Contrastò la cultura classica a favore del Cristianesimo. Scrisse nel 1496 una biografia del famoso zio Giovanni Pico, intitolata Vita, anteposta a un volume che ne raccoglieva l'Opera omnia, e riprese alcune sue dottrine, come la lotta contro l'astrologia. Seguace di Girolamo Savonarola, si batté inutilmente per la sua assoluzione, e ne scrisse dopo la morte una biografia.
Sostenne da un lato la necessità di un rinnovamento della disciplina ecclesiastica e dall'altro l'incompatibiltà della filosofia antica col cattolicesimo. Scrisse il De reformandis moribus, che inviò a Papa Leone X, l'Examen vanitatis doctrinae gentium et veritatis christianae disciplinae, nel quale attaccò la filosofia arcaica; e, non ultimo, Libro detto strega o delle illusioni del demonio (1523), sulle possessioni demoniache.
L'Examen non attacca soltanto la filosofia arcaica, ma si scaglia ugualmente contro Aristotele, Tommaso d'Aquino e il pensiero tomista. Dei due pensatori, Pico contesta la fiducia nella conoscenza e nella ragione, che permetterebbero con la forza dell'intelletto di intuire le verità ultime. Al contrario, al pari della dottrina esposta da Nicola Cusano nel De docta ignorantia (1440), Pico nutre una profonda sfiducia nelle capacità umane, riconoscendo alla ragione solo la possibilità di giungere a conclusioni arbitrarie.[3]
Il 26 marzo 1491 Gianfrancesco II Pico sposò Giovanna Carafa, signora di Roddi (*1525–†1534), figlia di Giovanni Tommaso Carafa, conte di Maddaloni, e di Giulia Sanseverino.[1] Insieme ebbero I seguenti figli:[1][5]
Paolo Pico (* 1511 – † marzo 1567[6]), co-signore di Roddi dal 1538.[1] Sposò nel 1550 in prime nozze Caterina, figlia di Galeotto Ceva della Bosia di Garessio, signore di Bossolasco;[1] poi nel 1562 sposò in seconde nozze Costanza del Carretto, figlia di Ottaviano del Carretto, marchese di Millesimo e conte di Cengio, e di Nicoletta Della Rovere, figlia di Stefano Vigerio Della Rovere, patrizio di Savona.[1] Ebbe i seguenti figli:[1]
dalla 1ª moglie: Giovanna Pico (* 1552 – † 1578), il 18 maggio 1574 sposò, dopo una lunga contesa e dietro costrizione[7], Michele Antonio del Carretto di Lesegno, marchese di Cravanzana;[1]
dalla 2ª moglie: Eleonora Pico (* 1565 – † 1621), signora di Roddi dal 15 novembre 1588 e poi contessa di Roddi dal 12 dicembre 1588.[1] Sposò a Mantova nel 1584 in prime nozze Ascanio Andreasi, conte di Rivalta;[1] poi nel 1595 sposò in seconde nozze Enrico Biandrate di San Giorgio, conte di Foglizzo;[1]
illegittimo: Marzio Pico (* 1540 – † 1584), sposò Caterina Trona, figlia di Antonio Trona, signore di Torrone e Clarafond.[1] Ebbe i seguenti figli:
^ Pompeo Litta, Famiglie celebri di Italia. Pico della Mirandola, Torino, 1835.
^J. Delumeau, Il peccato e la paura, Bologna, il Mulino, 1987, p. 266
^(FR) I. de la Tour, Les Origines de la Réforme, Paris, 1909, Hachette, vol. II, pp. 568-572
^La genealogia del Conte Gio. Francesco II Pico, corretta accresciuta ed illustrata dal sac. Felice Ceretti, in Atti e memorie della R. Deputazione di Storia Patria per le Provincie modenesi. Serie IV Vol.1, Vincenzi, 1892, pp.103-122.
^Atti e memorie, R. Deputazione di storia patria per le provincie modenesi, 1897, p.66
^Miscellanea di storia italiana, Bocca, 1890, pp.559-560.
Bibliografia
Burke, Peter. (1977). "Witchcraft and Magic in Renaissance Italy: Gianfrancesco Pico and His Strix," in Sydney Anglod, ed. The Damned Art: Essays in the Literature of Witchcraft, pp. 32–48. London.
Herzig, T. (2003). "The Demons' Reaction to Sodomy: Witchcraft and Homosexuality in Gianfrancesco Pico della Mirandola's Strix." The Sixteenth Century Journal, 34, 1, 53.
Kors, Alan Charles and Edward Peters. (2001) Witchcraft in Europe, 400-1700: A Documentary History. Philadelphia: University of Pennsylvania Press (Excerpts from the Pico's Strix, pp. 239–44)
Schmitt, C. B. (1967). Gianfrancesco Pico della Mirandola (1469-1533) and his critique of Aristotle. The Hague: Martinus Nijhoff.