Il Governo Fortis I è stato il quarantaduesimo esecutivo del Regno d'Italia, il primo guidato da Alessandro Fortis.
Esso, nato in seguito alle dimissioni del governo precedente, è stato in carica dal 28 marzo[1] al 24 dicembre 1905[2] (sebbene già dimissionario dal precedente 18 dicembre), per un totale di 271 giorni, ovvero 8 mesi e 26 giorni.
Compagine di governo
Appartenenza politica
Situazione parlamentare
NOTA: Nonostante ormai le dinamiche parlamentari sulla fiducia (che venivano spesso attuate indirettamente e tramite vari ordini del giorno), avevano ormai portato ad una prassi di forte rilevanza stratificata e abbastanza consolidata dell’organo legislativo e della Monarchia parlamentare, con un’evidente evoluzione in senso democratico della responsabilità politica, essa fu ciononostante solo una convenzione costituzionale. Ufficialmente infatti, ai tempi del Regno d'Italia, poiché secondo lo Statuto Albertino il governo rispondeva concretamente al solo Re (il quale, dando egli stesso una prima fiducia al governo, aveva il potere di far resistere l’esecutivo ad un voto della Camera dei deputati, come volte fece), il rapporto con il Parlamento in senso moderno non era pienamente obbligatorio (ed in tal senso vari sono stati i casi di formazione o sopravvivenza di un governo palesemente privo di tale supporto), pur diventato orami fondamentale (e più affine alla forma moderna solo successivamente, specie con l’ascesa dei partiti di massa e con l’introduzione del sistema proporzionale). Per questo motivo, il grafico sottostante espone, secondo ricostruzioni e dichiarazioni, nonché secondo la composizione del governo ed anche secondo il voto effettivamente subìto, il supporto che questo ha ottenuto a fini puramente enciclopedici e storici, tenendo conto della facile mutevolezza delle forze politiche e del contesto storico-politico.
Composizione
Cronologia
- 24 marzo - Il governo giura dinnanzi al Re.
- 18 novembre - Il governo adotta un regio decreto per l’esecuzione di un accordo commerciale provvisorio tra Italia e Spagna che, fra le varie disposizioni, prevedeva anche la più facile esportazione della seta, della canapa e del marmo in cambio di una riduzione dei dazi sul vino d’origine iberica.
- 13 dicembre - La Camera dei Deputati inizia la discussione del regio decreto giungendo, dopo accesissimi dibattiti, alla programmazione del voto finale per il 17 dicembre.
- 17 dicembre - Il voto finale sul disegno di legge viene collegato, per via della presentazione di un ordine del giorno a firma di Carlo Gorio, alla stessa fiducia nel governo. Richiesta la divisione, l’ordine del giorno viene approvato con 253 favorevoli (190 contrari, 2 astenuti, 63 non votanti), mentre il voto sul disegno di legge viene sonoramente respinto con 273 contrari (135 favorevoli, un astenuto, 99 non votanti).
- 18 dicembre - Preso atto del voto contrario, seppur sul solo disegno di legge, il Presidente del Consiglio Fortis rassegna le dimissioni dinnanzi al Re. Questi, tenendo conto dell’assenza di un effettivo voto di sfiducia, le accetta, riconferendo l’incarico nuovamente a Fortis.
- 24 dicembre - Con il giuramento del nuovo esecutivo, termina ufficialmente l’esperienza di governo.
Bibliografia
- Parlamenti e Governi d’Italia (dal 1848 al 1970) - Vol. II - Francesco Bartolotta - Vito Bianco Editore - 1971
Note
- ^ Il nuovo Ministero, 29 marzo 1905, p. 1.
- ^ Il giuramento dei nuovi ministri, su archiviolastampa.it, 25 dicembre 1905, p. 1.
- ^ Viene qui riportata la situazione parlamentare solo di questa camera (e non anche del Senato del Regno) poiché, sebbene entrambe partecipassero al processo di controllo del rapporto con l'esecutivo, per convenzione costituzionale in caso di disaccordo era la decisione della camera bassa a prevalere, risultando essere la posizione ufficiale del Parlamento nella sua totalità.
- ^ Poiché all'epoca del Regno d'Italia la figura del Presidente del Consiglio era vista come una figura mediatrice e coordinatrice piuttosto che dirigenziale rispetto all’esecutivo, e dunque senza una costituzione autonoma, il detentore era più identificato con il ministero da egli detenuto piuttosto che dalle sue funzioni, e per questo non vi era mai stata la necessità di nominare un sottosegretario specifico, ma il Capo di governo si serviva del proprio sottosegretario ministeriale.
- ^ a b c Affiliato alla Sinistra storica.
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