesi (1510), che cacciò l'esercito francese dalla fortezza, e la successiva riconquista del castello (1512), per mano di Gian Giacomo Trivulzio, lo stesso giorno in cui si consumò il Sacco di Brescia.[33] Nel 1580, si ricorda la visita apostolica dell'arcivescovo metropolita di Milano San Carlo Borromeo, che portò alla fabbrica della nuova parrocchiale, la Chiesa dei Santi Tommaso e Andrea Apostoli (1584), costituita ad abbazia nel 1610.[7][34] Nel 1559, furono i Veneziani a dare vita all'attuale Piazza Mazzini, dove ogni martedì da allora, eccetto durante guerre o epidemie, si ha il mercato.[35] Anche sotto la Serenissima, continuò l'opera di assistenza sociale: nel 1630 Francesco Capparino fondò il Pio Istituto Elemosiniero mentre nel 1726 Ottavio Pontevico fondò il Pio Luogo Poveri.[36] Età contemporaneaNel secolo successivo alla caduta della Serenissima, con la nascita delle ferrovie, il venir meno del commercio fluviale portò il paese in una fase di decadenza. Pontevico passò così dall'essere un importante porto fluviale all'essere un paesotto agricolo. Un'altra conseguenza della caduta della Serenissima fu la fine della funzione strategica del Castello, che nel 1803 venne trasformato in fonderia (la prima nella penisola a partire dalla conquista dell'Italia da parte di Napoleone Bonaparte),[37] per poi essere ceduto negli anni 1840 a un certo principe Kewmuller. Questo principe, nel 1844, fece radere al suolo la struttura, iniziando i lavori per la ricostruzione in forme neogotiche, che non venne mai finita causa la morte del principe. Così, quello che fu per secoli il castello più importante della Bassa Bresciana, rimase ridotto a un caseggiato per oltre mezzo secolo.[38] Nell'Ottocento nacquero numerosi enti ed istituzioni di cura e di carità: l'Ospedale Civile Gorno Ruffoni (1842), l'Orfanotrofio Femminile Angelini (1867), l'Asilo Infantile Ugoni (1873) e la Casa di Riposo Giroldi-Forcella (1905, posta a Chiesuola fino al 1984).[36][39] In un periodo nel quale, a causa della carenza economica, erano diffuse povertà e pellagra, il 18 marzo 1901 l'Abate Bassano Cremonesini trasformò il castello, passato alla storia per stragi e battaglie, nell'attuale Istituto Neuropsichiatrico Bassano Cremonesini.[40] L'industrializzazione del centro fu abbastanza lenta e il primo vero centro industriale venne aperto nel 1908, lo stabilimento della Società di Filatura Lombarda di Lino e Canape, con 6148 fusi di filatura. Tuttavia, quel centro divenne presto importante e nel giro di poco tempo diede lavoro a più di 600 dipendenti, per la stragrande maggioranza donne.[41] Durante il ventennio fascista, si ricordano diverse opere sorte nel comune, su tutte: la colonia fluviale (1925), il Monumento ai Caduti (1930) e il primo acquedotto (1935), sul quale venne posta l'iscrizione: «Signore per sora acqua la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta» Nello stesso anno, veniva inaugurato il Dopolavoro.[7] Nel 1956, il centro chiuse ma successivamente l'area dell'ex linificio divenne un insediamento artigianale,[42] inoltre a partire dagli anni 1960 si ebbe un discreto sviluppo industriale basato principalmente su attività legate all'agricoltura. Tra gli anni 1960 e gli anni 1970, iniziò l'ampliamento del centro abitato con un notevole sviluppo residenziale verso nord, mentre vennero costruite le scuole elementari (ultimate nel 1983), la scuola materna, la Biblioteca comunale, l'acquedotto degli IACP, il centro sportivo con palestra e la rete del metano in tutto il paese, comprese le frazioni, e venne demolito il castello in stile neo-gotico, poi ricostruito in stile ghibellino, come si evince dalla merlatura. Tuttavia, bisogna ricordare nel 1977 la chiusura dell'Ospedale Civile Gorno Ruffoni e la caduta del ponte sul Fiume Oglio, ricostruito l'anno successivo.[43] Nel 1986 venne portata avanti la costruzione di un depuratore fognario.[7] SimboliIl gonfalone è un drappo di bianco. Lo stemma di Pontevico è quello dell'intera Provincia Bresciana che può vantare l'attestazione materiale più antica: all'interno del Museo del Bargello di Firenze si trova il suo sigillo trecentesco distinto dalla legenda S[igillum] Co[mun]is de Pontevigo già raffigurante il leone rampante. L'attuale stemma di Pontevico si trova su una lapide del 1560 oggi posta sul muro esterno del castello verso l'Oglio. L'inserimento del motto " In feritate comitas " (cortesia nella rusticità) all'interno dello scudo è risalente alla fine del XIX secolo.[44] Monumenti e luoghi d'interesseArchitetture religiose
Nelle frazioni
Architetture civili
Nelle frazioni
Altro
Siti archeologici
Aree naturali
SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[72] Nel censimento del 1493, Pontevico contava 1 700 abitanti, anche se si pensa che prima della peste del 1478 la popolazione fosse più elevata.[73] La soglia dei 7 000 abitanti venne oltrepassata nel 1901, quando nel censimento pubblicato il 18 marzo su La Provincia di Brescia vennero registrati 7 004 abitanti (maschi 3479, femmine 3525). Etnie e minoranze etnicheAl 1º gennaio 2022 la popolazione straniera residente era di 812 persone, pari all'11,6% della popolazione totale. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente sono:[74]
Lingue e dialettiNel territorio di Pontevico, accanto all'italiano, è parlata la lingua lombarda prevalentemente nella sua variante di dialetto bresciano con forti influenze cremonesi. Istituzioni, enti e associazioniPontevico è ricca di strutture ospedaliere e istituti di beneficenza e assistenza. La struttura più grande è l'Istituto Bassano Cremonesini per disabili psichiche-Onlus che, situata all'interno del castello, funge da Istituto per l'assistenza di oltre 300 pazienti.[75] All'interno del centro abitato si trovano anche il Pio Luogo, la Casa di Riposo Geroldi Forcella, l'Istituto Don Lucrezio Azzini e l'Hospice,[36] quest'ultimo è posto all'interno dell'antico Hospitale e gestito dalla cooperativa sociale Il Gabbiano, attiva senza scopo di lucro.[76] CulturaIstruzioneBibliotecheNel paese è presente la biblioteca comunale intitolata a Oriana Fallaci, la quale contiene al suo interno 30.000 documenti.[77] ScuoleSono presenti un asilo nido, due scuole materne, due scuole primarie e una scuola secondaria di primo grado.[78] MuseiNel territorio comunale è presente il Museo del Maglio, situato all'interno di un mulino e dedicato alla forgiatura.[67] ArteSono nati a Pontevico i pittori Luigi Sampietri e Cirillo Bertazzoli.[79][80] Sempre originario del medesimo comune è Enrico Majoli, incisore novecentesco.[81] Secondo alcuni documenti riguardanti una confraternita di S. Alessandro a Brescia, nel 1490 era attivo il pittore Giacomo da Pontevico, del quale tuttavia non rimangono né opere né cenni biografici.[82] MusicaNel paese è presente il corpo bandistico Alessandro Vatrini.[83] EventiCon cadenza annuale, in agosto si festeggiano San Fermo[84] e San Rocco[85] mentre in ottobre si festeggia Ripa d'Oglio.[86] Geografia antropicaFrazioniSituata a nord di Pontevico, con una distanza di 3,69 km dal centro del medesimo comune di cui fa parte, ha una popolazione di 161 abitanti.[87] Situata a nord-ovest di Pontevico, con una distanza di 3,12 km dal centro del medesimo comune di cui fa parte, ha una popolazione di 36 abitanti.[88] Situata a est di Pontevico, con una distanza di 2,57 km dal centro del medesimo comune di cui fa parte, ha una popolazione di 466 abitanti.[89] È situata a nord-est di Pontevico, con una distanza di 2,15 km dal centro del medesimo comune di cui fa parte, ha una popolazione di 274 abitanti.[90] È situata a nord-est di Pontevico, con una distanza di 2,83 km dal centro del medesimo comune di cui fa parte, ha una popolazione di 63 abitanti.[91] Altre località del territorio
EconomiaPontevico è storicamente considerata una terra particolarmente fertile e dotata di una grande abbondanza d'acqua, a causa della presenza, oltre che dei fiumi Oglio e Strone, di un gran numero di rogge e canali, il più importante è la Seriola Comunale che, deviata dal corso dello Strone alle Vincellate, attraversa il territorio comunale, compreso il capoluogo, prima di sfociare nell'Oglio. Le caratteristiche del territorio consentono perciò la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, frutta, foraggi e vite. Fino al Novecento, erano molto diffuse la coltivazione e la lavorazione del lino, oggi scomparse. Al contrario, a partire dagli anni 1980 ha preso piede a Pontevico la coltivazione del kiwi. Nel territorio comunale, viene praticato l'allevamento di bovini, suini, ovini, equini e avicoli. Il paese è anche un importante centro industriale. Dove fino al 1956 si estendeva lo stabilimento del Linificio Canapificio Nazionale, a partire dagli anni 1960 è presente un insediamento artigianale dove sorgono numerose attività legate al commercio. Inoltre, soprattutto nei pressi della frazione di Chiesuola grazie alla presenza del casello autostradale, è presente un polo industriale legato soprattutto all'industria tessile, siderurgica e metalmeccanica e ad attività legate all'agricoltura, la più rinomata delle quali fu la OMAS, produttrice di macchine agricole attiva a Pontevico dal 1963 al 1992. All'interno del centro abitato di Pontevico si trova una buona quantità di pubblici esercizi, la maggior parte dei quali riservati alla ristorazione ma sono presenti anche strutture ricettive, farmacie e negozi di vario tipo, prevalentemente supermercati. Sono inoltre presenti piccole imprese legate a settori come l'edilizia. Dal punto di vista bancario, sono presenti filiali dell'Intesa Sanpaolo e della BCC Brescia.[7] Infrastrutture e trasportiStradePontevico è percorso da sud a nord dalla Strada Statale 45bis Gardesana Occidentale, che scorre lungo la Via Brescia e la Via XX Settembre. Da est a ovest il centro abitato è invece attraversato dalla Strada Provinciale 64, che collega il comune al casello autostradale Pontevico - Robecco d'Oglio posto nel territorio comunale di Pontevico in prossimità della frazione Chiesuola lungo l'Autostrada A21/E70 Torino-Piacenza-Brescia. L'Autostrada attraversa il territorio comunale di Pontevico passando a fianco delle località Barchi, Incassano e Gauzza. Inaugurata il 12 Novembre 2021, nei pressi del centro abitato scorre la tangenziale Pontevico-Robecco d'Oglio (con annesso un ponte sul fiume Oglio), opera pubblica lunga 3,7 kilometri collegante i due comuni passando all'esterno dei centri abitati e destinata principalmente ai camion in direzione di Brescia o Cremona che, fino ad allora, passavano nel centro del paese attraverso la via XX Settembre, che era caratterizzata da un forte traffico, che oggi si è spostato al di fuori del paese.[95] Il comune è collegato lungo la tratta Brescia-Cremona tramite autoservizi a cadenza oraria forniti da SIA S.p.A. e KM S.p.A., entrambi facenti parte del gruppo Arriva Italia. Oltre che con i due capoluoghi, sono presenti collegamenti con i comuni di Pavone del Mella, Cigole, San Gervasio, Casacce, Milzano, Alfianello, Verolanuova, Robecco d'Oglio, Villanuova Alghisi, Brazzuoli, Noci Garioni, Corte de Frati, Aspice, Castelnuovo Gherardi, Pozzaglio ed Uniti e Bettenesco.[96] FerrovieIl comune non dispone di una stazione ferroviaria nel proprio territorio comunale, ma fruisce della stazione di Robecco-Pontevico, gestita da Trenord e situata nel comune di Robecco d'Oglio (CR). Dispone di servizi a cadenza oraria lungo la ferrovia Brescia-Cremona che collega i due paesi, oltre che alle stazioni di Brescia e Cremona, a quelle di Olmeneta, Verolanuova, Manerbio, Bagnolo Mella e San Zeno-Folzano.[97] Amministrazione
SportCalcioLa squadra di calcio locale, fondata nel 1923,[7] è la Pontevichese Calcio, attiva solo a livello giovanile dal 2022.[98] Tuttavia, a cavallo tra gli anni 1940 e 1950, sotto la presidenza Zani-Ziletti, e negli anni 1980, sotto la presidenza dell'OMAS Scalvenzi, la squadra arrivò a giocare in Promozione. Proprio in quest'ultimo periodo, passò per la Pontevichese di Luigi Maifredi, che lo allenerà al Bologna, Renato Villa, che arrivò a giocare la Serie A in maglia rossoblu. L'impianto sportivo locale è dedicato a Battista Perotti, calciatore cresciuto nella Pontevichese che giocò nella Cremonese e nell'Orceana.[99] PallacanestroCon l'inaugurazione della palestra comunale (1980), nacque la Polisportiva Pontevico Basket.[7] A partire dal 2018, la squadra di basket femminile milita tuttora nel campionato di Serie B.[100] Nella stagione 2023-2024 la squadra è riuscita ad arrivare prima nel proprio girone,[101] perdendo tuttavia la finale dei Play off nel doppio match contro il Cagliari, malgrado il successo nella gara di ritorno a Pontevico.[102] Altri sportAll'interno del centro sportivo inaugurato nel 1980, vengono praticati anche tennis,[103] karate e pallavolo.[104] Note
Bibliografia
Voci correlate
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