Granito
Il granito è una delle rocce più abbondanti sulla superficie terrestre; si tratta di una roccia ignea intrusiva felsica, formata per la maggior parte da feldspati, quarzo e miche. La tessitura è faneritica ipidiomorfa, da equigranulare a porfirica. La grana va da media (> 1 mm) a grossolana e occasionalmente può presentare megacristalli. Il colore è molto variabile e legato principalmente al colore del feldspato potassico e al contenuto dei minerali femici: bianco, giallo, rosa, rosso, bruno e verde. EtimologiaIl suo nome deriva dal latino granum (a grani), con chiaro riferimento alla sua tessitura granulare o faneritica. L'origine del nome viene attribuita a Andrea Cesalpino, filosofo, botanico e professore universitario (1520–1603)[1] . Caratteristiche fisico-mineralogicheIl granito è classificato tramite il diagramma QAPF, nel quale si colloca nel campo 3 delle rocce sovrassature (triangolo superiore), ossia con contenuti di quarzo compresi tra il 20 e il 60%. Gli altri minerali fondamentali presenti sono i feldspati alcalini (ortoclasio, microclino e albite), il plagioclasio non albitico (oligoclasio-andesina)) e le miche: biotite e in alcuni tipi di granito muscovite. Il plagioclasio deve essere compreso tra il 10 e il 65% del volume totale dei feldspati. Alcuni graniti possono contenere in quantità apprezzabili anche orneblenda e/o orto- e/o clino-pirosseno. Molti i minerali in quantità accessorie che il granito può contenere: tra i più comuni cordierite, granato, apatite, titanite, zircone, allanite e magnetite. VarietàUna prima distinzione può essere fatta in base al rapporto tra feldspati alcalini e plagioclasio. Se sono in proporzioni circa uguali (plagioclasio tra il 35 e il 65% del volume totale dei feldspati) si parla di monzograniti, se prevalgono i feldspati alcalini (plagioclasio tra il 10 e il 35% del volume totale dei feldspati) si parla di sienograniti. Se il plagioclasio è quasi interamente albite il granito prende il nome di granito sodico, se nella roccia è presente anche pirosseno rombico la roccia prende il nome di granito charnockitico. Un'ulteriore varietà di granito è il leucogranito, nel quale i minerali femici sono estremamente ridotti. Composizione chimica e norma
La percentuale di SiO2 si riferisce a tutti gli ossidi di silicio presenti (quindi anche quelli presenti nei silicati) e non soltanto al quarzo. ClassificazioneIl granito è una roccia ignea intrusiva, si è quindi formato a seguito della lenta solidificazione di un magma che si è intruso a profondità comprese tra 1,5 e 50 km. Il processo di formazione del granito è comunque tuttora in fase di dibattito ed ha generato varie ipotesi e classificazioni dei graniti. Classificazione alfabeticaLa classificazione alfabetica, basata sulla composizione chimica e mineralogica come chiave di interpretazione per la loro origine, distingue i graniti (ma anche granodioriti e tonaliti) in:
Classificazione di PitcherLa classificazione di Pitcher (1979) distingue due tipi di associazioni granitiche: l'ercinotipa e l'andinotipa. Ulteriori studi hanno portato a definire tre classi di graniti[7]:
Classificazione di PearceLa classificazione di J.A. Pearce (1984) tiene conto della concentrazione degli elementi in tracce. Gli elementi in tracce non influiscono sulle proprietà fisiche del sistema, ma la loro abbondanza è determinata dal loro ripartirsi tra le varie fasi in equilibrio, pertanto sono dei traccianti dei processi di fusioni e cristallizzazione. Si distinguono 4 tipi di formazioni tettoniche in base al contenuto in ppm di Rb, Y, Nb, Ta, Yb[8]:
OrigineL'origine del granito è stata per molti decenni fonte di controversie e accese discussioni. L'ipotesi attualmente più diffusa è quella della genesi per cristallizzazione frazionata. Un'ulteriore ipotesi è quella della genesi per estremo metamorfismo. Genesi per cristallizzazione frazionataSecondo questa teoria la formazione del granito va attribuita al lento processo di cristallizzazione frazionata che avviene all'interno della camera magmatica. Tramite questa teoria è quindi possibile spiegare le varie associazioni di rocce che troviamo nei plutoni come vari stadi dell'evoluzione del magma. Le associazioni plutoniche si possono utilmente schematizzare in due categorie principali: In entrambe le associazioni il granito è comunque un punto di arrivo dell'evoluzione, in quanto rappresenta la roccia più differenziata. Questa evoluzione del magma viene rappresentata ottimamente nel diagramma del sistema granitico, dove tramite un grafico ternario di SiO2, albite e ortoclasio si può seguire il percorso di differenziazione di un magma sovrassaturo. Genesi per ultrametamorfismoAccanto alla genesi per cristallizzazione frazionata, alcuni petrologi hanno formulato l'ipotesi della genesi per ultrametamorfismo. Questa teoria spiega la formazione del granito grazie alla fusione parziale o totale, detta anatessi, di anfiboliti e granuliti. Risalita e messa in postoLa risalita dei magmi dalla zona di origine (generalmente l'astenosfera) verso la crosta più superficiale avviene principalmente per contrasto di densità. Il movimento del magma nell'astenosfera può quindi essere efficacemente descritto con un modello di flusso in un ambiente poroso saturato con collasso dell'ambiente attraversato (Turcotte e Ahern, 1979). Al raggiungimento della litosfera il movimento del magma cambia per il comportamento più rigido del mezzo attraversato iniziando quindi a seguire vie preferenziali. A seconda delle caratteristiche del magma (densità, viscosità, massa e perdita di calore) l'intrusione si fermerà a diverse profondità. Si distinguono quindi epiplutoni, plutoni di altro livello, e cataplutoni ossia plutoni di crosta medio-profonda. La messa in posto può, schematicamente, avvenire in due modi:
Un tipico meccanismo di intrusione permissiva è lo stoping nel quale le rocce incassanti si frammentano al tetto e ai bordi dell'intrusione liberando spazio per la risalita. Lo stoping è chiaramente riconoscibile ai bordi del plutone per la grande presenza di xenoliti. Distribuzione e usoIl granito viene spaccato solo in piccole dimensioni perché è una roccia dura, senza stratificazioni, perciò normalmente viene tagliato. Questa operazione può essere effettuata utilizzando telai tradizionali a lama e graniglia oppure utilizzando le più moderne macchine multifilo con fili diamantati. Viene solitamente utilizzato come pietra per bordature, selciati, murature o, in piccole lastre, per pavimentazioni. Località di ritrovamento dei graniti in ItaliaIn Italia sono assai diffuse rocce granitiche, localizzate nelle Alpi, in Calabria e in Sardegna. Esse appartengono a due cicli intrusivi distinti, connessi con l'orogenesi ercinica (fine dell'era paleozoica) e con l'orogenesi alpina (nell'era terziaria) e sono spesso associate, nella medesima massa intrusiva, con rocce ignee appartenenti ad altre famiglie (sieniti, dioriti, ecc.) Le rocce granitiche intruse durante il ciclo dell'orogenesi ercinica sono quelle affioranti su vaste aree in Sardegna e in Corsica, per lo più graniti normali, ma talvolta anfibolici o alcalini, con anfiboli sodici, e inoltre i graniti della Sila, delle Serre calabresi e dell'Aspromonte, e quelli situati prevalentemente nella parte esterna dell'arco alpino (Monte Bianco, Massiccio del San Gottardo, ecc.); spesso questi graniti ercinici mostrano tessiture gneissiche, formate per fenomeni di metamorfismo regionale avvenuti, forse a più riprese, dopo la solidificazione delle rocce. Un'altra serie di rocce ignee acide, di tipo granitico, si è intrusa durante il ciclo dell'orogenesi alpina (Val Masino, Adamello, Vedrette di Ries, Isola d'Elba). Il granito rosa di Baveno è largamente usato come pietra da costruzione e ornamentale, analogamente al ‘‘ghiandone’’ della Val Masino, a struttura porfirica, di età terziaria. I graniti della bassa Valsesia sono invece di età ercinica. I plutoni dell'Adamello, delle Vedrette di Ries, della Cima d'Asta, di Bressanone nel Trentino-Alto Adige, tutti di età terziaria, sono costituiti in gran parte da adamelliti, granodioriti e tonaliti. ArrampicataIl granito è una delle rocce maggiormente apprezzate dagli arrampicatori, grazie alla sua grande aderenza e ai suoi sistemi di fratture. Alcune delle località più conosciute per arrampicare sul granito sono il parco nazionale di Yosemite, lo Joshua Tree National Park, il massiccio del Monte Bianco (soprattutto nel gruppo del Mont Blanc du Tacul, l'Aiguilles du Dru e l'Aiguille du Midi), la Val Masino, la Sardegna (Aggius, Palau), la Corsica, il Karakorum e il massiccio di Cima d'Asta in Trentino. Note
Bibliografia
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