Lacedonia è un centro agricolo dell'Appennino campano. Il centro storico è collocato su una collina e conserva la sua originaria struttura abitativa, nonostante i tanti terremoti che l'hanno più volte devastata nel corso dei secoli. Insieme a Mignano Monte Lungo, San Pietro Infine e San Bartolomeo in Galdo, è uno dei quattro comuni della regione Campania, il cui territorio confina con due regioni (in questo caso Puglia e Basilicata).
In epoca romana Aquilonia degl'Irpini (l'antica Lacedonia) era un importante municipium ubicato lungo la via Appia; i Romani vi costruirono infatti numerosi edifici e svariate infrastrutture.
Ai tempi dei Normanni il feudo apparteneva a Riccardo Balbano: egli inviò sessanta fanti e sessanta cavalli alla terza crociata. I Balbano governarono il feudo di Lacedonia fino all'avvento di Carlo d'Angiò, che tolse il feudo a questa potente famiglia feudale. Il feudo passò poi alla famiglia Orsini, principi di Taranto. Uno di essi, tale Gabriele Orsini, ricostruì la città ridotta in macerie dal terremoto del 5 dicembre 1456 chiudendola in una cinta muraria con fossato e quattro porte.
Si deve a Pirro Del Balzo, genero di Gabriele, la trasformazione del Castello e del Borgo in chiave rinascimenale[5]. Pirro unbo dei più potenti baroni del Regno voleva ribaltare il poere regio. Nella notte tra il 10 e l'11 settembre 1486 i baroni ribelli capeggiai dallo stesso Pirro Del Balzo si radunarono nella chiesa di Sant'Antonio e presero parte alla congiura contro il re Ferrante I d'Aragona e il figlio Alfonso, duca di Calabria. L'avvenimento, narrato dallo storico napoletano Camillo Porzio, coinvolse Papa, Principi e Sovrani e mise a rischio il dominio aragonese sull'Italia meridionale. La congiura venne rievocata in alcuni versi del poeta Giovanni Chiaia: «Di Lacedonia ecco la roccia alpestre/là i rubelli a vendicar le offese/sull'Ostia Santa staser le destre/sperder giurando il seme aragonese».
In seguito al terremoto del 1930, il regime fascista ricostruì la città con case antisismiche. A Lacedonia sono presenti varie scuole tra cui la più prestigiosa è l'Istituto Magistrale De Sanctis che venne fondata proprio da Francesco De Sanctis[6].
Una parte del Lago di San Pietro ricade all'interno del suo territorio comunale.
Lacedonia è stata sede vescovile fin dall'XI secolo. Simeone, il primo vescovo, è noto per aver inaugurato nel 1059 l'abbazia di San Michele Arcangelo; a lui sono succeduti altri 69 vescovi[senza fonte]. Nel XVIII secolo visse a Lacedonia Gerardo Maiella, venerato come santo dalla Chiesa cattolica; il co-patrono del paese è invece san Filippo Neri.
Nel 1818 la diocesi ha accorpato l'altrettanto antica diocesi di Trevico, ma a decorrere dal 1986 la stessa diocesi di Lacedonia è stata unita a quella di Ariano per dar vita alla nuova diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia.
^ F. Canali e V. C. Galati, Architetture e ornamentazioni dalla Toscana agli Umanesimi baronali... Pirro Del Balzo e le rifondaizoni di borghi ... tra Puglia, Basilicata e Campania..., in Bollettino della Società di Studi Fiorentini, vol. 2021-2022, n. 30-31.