Ministero dell'interno
Il Ministero dell'interno è un dicastero del governo italiano. Ha competenza sull'ordine pubblico nella sua qualità di massima autorità nazionale di pubblica sicurezza. L'attuale ministro è Matteo Piantedosi, in carica dal 22 ottobre 2022. StoriaIl Ministero dell'interno è tra i dicasteri più antichi presenti nel governo del Regno di Sardegna. Esso è passato pressoché indenne alla crescita notevole di funzioni assunte dopo l'Unità d'Italia, dal 1861 del nuovo Stato. Attesa l'assenza di qualsiasi cenno del capo del Governo nello Statuto Albertino, il Ministero si caratterizzò sin dagli esordi per una sua preminenza sulla Presidenza del Consiglio. Durante la costruzione dello Stato unitario il Ministero dell'interno ha rappresentato un modello fortemente accentrato con una progressiva accentuazione dei poteri centrali, voluta dai primi statisti piemontesi al fine di irrobustire un ordinamento statuale allora visto come troppo variegato. Insieme al Ministero delle finanze, il dicastero dell'interno è stato uno dei pilastri sui quali si è costruita l'unità nazionale italiana. Le funzioni del ministero vennero uniformate a quelle del sistema francese dei Prefetti, con sede provinciale quale autorità di diretta emanazione del Governo. Le attribuzioni del prefetto furono la conseguenza che l'allora Governo, rappresentato dalla Destra storica liberale, pose per unificare l'Italia. Fu il ministro Ricasoli nel 1861 con i "decreti di ottobre", che pose la prima pietra per un marcato accentramento. Nei primi decenni dell'Unità d'Italia le Prefetture assicurarono un ferreo controllo delle realtà locali, rappresentando anche le istanze al Governo centrale. Spesso i Prefetti erano gli unici uffici periferici presenti in varie zone d'Italia. Il Ministero venne riorganizzato nel 1870 dal ministro Lanza e poi nel 1874 e nel 1877, quale primo Governo della sinistra del Partito Liberale. In quegli anni il dicastero assunse le funzioni di polizia, distinte in polizia giuridica, ossia la pubblica sicurezza e i penitenziari, e la polizia sociale, intesa quali uffici di sanità pubblica, allora dipendenti da tale organo. Verso la fine del XIX secolo il ministro Crispi rafforzò il ministero e le prefetture. Negli anni successivi il ministro Antonio di Rudinì decentrò talune funzioni, affidando alle Prefetture varie attribuzioni prima di competenza del Ministero. Con Giolitti il Ministero divenne lo strumento chiave della sua azione politica. Su comuni e province, in particolare sulla tutela dell'ordine pubblico, venne attuato un controllo vigile e severo. In ambito sanitario venne fatto uno sforzo di razionalizzazione delle leggi sanitarie del 1913 con il cosiddetto "codice sanitario". Sul lato sociale i prefetti furono utilizzati nella difficile mediazione dei conflitti di lavoro, o delle condizioni dei lavoratori, collaborando con l'Ufficio governativo del lavoro, o per la municipalizzazione dei servizi essenziali quali tranvie, rete di illuminazione, asili infantili, ecc. Anche in questo caso crebbero i compiti e la stessa amministrazione. Con la guerra mondiale del 1915-1918 pur gestendo i compiti ordinari di sicurezza, ordine pubblico e sanità in situazioni belliche, non ne venne modificato l'assetto complessivo. Con il fascismo poco venne cambiato. Unica nota fu che con la legge n. 1601 del 3 dicembre 1922, la Direzione generale delle carceri e dei riformatori passò al Ministero di grazia, giustizia e culti. Mussolini in genere lo riservò a sé, ma il Ministero perse progressivamente il ruolo guida dell'apparato amministrativo statale. Nel 1931 al Ministero venne affidata la Direzione generale del fondo per il culto e del fondo di beneficenza e religione della città di Roma, nonché la Direzione generale degli affari del culto, in precedenza del Ministero di grazia e giustizia. Tuttora tali uffici dipendono dal Ministero dell'interno. Con la caduta del fascismo, il cambiamento istituzionale e la nascita della Repubblica il Ministero dell'interno conobbe un'evoluzione. Il tema principale è rappresentato dall'istituzione delle Regioni negli anni settanta e dal progressivo trasferimento di competenze. Si modifica anche la veste del Ministero, o meglio viene rivisitata la sua veste già sottolineata da Giovanni Giolitti decenni prima. Infatti, venne rafforzato il suo ruolo nella protezione sociale, e insieme al Ministero del lavoro ha assunto il ruolo chiave delle politiche di Welfare, assicurando il sostegno alle categorie socialmente deboli, e garantendo gli interventi in caso di calamità: si pensi alle pensioni d'invalidità a tutt'oggi erogate dal Ministero dell'interno, nonché alle vecchie direzioni di assistenza pubblica e quella dei servizi civili. L'importante settore della sanità pubblica (Direzione generale della sanità pubblica, che con decreto luogotenenziale 417/45 era stato denominato alto commissariato per l'igiene e la sanità pubblica posto alle dipendenze della Presidenza del Consiglio[3]) venne espunto al Ministero nel 1958 con l'istituzione del Ministero della sanità. Similmente avvenne nel 1974 con la nascita del Ministero dei beni culturali e ambientali, per la quale il Ministero dell'interno contribuì cedendo gli Archivi di Stato. Negli anni ottanta venne poi istituito Dipartimento della Protezione Civile, retto da un ministro senza portafoglio, ma basato sull'organizzazione del dicastero. Col tempo venne riorganizzato l'assetto centrale del Ministero e il numero delle Direzioni Generali passò da 7 a 5. Inoltre, con la legge n. 121/1981 fu riformata la Polizia di Stato, trasformando la Direzione Generale della Pubblica Sicurezza in Dipartimento, anticipando la futura struttura dipartimentale. Con la riforma Bassanini degli anni novanta viene attuato il complessivo processo di riorganizzazione del sistema amministrativo e del Ministero. In particolare il D. Lgs. n. 300/1999 ne dispose la ristrutturazione in Dipartimenti. Inoltre, è stata riformata l'organizzazione delle prefetture denominate ora Prefetture-Uffici Territoriali di Governo. Col completamento della riforma il Ministero ha oggi un compito di amministrazione "generale", quale raccordo tra centro e periferia, in particolare per la tutela delle funzioni fondamentali e di sicurezza dei cittadini. FunzioniIl ministro dell'interno è il vertice politico dell'amministrazione dell'interno. Da lui dipendono la Polizia di Stato, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco e i prefetti. Egli è inoltre componente del Consiglio supremo di difesa. Le principali funzioni del ministero sono regolate dal decreto legislativo 30 luglio 1999, nº 300[4] e consistono nell'assicurare:
Attualmente, i suoi compiti sono disciplinati dai decreti del presidente della Repubblica 5 giugno 1976 n. 676 e 7 settembre 2001 n. 398. Il ministro dell'interno è inoltre autorità di pubblica sicurezza, a norma dell'art. 1 della Legge 1 aprile 1981, n. 121. OrganizzazioneGli uffici del Ministero dell'interno possono classificarsi secondo la seguente suddivisione:
Presso il dicastero opera il personale dell'amministrazione civile dell'interno - dipendente dal Dipartimento per le politiche del personale dell'amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie - con compiti amministrativi anche di elevato profilo professionale. Tale personale consta di circa 20.000 dipendenti distribuiti nelle diverse qualifiche (ausiliari, assistenti, funzionari e dirigenti) e con diverse specializzazioni. SedeIl Ministero dell'interno ha sede a Roma nel Palazzo del Viminale dal 1925. Fino a quel momento il Ministero, insieme con la Presidenza del Consiglio, aveva sede a Palazzo Braschi. Il Viminale fu commissionato nel 1911 da Giolitti all'architetto Manfredo Manfredi, progettato appositamente come sede con funzioni governative. Fu inaugurato ufficialmente il 9 luglio 1925. Il Palazzo del Viminale, nei suoi 5 piani, ha centinaia di stanze, collegate da una serie di itinerari incrociati. Degni di nota sono l'imponente ingresso a tre fornici del Palazzo della Presidenza, lo scalone d'onore del Palazzo degli Uffici, la sala del Consiglio dei Ministri ed il salone di ingresso dello scalone al piano nobile con le decorazioni in legno pregiato, marmi e stucchi. Nel 1961 la sede della Presidenza del Consiglio fu separata da quella del Ministero dell'interno e portata a Palazzo Chigi, ove ancor oggi si trova. Classificazione degli ufficiUffici centraliA livello centrale il Ministero è organizzato, secondo le disposizioni del DPR n. 398 del 7 settembre 2001, che ha accorpato le vecchie direzioni generali in cinque Dipartimenti, come modificato dal DPR 24 novembre 2009, n. 210 recante Disposizioni relative all'organizzazione degli uffici centrali di livello dirigenziale generale del Ministero dell'interno ed al personale dell'amministrazione civile dell'interno, per l'attuazione dell'articolo 1, comma 404-416, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e dell'art. 74 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133., in GURI n. 22 del 28 gennaio 2010,:
L'attività di controllo amministrativo è affidata al servizio di controllo interno, che valuta l'azione amministrativa in rapporto agli indirizzi politici. Uffici perifericiIl Ministero dell'interno è strutturato in maniera alquanto complessa a livello territoriale, per via dei compiti di rappresentanza politica del Governo e di ordine pubblico cui assolve. Questi sono gli uffici principali:
Enti e corpi alle dipendenzeCorpo prefettizioDal Ministero dell'interno dipende il Corpo prefettizio, che ne costituisce la dirigenza civile, con compiti di rappresentanza generale del Governo sul territorio nazionale; la figura apicale del Corpo prefettizio è costituita dal prefetto. Accanto al Corpo prefettizio (costituito da circa 1.500 unità fra consiglieri, viceprefetti aggiunti, viceprefetti e prefetti) operano i dirigenti contrattualizzati dell'area 1. Polizia di StatoDal ministro dell'interno dipende la Polizia di Stato, quale corpo civile ad ordinamento speciale con compiti di pubblica sicurezza e gestione dell'ordine pubblico. Il Capo della Polizia, che è un prefetto, assume la veste di capo del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. La Polizia di Stato consta di circa 100.000 effettivi. Vigili del fuocoSempre dal ministro dell'interno dipende direttamente il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, quale corpo ad ordinamento civile con compiti di difesa civile, servizio di soccorso pubblico e di prevenzione ed estinzione degli incendi su tutto il territorio nazionale. Il personale dei vigili del fuoco ammonta a circa 32.000 effettivi. Segretari comunali e provincialiLa categoria dei segretari comunali e provinciali, dal 1928 è posta alle dipendenze del Ministero dell'interno. Nel 1997, con la legge 15 maggio 1997, n. 127 (cosiddetta legge Bassanini-bis), i segretari sono stati inquadrati in un apposito albo professionale pubblico, un primo tempo gestito da un'apposita Agenzia autonoma per la gestione dell'albo dei segretari comunali (AGES), ma con la legge 30 luglio 2010 n. 122, l'Agenzia è stata soppressa, e l'albo è oggi nuovamente gestito direttamente dal Ministero dell'interno. In sede di prima applicazione, vi provvede attraverso una unità di missione e le strutture ancora funzionanti della disciolta agenzia, in attesa di un inquadramento definitivo della funzione fra gli uffici ministeriali. Enti vigilatiIl Ministero dell'interno vigila sui seguenti enti:
Fino al 2011 ha vigilato sull'Istituto nazionale di beneficenza Vittorio Emanuele III, ente attivo nel campo della beneficenza agli ex ufficiali ora vigilato dal Ministero della difesa[6]. Elenco dei ministriDal 1861, col governo Cavour fino al governo De Gasperi: Dal 1946, col governo De Gasperi II, ad oggi: Note
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