Gli edifici sono elencati in liste suddivise per comune; includono tredici chiese consacrate (sebbene non tutte officiate regolarmente), a cui si aggiungono alcune cappelle. Gli edifici di culto consacrati appartengono tutti alla confessione cattolica e fanno parte dell'arcidiocesi di Trento.
Citata come "chiesetta campestre" nel 1580. Nel 1836 un'epidemia di colera colpì il Trentino, risparmiando Andalo; entro il 1839 la chiesetta venne quindi ricostruita più grande, come ringraziamento a Dio e a san Rocco[1].
Nel 1504 è citato un piccolo edificio che doveva risalire alla seconda metà del XV secolo; questo venne ampliato (o ricostruito) nel 1536, e poi riedificato ancora nel 1782-83. Il campanile subì danni durante la prima guerra mondiale; venne restaurato insieme con tutto l'edificio 1926-32, e sopraelevato; un altro restauro seguì nel 1950-57. È stata parrocchiale dal 1942 fino alla costruzione della nuova chiesa, omonima e adiacente[2].
Parrocchiale. Costruita nel 1847-49 per far fronte all'aumento della popolazione locale, situata in quella che fu la frazione Mattè; i lavori cominciarono il 10 agosto, memoria di san Lorenzo, che venne quindi scelto come patrono. [5].
Chiesa cimiteriale. Il suo nucleo più antico, assieme al campanile, risale al XIII secolo; l'edificio venne notevolmente ampliato nel 1546-47, e nel 1744 venne riedificata la sagrestia. Essendo distante dal centro abitato, subì il furto di tutti gli arredi nel 1838, e nel 1868 venne danneggiata da un incendio. Il restauro, con conseguente riapertura al culto, avvenne nel 1874, ma nel 1971, a seguito di un'altra spoliazione, cadde in abbandono, terminato con un restauro nel 2002[6].
Chiese scomparse
Cappella dei Santi Fabiano e Sebastiano, o cappella Malfatti
Citata XVI secolo
Maso Canton
Esistente nel Cinquecento (vi venivano celebrati matrimonio fino al 1593); l'epoca della sua scomparsa è ignota[7]
Comune di Fai della Paganella
Esterno
Interno
Nome
Periodo storico
Ubicazione
Informazioni
Chiesa di Santa Libera, o della Madonna della Libera, o di Santa Libera e dell'Addolorata
Parrocchiale. Risalente alla prima metà del XIII secolo, ma documentata a partire dal 1365; l'edificio venne totalmente ricostruito nel 1790-94, e nel 1865 venne rialzato il campanile[9].
Risalente forse al XV secolo e situata a Cortalta, la parte più antica dell'abitato di Fai, venne demolita nel 1790 e il materiale utilizzato per la ricostruzione della parrocchiale di San Nicolò[10].
Parrocchiale. La costruzione venne avviata entro il 1616 e completata nel 1630, aggregandola ad una torretta costruita dai conti Flavon nel XII secolo che venne reimpiegata come campanile; nel 1939-40 venne costruita la chiesa attuale, e nel 1948 venne demolita quella precedente, salvando solo il campanile che si trova quindi isolato in mezzo alla piazza. La chiesa venne gravemente danneggiata da un incendio nel 1976[12].
Chiesa cimiteriale, citata nel 1300, e risalente alla fine del Duecento; l'edificio venne pesantemente rimaneggiato nel 1530-36. Nei secoli seguenti venne sottoposta a diversi restauri, e subì anche un periodo di abbandono tra il 1695 e il 1768[13].
Parrocchiale. Costruita tra il 1867 e il 1875 per sopperire alla crescita della popolazione, demolendo parte della vecchia chiesa di San Vigilio e spostando il cimitero. Dovette essere sottoposta a restauro nel 1977-78, poiché gravemente danneggiata da una scossa di terremoto nel 1976[17].
Una chiesa pievana è attestata a Spormaggiore indirettamente nel 1288, e direttamente nel 1309. Questo edificio venne ricostruito nei primi anni del Cinquecento, entro il 1537; nel 1719 venne aggiunta una cappella laterale dedicata alla Madonna per volontà dei conti Spaur. Nel 1868 l'abside e la sagrestia della chiesa, ormai insufficiente per contenere i fedeli, vennero demolite per far spazio alla nuova parrocchiale, a cui è collegata. La chiesa di San Vigilio venne ridotta a deposito fino al 1913, anno in cui venne restaurata e riaperta al culto[19].
Simone Weber, Le chiese della Val di Non nella storia e nell'arte, III - I decanati di Taio, Denno e Mezzolombardo, Mori, La Grafica Anastatica, 1992 [1937].