Gli edifici sono elencati in liste suddivise per comune; includono oltre cento chiese consacrate (sebbene non tutte officiate regolarmente), a cui si aggiungono oltre sessanta cappelle. Gli edifici di culto appartengono tutti alla confessione cattolica e fanno parte della diocesi di Bolzano-Bressanone, con l'eccezione di due chiese di Merano: la Chiesa di Cristo, tenuta dalla Chiesa evangelica luterana in Italia, e la chiesa di San Nicola, tenuta dalla Chiesa ortodossa russa in Italia.
Consacrata nel 1251, la struttura attuale venne edificata sul sito di una chiesa precedente che andò distrutta in un incendio nel 1202. Coro e campanile vennero ricostruiti in stile tardogotico nel 1452, poi vi fu il rialzamento della volta e del tetto nel Cinquecento e l'aggiunta del vestibolo storicistico nel 1900 circa[1][2][3].
Parrocchiale. Citata nel 1291, epoca a cui risalgono le pareti della navata e l'annessa cappella cimiteriale (quest'ultima potrebbe anche essere preromanica). Coro e campanile vennero ricostruiti nel 1460 circa, seguiti dalla volta della navata nel Seicento[1][2][4].
Una prima chiesetta è documentata nel 1447 e venne ricostruita nel 1641. La struttura attuale, che sorge in posizione differente, è del 1879. Raggiungibile solo a piedi, è posta a 2635 metri di altitudine[1][5].
Parrocchiale. Al netto della leggenda secondo cui sarebbe stata fondata dal vescovo di FrisingaCorbiniano verso l'anno 716, scavi archeologici hanno evidenziato l'esistenza di un luogo di culto carolingio, successivo al 900. La prima citazione documentale è del 1191 (o 1291), anno in cui venne riedificata in forme romaniche. Nel 1465 circa si collocano l'aggiunta del coro gotico e il rialzamento della torre, nel 1615-16 il rifacimento della volta della navata, nel 1840-41 l'ingrandimento dell'aula, nel 1903 (o 1908) il rifacimento della cuspide del campanile[6][7][8].
Parrocchiale. Documentata dal 1270, venne più volte riparata a causa dei danni di varie frane, l'ultima delle quali comportò la sostanziale ricostruzione della chiesa nel 1819 (tranne per il campanile, risalente a un rialzamento del Quattrocento). Nel 1928-29 venne infine edificata la struttura attuale, reimpiegando il coro poligonale come sagrestia[9][10][12].
Cappelle
Cappella di Santo Stefano
Documentata XIV secolo, edificio odierno XVII secolo
Cappella di Castel Monteleone; esistente forse già nel Trecento e in origine staccata dal maniero, venne ricostruita nelle forme attuali nel Seicento, e rinnovata nell'Ottocento[10][13].
Parrocchiale. Costruita nel 1899-1903 per rimpiazzare la vecchia parrocchiale di San Giovanni, divenuta troppo piccola; il campanile venne completato nel 1928[14][15][16].
Chiesa della Natività di San Giovanni Battista (o di San Giovanni Battista)
Vecchia parrocchiale del paese, citata per la prima volta nel 1337, epoca a cui risalgono le pareti della navata e l'affresco in facciata; venne più volte rimaneggiata, assumendo l'aspetto attuale verso il 1650[14][15][17].
Chiesa del convento delle monache agostiniane di "Maria Steinach"; questo venne fondato nel 1241 da Adelaide ed Elisabetta, le due figlie di Alberto III di Tirolo; la chiesa venne ricostruita in stile tardogotico nella prima metà del Quattrocento, e venne dotata della volta stellata nel Seicento (consacrazione 1623). Il convento venne soppresso dalle disposizioni giuseppine nel 1782, e venne riaperto dalle suore domenicane di Lienz nel 1848[18][19][20].
Vecchia parrocchiale di Lagundo, menzionata già nel 1178 e databile proprio al XII secolo. Nel 1445 vennero rifatti il coro e il campanile (consacrazione l'anno seguente, assumendo l'intitolazione attuale), quest'ultimo poi sopraelevato nel 1500 circa, seguiti dalla navata tra il 1618 e il 1628; nell'Ottocento venne aggiunta la cappella laterale[18][19][22].
Chiesa della Santissima Trinità (o di Santa Croce[23], o di San Giuseppe[24])
Documentata XVIII secolo, edificio odierno XIX secolo
Nel 1740 è attestata l'esistenza di una cappella barocca a Velloi, consacrata all'Incoronazione della Vergine; questa venne rimpiazzata dalla chiesa attuale, intitolata alla santa Trinità, nel 1894-95. Un restauro è avvenuto nel 1973[18].
Di una prima chiesa romanica si conservano le fondamenta e la parte inferiore del campanile; la costruzione attuale, tardogotica, è documentata nel 1493; nel corso del Seicento vennero rifatte le volte e le finestre[18][19][25].
Sul posto una chiesa sorse probabilmente nel VII secolo, sostituita poi da una romanica menzionata nel 1306. I cittadini di Merano, dopo i gravi incendi del 1339 e del 1347, fecero voto di fare un pellegrinaggio attuale alla chiesa (cessato nel 1954), che quindi acquistò notevole importanza: un nuovo edificio venne consacrato nel 1400 (o 1440), e dotato di un nuovo coro nel 1520 circa. Altri lavori seguirono entro il 1631, tra cui la voltatura a botte della navata e la costruzione del campanile[28][29][30].
Parrocchiale. Da inizio Novecento, l'espansione verso ovest dell'abitato di Lana rese decentrata la vecchia parrocchiale, facendo sorgere l'esigenza di una nuova; la prima pietra venne però posata solo nel 1938, e i lavori terminarono, con l'erezione del campanile, dopo dodici anni[28][29].
Chiesa del convento dei Cappuccini; il complesso venne fondato nel 1647, e la chiesa vi venne aggiunta tra il 1664 (inizio dei lavori) e il 1697 (consacrazione); tra il 1867 e il 1913 vennero aggiunte le arcate circostanti e la grotta di Lourdes all'esterno[28][32].
Chiesa di San Giorgio
Fondata VIII-IX secolo, edificio odierno XIV secolo
Una chiesa in legno, ad aula romanica con tre absidi, sorse sul posto nel VIII-IX secolo; essa venne rimpiazzata da una costruzione in pietra nel IX secolo, ampliata nel 1260 e citata nel 1265. Nel Trecento venne quindi edificata la chiesa attuale, affrescata verso la fine del secolo e poi solo minimamente modificata (posa del pavimento ed erezione del campanile nel Cinquecento). Sconsacrata e adibita a stalla a inizio Novecento, venne quindi restaurata nel 1960 e nel 1985-86[28][29][33].
Nel 1642 venne eretta sul posto un'edicola votiva, trasformata in cappella due anni dopo e intitolata alla Madonna del Suffragio o a Maria Ausiliatrice; più volte devastata e restaurata a causa delle piene del torrente Valsura, nelle sue forme attuali risale a una parziale ricostruzione del 1680. San Giovanni Nepomuceno subentrò alla Madonna come titolare già con la seconda struttura, consacrata nel 1652, per via del suo patronato contro le alluvioni[28][29][34].
Chiesa risalente al primo periodo romanico, fondata dopo il 900; venne donata all'Ordine Teutonico e affrescata verso il 1215, poi parzialmente ricostruita nel Seicento. Espropriata dal governo bavarese nel 1808, venne riacquistata dall'arciduca Eugenio (gran maestro dell'Ordine) nel 1896 e rimaneggiata in stile storicizzante[28][29][36].
Vecchia parrocchiale di Lana, di antichissima origine. Sul posto sorse una chiesa paleocristiana, distrutta dai pagani, ricostruita in epoca carolingia, poi nuovamente sostituita da un piccolo edificio romanico e quindi ancora da uno gotico; la prima citazione documentale è del 1276, ma un sacerdote a Lana è già attestato nel 1239. L'edificio attuale è una struttura tardogotica che andò a sostituire quella gotica tra il 1483 e il 1492 (data della consacrazione). Il protiro con vestibolo in facciata venne aggiunto nel 1629[28][29][37].
Una chiesa a Pavicolo, di proprietà dell'abbazia di Weingarten, è menzionata nel 1270 e venne demolita nel Seicento. La chiesa odierna sorse sui suoi resti nel 1872-77[28][38].
Chiesa di San Pietro
Citata XIV secolo, edificio odierno XV-XVII secolo
Parrocchiale. Fondata nel XII secolo e documentata nel 1295, venne ricostruita in forme gotiche nel Quattrocento (consacrazione 1433); venne nuovamente riedificata, mantenendo coro e campanile, nel 1760 circa, e poi ulteriormente prolungata di una campata nel 1957-58[28][29][40].
Fondata probabilmente intorno all'anno Mille al posto di un luogo di culto pagano, è documentata dal 1278, anno in cui era di proprietà dell'abbazia di Weingarten. Nel 1510 venne ricostruito il coro, mentre nel Seicento venne rifatta la volta della navata. Soppressa per via delle riforme giuseppine e usata, tra le altre cose, come stalla, venne successivamente riconsacrata per iniziativa del decano di Naturno[28][41].
Cappella annessa alla vecchia canonica di Lana, parte del complesso edilizio che ospitava anticamente la sede dell'Ordine Teutonico. Il luogo di culto venne aggiunto verso la metà Quattrocento, con il rifacimento del coro nel 1745 (consacrazione 1749). Il complesso è ora una casa di riposo gestita dalle Suore di carità dell'Ordine teutonico[28][29][42].
Cappella del duecentesco Castel Braunsberg; citata per la prima volta nel 1323, nel Quattrocento venne aggiunto il coro, abbattendo parte della cinta muraria del castello per fargli spazio[28][29][43].
Cappella di pertinenza del maso Gagers: la tenuta, acquistata dall'abbazia di Füssen nel 1722 e privata dal 1803, venne dotata della chiesetta nel 1725[28] (altre fonti pongono la costruzione invece nel 1703[47]).
Cappella del cimitero di Lana, citata per la prima volta nel 1442, ampliata nel 1496 (consacrazione 1585), rimaneggiata in forme barocche nel 1750 (consacrazione 1785); vi si trova la cripta di famiglia dei conti Brandis[28][37].
Cappella dei Quattordici Santi Ausiliatori
Fondata XIV-XV secolo, edificio odierno XVII secolo
Cappella di pertinenza di castel Brandis; un primo sacello, dedicato ai santi Biagio e Giorgio, venne eretta in periodo gotico; essa venne quasi completamente ricostruita nel Seicento, e consacrata nel 1617 ai quattordici santi ausiliatori[29][49].
Parrocchiale. Una chiesa dedicata a san Vito è documentata indirettamente nel 1274, in posizione ignota diversa dall'attuale, e venne distrutta totalmente da una frana nel 1477. La chiesa attuale sorse a sostituirla sicuramente entro il 1500, quando è citata in una lettera d'indulgenza. Venne significativamente rimaneggiata nel 1627-28, e poi di nuovo nel 1890 con l'ampliamento dell'aula verso ovest[55][56][57].
Documentata nel 1251, anno della sua consacrazione (alla Santa Croce, alla Madonna e a san Felice), era probabilmente stata costruita da poco; la sua fondazione è legata alla vicina sorgente, considerata miracolosa, e probabilmente frequentata come luogo di culto già in epoca precristiana. Nel primo ventennio del Cinquecento venne ricostruito il coro, e verso la metà del secolo venne rifatta la volta della navata[59][60][61].
Parrocchiale. Documentata già nel 1116 e dedicata a Nostra Signora, venne ricostruita nel 1250, ampliata nel 1270 e trasformata nel 1450 in una hallenkirche a due navate; anche il campanile, la cui base è del 1250, venne sopraelevato nella stessa occasione, con la sostituzione della cuspide nel 1591 a seguito dei danni provocati da un fulmine. Nel 1898-99 venne costruita la nuova chiesa dedicata all'Assunta, reimpiegando quella vecchia come sagrestia e cappella mortuaria[59][60][62].
Parrocchiale. Di fondazione duecentesca e documentata a partire dal 1256, venne ristrutturata più volte (consacrazione 1350) e poi rifatta in forme tardogotiche nel corso del Quattrocento (consacrazione 1490). Nel 1620-22 venne aggiunta una cappella laterale a nord, nel 1764-65 la chiesa venne rimaneggiata in stile barocco, e nel 1914 l'edificio assunse la forma attuale con l'allungamento della navata principale e della cappella laterale (che divenne navata sinistra) e l'aggiunta di quella destra[65][66][69].
Fondata nel 1928 a seguito dell'importante sviluppo industriale di Sinigo, risultava già troppo piccola alla fine del secolo. Nel 2003 venne demolita l'abside per aggiungere un nuovo corpo di fabbrica che va a costituire di fatto una nuova chiesa, consacrata non solo a san Giusto ma anche a san Giuseppe Freinademetz e al beato Giovanni Nepomuceno de Tschiderer[65].
Citata nel 1424 con intitolazione ai quattordici santi ausiliatori, venne riconsacrata nel 1464-65 dopo una ristrutturazione, e intitolata ai santi Leonardo e Bernardino; nel 1652 (o 1694) venne aggiunta una cappella laterale dedicata ai quattordici ausiliatori; nel 1878 la chiesa venne incorporata nel seminario Johanneum, e quindi ricostruita quasi interamente; nel 2002 venne aggiunta una seconda cappella laterale[65][66][70].
Una prima chiesa romanica cadde incendiata durante le lotte per l'eredità tra Margherita di Tirolo-Gorizia e Carlo IV di Lussemburgo. Ricostruita nel 1348, venne poi portata alle forme attuali nel corso del Seicento, con la costruzione del coro e della volta della navata; il portico antistante l'ingresso è un'aggiunta del 1895[65][71][72].
Anche se la prima citazione documentale è del 1273, è una chiesa di fondazione antichissima, sicuramente esistente nel VIII secolo, ricostruita verso il 1110 e ampliata verso ovest nel Duecento; venne colpita più volte dalle piene del Passirio e del rio di Nova. Nel 1342 venne dotata di un nuovo coro, nel 1624 venne sopraelevata la navata, nel 1824 venne aggiunto il portico, nel 1884 (o 89) venne installata l'attuale cuspide del campanile[65][66][73].
Parrocchiale. Documentata dal 1266, all'epoca era dedicata ai santi Nicolò e Pietro martire e alla Trinità. A partire dal 1302 prese avvio una ricostruzione che procedette lentamente, con la consacrazione dell'abside nel 1367 e quella delle navate nel 1465; la torre venne ulteriormente sopraelevata nel 1535 e nel 1618. Solo dalla seconda metà del Seicento san Nicolò divenne parrocchiale, mentre prima Merano dipendeva dalla chiesa matrice di Tirolo[65][66][76].
Fondata nel 1271 assieme a un ospizio per volontà di Mainardo II; devastata dall'alluvione nel 1419, venne ricostruita -insieme con l'ospedale- entro il 1483 (data della consacrazione)[65][66][77].
Consacrata a san Valentino di Mais, morto a Merano; fondata probabilmente già nel V-VI secolo da lui stesso, è citata però solo dal 1273, epoca a cui risale la parte più antica dell'edificio attuale. Nel Quattrocento venne ricostruito il coro, l'aula venne ampliata e voltata a botte nel 1608 (o 18), mentre nel 1860 circa la facciata venne rifatta in stile neoromanico[65][78][79].
Parrocchiale. Sicuramente esistente dopo il Millennio, è stata varie volte restaurata e rimaneggiata; una citazione indiretta esiste nel 1205, mentre nel 1401 vi fu la consacrazione del nuovo coro gotico; esattamente un secolo dopo venne sopraelevato il campanile. Già dal Seicento si sentiva l'esigenza di ingrandire la chiesa; i danni causati da un grave incendio nel 1878 accelerarono la cosa, ma comunque i lavori di demolizione e ricostruzione della navata avvennero solo nel 1936-38, mantenendo il coro gotico che venne convertito in cappella laterale[65][66][80].
Cappella cimiteriale di due piani. Sul posto sorgeva in precedenza una cappella duecentesca dedicata a san Michele, mentre la struttura attuale è stata costruita tra il 1423 (inizio lavori) e il 1450 (consacrazione)[65][66][81].
Cappella annessa a un eremo, costruita e affrescata nel Seicento; l'eremo venne soppresso dalle disposizioni giuseppine nel 1782, ma la chiesa rimase meta di pellegrinaggi, ed entrambi gli edifici sono stati restaurati nel 1986[65][83].
Cappella di castel Trauttmansdorff. Un primo sacello, dedicato alla Madonna e ai santi Margherita ed Erasmo, venne consacrato nel 1413; esso crollò nel 1777, quando il castello era in rovina, e non ne rimane traccia. La cappella attuale venne invece costruita in occasione del restauro ottocentesco del maniero, reimpiegando elementi dell'antica chiesa di Santa Caterina; la consacrazione è del 1853[78][84].
Cappella presso il maso Toblhof, settecentesca[86].
Chiese sconsacrate o scomparse
Chiesa di Santa Caterina
XIV secolo
Merano, nell'attuale via delle Corse
Chiesa trecentesca; venne demolita nell'Ottocento, e i suoi pezzi parzialmente recuperati per la costruzione della cappella di castel Trauttsmandorf[78].
Chiesa dell'ex convento delle Clarisse; costruita nel Trecento e modificata nel Quattrocento, venne sconsacrata e convertita in abitazione dopo il 1782[66][87].
XIX secolo
Merano, via Ortwein
Chiesa anglicana, costruita nel 1891[88]; al suo posto sorge oggi casa Urania[89].
Parrocchiale. Una prima chiesa, intitolata all'Assunta e posta in altro luogo, venne fondata nel 1744, e venne spazzata via da una valanga verso la mezzanotte del venerdì santo del 1888 (ne rimangono pochi resti). Nei due anni seguenti venne così eretta la chiesa attuale, consacrata al Sacro Cuore nel 1892[91][92][93].
Parrocchiale. Costruita nel 1401-03, al posto di una preesistente cappella romanica; nel 1510 venne rialzato il campanile, e nell'anno 1700 venne ampliata la chiesa, portandola a due navate e rimaneggiandola in stile barocco, con l'ulteriore aggiunta di stucchi sulle volte nel 1790[91][92][96].
Parrocchiale. Una prima cappella dedicata a sant'Orsola sorse sul colle tra il 1180 e il 1200, rimpiazzata da una chiesa gotica nel 1456-68. Questa cadde in rovina nei secoli seguenti e nel 1863 un fulmine seguito da un incendio portò alla distruzione del coro e del campanile; entro il 1865 l'edificio venne quindi completamente ricostruito in stile neoromanico[91][92][97].
Una chiesetta, probabilmente in legno, sorse nel Quattrocento a servizio del villaggio di minatori di Monteneve. Dopo la disastrosa valanga del 1693 che uccise 27 lavoratori, al villaggio venne promessa la costruzione di una chiesetta vera e propria, che vide la luce nel 1720-22. La cappella venne gravemente danneggiata da un incendio nel 1954 e, essendo la miniera in fase di chiusura, cadde in rovina; nel 1985 ne era programmata la demolizione, che venne fermata grazie all'interesse di un rifugista, Aldo Sartori. Restaurata, venne riconsacrata nel 1992[92].
Una prima chiesa (dedicata a santa Pelagia o a san Pelagio), probabilmente sorta al posto di un edificio precristiano, venne consacrata nel 1233; la struttura assunse le forme attuali dopo due ristrutturazioni del 1510 e del Seicento (quando vennero rifatte le volte)[102][103][104].
Parrocchiale. Una chiesa, risalente almeno al XII secolo, è documentata nel 1209, epoca a cui ancora risale il campanile (salvo la cupola, ottocentesca); l'edificio venne ricostruito in forme gotiche nel Quattrocento e poi, poiché risultava piccolo e rovinato già a fine Settecento, nel 1810-15 venne di nuovo abbattuta e ricostruita da zero[102][103][106].
Chiese scomparse
Chiesa di San Pietro
a sudest di Nalles
Chiesa fondata ancora prima della parrocchiale; ne è stata riportata alla luce un'abside[102][107].
Chiesetta gotica con affreschi quattrocenteschi, venne chiusa al culto a fine Settecento per le riforme giuseppine[102][107]; i suoi ruderi erano visibili fino a poco dopo la seconda guerra mondiale[108].
Parrocchiale. La prima chiesa (a cui risalgono il campanile e le mura della navata) venne fondata in epoca romanica, intorno al 1200, ma la prima citazione documentale è solo del 1369. Nel 1493 venne aggiunto il coro e rifatta la cuspide della torre, e nel 1898 l'edificio venne restaurato, dopo un disastroso incendio che aveva devastato tutto il paese[109][110][111].
Verso il 1210 venne costruita una prima chiesa, intitolata a san Crisanto; rimaneggiata in forme tardogotiche nel 1510, venne poi di nuovo (rifacimento della volta e del portale) in seguito alla peste, nel 1638, quando venne anche dedicata ai santi Rocco e Sebastiano e alla Madonna[109][110][112].
La consacrazione di una chiesa a sant'Osvaldo è documentata nell'anno 1094; essa venne sostituita nel 1433 dall'attuale edificio gotico, lievemente rimaneggiato nel 1699 in forme barocche e, verso la metà del Settecento, affrescato e dotato di cantoria[109][110][113].
Una chiesa primigenia sorse sul posto verso il 650, circondata da un cimitero che rimase in uso per circa un secolo (e temporaneamente riaperto durante la peste, nel 1636 circa). Dopo il Millennio venne eretto il campanile, e nel 1365 venne rialzata l'aula e rifatta la volta; in quell'anno venne anche scelta come luogo di sepoltura dai signori di Castel Annenberg[109][110][114].
Parrocchiale. Una prima chiesa sul posto sorse verso il 750, e di essa restano poche tracce nei basamenti di torre e sagrestia. Nel 1200 venne eretta una chiesa romanica, di cui quella precarolingia divenne l'abside, e poi nel 1474-75 la struttura venne ricostruita quasi interamente in forme tardogotiche, recuperando parte delle murature. La cuspide del campanile, danneggiata dal vento nel 1696, venne sostituita con la cupola a cipolla ottagonale barocca, e nel 1750 vennero eliminate le nervature della volta, sostituite da una sontuoso decorazione a stucco[109][110][115].
Chiesa medievale, databile al IX secolo e all'epoca parte di un villaggio[119]; le sue condizioni erano già cattive nella prima metà del Seicento, è ora in completa rovina[110][120].
Citata nel 1326, è probabile che sia però assai più antica; la struttura attuale è una ricostruzione tardogotica, consacrata nel 1457, poi modificata nel Seicento[122][123][124].
Vecchia parrocchiale del paese, cointitolata anche a santa Margherita; è una struttura tardogotica costruita verso il 1513 e consacrata nel 1521, con l'aggiunta del piccolo campanile nel corso del Seicento; i costoloni della volta, rimossi quando era in voga il barocco, vennero ripristinati nel 1891[122][123][125].
Parrocchiale. Una piccola cappella romanica sorse sul posto nel XI secolo: nel 1264 venne trasformata in cripta (vi furono sepolti i signori di Stachlberg), e sopra di essa sorse una chiesa dedicata a san Nicolò. La strutturata odierna venne costruita tra il 1498 e il 1502, e consacrata nel 1521 agli apostoli Pietro e Paolo. Nel 1648 una tempesta distrusse la cuspide gotica del campanile, che venne così sostituita dall'attuale cupola barocca l'anno seguente. Nel 1697 venne quindi aggiunta la cantoria[122][123][126].
Cappella a servizio della stazione termale di Bagni Egart; costruita verso il 1730 per volontà di Joseph Joachim von Wolfenthal, proprietario delle terme, raggiunse le forme attuali nel 1926, subendo poi ulteriori modifiche a fine Novecento[127][128].
Parrocchiale. Sin dal 2000 si sono susseguiti vari concorsi e progetti volti ad ampliare la vecchia parrocchiale di Sant'Udalrico (divenuta troppo piccola) o a costruirne una nuova; si è infine optato per quest'ultima soluzione, e la chiesa, costruita tra il 2016 e il 2017, è stata consacrata il 27 agosto 2017. È l'unica chiesa in tutto il Tirolo ad essere intitolata a santa Monica[129][130].
Vecchia parrocchiale; una prima cappella è documentata nel 1167, ma probabilmente la fondazione precede il Millennio. Nel XII secolo venne costruita una nuova chiesa, dotata del campanile nel 1330 circa. Un incendio del 1403 risparmiò soltanto la torre, mentre la chiesa dovette essere ricostruita. Nel 1520 venne rifatta la volta del coro, e nel 1878-84 venne ampliata la navata e vennero rifatti portale e finestre in stile neoromanico[129][131][132].
Parrocchiale. Una cappella, consacrata ai Re Magi, venne eretta nel 1331, come parte di un castello; distrutta durante le lotte per il potere tra Margherita di Tirolo-Gorizia e Carlo IV di Lussemburgo nel 1348, venne subito ricostruita e consacrata nel 1360. Essa venne parzialmente riedificata in stile tardogotico nel 1513, conservando la base del campanile. Nel 1868 (o 1878) l'aula venne interamente ricostruita in forme neoromaniche, e nel 1905 la chiesa venne consacrata e intitolata alla Santa Croce[15][133][134].
Parrocchiale. Una prima chiesa sorse nel 1434, consacrata nel 1455, con l'aggiunta (o la sopraelevazione) del campanile nel 1543. Dovette essere demolita e ricostruita nel 1870-76 perché fatiscente[56][135][136].
Parrocchiale. Una chiesa romanica sul posto sorse nel XII secolo, e viene citata nel 1310; nel 1368 venne sostituita da una costruzione gotica, ampliata poi nel 1465-66. Di questa struttura resta assai poco: la chiesa, divenuta santuario per associazione con la vicina cappella cimiteriale che era meta di pellegrinaggi, venne in gran parte ricostruita nel 1668-73 per accogliere il flusso di fedeli; nel 1681 venne aggiunta la galleria dell'organo, e nel 1767 venne rifatto il campanile (che conserva la base gotica)[139][140][141].
Costruita accanto a un eremo nel 1743; venne rimaneggiata nel 1841 (in quell'occasione fu rifatta anche la volta) e ulteriormente restaurata nel 1904 e nel 1981[139][140][142].
Cappella cimiteriale. Cappella di due piani (cripta sotto, cappella sopra), costruita e consacrata verso il 1400 per ospitare un'immagine della Madonna ritenuta miracolosa (trasferita, dal 1749, nella chiesa parrocchiale). Nel Seicento vennero aperte le tre finestre rotonde[139][140].
Citata nel 1340 ma certamente più antica; nel 1500 circa venne aggiunto il campanile a vela, e nei secoli si susseguirono vari rimaneggiamenti: l'ultimo nel 1855, quando vennero costruiti abside, volta e finestra meridionale in stile neogotico[143][144][147].
Parrocchiale. La consacrazione di una chiesa, forse costruita già nel XI secolo, è menzionata nel 1116; nel Due o nel Trecento questo primo edificio romanico venne dotato del campanile, in gran parte ricostruito verso il 1495. Poco dopo questa data venne rifatto il coro in stile gotico, e nel 1646 venne aggiunta la navata laterale. Nel 1774 un incendio comportò la ricostruzione della guglia del campanile[143][144][148].
Parrocchiale. Costruita verso il 1532, venne in gran parte distrutta da un incendio nel 1895, venendo quindi riedificata entro il 1899 e consacrata nel 1901[143][144][149].
Cappella tardogotica, costruita nel 1531 (data sopra al portale), secondo la tradizione per volere di Hildebrand (o Hilprant) Fuchs, signore del vicino Castel Giovo, salvato in mare durante un viaggio di ritorno dalla Terrasanta; la consacrazione è del 1562. Fu cappella del castello fino al 1790, quando i Fuchs, trasferitisi a castel Lebenberg, la cedettero alla parrocchia[143][144][152].
Costruita nel 1833-34 sia per la devozione al Sacro Cuore (a cui il Tirolo venne dedicato nel 1796), sia in onore di Andreas Hofer; alla consacrazione, celebrata nel 1899 dai vescovi di Bressanone e Salisburgo, presenziò anche l'imperatore Francesco Giuseppe. È stata restaurata nel 1978-81[143][144][153].
Una prima cappella, costruita per ospitare un'immagine miracolosa della Madonna, venne costruita intorno al 1739 e dovette essere ampliata già nel 1752 e nel 1764 per accomodare il considerevole afflusso di pellegrini. Chiusa per le disposizioni giuseppine verso il 1780, andò in rovina e nel 1848 il proprietario dell'adiacente albergo Mörrehof, Anton Raffl, la fece ricostruire[144][155].
Parrocchiale. Citata nel 1226 (e forse anche nel 1148), venne ricostruita in forme gotiche nel 1358 circa. Nel 1490 venne aggiunto il coro poligonale, nel 1541 venne innalzato il campanile, nel 1553 l'aula venne portata a due navate. Nel Seicento avviene un ulteriormente prolungamento della navata e un rialzamento della torre, così come il rimaneggiamento barocco dell'interno, con il rifacimento della volta e la costruzione della cantoria[143][157][158].
Cappella dello stabilimento termale dei Bagni di Mezzo; costruita nel 1840 al posto di una cappella attestata nel Seicento, e poi ampliata e decorata nel 1947[163][164]; al 2024 lo stabilimento è in rovina, e la cappella versa in stato di grave degrado.
Chiesa di Sant'Elena
Citata XIII secolo, edificio odierno XVI-XVII secolo
Citata nel 1278, venne rimaneggiata nel 1332, 1390 e 1563 (o 1533); nel 1677 venne ricostruita la navata (consacrazione 1698), poi ulteriormente allungata nel 1730, costruendo contestualmente sagrestia e cantoria; poco prima era stato eretto anche il campanile[163][165][166].
Parrocchiale. Una struttura romanica è citata per la prima volta nel 1143; venne ricostruita nel 1338 in forme gotiche, reimpiegando le mura della navata, con l'aggiunta del coro e del campanile odierni nel 1479 (consacrazione 1492). Nel 1820 il vestibolo venne incorporato nella navata, e nel 1989 venne ricostruito il rosone originario della facciata[165][163][167].
Cappella cimiteriale, eretta nel 1348. Una consacrazione è documentata nel 1492, e nel 1637 venne aggiunto il piano superiore; seicentesco è anche il campanile. Nel Novecento (1921 o 1959) il piano inferiore venne reimpiegato come monumento ai caduti[165][167].
Parrocchiale. La prima struttura, neogotica, venne consacrata nel 1828 e restaurata nel 1901. Divenne ben presto troppo piccola (aveva cinquanta posti a sedere), ma solo nel 1976-80 venne ampliata con l'aggiunta del nuovo corpo di fabbrica, consacrato nel 1984; contemporaneamente venne anche ricostruito il campanile[168][169][170].
Una delle poche chiese romaniche a pianta circolare sopravvissute nel Tirolo; costruita nel Duecento, faceva parte del primitivo castello di Scena (abbandonato nel 1346 in favore di quello attuale). Nel 1480 venne eretto il campanile, e nel 1591 fu necessario inserire un pilastro al centro della navata, per sostenere la volta danneggiata da un fulmine[168][171].
Parrocchiale. Edificata nel 1738-39 per volontà di Matthias Pircher, proprietario del vicino maso Brennhof, venne ampliata già nel 1746. L'intitolazione ai santi Giovanni e Paolo è documentata solo dal 1912[143][168][172].
Chiesa di Santa Maria Addolorata, o "chiesetta del Taser"
Vecchia parrocchiale, antichissima chiesa matrice per tutta la val Passiria, documentata nel 1150: parte di questa prima struttura romanica, come la base del campanile, è ancora esistente. Tra il 1370 e il 1402 venne rifatto il coro in stile gotico e aggiunta una cappella laterale a nord, dedicata a san Michele; nel 1403 venne riedificata la cappella laterale a sud, intitolata a san Giovanni; nel 1511-13 venne ricostruita la volta e venne aggiunta la cantoria; in periodo tardogotico venne anche rifatta la sommità della torre. Adibita a deposito dopo il completamento della nuova parrocchiale nel 1931 (la cui costruzione comportò la demolizione della cappella di San Michele), è stata restaurata nel 1975-81, riconsacrata, ed è in genere usata per matrimoni o altre celebrazioni famigliari[168][169][173].
Parrocchiale. Poiché a inizio Novecento la chiesa storica era divenuta troppo piccola, si decise di costruire un nuovo edificio, che venne addossato perpendicolarmente a quello vecchio. Il cantiere, avviato nel 1915, si interruppe quasi subito a causa della prima guerra mondiale, ripartendo solo nel 1926 e concludendosi nel 1931[168][169][173].
Chiesa di San Martino
Documentata XI secolo, edificio odierno XIII secolo
Chiesa cimiteriale romanica a due navate, costruita verso il 1290 al posto di un edificio precedente che esisteva sicuramente nel 1071; è stata restaurata nel 1922[168][169][173].
Costruita intorno al 1500 al posto di una preesistente cappella che era assai antica; venne dotata nel 1693 del cimitero, e dal 1723 fino al 1742 fu la chiesa parrocchiale del paese di San Felice (all'epoca chiamato Caseid)[176][177][178].
Parrocchiale. Edificata nel 1742 al posto di una struttura precedente, con l'aggiunta del campanile nel 1758; nel 1902 l'interno è stato rivisitato in forme neoromaniche. Dall'inizio dell'Ottocento il nome del santo patrono (san Felice, vescovo di Nola) divenne anche il nome del paese, che prima si chiamava Caseid[176][177][179].
Parrocchiale. Una prima chiesa, costruita e consacrata entro il 1210, sorse legata a un ospizio per viandanti documentato dal 1184; di questa struttura resta ancora il campanile, mentre il resto dell'edificio venne ricostruito in stile gotico verso nel Quattrocento (alcune fonti datano 1420 circa, con consacrazione 1432, altre 1469-81)[176][177][180].
Costruita probabilmente intorno a 1923. Dopo un periodo di progressivo degrado, la collisione con un camion nel 2014 fece crollare il campaniletto in pietra; entro l'anno seguente, grazie alle offerte comunitarie, venne rifatto il tetto e sostituita la torre con una in legno[181].
La prima chiesa, di cui resta il campanile, sorse in epoca romanica nel Duecento; il resto dell'edificio assunse l'aspetto attuale con un rimaneggiamento del 1603. Accanto ad essa si trovano i ruderi di un antico eremo[182][183][184].
Consacrata nel 1142, è una delle numerose chiese dedicate all'apostolo Giacomo il Maggiore costruite dal XI secolo lungo la via per Santiago. Nel 1380 venne aggiunto il campanile, la cui cella risale però al Settecento, mentre nel Quattrocento la chiesa venne riccamente affrescata dentro e fuori. Nel 1680 l'originale soffitto piano venne sostituito da uno a volte, per poi essere ripristinato con un restauro del 1956-58[182][183][185].
Citata nel 1286 (o 1288), sorse probabilmente in quel secolo sul sito di un antico luogo di culto pagano; il campanile è del 1690 circa, mentre nel 1762 venne rifatta la volta della navata[182][183][186].
Parrocchiale. Citata a partire dal 1194, epoca a cui risale gran parte del campanile (fino a sotto l'orologio). Entro il 1529 aula e coro vennero riedificati in forme tardogotiche; nel 1626 venne rialzata la sagrestia, nel 1670 venne sopraelevato il campanile, aggiungendo il segmento che ospita l'orologio, e poi ancora con l'aggiunta del tamburo ottagonale e della cupola a cipolla nel 1711. Nel 1712 venne rifatta la volta della navata, e nel 1750 venne aggiunta la cappella laterale[182][183][187].
Chiesa di San Martino
Documentata XII secolo, edificio odierno XVII secolo
Citata per la prima volta nel 1383, ma secondo il cronista dell'epoca Goswin von Marienberg esisteva già nel 1159; del primo edificio romanico non resta nulla, e anche del successivo gotico trecentesco rimane assai poco dopo una sostanziale ricostruzione del 1630 circa. Un restauro del 1985 ha ripristinato alcune finestre gotiche del campanile[182][183][188].
La navata è romanica, risalente al Duecento, completata con il coro gotico nel Cinquecento; della stessa epoca di quest'ultimo è anche la cima del campanile (cella e cuspide), mentre la voltatura dell'interno è seicentesca. La chiesa è addossata alla canonica, essendo quindi priva di facciata[182][183][189].
Cappella cimiteriale a due piani (sotto la cripta, sopra la cappella vera e propria), citata dal 1233 e ricostruita verso la fine del Quattrocento[182][183][187].
Posta ai piedi del Vorbichl, è citata per la prima volta nel 1305. Chiesa molto ricca e meta di pellegrinaggi, venne chiusa al culto per le disposizioni giuseppine, andando quindi in rovina; ne restano le mura perimetrali, con una piccola edicola votiva annessa[193][194].
Chiesa del convitto-seminario Johanneum, fondato dal principe vescovo di TrentoGiovanni Nepomuceno de Tschiderer, a cui venne aggiunta nel 1908-11. La struttura ha chiuso nel 2001; la trasformazione in casa di riposo, avviata nel 2009, si è risolta con un nulla di fatto, e l'intero complesso è da allora abbandonato ed esposto al degrado[195][196][197].
Parrocchiale. La parrocchia è citata nel 1164 e nel 1182, ma è probabile che la sua fondazione sia ben precedente; anticamente copriva un territorio molto vasto, che includeva persino la città di Merano. Verso il 1370 (o a metà Quattrocento secondo altre fonti) venne rifatto il coro; nel Seicento vennero aggiunti, al campanile romanico, il tamburo e la cupola; nel 1856 venne interamente ricostruita l'aula, divenuta nel frattempo troppo piccola e anche fatiscente[195][196][198].
Indagini archeologiche hanno evidenziato l'esistenza sul posto di una chiesa paleocristiana risalente al V-VI secolo. Un secondo edificio sorse in epoca carolingia, tra la fine dell'VIII e l'inizio del IX secolo, e la prima citazione documentale è del 1178. La cuspide del campanile è del 1270; nei secoli la chiesa ha subito importanti modifiche, tra cui l'aggiunta della navata laterale nel Quattrocento[195][196][199].
Citata nel 1332, venne in gran parte ricostruita intorno al 1470 (consacrazione 1472), reimpiegando le mura della navata precedente. La tettoia in legno sulla facciata è un'aggiunta di inizio Novecento[195][196][200].
Cappella di Castel Tirolo, costruita insieme con tutto il maniero intorno alla metà del XII secolo; è in realtà una cappella doppia, disposta su due piani, con quella inferiore intitolata a san Pancrazio, e quella superiore, riservata ai nobili, è consacrata a sant'Elisabetta di Turingia; sotto alla cappella si trova anche una cripta, luogo di sepoltura dei signori di Tirolo fino all'epoca di Mainardo II[196].
Cappella di Castel San Zeno, curiosamente asimmetrica, con due absidi di diverse dimensioni entrambe collocate sulla parete orientale; fondata nel V secolo, venne trasformata in cappella palatina su due piani durante i lavori al maniero tra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento. In origine dedicata ai santi Zeno e Valentino, quest'ultimo poi sostituito da santa Geltrude[196].
Considerata tradizionalmente la chiesa più antica della val d'Ultimo, è citata però solo dal 1278 (o 1390); i muri della navata potrebbero risalire ancora a questo primo edificio, mentre il coro venne aggiunto nel 1492 e nel Cinque o nel Seicento venne rimaneggiata la navata, rifacendo tra l'altro la voltatura. Era presente una cantoria, demolita nel 1980[203][206].
Parrocchiale. Citata nel 1338, verso il 1500 vennero rifatti il campanile e l'arco santo, e nel 1785 venne allungata la navata e rifatta la volta[203][204][207].
Santuario (o chiesa, o cappella) di Nostra Signora
Fondata XVI o XVIII secolo, edificio odierno XX secolo
Una prima chiesetta venne costruita nel 1570 circa (o nel 1738 secondo altre fonti). Collassata per il peso della neve sul tetto nell'inverno del 1950-51, venne ricostruita più grande e leggermente spostata nel 1952[204][203].
Parrocchiale. Citata in un documento papale del 1278 e ricostruita a inizio Trecento, di questa prima chiesa sopravvivono il campanile e parte del muro della navata. A fine Quattrocento venne realizzato il coro gotico, più tardi venne voltata a botte la navata, e nel 1843-44 venne prolungata l'aula, poi ulteriormente ingrandita con l'aggiunta di una navata laterale nel 1926[203][204][208].
Parrocchiale. Citata a partire dal 1330; nel 1484 vi un grande rimaneggiamento gotico che comportò il rifacimento del coro, il rialzamento del campanile e l'inserimento di due portali in navata. Nel 1521 venne costruita la sagrestia a sud, e nel 1747 la chiesa venne rimaneggiata in forme barocche, rifacendo volta e finestre della navata e aggiungendo la cantoria e la cappella laterale[209][211].