Nel 1927, con l'avvento della motorizzazione, iniziò la produzione automobilistica e fu aperto lo stabilimento di Mirandola in cui si realizzavano carrozzerie per autoveicoli su telai Alfa Romeo, Ansaldo, Lancia Veicoli Industriali, Fiat e Officine Meccaniche. Dopo pochi anni, nel 1931, la produzione si concentrò sulla realizzazione di carrozzerie per veicoli industriali come furgoni, cabine per camion, autocarri e ambulanze, occupando circa 70 operai[6]. Successivamente, furono realizzati i primi autobus, prima con una struttura in legno e poi con tubolari in acciaio[7].
Tazio Nuvolari
Vista la qualità delle realizzazioni di Galileo Barbi, anche Enzo Ferrari commissionò un paio di carrozzerie per le sue autovetture Alfa Romeo da competizione. Tuttavia l'affare non andò in porto (forse per il prezzo troppo elevato), quindi Galileo Barbi iniziò a cercare un nuovo acquirente, arrivando fino al vicino mercato di Mantova dove incontrò Tazio Nuvolari che acquistò le carrozzerie dopo avere firmato parecchie cambiali. Dopo alcuni mesi, dopo essere stato ingaggiato per la Mille Miglia, il pilota di Castel d'Ario riusci a pagare il debito[6].
Durante la seconda guerra mondiale, la produzione fu temporaneamente riconvertita per le esigenze belliche del Ministero della Marina[6][7], mentre nel dopoguerra l'azienda partecipò ad esposizioni e manifestazioni del settore autobus (come la Rosa d'Oro di San Remo), che consentirono di far conoscere il marchio nel mercato italiano.
Nel 1962 morì il fondatore dell'azienda, che passò al figlio Sirner Barbi.
Gli anni 1970 furono caratterizzati da notevoli investimenti: vennero realizzati nuovi modelli, innovativi per l'epoca[6], come l'autobus a tetto apribile, l'autobus con piano rialzato e l'autobus con piantoni strutturali inclinati[7]. Successivamente furono introdotte innovazioni quali le porte telecomandate, l'isolamento acustico e termico, l'aria condizionata, le poltrone reclinabili, il riscaldamento, la radio e la televisione. I telai utilizzati furono: DAF, FIAT, MAN, Mercedes e Renault[7].
Negli anni 1980 prese avvio una collaborazione con la Volvo[7], proseguita fino al 2007.[8]
Alla morte di Sirner Barbi nel 1994[6], la gestione passò ai fratelli Alberto e Carlo Barbi e la fabbrica fu trasferita nella zona industriale Mirandola, a San Giacomo Roncole. Tra le produzioni più importanti vi furono, sui telai del Volvo B10M e successivamente dove ha riscosso più successo, sul modello B12, i modelli ITALIA 99 ed Echo su meccanica Volvo.
La versione ITALIA 99 ha l'importanza di essere stata disegnata dal progettista italiano Giorgetto Giugiaro.[9]
Negli anni 2000 venne progettato il modello Genesis, dalla cui evoluzione nacque il Galileo nel 2008[4]. Nel 2007 vennero prodotti alcuni prototipi di van per trasporto di cavalli e cabine per funivie[10]. A partire dal 2009 venne commercializzato la nuova versione del Genesis, con motorizzazione Iveco e telaio Irisbus.
Nell'ultimo decennio, dopo la chiusura definitiva della carrozzeria Mauri di Desio, Carrozzeria Luigi Dalla Via di Schio, carrozzeria De Simon di Osoppo, Cacciamali di Brescia e carrozzeria Padane di Modena, la Carrozzeria Barbi rimase l'ultima grande carrozzeria di autobus italiana.
Un autobus Fiat Iveco 370 carrozzato Barbi compare nel film Fratelli d'Italia del 1989, nella scena dell'arrivo dei tifosi del Milan all'autogrill.
Un autobus Volvo B12 Italia carrozzato Barbi compare nell'episodio 2 della serie Suburra del 2017, nella scena dell'arrivo presso una manifestazione.[11]
^La Carrozzeria Barbi compie 100 anni (PDF), in Modena Economica, maggio 2005, p. 28. URL consultato il 7 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2018).