Patriarcato di Antiochia dei Maroniti

Patriarcato di Antiochia dei Maroniti
Patriarchatus Antiochenus Maronitarum
Chiesa maronita
 
Patriarcacardinale Béchara Boutros Raï, O.M.M.
AusiliariHanna Alwan, C.M.L.[1],
Antoine Aukar, O.A.M.[2],
Peter Karam[3]
 
StatoLibano
 
Ritomaronita
Sito webwww.bkerkelb.org
Dati dall'Annuario pontificio 2015 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Libano
La residenza patriarcale estiva di Dimane

Il patriarcato di Antiochia dei Maroniti (in latino Patriarchatus Antiochenus Maronitarum) è una Chiesa patriarcale sui iuris della Chiesa cattolica.

È retto dal patriarca cardinale Béchara Boutros Raï, O.M.M., eletto dal Santo Sinodo della Chiesa maronita il 15 marzo 2011 e intronizzato il 25 marzo.[4]

Territorio

Il patriarcato estende la sua giurisdizione su tutti i fedeli maroniti che dimorano nel territorio proprio della Chiesa maronita, ossia nelle regioni che tradizionalmente sono riconosciute come il luogo di origine di questa Chiesa sui iuris.[5]

La sede del patriarcato si trova a Bkerké, nel distretto di Kisrawan, in Libano; a Dimane (nel distretto di Bsharre) si trova la residenza estiva. L'eparchia di Joubbé, Sarba e Jounieh è l'eparchia propria del patriarca.

Dal patriarcato di Antiochia dei maroniti inoltre dipendono direttamente:[6]

Il patriarca maronita è membro di diritto del Consiglio dei patriarchi cattolici d'Oriente.

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Patriarcato di Antiochia e Chiesa maronita.

Cronotassi dei patriarchi

Note

  1. ^ Vescovo titolare di Sarepta dei Maroniti.
  2. ^ Vescovo titolare di Tolemaide di Fenicia dei Maroniti.
  3. ^ Vescovo titolare di Arca di Fenicia dei Maroniti.
  4. ^ (EN) Salvador Miranda, RAÏ, O.M.M., Béchara Boutros, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University. URL consultato il 18 dicembre 2024.
  5. ^ Codice dei canoni delle Chiese orientali, art. 146-147. D. Le Tourneau, Le caractère personnel et territorial de la "potestas" des Patriarches orientaux, en «Folia Canonica» 5 (2002), pp. 85–93.
  6. ^ Annuario pontificio 2010, p. 5.
  7. ^ Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. XXVII, coll. 992-994.
  8. ^ La cronologia dei patriarchi da Daniele I a Daoud II e quella pubblicata da Assemani, Series chronologica patriarcharum Antiochiae, Roma, 1881, pp. 37 e seguenti.
  9. ^ a b Questo patriarca è assente nella cronotassi pubblicata da Assemani.
  10. ^ (FR) Dib, Dictionnaire de Théologie Catholique, X/2, col. 44.
  11. ^ a b (FR) Dib, Dictionnaire de Théologie Catholique, X/2, col. 45.
  12. ^ a b (FR) Dib, Dictionnaire de Théologie Catholique, X/2, col. 59.
  13. ^ (FR) Dib, Dictionnaire de Théologie Catholique, X/2, col. 60.
  14. ^ (FR) Dib, Dictionnaire de Théologie Catholique, X/2, col. 61.
  15. ^ (FR) Dib, Dictionnaire de Théologie Catholique, X/2, col. 62. La data del 25 settembre è quella del calendario giuliano.
  16. ^ Data dell'elezione. A causa della sua morte prematura, non poté essere confermato dalla Santa Sede. Tuttavia papa Pio VI, nel concistoro del 27 giugno 1796 volle che il suo nome apparisse nella lista dei Patriarchi maroniti.
  17. ^ Data dell'elezione. Fu confermato dalla Santa Sede il 27 giugno 1796, ma El-Gemayel era già morto due mesi prima.
  18. ^ Eletto dal clero e dal popolo maronita l'8 giugno 1809. A causa delle difficoltà in cui versava la Sede Apostolica, la conferma della sua elezione avvenne cinque anni dopo.

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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