Queste sepolture diedero origine a un cimiteroad martyres (non lontano sorgeva anche il mausoleo imperiale di San Vittore al Corpo, il cui nome richiama questo cimitero)[2]. Per questa presenza la basilica venne dedicata ai martiri, da cui il nome originario paleocristianobasilica martyrum: lo stesso Ambrogio vi ripose le reliquie dei santi martiri Gervasio e Protasio[2]. Sant'Ambrogio stesso vi venne sepolto (397) e molti anni dopo, tra il IX e il XI secolo, la basilica cambiò nome assumendo quello attuale[3].
Con sant'Ambrogio iniziò infatti un programma di costruzione di basiliche dedicate alle varie categorie di santi: una basilica per i profeti (la basilica prophetarum, in seguito ridenominata basilica di San Dionigi), una per gli apostoli (la basilica apostolorum, che poi prese il nome di basilica di San Nazaro in Brolo), una per i martiri (la basilica martyrum, che divenne in seguito la basilica di Sant'Ambrogio), una per le vergini (la basilica virginum, ridenominata poi basilica di San Simpliciano). Erano infatti dedicate ciascuna ad una diversa famiglia di santi, dato che non esisteva ancora l'usanza di intitolare le chiese a un solo santo. Queste quattro basiliche sono conosciute con il nome di "basiliche ambrosiane".
La basilica attuale rispetta scrupolosamente la pianta dell'antica basilica paleocristiana voluta da Ambrogio: tre navateabsidate senza transetto con quadriportico antistante[2][3]. La basilica paleocristiana possedeva un tetto di legno, con la parte centrale a doppio spiovente e le due parti laterali a spiovente singolo[2]. Dell'antica basilica paleocristiana, oltre alla pianta, è rimasto molto poco: una base di una colonna della navata sinistra, l'ornato della porta d'ingresso, che è conservato al Museo diocesano di Milano, il sarcofago di Stilicone, le colonne che sorreggono il ciborio sopra l'altare e i resti della decorazione del coro, oggi conservate presso l'antiquarium del Tesoro della basilica[2].
Nel 784[4] l'arcivescovo di Milano Pietro I fondò un'abbazia benedettina, approvata da Carlo Magno nel 789. A questa fu aggiunta una canonica, che doveva servire le necessità della comunità laica della città. Il vescovo Angilberto II (824-859)[5] fece aggiungere una grande abside, preceduta da un ambiente sovrastato da volta a botte, sotto il quale si svolgevano le funzioni liturgiche. Nello stesso periodo, il catino dell'abside venne decorato da un grande mosaico ancora esistente[N 1], il Redentore in trono tra i martiri Protasio e Gervasio e con gli arcangeli Michele e Gabriele, corredato da due episodi della vita di Sant'Ambrogio. A questo periodo risale il campanile di destra (quello più basso)[6] ispirato a quello della Basilica di San Pietro a Roma costruito qualche tempo prima. Al ciborio[5], di epoca ottoniana (fine IX secolo-inizio X secolo[7]), vennero aggiunti quattro fastigi con timpano, decorati con stucchi nel X secolo ed ancora eccellentemente conservati. Sotto il ciborio venne collocato l'altare di Sant'Ambrogio[5], capolavoro dell'oreficeria carolingia, in oro, argento, pietre preziose e smalti, quale vistoso segnale della presenza delle reliquie dei santi, collocate al di sotto dell'altare stesso e visibili da una finestrella sul lato posteriore.
Il rifacimento in stile romanico
La basilica ha preso il definitivo aspetto tra il 1088 e il 1099[8] quando, sulla spinta del vescovo Anselmo III da Rho, venne radicalmente ricostruita secondo gli schemi dell'architettura romanica. Venne mantenuto l'impianto a tre navate (senza transetto) e tre absidi corrispondenti, oltre al quadriportico,[7] anche se ormai quest'ultimo non serviva più a ospitare i catecumeni, trasformandosi in luogo di riunione[7]. Gli interventi dell'XI secolo comportarono inoltre la realizzazione delle volta della navata centrale, in sostituzione di una precedente copertura in legno.[7] Le volte delle navate laterali risalgono invece a un periodo precedente.[7] Tra il 1128 e il 1144[9] venne innalzato il secondo campanile, quello più alto a sinistra della facciata, detto dei canonici. Il tiburio fu aggiunto verso la fine del XII secolo ma crollò ben presto (6 luglio 1196): venne subito ricostruito[7], con la particolare conformazione esterna caratterizzata da gallerie con archetti pensili su due registri sovrapposti.
Il 4 agosto del 1258 la basilica divenne teatro della pace di Sant'Ambrogio, che pose fine alle lotte intestine del Comune di Milano tra nobili (Commune militum) e popolo (Commune populi)[10].
Inizialmente furono i Benedettini ad occuparsi dell'amministrazione della basilica e fu per loro conto che Donato Bramante nel 1492 ottenne l'incarico di progettare la nuova canonica, ricostruendo alcune parti del monastero, risistemando la disposizione delle cappelle nella basilica e realizzando i chiostri di Sant'Ambrogio. I Benedettini rimasero sino al 1497 quando vennero sostituiti dai Cistercensi dell'abbazia milanese di Chiaravalle, che promossero numerose iniziative culturali, tra cui l'apertura al pubblico della grande biblioteca monastica[13].
Monsignor Gerolamo Comi, primo prevosto-abate della basilica, chiese a papa Pio X di restaurare l'antica forma del capitolo locale, composto originariamente da diciotto canonici ordinari e da nove canonici minori (o "Beneficiati"). Pio X, il 5 aprile 1908, col breve "In persona Petri" restaurò il capitolo ex integro, concedendo inoltre ai membri della medesima istituzione il titolo di "nobili palatini". Il medesimo breve concesse inoltre allo stemma del capitolo della basilica l'uso dell'aquila a due teste, simbolo e qualifica dell'essere una basilica imperiale col motto Dominus Adjutor Meus.
La basilica venne pesantemente colpita dai bombardamenti di Milano del 1943, che distrussero soprattutto la parte esterna del quadriportico, danneggiando la cupola della basilica, il mosaico alle spalle dell'altare ed altre parti esterne della basilica. Negli anni successivi ebbero inizio i restauri, guidati da Ferdinando Reggiori, che negli anni cinquanta riportarono la basilica al suo antico splendore[18].
Le ricerche archeologiche, collegate ai lavori di scavo per la costruzione di un parcheggio sotterraneo, nell'area accanto alla basilica, e iniziate a partire dal 2005, hanno permesso la scoperta di una novantina di tombe riconducibili al cimiteroad martyres, posto al di fuori delle mura romane di Milano, di età tardo romana (IV - V secolo d.C.), ritrovate a circa 3,5-4 metri di profondità; si tratta di sepolture povere, senza corredo o strutture tombali, segnalate dalla presenza di ossa[19].
I resti paleocristiani
La chiesa di santa Valeria
Poco lontano dalla basilica di Sant'Ambrogio si trovano i resti della chiesa paleocristiana di Santa Valeria, la cui costruzione è anteriore al VII secolo[2]. Demolita nel 1786, sorgeva dove in epoca romana era presente il già citato cimiteroad martyres, ovvero il camposanto dove erano sepolti i cristiani martirizzati dalle persecuzioni romane; nei pressi del cimitero e della chiesa di Santa Valeria fu poi innalzata, come già accennato, la basilica martyrum, denominazione poi cambiata in "basilica di Sant'Ambrogio"[2]. Dedicata a santa Valeria, moglie di san Vitale e madre dei santi Gervasio e Protasio, la chiesa aveva dimensioni 7,50 m x 7,25 m ed era caratterizzata da vari ambienti destinati a tombe[2]. Il sito archeologico, che si trova in via Santa Valeria ai numeri civici 3 e 5 e che è visitabile su richiesta, è costituito dalle fondazioni e da alcuni tratti di muro fuori terra, con le prime costituite da ciottoli e malta e i secondi formati da file di mattoni[2].
Il sacello di San Vittore in ciel d'oro ha una pianta trapezoidale ed è fornito di una cripta[2]. Quando era una piccola cappella indipendente era provvista di un'abside che chiudeva lo spazio rivolto verso l'interno della basilica[2].
I muri perimetrali del sacello di San Vittore in ciel d'oro sono costituiti da una parte interna formata da malta e ciottoli e da una parte esterna da file di mattoni[2]. Le decorazioni sono notevoli, su cui spicca la volta totalmente ricoperta da un mosaico che è costituito da tessere rivestite d'oro[2]. Al centro del mosaico è presente, sempre rappresentato con un mosaico, un busto di san Vittore contornato da un nastro impreziosito da un rubino e arricchito dai frutti delle quattro stagioni[2]. Le pareti laterali sono invece di un blu intenso[2]. Su di esse sono rappresentati sei santi, ovvero sant'Ambrogio, san Gervasio, san Protasio, san Materno, san Nabore e san Felice; quella di sant'Ambrogio è la più antica raffigurazione conosciuta del santo milanese[2].
La cripta di san Satiro
Come già accennato il sacello di San Vittore in ciel d'oro è provvisto di uno spazio sotterraneo che è chiamato "cripta di san Satiro". Un tempo ospitava le salme di san Satiro e di san Vittore[2]. Attualmente ospita alcuni sarcofagi traslati nel IX secolo dalla chiesa di San Vittore al Corpo rappresentando il cella memoriae di san Satiro e di san Vittore[2]. La cripta di san Satiro, per la maggior parte, è stata realizzata nel Medioevo: l'unica parte risalente all'epoca paleocristiana è la parete sinistra, che è realizzata in mattoni disposti in fila oppure con accostamento opus spicatum[2].
Mappa della Milano paleocristiana
Architettura
Generalità
Particolare dell'esterno con il paramento murario in mattoni con inserti in pietra
Scorcio dell'interno
Il materiale di costruzione del complesso della basilica di sant'Ambrogio è di provenienza locale ed è "povero", visto che è principalmente costituito da mattoni di diversi colori, pietra e intonaco bianco[21].
Della chiesa originale paleocristiana del IV secolo, la nuova basilica dell'XI secolo ereditò scrupolosamente la pianta: tre navateabsidate senza transetto con quadriportico antistante; la pianta interna della basilica è longitudinale e (se si escludono le absidi) ha le stesse dimensioni del portico antistante[13].
La basilica di Sant'Ambrogio appare oggi come un caso isolato di modello per il romanico lombardo, poiché altri esempi paragonabili (come le cattedralidi Pavia, di Novara e di Vercelli) sono ormai andati distrutti o radicalmente trasformati[22]. Di sicuro fu un esempio per i successivi sviluppi dell'architettura romanica nell'area di influenza lombarda che allora superava i confini regionali moderni, comprendendo anche parti dell'Emilia e del Piemonte[22].
Risalente al XII secolo, il tiburio di Sant'Ambrogio divenne un modello per quelli successivamente costruiti nell'area lombarda. Collocato in corrispondenza della quarta campata, ne riveste la cupola; di forma ottagonale, presenta due ordini di logge cieche[7] e decorazioni effettuate con varie disposizioni di mattoni[23].
La pianta
La pianta della basilica di Sant'Ambrogio ha forma rettangolare e presenta la stessa larghezza del quadriportico[24]. L'interno è diviso in tre navate che terminano ciascuna con un'abside, con quella centrale che è di dimensioni maggiori di quelle laterali, visto che la larghezza della navata centrale è circa il doppio di quella delle due navate laterali[24]. La navata centrale è composta da quattro campate, con l'ultima che è sormontata da una cupola e le altre tre da volte a crociera provviste di costoloni[24].
Le due navate laterali sorreggono i matronei e posseggono delle campate che sono più piccole[7] - nello specifico: la metà in larghezza - di quelle della navata centrale[24]. La luce che penetra all'interno della basilica proviene dalle finestre della facciata e dal tiburio, che ha pianta ottagonale[24]. Sotto la cupola si trova il presbiterio impreziosito da un paliotto d'oro che è arricchito da pietre preziose[24]. Ai lati della facciata sono presenti due campanili di altezze differenti[24].
Il complesso architettonico della basilica di Sant'Ambrogio possiede un volume compatto che è alleggerito dalla presenza di due loggiati, uno inferiore e l'altro superiore, e dalle arcate presenti sulla facciata e sul quadriportico[24]. Le logge e le arcate forniscono alla visione d'insieme profondità e chiaroscuro, che incrementano la prospettiva[24].
In particolare la facciata fornisce luminosità, mentre i due loggiati forniscono il senso dell'oscurità[24]. Il volume, all'interno della basilica, è invece fornito dai costoloni delle volte a crociera, mentre la luminosità in chiaroscuro è dato dai loggiati interni delle pareti, che danno un colpo d'occhio contraddistinto dal senso dell'oscurità[24].
Il complesso architettonico è composto dal monastero di Sant'Ambrogio, dalla canonica di Sant'Ambrogio, dalla chiesa di San Sigismondo e dalla basilica di Sant'Ambrogio, che fu l'antesignana in Lombardia delle basiliche paleocristiane e delle chiese romaniche, le cui caratteristiche comuni sono la forma longitudinale e la presenza di volte a crociera sorrette da colonne con capitelli decorati ed archi a tutto sesto[13].
La canonica di Sant'Ambrogio, che si trova a sinistra della basilica, possiede un proprio campanile romanico e si sviluppa intorno a un portico, lungo il quale si trovano l'oratorio della Passione e la piccola chiesa di San Sigismondo[25]. Quest'ultima è situata di fronte al portico dei canonici, possiede una pianta rettangolare con piccolo portico d'ingresso ed è caratterizzata da archi ribassati e da un'abside semicircolare[26]. Il monastero di Sant'Ambrogio, che si trova a destra della basilica e che è costituito dai chiostri di Sant'Ambrogio, progettati dal Bramante nel 1497, ospita ora la sede milanese dell'Università Cattolica del Sacro Cuore[27].
La facciata e il quadriportico
La basilica ha una facciata a capanna larga e schiacciata ed è dotata di due logge sovrapposte[24]. I lati della loggia inferiore, che è costituita da tre arcate di eguali dimensioni, si congiungono con il portico, che possiede arcate lievemente più alte[24]. La loggia superiore ha invece arcate che seguono il profilo spiovente del bordo superiore della facciata. Le arcate hanno doppia ghiera, le cornici sono sorrette da archetti pensili analoghi a quelli della facciata, mentre sottili lesene si profilano sulle superfici superiori, dividendole con regolarità[24]. Sono anche presenti eleganti arcate sostenute da pilastri fiancheggiati da semicolonne[24].
Di fronte alla facciata è presente un quadriportico[24] che aveva un tempo la funzione di raccogliere i catecumeni al cospetto della basilica.[7] Tuttavia, dai primi anni dell'XI secolo, i fedeli venivano ormai battezzati fin dalla nascita; per tale motivo suddetto spazio perse la sua funzione originale assumendo un ruolo nuovo, quello di luogo dove si radunavano i cittadini per discutere e per partecipare ad assemblee religiose o civili[7]. Dalla loggia superiore della facciata il vescovo di Milano dava la sua benedizione ai cittadini, mentre le cariche pubbliche potevano interloquire con la folla.
Parte superiore della facciata
Interno del nartece
Il sarcofago di Pier Candido Decembrio
L'atrio verso l'ingresso
Capitello con motivi vegetali
Resti di affreschi nell'atrio
I campanili
Campanile dei canonici
Campanile dei monaci
Il campanile di destra, detto dei monaci, risale al IX secolo[6] (probabilmente all'anno 842[7]) e costituisce l'unica parte superstite del monastero originario[7].
Il campanile di sinistra, detto dei canonici, è più alto e risale al XII secolo[9]. Quest'ultimo è contraddistinto dalla presenza di archetti pensili[7] e dalla presenza di lesene; la loggia trifora superiore è un'aggiunta della fine del XIX secolo[9].
L'unico dei due campanili di cui abbiamo documenti che ne testimoniano la costruzione è quello dei canonici[6][9]. Nello specifico, una testimonianza scritta del 1144 cita il 1128 come l'anno del suo completamento[9]. La sua ideazione è probabilmente da attribuire allo stesso architetto che ha progettato la basilica, poiché riprende in verticale gli stessi concetti del quadriportico, mentre gli ultimi due piani sono stati aggiunti solo nel 1891[9]. Sempre in base allo stesso documento, il campanile dei canonici venne donato dall'arcivescovo di Milano Anselmo V Pusterla[9]. Originariamente, prima del completamento del 1891, il campanile possedeva una sola campana, che non era originariamente in grado di suonare perché priva di fune[9].
La campana fu resa operativa tra il 1185 e il 1187, quando il campanile fu leggermente rialzato venendo dotato della fune per farla suonare[9]. Nel 1891, con l'aggiunta degli ultimi due piani, il campanile venne dotato di un castello di cinque campane[9].
Notevole, da un punto di vista artistico, è il portale dell'ingresso principale della basilica, che è caratterizzato da una minuziosa decorazione a rilievo che ha come significato metaforico lo scontro tra il bene e il male, risolto dalla Chiesa grazie alla sua opera di redenzione e salvezza[3]. I soggetti ritratti sul portale sono fitomorfi con influenze classiche; nello specifico, è rappresentata una sovrapposizione di nastri che sono impreziositi da raffigurazioni araldiche e zoomorfe[3].
In corrispondenza del tiburio, nell'ultima campata della navata centrale, si trova il presbiterio con, al centro, l'altare di Sant'Ambrogio, realizzato tra l'824 e l'859 da Vuolvino su commissione dell'arcivescovo milanese Angilberto II e avente un prezioso paliottoaureo in rilievo con pietre incastonate su tutti e quattro i lati, celebre opera di oreficeria carolingia[3][28]. Su di esso è raffigurato Angilberto II, in posa di donatore, che è incoronato vescovo di Milano da sant'Ambrogio[3]. In origine l'altare ospitava i corpi dei santi Ambrogio, Gervasio e Protasio, in seguito trasferiti nella cripta sottostante[3]. La parte dell'altare più riccamente decorata è quella anteriore, che possiede influenze carolinge e bizantine[3].
Notevole è anche la decorazione del sacello di San Vittore in ciel d'oro che risale, come già accennato, al V secolo, in piena epoca paleocristiana[3]. Al centro della volta, che è completamente decorata da tasselli rivestiti da fogli d'oro, è rappresentato san Vittore[3]. Sulle pareti, come già accennato, sono invece rappresentati a mosaico sei santi, tra cui sant'Ambrogio; quest'ultima è la più antica raffigurazione conosciuta del santo milanese[3].
Conservato all'interno del Museo diocesano di Milano è l'ornato della porta d'ingresso della basilica paleocristiana, che è costituito da quattro formelle raffiguranti la storia di Davide, episodi scelti da sant'Ambrogio[2]. All'interno della basilica, sempre d'epoca paleocristiana, è presente il sarcofago detto di Stilicone (IV secolo),[7] decorato esternamente da episodi della vita di Gesù con richiami allegorici della vita di fede[2].
Parte delle decorazioni del coro a tarsie marmoree della basilica paleocristiana sono conservate presso l'antiquarium del Tesoro della basilica[2]. Sempre presso quest'ultimo è esposta una parte della balaustra in marmo che un tempo circondava l'altare della basilica paleocristiana e che era decorata con un motivo geometrico "a squame" con il simbolo cristiano dell'Alfa e Omega[2].
L'interno prima del 1923
Il ciborio e l'abside
Il mosaico absidale
Interno del tiburio
Il pulpito, databile al primo quarto del XII secolo ma con elementi di epoca più antica[7]
Affreschi su un pilastro della navata centrale
Tradizioni e leggende
La colonna del diavolo
In piazza Sant'Ambrogio, sul lato sinistro rispetto alla basilica, esternamente alla recinzione, è collocata una colonna[2][30], chiamata "colonna del Diavolo" oppure "colonna imperiale". Si tratta di una colonna di epoca romana che presenta due fori, oggetto di una leggenda secondo la quale la colonna fu testimone di una lotta tra sant'Ambrogio ed il diavolo. Il maligno, cercando di trafiggere il santo con le corna, finì invece per conficcarle nella colonna. Dopo aver tentato a lungo di divincolarsi, il demonio riuscì a liberarsi e, spaventato, fuggì. La tradizione popolare vuole che i fori odorino di zolfo e che appoggiando l'orecchio alla pietra si possano sentire i suoni dell'inferno. In realtà questa colonna veniva usata per l'incoronazione degli imperatori germanici. Secondo quanto narra Galvano Fiamma, essi giuravano sul messale, ricevevano la corona ferrea e poi abbracciavano questa colonna[31]:
«[...] Quando il re dei Romani vuole ricevere la corona del Regno d'Italia nella basilica Ambrosiana, l'Imperatore deve andare prima presso la colonna di marmo che sorge presso la basilica Ambrosiana stessa, e uno dei conti di Angera deve presentare all'Imperatore un messale. L'Imperatore giurerà che sarà obbediente al Papa e alla Chiesa Romana nelle cose temporali e spirituali. [...] Quindi l'Arcivescovo o l'Abate di Sant'Ambrogio deve incoronarlo con la corona ferrea come Re d'Italia. Ciò fatto l'Imperatore deve abbracciare quella colonna dritta di marmo per significare che la giustizia in lui sarà diritta. [...]"»
Su una colonna di granito antico-romana all'interno della basilica, poggia il Serpente di Mosè[33], che scappò all'ira iconoclasta del re Ezechia. È una scultura in bronzo (in passato creduta quella originaria di Mosè) donata dall'imperatore bizantino Basilio II nel 1007. Al serpente si indirizzano preghiere per scacciare alcuni tipi di malanni e si dice che la fine del mondo verrà preannunciata dalla sua discesa da questa colonna sulla quale è accoccolato.
La fiera degli Oh Bej! Oh Bej!
Davanti alla basilica si è svolta annualmente la fiera degli Oh Bej! Oh Bej![34], mercatino tipico del periodo natalizio milanese. Inizialmente gli Oh bej! Oh bej! si svolgevano presso piazza Mercanti; nel 1886 la manifestazione fu trasferita in piazza Sant'Ambrogio adiacente alla basilica, dove rimase per 120 anni fino al 2006, anno nel quale fu spostata lungo il Foro Buonaparte, nella zona intorno al Castello Sforzesco. Gli Oh bej! Oh bej! rappresentano una delle più antiche tradizioni milanesi, dato che risalgono al 1510. Si tengono generalmente dal 7 dicembre, giorno del santo patrono di Milano sant'Ambrogio, fino alla domenica successiva.
Abati di Sant'Ambrogio
Gli abati della basilica di Sant'Ambrogio hanno la prerogativa di essere abati mitrati e di essere ancora oggi insigniti d'ufficio dal Papa, per antichissima concessione mai revocata, del titolo di conti di Limonta e delle Tre Valli[N 2] che compete loro ab antiquo, insieme al trattamento di "Eccellenza".
Su istanza dell'arcivescovo milanese Luigi Nazari di Calabiana, papa Pio IX, il 23 aprile 1874, col breve pontificio "Beatissimus Ambrosius" garantì alla chiesa di Sant'Ambrogio in Milano la restituzione del titolo di Basilica minore e concesse al prevosto della medesima l'uso degli abiti pontificali, inclusa la mitra, ma senza l'uso del pastorale. papa Pio X, il 3 giugno 1904, col breve "Ecclesiasticos viros" concesse al prevosto della basilica di Sant'Ambrogio il titolo di abate mitrato assieme all'uso degli abiti pontificali, della croce pettorale, dell'anello vescovile con una sola gemma e del pastorale, prerogative ancora oggi in uso.
Segue l'elenco degli abati della basilica di Sant'Ambrogio di Milano, di cui si abbia memoria storica[35]:
^Il mosaico, insieme alla volta che lo ospita, fu gravemente danneggiato nell'agosto del 1943; durante il tristemente noto bombardamento che distrusse la chiesa, una bomba penetrò nell'abside, danneggiando pesantemente il mosaico che, tuttora, mostra evidenti i segni del restauro operato successivamente
^Citato in un documento del luglio 784 che, indirettamente, fornisce anche informazioni sulla fondazione del monastero di Sant'Ambrogio, ufficialmente datata al 23 ottobre 789. Benedetto fu investito della carica di abate di Sant'Ambrogio dall'arcivescovo di Milano Pietro I Oldrati e i beni del monastero furono confermati da Carlo Magno nell'aprile 790 da Worms.
^Alla morte di Antonio Ricci, deceduto nel viaggio a Basilea per un'ambasciata al Re d'Aragona, la successione è lungamente discussa al Concilio di Basilea. Si giunge alla nomina di Facino Stefano Ghilini due anni più tardi. Massimo Zaggia, Linee per una storia della cultura in Lombardia dall'età di Coluccio Salutati a quella del Valla (PDF), in Carlo Rossi (a cura di), Traditio et renovatio 5, Le strade di Ercole. Itinerari umanistici e altri percorsi, Tarvanuzze - Impruneta (Firenze), Edizioni del Galluzzo, 2010, pp. 102, 104, ISBN978-88-8450-360-2 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2015).
^La leggenda della colonna del diavolo, su zonasantambrogio.com. URL consultato il 24 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2020).
^ Francesca Belotti e Gian Luca Margheriti, Le antiche origini degli «Oh Bej! Oh Bej!», su corriere.it, RCS MediaGroup, 30 novembre 2007. URL consultato il 5 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2007).
^Aresi, Insignis basilicae et imperialis coenobii s. Ambrosii maioris mediolani abbatum chronologica series ab initio fundatae abbatiae ad haec vsque tempora per compendium deducta a d. Bartholomaeo Aresio eiusdem coenobij monacho
^Cosimo dei Meliorati o Meliorato. Franca Petrucci, Manfredo della Croce, su Treccani.it L'Enciclopedia Italiana, Treccani.
Serena Colombo, L'arte di vedere, 2 : Dall'alto medioevo al gotico internazionale, Ed. gialla, Milano-Torino, Ed. scolastiche B. Mondadori, 2014, ISBN9788842433804.
Francesco Guasco, Tavole genealogiche di famiglie nobili alessandrine e Monferrine dal secolo IX al XX, volume VI, Alessandria, 1930.
Carlo Perogalli, Enzo Pifferi e Laura Tettamanzi, Romanico in Lombardia, Como, Editrice E.P.I., 1981.
Mauro Tagliabue, Università Cattolica del Sacro Cuore, Cronotassi degli abati di S. Ambrogio nel medioevo 784-1497, Il monastero di S. Ambrogio nel medioevo. Convegno di studi nel XII centenario, 784-1984, Milano, 1988.
Massimo Zaggia, Università degli Studi di Bergamo, Linee per una storia della cultura in Lombardia da Coluccio Salutati a quella del Valla, a cura di Luca Carlo Rossi, Le strade di Ercole. Itinerari umanistici e altri percorsi. Seminario internazionale per i centenari di Coluccio Salutati e Lorenzo Valla (25, 26 ottobre 2007), SISMEL Edizioni del Galluzzo, 2010, p. 104. URL consultato il 19 agosto 2016.
Ivan Foletti, Oggetti, reliquie, migranti La basilica ambrosiana e il culto dei suoi santi (386-972), Viella, Roma, 2018. ISBN 978-88-6728-846-5
Giorgio Giulini, Memorie spettanti alla storia, al governo e alla descrizione della città e campagna di Milano ne' secoli bassi, Milano, vol. II, 1854.
Bartolomeo Aresi, Insignis basilicae et imperialis coenobii s. Ambrosii maioris mediolani abbatum chronologica series ab initio fundatae abbatiae ad haec vsque tempora per compendium deducta a d. Bartholomaeo Aresio eiusdem coenobij monacho, Milano, 1674.
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Upper house of Oklahoma's legislature This article needs additional citations for verification. Please help improve this article by adding citations to reliable sources. Unsourced material may be challenged and removed.Find sources: Oklahoma Senate – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (August 2018) (Learn how and when to remove this message) Oklahoma SenateOklahoma State LegislatureTypeTypeUpper house Term limits12 year cumulative total, in eithe…
Kaola redirects here. For the animal, see koala.Chinese multinational technology company Alibaba Group Holding LimitedTaobao City, the main corporate campus of Alibaba Group at Xixi, HangzhouNative name阿里巴巴集团控股有限公司Company typePublicTraded asNYSE: BABASEHK: 9988Hang Seng Index componentISINUS01609W1027IndustryE-commercecloud computingartificial intelligenceentertainmentmobile commerceretailmobile mediafilmsTV showsFounded28 June 1999; 24 years ago…
American federal law enacted in 1882 For Chinese Exclusion Act in Canada, see Chinese Immigration Act, 1923. Not to be confused with Immigration Act of 1924. First page of the Chinese Exclusion Act passed by Congress in 1882[1] Chinese Exclusion ActNicknamesChinese Exclusion ActEnacted bythe 47th United States CongressEffectiveMay 6, 1882CitationsPublic lawPub. L.Tooltip Public Law (United States) 47–126Statutes at Large22 Stat. 58, Chap. 126Legislative historyIntro…
British playwright and radio dramatist (1938–2022) This article relies excessively on references to primary sources. Please improve this article by adding secondary or tertiary sources. Find sources: David Pownall – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (December 2022) (Learn how and when to remove this message) David Pownall FRSL (19 May 1938 – 21 November 2022) was a British playwright and prolific radio dramatist performed internationally, an…
Astronomical observatory in Los Angeles County, California, USA ObservatoryMount Wilson ObservatoryLooking down on the top of Mount Wilson, including the historic 100 Hooker telescope (center), the 60 telescope (center left), and the CHARA arrayAlternative names672 MW OrganizationCarnegie Institution for Science Observatory code 672 LocationMount Wilson, California, USCoordinates34°13′30″N 118°03′26″W / 34.22503°N 118.05719°W / 34.22503; -1…
This article needs to be updated. Please help update this article to reflect recent events or newly available information. (June 2017) Panorama of Envision's wind farm in Shanxi, China Satellite picture of the Longyangxia Dam reservoir and solar power park. Part of a series onRenewable energy Biofuel Biogas Biomass Carbon-neutral fuel Geothermal energy Geothermal heating Geothermal power Hydroelectricity Hydropower Marine current power Marine energy Osmotic power Solar energy Solar power Sustain…
Tool to increase women's legislative representation For other uses, see Gender quota (disambiguation). A gender quota is a quota used by countries and parties to increase women's representation or substantive equality based on gender in legislatures.[1] Women are largely underrepresented in parliaments and account for a 26.9% average in parliaments globally.[2] As of November 2021, gender quotas have been adopted in 132 countries.[3] Around the world, quotas vary greatly …
German sprinter (born 1999) Joshua HartmannHartmann in 2022Personal informationNationalityGermanBorn (1999-06-09) 9 June 1999 (age 25)[1]Siegen, Germany[1]Height1.87 m (6 ft 2 in)[1]SportSportAthleticsEventsSprintsRelaysClubASV KölnCoached byJannik Engel[1]Achievements and titlesPersonal bestsOutdoor100 m: 10.11 (2022)200 m: 20.02 NR (2023)Indoor60 m: 6.53 (2023) Medal record Men's athletics Representing Germany European Games 2023 Krak…
2004 single by Tim McGrawBack WhenSingle by Tim McGrawfrom the album Live Like You Were Dying ReleasedAugust 30, 2004Recorded2004GenreCountryLength4:59 (album version)4:27 (radio edit)LabelCurbSongwriter(s) Stan Lynch Stephony Smith Jeff Stevens Producer(s) Byron Gallimore Tim McGraw Darran Smith Tim McGraw singles chronology Live Like You Were Dying (2004) Back When (2004) Over and Over (2004) Back When is a song written by Stan Lynch, Stephony Smith, and Jeff Stevens and recorded by American c…
This article has multiple issues. Please help improve it or discuss these issues on the talk page. (Learn how and when to remove these template messages) This article includes a list of general references, but it lacks sufficient corresponding inline citations. Please help to improve this article by introducing more precise citations. (December 2012) (Learn how and when to remove this message)This article's lead section may be too short to adequately summarize the key points. Please consider exp…
Artikel ini sebatang kara, artinya tidak ada artikel lain yang memiliki pranala balik ke halaman ini.Bantulah menambah pranala ke artikel ini dari artikel yang berhubungan atau coba peralatan pencari pranala.Tag ini diberikan pada Oktober 2022. Aufa bin Maulah at-Tamimi al-'Anbari adalah salah satu sahabat Nabi Muhammad yang berasal dari keturunan al-'Anbar bin 'Amr bin Tamim. Setelah wafatnya Nabi Muhammad pada tahun ke-11 Hijrah, beliau pergi dari kota Madinah dan menetap di kota Bashrah.[…
Si ce bandeau n'est plus pertinent, retirez-le. Cliquez ici pour en savoir plus. Cet article ne cite pas suffisamment ses sources (septembre 2014). Si vous disposez d'ouvrages ou d'articles de référence ou si vous connaissez des sites web de qualité traitant du thème abordé ici, merci de compléter l'article en donnant les références utiles à sa vérifiabilité et en les liant à la section « Notes et références ». En pratique : Quelles sources sont attendues ? Co…
South Korean singer and actress (born 1990) In this Korean name, the family name is Park. Park Gyeong-reePark in April 2019Born (1990-07-05) July 5, 1990 (age 34)Bansong-dong, Haeundae-gu, Busan, South Korea[1]OccupationsSingeractressAgentYNK EntertainmentMusical careerGenresK-popInstrument(s)VocalsYears active2006–presentLabelsStar EmpireMember ofNine MusesNine Muses AFormerly ofNasty Nasty Musical artistKorean nameHangul박경리Hanja朴倞利Revised RomanizationBak Gyeong-riMcC…
Paper ClipEpisode The X-FilesNomor episodeMusim 3Episode 2SutradaraRob BowmanPenulisChris CarterKode produksi3X02Tanggal siar29 September 1995Durasi45 menitBintang tamu Mitch Pileggi sebagai Walter Skinner Walter Gotell sebagai Victor Klemper Melinda McGraw sebagai Melissa Scully Sheila Larken sebagai Margaret Scully Nicholas Lea sebagai Alex Krycek William B. Davis sebagai The Smoking Man John Neville sebagai Well-Manicured Man Tom Braidwood sebagai Melvin Frohike Dean Haglund sebagai Rich…