Definito «non meno pellegrino che valoroso cavalliere»,[3] fu alleato dei veneziani (e per questo fu scomunicato in perpetuo da tre papi) e dei fiorentini in molte guerre della fine del Quattrocento. Fratello del filosofo umanista Giovanni Pico della Mirandola, per tutta la vita fu in lotta con l'altro fratello Antonio Maria.
Il 24 giugno 1468, all'età di 26 anni, Galeotto sposò Bianca d'Este, figlia naturale di Niccolò III d'Este, marchese di Ferrara, rinsaldando così l'alleanza con i vicini Estensi e procurando un periodo di pace per lo Stato della Mirandola, non più minacciato dalle vicine fortezze di Finale Emilia, Massa Finalese e San Felice.[5]
Nel 1468 fece erigere, tramite la madre Giulia Boiardo, il nuovo palazzo della ragione (attuale palazzo comunale). Il 24 marzo dello stesso anno ottenne dal Papa una bolla per erigere la parrocchia della Mirandola nella chiesa di Santa Maria Maggiore.
Il 10 aprile 1470 fece incarcerare il fratello ventiquattrenne Antonio Maria con l'obiettivo di sopprimerlo per poter governare. Venne liberato dopo due anni, senza però sopire l'odio nei suoi confronti.
Il 14 aprile 1471 fu a Roma quando papa Paolo II nominò Borso d'Este duca di Ferrara. Alla morte di Borso, nell'ottobre 1471 rafforzò l'amicizia con il nuovo duca Ercole I d'Este, stipulando un trattato di alleanza, e fece parte degli ambasciatori inviati a Napoli per prelevare e scortare la futura sposa di Ercole, Eleonora d'Aragona. Nel 1472 e 1473, a seguito di gravi carestie a Mirandola, distribuì una gran quantità di frumento tra i sudditi bisognosi.
Nel 1483, contrariamente alle voci che lo avrebbero visto neutrale, venne assoldato dall'esercito veneziano di Roberto Sanseverino d'Aragona nella guerra di Ferrara; fu respinto l'11 marzo dal marzo da Alfonso, duca di Calabria. Scomunicato da papa Sisto IV il 15 giugno[6], il 18 giugno Galeotto risultava alla guida di 80 fanti e 400 cavalli. Conclusa la guerra, Alfonso di Calabria assediò la Concordia il 12 novembre 1483 in nome di Antonmaria Pico con 27 squadre di armati ed altrettanti di cavalleggeri; dopo l'intervento di Sigismondo d'Este, i fratelli Pico furono riappacificati con l'assegnazione di Mirandola a Galeotto e di Concordia ad Antonmaria. Altre discordie sorte poco dopo, portarono ad una nuova pace tra i Pico il 10 dicembre. Nel 1484 la questione fu rimessa in discussione e, mediatori i veneziani e il duca di Milano, fu stabilito i, mantenimento dei beni allodiali ad Antonmaria e la restituzione del castello della Concordia a Galeotto. Ciononostante, la disputa fra i fratelli non ebbe mai fine, con continue scaramucce ed attacchi tra le due parti.
Accusato di spionaggio, nel 1486 Galeotto fu licenziato dai veneziani; passò quindi con Ludovico il Moro, che lo elesse governatore di Parma. Nel 1487 si alleò con i fiorentini e combatté con 100 fanti e 30 balestrieri nella guerra di Sarzana contro i genovesi. Il 28 gennaio 1488, approfittando dell'assenza del fratello Antonmaria, attaccò il castello della Concordia, ma venne respinto dal castellano Sergio Sifola di Trani, marito di Giulia Pico. Nel 1488 partecipò all'assedio di Forlì dopo l'assassinio di Girolamo Riario.
Grazie alla mediazione di Ludovico il Moro presso l'imperatore, Galeotto riuscì ad ottenere nel 1494 il diritto di primogenitura sui feudi. Partecipò nel 1495 alla battaglia di Fornovo col ducato di Milano, al comando di 400 cavalli, 500 approvvigionati, 100 balestrieri a cavallo e molti fanti.
Continuando le dispute territoriali col fratello Antonmaria, l'imperatore Massimiliano incaricò il duca di Milano Ludovico Sforza, il vescovo di Reggio, i conti Matteo Maria Boiardo e Francesco Maria Rangoni di risolvere finalmente la questione, che venne giudicata a sfavore di Antonmaria Pico. A seguito di ciò, l'imperatore emanò il diploma del 28 aprile 1494 con cui, riconoscendo il dominio di Galeotto, eresse la Mirandola in primogenitura, dichiarando Giovanni Francesco II Pico quale futuro unico erede dello Stato mirandolese (fino ad allora il dominio della Signoria era stata sempre stata condivisa tra fratelli). Le contese tra i fratelli Pico, tuttavia, continuarono per tutta la vita (il 26 marzo 1496 tentò una mediazione anche Girolamo Savonarola)[7], tanto che il 9 dicembre 1496 l'imperatore condannò Antonmaria per fellonia, confermando il titolo di Galeotto.
Nel frattempo, nell'ottobre 1495 Galeotto autorizzò l'istituzione del Sacro Monte di Pietà della Mirandola, approvandone gli statuti.
Nei primi di marzo del 1499 si ammalò, con febbre continua e doppia terzana colerica con prostazione di forze e mancanza d'appetito. Nonostante le cure portate dal medico inviato dal marchese di Mantova, Galeotto morì all'età di 56 anni. Essendo ancora ufficialmente scomunicato per le usurpazioni al fratello, ottenne una speciale dispensa pontificia per essere sepolto nella Chiesa di San Francesco a Mirandola, nel pantheon di famiglia.[8] La moglie Bianca fece erigere nella chiesa un sarcofago di pietra scolpita "all'antica", degno proprio di un soldato, con fregi e simboli militari (un trofeo d'armi, un elmo, un'ascia, un dardo, una spada; al centro lo stemma dei Pico sormontato da un drago nascente, simbolo dei ghibellini; ai lati una fenice che risorge dalle proprie ceneri incendiate dal Sole e la Croce di Cristo sul Golgota) e l'iscrizione scolpita:
(LA)
«Bella, pace, fide clarus Mirandula regnu[m] Pica domus nomen cui Galeotus erat hic i(c)acet. Unde igitur nostra illa suberbia si ni[hi]l arma toga imperium stem[m]a fides[que] iuvent[?] Blancam habui uxorem gemino q[u]e grata sepulch[ro] me donat casto pectore et hoc lapide.»
(IT)
«Famoso in guerra, in pace, per lealtà, qui guace colui il cui nome era Galeotto, Pico il Casato, la Mirandola il regno. Da dove quindi quella nostra superbia, se niente contano il valore, la saggezza, il comando, la nobiltà, la rettitudine? Ebbi per moglie Bianca che, riconoscente, mi regala questo sepolcro, per entrambi, una casta vita e questa memoria.»
(Epitaffio sulla tomba di Galeotto I Pico (Pantheon dei Pico, chiesa di San Francesco))
Ettore (? - † 24 luglio 1519), sposò Giulia (? - † dopo il 1533), il cui casato è sconosciuto e da cui ebbe quattro figli, divenendo altresì capostipite della famiglia d'Ettore:[12]
Federico;
Galeotto (? - † dopo il 1533); sposò ... ed ebbe un figlio:
^Noto è il continuo scontro che ebbe con il fratello Antonio Maria. Nel 1470, Antonio Maria venne fatto imprigionare dal fratello Galeotto I e verrà fatto liberare solamente due anni dopo. Nel 1483 viene assediata Concordia per volere di Antonio Maria e, in un tentativo di riappacificazione, gli viene concessa, separandola da Mirandola; ma, ben presto, la disputa si riaccese e si decise del mantenimento dei beni allodiali ad Antonio Maria e la restituzione di Concordia a Galeotto. Ciononostante, la disputa fra fratelli non ebbe mai fine. Antonio Maria morì nel 1501.
Fonti
^abcdefg Miroslav Marek, Genealogy.eu, su Pico family - pag. 1, 16 settembre 2002. URL consultato il 28 maggio 2020.
^abcdefghijklmnopq Miroslav Marek, Genealogy.eu, su Pico family - pag. 2, 16 settembre 2002. URL consultato il 29 maggio 2020.
^Cherubino Ghirardacci, Della Historia di Bologna, a cura di A. Sorbelli, Parte terza, Bologna, 1933.
^ Girolamo Savonarola, Lettera a Galeotto I Pico, 26 marzo 1496.
«Io dunque vi conforto da parte sua convertirvi a Dio, e horamai conoscere il vostro creatore e redentore Iesu Christo e vivere com'è obligato ogni buon christiano, e dolersi del passato e confessarsi, e per lo avvenir astenersi da peccati, e con tutto il core in verità ridursi alla pietà divina, altrimenti io vi avviso, che sopra di voi è imminente un gran flagello, e sarete flagellato nella roba e nella persona vostra e nella casa vostra; morir bene, e a vivere castamente, e restituir il mal tolto e a riconciliarvi col vostro fratello e con la Chiesa.»
^Galeotto Pico, su Condottieri di ventura (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2016).
^abMemorie storiche della città e dell'antico ducato della Mirandola, Volume 17, 1907, p.123
^Franco Bacchelli, Giovanni Pico e Pier Leone da Spoleto: tra filosofia dell'amore e tradizione cabalistica, Olschki, 2001, p.102
^ Felice Ceretti, Susanna Pico Boschetti, in La Fenice: strenna mirandolese per l'anno bisestile 1888, Mirandola, Tipografia di C. Cagarelli, 1887, pp. 41-46.
Bratti, Cronaca dei figli di Manfredo, in Memorie mirandolesi, I.
Vilmo Cappi, Galeotto I Pico e Bianca Maria d'Este. Un matrimonio politico e d'amore alle corti della Mirandola e di Ferrara nel sec. XV, Banca popolare dell'Emilia Romagna, 1994.
Felice Ceretti, Il conte Galeotto I Pico, Modena, coi tipi di G.T. Vincenzi e nipoti, 1883.