Non conosciamo con precisione dove si trovasse l'edificio della zecca di Sirmium, possiamo solo presumere che si trovasse nei pressi del forum (piazza principale) dell'antica Sremska Mitrovica, in modo similare a quanto accadde a Mediolanum.
Negli anni 317-319Costantino Icombatté contro i Sarmati del tratto di limes pannonicus, ottenendo per la prima volta il titolo vittorioso di Sarmaticus maximus come sembra dimostrare un'iscrizione rinvenuta in Mauretania,[1] tanto da far ritenere al Mócsy che lo stesso soggiornò a Sirmium quasi ininterrottamente fino al 324 (anno in cui le sue armate mossero contro Licinio), facendone la propria capitale.[2] Anche Horst sostiene che le sue residenze imperiali preferite, nel corso degli anni compresi tra il 317 ed il 323, furono soprattuttoSerdica e Sirmium.[3] È quindi da questo periodo che Costantino potrebbe aver iniziato a battere moneta presso la zecca di quest'ultima città (dal 320 al 325/326[4]). Vinto Licinio, Costantino I era riuscito a riunificare l'intero mondo romano nelle sue mani, era di fatto divenuto monarca unico (Restitutor orbis[5]) ed assoluto dell'Impero romano (Dominus et Deus). La tetrarchia era così definitivamente naufragata nel 324, al termine di una lunga guerra civile durata quasi un ventennio (dal 306 al 324).
E così nel 324 e/o 325, al termine di nuovi anni di campagne militari contro la federazione degli Alamanni da parte del figlio di Costantino I, Crispo, la monetazione ne celebrò l'"Alamannia devicta",[6] mentre il padre, continuò ad utilizzare quali sue residenze imperiali preferite, oltre a Serdica e Sirmium, anche Nicomedia.[7]
D N CRISPVS NOBILISS CAES, testa laureata verso sinistra con corazza;
VICTORIA AVG ET CAESS N N, la Vittoria in piedi, tiene in mano una corona con la destra e una palma nella sinistra, in basso due prigionieri seduti ai suoi piedi, a destra e a sinistra; SIRM in esergo.
SARMATIA DEVICTA, la Victoria avanza verso destra, tiene in mano un trofeo ed una palma, mentre calpesta un prigioniero seduto sulla destra; SIRM in esergo.
La zecca sembra riaprì nell'ultima parte del regno di Costanzo II (dal 351 ca.), continuando poi sotto Flavio Claudio Giuliano (anche con monete d'oro), fino alla riforma monetaria di Valentiniano I del 366-369.[8] La zecca tornò attiva, infine, questa volta però con sole monete d'argento, durante il regno dell'imperatore Graziano (attorno al 378-379).[4]
HOC SI[G]NO VICTOR ERIS, Constanzo in piedi di fronte, la testa verso sinistra, tiene un labaro ed una lancia trasversale; a destra la Vittoria sulla sinistra, che lo incorona e tiene una palma; III/-//ASIRM in esergo.
FL CL IVLIA-NVS P P AVG, testa con diadema di perle verso destra e busto con corazza;
VIRTVSEXERCI-TVS ROMANORVM, un soldato in piedi verso destra, la testa a sinistra, tiene un trofeo sulla spalla sinistra e mette la mano sulla testa di un prigioniero; SIRM in esergo.
RICFl.Claudius Iulianus, VIII 95; Depeyrot 21/1; Cohen 78. Near EF. From the Jürgen K. Schmidt Collection. Ex Münzen und Medaillen Liste 597 (June 1996), no. 34.
L'ultimo periodo in cui sembra che la zecca tornò attiva fu a partire dall'usurpatore Flavio Eugenio (394) fino al regno del figlio di Teodosio I, Onorio (nel 397 ca.).[4]
«Imperatori Caesari Flavio Constantino Maximo Pio Felici Invicto Augustopontifici maximo, Germanico maximo III, Sarmatico maximo Britannico maximo, Arabico maximo, Medico maximo, Armenico maximo, Gothico maximo, tribunicia potestate XIIII, imperatori XIII, consuli IIII patri patriae, proconsuli, Flavius Terentianus vir perfectissimus praeses provinciae Mauretaniae Sitifensis numini maiestatique eius semper dicatissimus.»