Il cardinale è un ecclesiastico insignito dal papa, per i suoi meriti personali, di un titolo cardinalizio legato a una chiesa presbiterale o diaconale della città di Roma o a una delle sette diocesi suburbicarie dell'Urbe.[Nota 1] Il cardinalato, pur essendo molto antico, non è considerato di istituzione divina, come l'episcopato, il presbiterato e il diaconato. I cardinali, pur essendo membri della gerarchia cattolica godono della prerogativa dell'elezione del papa. Sottostanno unicamente a lui e lo aiutano nel governo della Chiesa universale.
Il titolo formale completo che spetta ai cardinali è quello di Cardinale di Santa Romana Chiesa (in latino: Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis[Nota 2])[1] e il loro trattamento è quello di Eminenza Reverendissima[2] (anche se l'aggettivo Reverendissima è facoltativo[Nota 3]).
Ai cardinali, dopo la morte o la rinuncia del pontefice, compete l'elezione del nuovo vescovo di Roma in un'assemblea detta conclave. Essi sono inoltre, in accordo col codice di diritto canonico, collaboratori del Papa, sia collegialmente sia individualmente. Essi ricoprono infatti i più importanti incarichi nella Curia romana.[1]
Spesso sono cardinali i vescovi delle diocesi cosiddette cardinalizie, considerate importanti dalla Chiesa per preminenza o per tradizione (vedi sotto).
Il termine deriva dal latino cardo, cioè "cerniera", "cardine",[4] inteso come centro di rotazione: i cardinali, infatti, aiutano il pontefice nell'amministrazione della Curia romana e più in generale nel governo della Chiesa universale.
La nascita della figura del cardinale è strettamente collegata alla nascita della Curia romana, avvenuta quando il papa, per il governo della Chiesa, cominciò a chiamare presso di sé alcuni collaboratori (che andranno a formare successivamente la Curia romana), scelti tra i chierici della sua provincia ecclesiastica: i parroci della sua diocesi (che diverranno i cardinali presbiteri); i diaconi della città (i futuri cardinali diaconi); i vescovi suburbicari, cioè i vescovi delle diocesi attorno a Roma (i futuri cardinali vescovi).
L'ufficio dei cardinali inizia a evolversi a Roma sin dal V secolo: il titolo era riservato ai sacerdoti incardinati alle 25 chiese nelle quali era divisa l'amministrazione ecclesiastica della città (i cosiddetti tituli cardinales): 25 erano infatti i presbiteri a cui era stato affidato il servizio parrocchiale dell'Urbe da papa Cleto[6]. Da essi nacque il titolo di cardinale presbitero, in quanto titolare di una chiesa della Diocesi di Roma.
In seguito il titolo venne riservato da papa Evaristo (sucessore di papa Clemente) anche ai 7 diaconi che si occupavano delle cosiddette diaconie, ovvero i dipartimenti (regiones) in cui Roma era stata divisa per garantire la cura dei poveri[6][7]. Da essi nacque il titolo di cardinale diacono.
Successivamente, con l'affermazione del vescovo di Roma come guida di tutta la Chiesa cattolica, i papi cominciarono a chiamare a sé i vescovi delle diocesi più vicine (le suburbicarie, suffraganee della diocesi romana) per svolgere in sua vece cerimonie religiose, per farsi assistere nel corso di esse e per ricevere aiuto e consiglio nel governo della diocesi e della Chiesa[4]. Da essi nacque il titolo di cardinale vescovo.
Dall'XI al XIX secolo
La dignità cardinalizia iniziò ad assumere rilevanza solo a partire dal XI secolo. Papa Niccolò II, infatti, riservò il diritto di elezione del papa ai soli cardinali vescovi romani, i quali erano tenuti a raggiungere l'unanimità, nel 1059 con la costituzione apostolicaIn nomine Domini, mentre nel 1179papa Alessandro III, con la costituzione apostolica Licet de vitanda discordia, conferì l'elettorato attivo a tutti i cardinali (cardinali vescovi, cardinali presbiteri e cardinali diaconi)[4] stabilendo per la validità dell'elezione la maggioranza qualificata dei due terzi.[8]
Nel 1274papa Gregorio X, con la costituzione apostolica Ubi periculum, confermò le norme dettate dai suoi predecessori, ma introdusse il dovere del segreto nell'elezione e, successivamente, soprattutto l'obbligo della segregazione dell'assemblea dei cardinali elettori: per questo da allora tale assemblea viene detta conclave. Queste disposizioni sono sopravvissute nelle successive variazioni delle norme.[10]
I papi Eugenio IV e Leone X, rispettivamente con le bolle[Nota 4]Non mediocri e Supernae, stabilirono la preminenza e il diritto di precedenza della dignità dei cardinali su tutte le altre dignità nella gerarchia ecclesiastica (compresi i patriarchi), essendo sottostanti soltanto al papa.[4][9]
Sisto V portò, con la costituzione Postquam verus del 1586, il numero dei cardinali a 70, cioè 6 vescovi, 50 preti e 14 diaconi.[4][7][9]
Durante il Medioevo e fino al XIX secolo la maggioranza dei cardinali provenne da famiglie di grande o piccola nobiltà europea, nella maggior parte dei casi italiana o semplicemente romana. Tra questi, un gran numero era costituito da cardinali legati alla gestione e all'amministrazione del territorio pontificio e dai cosiddetti "cardinali della corona".
Dal XIX secolo al terzo millennio
La composizione e il ruolo del collegio cardinalizio mutarono profondamente a partire dalla fine del XIX secolo, con la perdita di importanza del potere temporale della Chiesa e la fine dello Stato Pontificio.[11]
Ne è un esempio l'internazionalizzazione del Sacro Collegio, che fu da una parte conseguenza dell'espansione nelle terre di missione, ma che aveva anche come scopo la ricerca da parte della Santa Sede di un appoggio internazionale dopo la fine dello Stato della Chiesa[senza fonte], a cui corrispondeva un'impostazione di Chiesa più pastorale e meno "di corte". Durante il pontificato di Pio IX furono nominati i primi cardinali extra-europei, il guatemalteco Juan de la Cruz Ignacio Moreno y Maisanove e l'americano John McCloskey.
Mutò anche l'origine sociale dei cardinali: se durante il pontificato di Pio VII (1800-1823) il 92%[senza fonte] dei cardinali nominati proveniva dalla nobiltà, questa percentuale si riduce notevolmente sotto papa Leone XIII (1878-1903), lasciando spazio a cardinali provenienti dalla borghesia o di origini modeste.
Diminuì notevolmente anche il numero di cardinali non ordinati preti, che erano legati soprattutto ai numerosi incarichi amministrativi e diplomatici nello Stato della Chiesa.
Nel 1962papa Giovanni XXIII stabilì che tutti i cardinali dovessero essere insigniti della dignità episcopale[9]. Tale norma tuttavia viene a volte disattesa da parte dei pontefici con delle speciali dispense[14].
Sempre Paolo VI, il 21 novembre 1970, stabilì con il motu proprioIngravescentem Aetatem che tutti i cardinali, al compimento dell'ottantesimo anno di età, perdono il diritto di partecipare a un eventuale conclave. In caso un cardinale abbia compiuto ottant'anni dopo l'inizio della sede vacante, egli può partecipare all'elezione del Romano Pontefice. I cardinali non elettori possono tuttavia partecipare alla Missa Pro Eligendo Romano Pontifice e alla processione dei cardinali fino alla Cappella Sistina, senza però partecipare alle votazioni.[16][17]
Lo stesso Paolo VI nel 1973 portò il numero massimo di cardinali elettori a 120[9][18]; nonostante ciò, la regola non è sempre stata seguita in maniera rigida. Ad esempio sia Giovanni Paolo II che Francesco hanno infatti spesso infranto il tetto del numero massimo.[19]
La dignità cardinalizia non è un ministero ordinato, non facendo parte dei tre gradi del sacramento del ministero apostolico (ossia episcopato, presbiterato e diaconato[20][21]), e non rientra nella struttura gerarchica "di diritto divino" (ovvero quella che la Chiesa ritiene essere stata istituita direttamente da Gesù Cristo).
Infatti sin dai primi tempi il cardinalato è suddiviso in tre ordini:
In origine in numero di sette, erano i vescovi delle chiese suburbicarie di Roma; prima della riforma liturgica avviata dal Concilio ecumenico Vaticano II assistevano alla messa papale indossando un piviale chiuso da un razionale con tre pigne di perle allineate. Il decano porgeva al papa il libro liturgico da leggere, come il prete assistente faceva con i vescovi. Anche quando è venuta meno l'effettiva potestà sulle diocesi, ai cardinali vescovi si è continuato ad assegnare la titolarità di una sede suburbicaria.
Con rescritti del 26 giugno 2018[23] e del 1º maggio 2020[24]papa Francesco ha ampliato l'ordine dei cardinali vescovi nominando tra essi alcuni porporati che rivestono incarichi di prima responsabilità nella Curia romana, ed elevandoli a cardinali vescovi ad personam senza che il titolo cardinalizio sia elevato a titolo episcopale.
Cardinali presbiteri
Erano gli ecclesiastici preposti alla cura delle più antiche chiese di Roma, dette "titoli" (dal latino tituli). Tradizionalmente legati alle parrocchie di Roma, essi costituiscono da sempre l'ordine più numeroso.
A essi era demandata l'amministrazione dei sei uffici del palazzo del Laterano ("diaconi palatini") e dei sette dipartimenti (regiones) di Roma e la cura dei poveri presenti in essi ("diaconi regionali"); dopo papa Sisto V diventano quattordici, due per ciascuno di questi dipartimenti, ognuno avente in gestione una "diaconia", cioè una chiesa dell'Urbe di cui è responsabile. Prima della riforma liturgica partecipavano alla Messa papale in dalmatica (l'abito proprio dei diaconi); due di essi assistevano il papa sul trono, uno lo coadiuvava come ministrante e proclamava il Vangelo. Pur essendo sei gli uffici, Gaetano Moroni cita sette cardinali diaconi palatini: "primicerio dei notari, ossia decano del collegio dei protonotari apostolici, e capo delle dignità palatine, il secondicerio, l'arcario, il sacellario, il protoscrinario, il primicerio dei difensori e l'amminicolatore, o nomenclatore".[25]
Corrispondenza tra il grado di ordinazione e il titolo dei cardinali
Una volta l'ordine di cardinalato era corrispondente al grado di ordinazione del cardinale (diacono, presbitero o vescovo), o comunque a un grado di ordinazione inferiore (pertanto un prete poteva diventare cardinale diacono o presbitero, ma non cardinale vescovo senza essere ordinato vescovo).[Nota 5]
Nel 1962papa Giovanni XXIII stabilì che chi viene creato cardinale venga anche consacrato vescovo, nel caso non lo sia già, eliminando di fatto ogni distinzione di ordinazione tra i cardinali: i tre ordini vengono mantenuti, ma non sono più legati a un fatto sacramentale, quanto a titoli (diocesi suburbicarie o chiese di Roma). Di fatto, però, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco hanno nominato cardinali alcuni sacerdoti ultraottantenni (e quindi senza diritto di voto in conclave) pur senza elevarli alla dignità episcopale, mediante una speciale dispensa[Nota 6][26].
Il titolo cardinalizio può essere congiunto con quello di vescovo di una qualche diocesi nel mondo (esistente o estinta): infatti moltissimi vescovi sono stati elevati al cardinalato (come cardinali presbiteri) e ricevono un "titolo", in virtù del quale fanno parte in modo formale del Clero romano (e, se non hanno compiuto gli ottant'anni, partecipano all'elezione del pontefice).[27]
A partire dal motu proprioSuburbicariis sedibus del 1962 di papa Giovanni XXIII, i cardinali non hanno alcuna potestà di governo sulla chiesa o sulla diocesi suburbicaria a cui sono stati assegnati e non possono interferire in nessun modo per ciò che riguarda l'amministrazione dei beni e la disciplina (ogni chiesa infatti ha già il proprio parroco o rettore, e ogni diocesi suburbicaria ha il proprio vescovo diocesano: il ruolo del cardinale è di puro patrocinio).[27]
Cardinali di curia e cardinali residenziali
A seconda dell'incarico ricoperto, i cardinali si dividono in due grandi gruppi: i cardinali di curia e i cardinali residenziali.
I cardinali di curia decadono dai rispettivi incarichi con la vacanza della Santa Sede (cioè, con la morte del papa o con la sua rinuncia)[29][30].
Cardinali residenziali
Sono detti cardinali residenziali (con evidente assonanza ai vescovi residenziali) quei cardinali che continuano a reggere la loro diocesi; sono spesso cardinali per consuetudine in quanto, pur non esistendo norme specifiche, alcune diocesi particolarmente prestigiose e importanti per dimensioni e/o tradizione (dette appunto diocesi cardinalizie) sono tradizionalmente assegnate a cardinali.
Pur essendo membri del Sacro Collegio e quindi assistenti a tutti gli effetti del papa, il loro compito principale rimane la guida di una Chiesa particolare, appunto la diocesi di cui sono vescovi.
I nuovi cardinali vengono creati nel concistoro. Il codice di diritto canonico prevede che ciò avvenga in presenza del collegio. Le nomine dei nuovi cardinali sono generalmente annunciate in anticipo, ma solo con la pubblicazione formale del decreto papale durante il concistoro l'elevazione al rango cardinalizio acquista effetti. Ciò vale anche per quei cardinali il cui nome non viene rivelato dal papa per particolari ragioni (solitamente, di carattere politico), detti cardinali in pectore.
Dal 1962, secondo quanto stabilito da Giovanni XXIII, tutti i cardinali devono essere stati ordinati vescovi prima della loro creazione.
Ogni cardinale prende possesso del suo titolo durante una cerimonia dopo l'avvenuta nomina: pertanto sulla facciata delle chiese "titolari" è in genere esposto, oltre allo stemma papale, anche quello del cardinale a cui la chiesa è stata assegnata. Sulla controfacciata, in corrispondenza degli stemmi, era d'uso apporre i ritratti a olio del Papa e del Cardinale titolare.
Sempre Paolo VI, con il motu proprioIngravescentem Aetatem decretò che al compimento dell'ottantesimo anno di vita i cardinali perdessero il diritto di voto attivo (e quindi la possibilità di entrare in conclave ed eleggere il papa) ma non quello di voto passivo (ossia la possibilità di essere eletti)[16].
Papa Giovanni Paolo II è il pontefice che ha creato il maggior numero di cardinali nella storia: 231 (provenienti da 69 nazioni) in 9 concistori.[36]
Con il concistoro del 14 febbraio 2015, il Sacro Collegio ha raggiunto il numero di 227 cardinali viventi (compresi i non elettori), provenienti da 73 nazioni, un record storico, mai raggiunto prima nella storia della Chiesa cattolica.
Dal 5 ottobre 2019 la maggioranza assoluta dei cardinali elettori è costituita da porporati creati da papa Francesco[37].
Al 28 settembre 2024 i membri del collegio sono 235, provenienti da 90 nazioni, dei quali 122 elettori.[38][39]
Rimozione dei cardinali
Il Papa, per gravi motivazioni, può scegliere di togliere la dignità cardinalizia a un porporato: è successo ad esempio nel 1927 al cardinale francese Louis Billot, che aveva pubblicamente solidarizzato con una rivista del suo Paese, già oggetto di una censura da parte di papa Pio XI, oppure nel 2018 allo statunitense Theodore Edgar McCarrick, coinvolto in uno scandalo di pedofilia[40].
Nel 2015, per le accuse di molestie su persone maggiorenni, lo scozzese Keith O'Brien[41] e nel 2020, per scandali finanziari, l'italiano Giovanni Angelo Becciu[42], rinunciarono ai diritti e alle prerogative del cardinalato, pur conservando il titolo cardinalizio, ridotto solamente a un simbolo.
La riunione del Collegio dei cardinali prende il nome di concistoro. Esso viene convocato e presieduto dal papa al fine di ricevere aiuto e consiglio dai cardinali nel governo della Chiesa o per annunciare la nomina di nuovi cardinali e per, in seguito, crearli.
Si distinguono due tipi di concistoro: il concistoro ordinario (a cui sono invitati tutti i cardinali, ma a cui solitamente partecipano solo i cardinali residenti a Roma) e il concistoro straordinario (a cui devono partecipare tutti i cardinali).[43]
Il concistoro solitamente è tenuto a porte chiuse, ma in alcune e solenni occasioni quello ordinario può essere aperto al pubblico[44].
Alla morte o rinuncia del papa i cardinali hanno il compito di eleggere il suo successore[1] in un'assemblea detta conclave, svolta rigorosamente a porte chiuse. Il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie pronuncia l'Extra omnes (in italiano: Fuori tutti), in seguito al quale ogni persona che non prende parte al conclave deve uscire dalla Cappella Sistina, dove i cardinali sceglieranno il nuovo Pontefice.
Anche se di norma il papa viene scelto tra gli stessi cardinali, de iure potrebbe essere selezionato anche un uomo celibe e battezzato, esterno al collegio cardinalizio[16]; tuttavia ciò nella storia della Chiesa è avvenuto molto di rado[Nota 7].
Vige il limite di età di ottant'anni per avere il diritto di eleggere il papa ("cardinale elettore"): è stato introdotto da papa Paolo VI nella sua Lettera apostolicaIngravescentem Aetatem (21 novembre 1970), con l'intento di ringiovanire il senato cardinalizio e soprattutto le sue scelte, così come il limite (meno stringente) di settantacinque anni per i vescovi diocesani.
Abiti e insegne cardinalizi
L'abito corale dei cardinali è simile a quello dei vescovi, ma di color rosso porpora (da cui il nome di "porporati"), anziché rosso-violaceo (tecnicamente "paonazzo"), a simboleggiare la disponibilità anche al martirio; il galero, rosso anziché verde, fa parte dello stemma, come per i vescovi.
galero o cappello (in disuso): imposto per mano del Papa; è di colore rosso e una volta era dato con queste parole "ricevi questo galero rosso; esso significa che fino alla effusione del sangue ti devi mostrare intrepido per l'esaltazione della fede, la pace e la prosperità del popolo cristiano, la conservazione e l'accrescimento della Santa Chiesa ";
berretta o calotta: di seta, saia o raramente in pelle, come segno di dignità ecclesiastica;
anello: in uso dal XII secolo, è accordato ai cardinali titolari di chiese in segno di giurisdizione e fedeltà al pontefice;
ombrellino (in disuso): come distinzione è portato da un chierico nelle processioni;
baldacchino (in disuso): in damasco o broccato, ha la stessa funzione dell'ombrellino;
cappa magna (in disuso): per le cerimonie liturgiche più solenni;
stemma: indica la dignità cardinalizia come principe della Chiesa ed esclude ogni altro titolo nobiliare, dando diritto ad avere un proprio stemma personale;
altare portatile: in uso per le processioni;
veste rossa;
talare e pellegrina nera (è ammesso l'uso del bianco nei paesi con clima particolarmente caldo), con occhielli, bottoni, bordi, fodera e fascia di colore rosso (nell'abito corale talare e mozzetta sono rosse);
ferraiolo: di colore rosso, viene indossato unicamente sopra l'abito piano e solo in occasioni solenni.[45]
Il cardinale Giuseppe Siri in cappa magna. Sopra di essa è visibile la mozzetta di ermellino
L'abbigliamento e le insegne cardinalizie non sono tuttavia "standardizzate" per tutti i membri del collegio: accade infatti che alcuni di essi (segnatamente coloro che provengono da una chiesa sui iuris) utilizzino un vestiario, degli attributi e un trattamento onorifico anche radicalmente diversi da quelli sopra descritti. Anche i cardinali che si trovano in terra di missione o vivono in zone tropicali o dove il clima è particolarmente caldo, indossano un vestiario differente: essi possono indossare l'abito talare di colore bianco, mantenendo, però, occhielli, bottoni, bordi, fodera, fascia, e zucchetto di color porpora, per differenziarsi dall'abito piano del papa, il quale è l'unico che può interamente vestirsi di bianco.[46]
Il cardinale Pietro Parolin (a destra) e il cardinale Oswald Gracias (a sinistra) indossano l'abito piano bianco con occhielli, bottoni, bordi, fodera, fascia, e zucchetto color porpora. Al centro papa Francesco e all'estrema sinistra, col microfono in mano, mons. Lazarus You Heung-sik (oggi cardinale)
Il titolo di decano indica generalmente un primo per anzianità tra pari.
Nell'ambito dei cardinali indica quel cardinale che presiede, come semplice primus inter pares[47], il Collegio dei cardinali e quindi anche il conclave; a lui spetta chiedere al papa neoeletto l'accettazione del mandato e (in seconda battuta) quale nome intenda utilizzare. Qualora il nuovo pontefice non abbia poi la dignità episcopale, è sempre il decano a ordinarlo vescovo. Se il decano è ultraottantenne, la presidenza del conclave passa al sotto-decano o comunque al cardinale vescovo più anziano per nomina fra gli elettori. In caso di elezione del decano a papa, sarà ancora il sotto-decano o, qualora impossibilitato, il cardinale vescovo di più antica creazione a provvedere alla richiesta del consenso e del nome.
Il decano del collegio cardinalizio è eletto dai soli cardinali titolari di sede suburbicaria o di titolo elevato alla medesima dignità (ossia i cardinali vescovi, esclusi i patriarchi di rito orientale) fra uno di essi; l'elezione deve essere approvata dal papa[47][48]. Sin dall'antichità il cardinale decano assume tradizionalmente anche il titolo della sede suburbicaria di Ostia aggiungendolo a quello posseduto fino a quel momento, essendo il vescovo di Ostia colui che aveva il privilegio di incoronare il papa neoeletto.
Il titolo di camerlengo indica generalmente un amministratore dei beni ecclesiastici di ciascun istituto religioso.
Nell'ambito dei cardinali indica quel cardinale che ha il compito di amministrare le proprietà e i beni della Santa Sede, di reggere la Sede vacante, in caso di morte o rinuncia del Santo Padre, e la responsabilità della convocazione del conclave per l'elezione del nuovo Pontefice.
Il primo dei cardinali diaconi si chiama cardinale protodiacono e ha il compito di annunciare al popolo cristiano l'elezione del nuovo papa dalla loggia della Basilica di San Pietro, con le parole Habemus papam.[52] Un tempo era anche colui che affiancava il Pontefice nelle cerimonie più importanti per tenergli il lembo del piviale, oppure per assisterlo durante la celebrazione della Messa, ed era colui che incoronava il nuovo Papa (dal 1978 l'imposizione del triregno è stata sostituita da quella del pallio, con la relativa cerimonia che è stata ribattezzata Messa di inizio pontificato).
Prende il nome di prima creatura il primo cardinale creato da ciascun pontefice. Soprattutto nel Cinquecento e nel Seicento la prima creatura era un cardinale che godeva di particolare fiducia e prossimità al pontefice, che si rifletteva in un maggior prestigio all'interno della Curia. In numerosi casi la scelta del primo cardinale cadeva sul cardinal nipote.
A partire da papa Paolo III, i papi hanno occasionalmente nominato cardinali senza renderne noto il nome ad alcuno (creati et reservati in pectore), a volte neppure all'interessato, in genere per proteggere loro o le loro comunità dal rischio di vendette. Quando il papa lo ritiene sicuro rende pubblica la nomina e da quel momento il nominato può assumere le sue funzioni (ma con anzianità dalla data della nomina in pectore); se però il papa muore prima, la nomina cessa di avere effetto.[54]
Giovanni Paolo II ha utilizzato la nomina in pectore nei concistori del 1979 (pubblicata nel 1991) e del 1998 (pubblicata nel 2001). Nel suo ultimo concistoro (2003) papa Wojtyla ha nominato in pectore un cardinale, che è decaduto al momento della morte del pontefice il 2 aprile 2005, non essendo mai stato pubblicato.[55]
Si chiamano invece cardinali segreti coloro che sono noti agli altri cardinali ma non vengono resi pubblici: questa pratica fu inaugurata da papa Martino V.
Cardinali per età
Nella tabella sono riportati il più anziano e il più giovane in carica[56]:
^Legge27 maggio 1929, n. 810, in materia di "Esecuzione del Trattato, dei quattro allegati annessi e del Concordato, sottoscritti in Roma, fra la Santa Sede e l'Italia, l'11 febbraio 1929", articolo 21 primo comma del Trattato
^Esiste tuttavia la consuetudine dei cardinali patriarchi orientali di chiamarsi Sanctae Ecclesiae Cardinalis (cfr. Klaus Ganzer, Kardinäle als Kirchenfürsten?: Stimmen der Zeit 2011, Nr. 5, S. 313-323), probabilmente basata sul fatto che non fanno parte del clero romano (Paolo VI, Ad purpuratorum Patrum Collegium, 11 febbraio 1965) e più in generale della Chiesa latina.
«Pro Patribus Cardinalibus adhiberi poterit titulus «Eminentiae», pro Episcopis vero titulus «Excellentiae», quibus adiungi etiam fas erit adiectivum nomen «Reverendissimum».»
(IT)
«Ai Padri Cardinali potrà essere rivolto il titolo di «Eminenze», ai Vescovi il titolo di «Eccellenze», a cui sarà lecito anche aggiungere l'aggettivo di «Reverendissimo».»
^Non mediocri non era una costituzione come riportato in Treccani.it, ma una bolla, come riportato dal sito della Santa Sede Vatican.va
^Ad esempio, i cardinali diaconi erano spesso solo semplici diaconi. L'ultimo cardinale diacono a essere veramente tale anche quanto all'ordinazione fu il cardinal Teodolfo Mertel, morto nel 1899. Nel Rinascimento, tuttavia, molti prelati che avevano solo gli ordini minori rimandavano sine die l'ordinazione corrispondente al loro ordine di cardinalato.
^L'ultima volta risale al 1271, con l'elezione al soglio pontificio di papa Gregorio X). Ma questo avvenne in circostanze particolari, dopo oltre mille giorni di sede vacante e con i cardinali elettori chiusi a chiave (cum clave) nel palazzo di Viterbo. Si tratta del primo "conclave" della storia.
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烏克蘭總理Прем'єр-міністр України烏克蘭國徽現任杰尼斯·什米加尔自2020年3月4日任命者烏克蘭總統任期總統任命首任維托爾德·福金设立1991年11月后继职位無网站www.kmu.gov.ua/control/en/(英文) 乌克兰 乌克兰政府与政治系列条目 宪法 政府 总统 弗拉基米尔·泽连斯基 總統辦公室 国家安全与国防事务委员会 总统代表(英语:Representatives of the President of Ukraine) 总理…
لمعانٍ أخرى، طالع مقاطعة كومبرلاند (توضيح). هذه المقالة تحتاج للمزيد من الوصلات للمقالات الأخرى للمساعدة في ترابط مقالات الموسوعة. فضلًا ساعد في تحسين هذه المقالة بإضافة وصلات إلى المقالات المتعلقة بها الموجودة في النص الحالي. (مارس 2016) مقاطعة كومبرلاند الإحدا…
1807 mutiny against the British in Malta Froberg MutinyPart of the Napoleonic WarsSt. Dominic Demi-Bastion at Fort Ricasoli, where the mutineers blew up the magazineDate4–12 April 1807 (1 week and 1 day)LocationFort Ricasoli, Malta35°53′49″N 14°31′42″E / 35.89694°N 14.52833°E / 35.89694; 14.52833Result Mutiny suppressedBelligerents Rebels United KingdomCommanders and leaders Caro Mitro William Villettes Lieutenant de ClermontUnits involved F…
State administrative areas in Brazil Municipalities of Brazil by state This article is part of a series on thePolitics of Brazil Executive President (list) Luiz Inácio Lula da Silva Vice President Geraldo Alckmin Cabinet Attorney General of the Union National Defense Council Council of the Republic Federal institutions Presidential line of succession Legislative National Congress (57th Legislature) Federal Senate (list) President of the Federal Senate Chamber of Deputies President of the Chambe…
1963 Indian filmShehar Aur SapnaPosterDirected byKhwaja Ahmad AbbasStory byKhwaja Ahmad AbbasProduced byNaya SansarStarringDilip RajNana PalsikarDavid .CinematographyRamachandraMusic byJ. P. KaushikRelease date 1963 (1963) Running time120 minutesCountryIndiaLanguageHindi Shehar Aur Sapna (lit. 'The City and the Dream') is a 1963 Hindi film directed by Khwaja Ahmad Abbas, about a young couple searching in vain for a home of their own in a metropolis, amidst the backdrop of rapidly deve…
State election in Austria 2023 Lower Austrian state election ← 2018 29 January 2023 2028 → All 56 seats in the Landtag of Lower Austria29 seats needed for a majorityAll 9 seats in the state governmentTurnout922,253 (71.6%) 5.0% First party Second party Third party Leader Johanna Mikl-Leitner Udo Landbauer Franz Schnabl Party ÖVP FPÖ SPÖ Last election 29 seats, 49.6% 8 seats, 14.8% 13 seats, 23.9% Seats won 23 14 12 Seat change 6 6 1 Popular…
Disambiguazione – Santo Stefano rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Santo Stefano (disambigua). Santo StefanoSanto Stefano di Giotto, 1330-35, Firenze Protomartire NascitaGrecia, 5 MorteGerusalemme, 36 Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi Santuario principaleBasilica di San Lorenzo fuori le mura, Roma Ricorrenza26 dicembre, 3 agosto (rinvenimento delle reliquie - Chiesa cattolica) AttributiPietre, libro, ramo di palma, dalmatica, stol…
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