La maggior parte del Paese si trova nella zona tropicale, con la foresta amazzonica che copre 3,6 milioni di km quadrati del suo territorio, dove le stagioni non sono particolarmente ostili dal punto di vista climatico, e che grazie alla sua vegetazione e al clima, ne fanno uno dei paesi con il maggior numero di specie di animali nel mondo. Precedentemente abitato da indigeni, fu scoperto dagli europei nel 1500, da una spedizione portoghese guidata da Pedro Álvares Cabral. Dopo il trattato di Tordesillas, il territorio brasiliano fece parte del Regno di Portogallo, da cui ottenne l'indipendenza il 7 settembre 1822. In seguito il paese divenne un impero per poi diventare una repubblica[8]. La sua attuale Costituzione, formulata nel 1988, definisce il Brasile come una repubblica federalepresidenziale, formata dall'unione del Distretto Federale e dei 26 stati federati (in totale il territorio brasiliano è ripartito in 5 570 comuni, la più piccola unità politico-amministrativa del Brasile)[9]. La sua prima capitale fu Salvador, che fu sostituita da Rio de Janeiro fino a quando non si fece una nuova capitale: Brasilia.
Anche se i suoi 220 684 000 abitanti rendono il Brasile il settimo stato più popoloso del mondo, complessivamente lo stato ha una bassa densità di popolazione: la maggior parte dei brasiliani è concentrata lungo la costa, mentre nell'entroterra lo stato è relativamente poco abitato, soprattutto in virtù della presenza della foresta amazzonica. La lingua ufficiale è il portoghese. La religione più seguita è il cattolicesimo, il che fa del Brasile lo stato con il maggior numero di cattolici al mondo[7], seguita da una crescita notevole del pentecostalismo. Quella brasiliana è considerata una società multietnica, essendo formata dai discendenti di europei (Circa metà della popolazione), indigeni, africani e asiatici.
Due sono le ipotesi riguardo l'origine del toponimo "Brasile". Un'ipotesi è che esso derivi da pau brasil, il nome popolare in portoghese del pernambuco, un albero della famiglia delle Fabaceae nativo della foresta vergine (Mata Atlântica) che ricopriva completamente le regioni litoranee dell'attuale Brasile. Pau brasil significa, letteralmente "albero bracile". La parola brasil, aggettivo di brasa ("brace" in portoghese) potrebbe riferirsi al colore rosso brace della resina del legno di questo albero[12] o dal fatto che il territorio venisse sfruttato in origine come rifornimento di legna da bruciare, come sostiene Claude Lévi-Strauss in Tristi tropici.
Un'altra ipotesi è quella che il nome fu attribuito al territorio in un'epoca successiva alla colonizzazione portoghese, quando alcuni naviganti parlavano di un'isola immaginaria al largo delle coste dell'Irlanda, chiamata Hy-Brasil e che sarebbe stata in mezzo all'Atlantico; alcuni scrittori del XX secolo, tra cui Gustavo Barroso, hanno difeso la teoria che il nome del territorio derivò da tale leggenda piuttosto che dall'albero.[13]
Il Brasile ha molti aspetti in comune con gli altri Paesi dell'America Latina, anche se conserva alcune caratteristiche proprie come la lingua (il portoghese).[14] Dopo il raggiungimento dell'indipendenza nel 1822 dall'Impero Portoghese, nel Paese si sono alternate fasi democratiche a regimi dittatoriali nati a causa degli aspri conflitti interni, delle ricorrenti situazioni di difficoltà economica e anche delle grandissime differenze tra i vari strati della popolazione.
Prima dell'arrivo dei portoghesi
Si stima che i primi esseri umani occuparono la regione che comprende l'attuale territorio brasiliano, circa 60.000 anni fa.[15] Quando i portoghesi arrivarono nel 1500, si stima che la costa orientale del Sud America fosse abitata da circa due milioni di nativi, da nord a sud. La popolazione indigena era divisa in grandi nazioni composte da diversi gruppi etnici tra cui spiccano i grandi gruppi Tupi-Guarani, Macro-Jê e Aruaque. I primi erano suddivisi in Guarani, Tupiniquins e Tupinambas, tra molti altri. Gli "indios" di lingua tupi abitavano le zone costiere e furono tra i gruppi più significativi nella foresta pluviale. Gli esploratori portoghesi della regione poi incontrarono per la prima volta i tupi e si occuparono principalmente di loro per molti anni.[16]
Le frontiere tra questi gruppi e i loro sottogruppi, prima dell'arrivo degli europei, erano segnate dalle guerre tra di loro, derivanti dalle differenze di cultura, lingua e costumi.
La colonizzazione vera e propria ebbe però inizio nel 1530; i regnanti portoghesi, preoccupati dalle invasioni di naviganti e pirati nelle terre lasciate fuori dal Trattato di Tordesillas, inviarono in Brasile Martim Afonso de Sousa con l'intenzione di colonizzare velocemente le nuove terre. Nel 1532 venne fondata São Vicente, che fu la prima città fondata dai portoghesi[17]. Nel 1534, il re del Portogallo Giovanni III divise il Brasile in 12 territori (le capitanias) e li concesse a nobili affidatari (i donatários), che di fatto però diventarono signori feudali[18]. Nel 1548, per paura di una secessione, Giovanni III inviò in Brasile come governatore generale Tomé de Sousa, che il 29 marzo del 1549 fondò la capitale São Salvador da Bahia de Todos os Santos. Con l'inizio della colonizzazione ci furono alcuni tentativi di insediamento anche da parte di francesi (Francia antartica e Francia equinoziale) e olandesi (Brasile olandese). I francesi, in particolare, tra il 1555 e il 1567, tentarono di stabilirsi nella zona dell'attuale Rio de Janeiro per poi spostarsi dal 1612 al 1614 nell'attuale São Luís, prima di essere definitivamente scacciati.
Nel XVII secolo vennero introdotte le coltivazioni del tabacco e specialmente della canna da zucchero, inizialmente a Bahia e successivamente anche a Rio de Janeiro. Questo importante sviluppo dell'agricoltura fu accompagnato dall'arrivo di numerosi schiavi africani, che andavano a sostituire per il lavoro nelle piantagioni le popolazioni autoctone, ormai del tutto insufficienti a garantire la sussistenza di un'economia agricola produttiva. Verso la fine del XVII secolo vennero scoperti grandi giacimenti di oro nella regione del Minas Gerais. Nel 1604 gli olandesi guidati da Maurizio di Nassau, attirati dalle ricchezze del territorio, saccheggiarono Bahia e, tra il 1630 e il 1654, si stabilirono nelle colonie costiere del nordeste, dopo aver conquistato la città di Recife, nello Stato di Pernambuco, che divenne la capitale del Brasile olandese con il nome di Mauritsstad. Ben presto si trovarono però in uno stato di continuo assedio, anche per le alte tasse che avevano imposto alla popolazione, e nel 1654 venne firmata la resa con il Trattato dell'Aia, che ebbe però effetto solo nel 1661 dopo qualche anno di guerre, quando gli olandesi furono costretti a ritirarsi definitivamente[19].
Fin dall'inizio della colonizzazione portoghese, il Brasile fu teatro di rivolte e di movimenti di resistenza degli indigeni, che si unirono poi agli schiavi africani.
Alla fine del XVII secolo l'arrivo di un sempre maggior numero di coloni dal Portogallo favorì la formazione dei primi movimenti contro la Corona Portoghese stessa. Alcune di queste rivolte furono causate da fattori di natura economica, come la Revolta de Beckman nel 1684[20]. Più tardi si manifestarono due movimenti che si proponevano di ottenere l'indipendenza: la Inconfidência Mineira e la Conjuração Baiana.
Il primo nacque dalla minoranza creola nella zona del Minas Gerais: nella seconda metà del XVIII secolo, con la perdita di produttività da parte delle miniere, era divenuto difficile pagare tutte le imposte che la Corona Portoghese esigeva. Inoltre il governo portoghese aveva imposto la derrama, una tassa che prevedeva che tutta la popolazione, inclusi coloro che non erano minatori, versasse una cifra pari al 20% del valore dell'oro estratto. I coloni insorsero e iniziarono a cospirare contro il Portogallo. La cospirazione si proponeva di eliminare la dominazione portoghese e creare uno Stato libero. La forma di governo doveva essere quella della Repubblica, ispirata alle idee illuministe, che si andavano diffondendo in Europa e in particolare in Francia, e che avevano recentemente portato, dopo la guerra d'indipendenza americana, alla nascita degli Stati Uniti d'America. I leader del movimento furono però catturati e inviati a Rio de Janeiro, dove furono condannati a morte e giustiziati.
La Conjuração Baiana, invece, fu un movimento che partì dalla fascia più umile della popolazione di Bahia, e che vide una grande partecipazione da parte di neri e mulatti. I rivoltosi volevano l'abolizione della schiavitù, l'istituzione di un governo egualitario e l'instaurazione di una Repubblica a Bahia.
Tra il 1756 e il 1777 il marchese di Pombal attuò una politica riformatrice, accentrando il potere politico-amministrativo nelle mani del viceré (il Brasile era stato costituito in Viceregno nel 1717) a scapito dei donatários e dei Gesuiti che furono espulsi nel 1759. Nel 1763 la capitale fu trasferita a Rio de Janeiro e nel 1775 venne abolita la schiavitù degli indios. Ed è proprio nel corso del XVIII secolo che si distinse la figura dell'eroe nazionale brasiliano Tiradentes[21].
Nel 1807, l'invasione da parte delle truppe francesi di Napoleone Bonaparte obbligò il re del PortogalloGiovanni VI a fuggire in Brasile. Nel 1808 il re giunse a Rio de Janeiro, dopo avere stipulato un'alleanza difensiva con l'Inghilterra (che avrebbe fornito la protezione navale durante il viaggio). Allo stesso tempo i porti brasiliani si aprirono a nuove nazioni amiche, ponendo fine allo status di colonia del paese. Questo fatto irritò coloro che esigevano il ritorno di Giovanni VI in Portogallo e la restaurazione della condizione di colonia per il Brasile. Nel 1821 il re decise allora di lasciare suo figlio Pietro come reggente del Brasile, mentre egli rientrò a Lisbona. Pietro, nonostante le pressioni dei liberali che tentavano di convincerlo a tornare in patria, decise invece di rimanere in Brasile, nel cosiddetto Dia do Fico (che letteralmente significa giorno di "io resto", in portoghese"Eu fico"). Il Portogallo, che si trovava già in condizioni abbastanza difficili, non poté più conservare il dominio sul Brasile; Pietro (che prese il nome di Pietro I del Brasile) poté allora facilmente dichiararne l'indipendenza il 7 settembre del 1822.
Tuttavia, negli anni in cui Giovanni VI risiedeva in Brasile questo allargò i propri confini con la Guerra contro Artigas (1816-1820), che portò all'annessione della Provincia Cisplatina, l'odierno Uruguay.
L'Impero brasiliano
Dopo la separazione dal Portogallo il Brasile si trasformò in una monarchia costituzionale. Pietro I, alla morte del padre, tornò in Portogallo per assicurare la successione al trono a sua figlia Maria II del Portogallo. Il figlio di Pietro I, Pietro II, a soli quattordici anni fu incoronato come nuovo imperatore del Brasile nel 1840, dopo l'abdicazione del padre.
Tra il 1825 e il 1828 si combatté una guerra con l'Argentina per il possesso della Banda Oriental, che si concluse con il raggiungimento dell'indipendenza da parte dell'Uruguay (che si era separato dal Brasile per unirsi all'Argentina pochi anni prima). Tra il 1836 e il 1842 si verificò un tentativo secessionista della Repubblica del Rio Grande do Sul, al quale partecipò anche Giuseppe Garibaldi.
Dal 1850 al 1852 il Brasile, fattosi sostenitore dei movimenti liberali moderati, si alleò con l'Uruguay e sostenne una nuova guerra contro l'Argentina contribuendo alla caduta del dittatore argentino Juan Manuel de Rosas.
Il 1860 fu un anno di fondamentale importanza per lo sviluppo economico, in quanto si introdusse la coltura del caffè nelle province di Rio de Janeiro e di San Paolo. Nel Sudeste i baroni del caffè superarono così gli antichi coltivatori del cotone e di canna da zucchero, mentre cominciava a farsi sentire anche un notevole afflusso di genti europee che immigravano nel paese, soprattutto italiani.
Tra il 1865 e il 1870 l'Argentina, l'Uruguay e il Brasile combatterono una guerra contro il Paraguay, che si concluse con la perdita, da parte del Paraguay stesso, delle regioni a nord del fiume Apa. A partire dal 1870, a seguito anche della vittoria nella guerra del Paraguay a cui avevano partecipato numerosi schiavi di origine africana, gli sforzi del governo monarchico si indirizzarono progressivamente verso il superamento dell'istituzione schiavistica, mediante varie leggi - quali la legge del ventre libero del 1871 e la legge c.d. dei sessantenni del 1885, con le quali si sancirono rispettivamente la libertà dei figli nati da schiave e quella degli schiavi di età pari o superiore ai 60 anni - per culminare con la legge aurea del 13 maggio 1888, che decretò definitivamente la fine della schiavitù in Brasile. Le riforme, volute con particolare forza dalla casa imperiale e specialmente dalla primogenita di Pietro II, erano invece fortemente avversate dai latifondisti e dai conservatori schiavisti, i quali, approfittandosi dell'età avanzata del monarca e del generale scetticismo nella sopravvivenza della monarchia, ordirono un colpo di Stato che il 15 novembre 1889 determinò l'esilio in Europa della casa imperiale e la proclamazione della repubblica degli "Stati Uniti del Brasile".
Deodoro da Fonseca, che aveva guidato il colpo di Stato del 1889, divenne il primo presidente del Brasile. Per il nuovo Stato si scelse come nome quello di Repubblica degli Stati Uniti del Brasile, che fu poi cambiato in Repubblica Federale del Brasile. Dal 1894 al 1930 la presidenza si alternò, con alcune eccezioni, tra i due Stati principali, quello di San Paolo e quello del Minas Gerais. Il 26 ottobre 1917 il Brasile si schierò con le forze dell'intesa. In questo periodo il sistema economico del Brasile poggiava soprattutto sull'esportazione del caffè, coltivato nella zona di San Paolo, e sulla produzione di latte, nel Minas Gerais, tanto che la politica di questi anni fu definita come la politica del caffellatte.
Verso la fine del XIX secolo il caffè divenne il primo prodotto di esportazione del paese superando lo zucchero, e favorendo così una grande crescita economica. Tuttavia tra il 1926 e il 1930 si registrò un crollo dei prezzi del caffè e una conseguente depressione economica alla quale fecero seguito violente agitazioni sociali.
Nel 1930, Getúlio Vargas, rappresentante dell'opposizione al regime oligarchico dei grandi proprietari terrieri di San Paolo, perde le elezioni presidenziali in elezioni caratterizzate dalla frode. Il risultato delle elezioni scatena un movimento rivoluzionario che riesce a destituire il governo attraverso un colpo di Stato e iniziando la cosiddetta Seconda Repubblica. Dopo un breve periodo transitorio di governo guidato da una giunta militare, Vargas diventa presidente della Repubblica. Nel 1931, avendo riunito molti poteri nelle sue mani suscitò l'indignazione degli oppositori, in massima parte esponenti della classe media paulista. Nel 1934, allora, messo sotto pressione, fu costretto a promulgare una Costituzione democratica, con la quale concesse, tra l'altro, il diritto di suffragio alle donne. Nel 1937 Vargas, avendo sciolto il Congresso Nazionale e i partiti, e avendo revocato molte delle libertà dei singoli individui, instaurò una dittatura (quella del cosiddetto Estado Novo) di ispirazione fascista, che durò fino al 1945. Nel 1942, sotto la pressione degli Stati Uniti d'America, Vargas dichiarò guerra alle potenze dell'Asse e un corpo militare brasiliano fu inviato a combattere in Italia e in Nordafrica.
Nel 1945 Vargas fu deposto da un colpo di Stato militare che impose l'adozione di una nuova Costituzione, democratica e federale. Tra il 1950 e il 1954 Vargas fu rieletto alla presidenza e si verificò una nuova svolta nazionalista e radicale. Tuttavia nel 1954 le forze militari conservatrici gli si rivoltarono contro, ed egli si suicidò.
Il periodo populista
In seguito alla fine della dittatura di Vargas e alla promulgazione della nuova Costituzione Federale del 1946, il Paese visse, tra il 1946 e il 1964, una fase storica durante la quale si susseguirono più governi democratici. Nel gennaio del 1956 fu eletto il social democraticoJuscelino Kubitschek, ex governatore del Minas Gerais, ed ebbe inizio un periodo di forte industrializzazione e di imponenti lavori pubblici, come la costruzione della nuova capitale, Brasilia, nel 1960. Si registrò tuttavia un netto peggioramento della situazione finanziaria, con forte inflazione e raddoppio del debito estero. Il successore di Kubitschek, Jânio Quadros, eletto nel 1960, si dimise nel 1961 meno di sette mesi dopo l'insediamento. Tra il 1961 e il 1964 ci fu la presidenza di João Goulart (il vicepresidente di Janio Quadros), del partito laburista, che cercò di fronteggiare la crisi economica promuovendo una riforma agraria e la nazionalizzazione delle compagnie petrolifere.
Dal 1979 al 1985 fu in carica il presidente João Baptista de Oliveira Figueiredo: egli promulgò una legge elettorale che rese legali tutti i partiti politici tranne quello comunista, e praticò una forte riduzione dei salari atta a frenare la spinta inflazionistica. Essa, però, portò allo scatenarsi di grandi manifestazioni di piazza che furono represse con la forza (1980). Il periodo della dittatura militare finì nel 1984, con le grandi manifestazioni di Rio de Janeiro e San Paolo: il governo militare fu da esse costretto a concedere il ritorno a elezioni democratiche, che la popolazione reclamava.
Nel 1985 fu eletto Tancredo Neves, candidato dell'PMDB, ma morì tre mesi dopo. Il suo vicepresidente José Sarney assunse la presidenza della repubblica, diventando impopolare per tutto il suo mandato a causa del peggioramento della crisi economica e dell'iperinflazione, anche con una breve euforia iniziale del suo Piano Cruzado. Sarney ha continuato il programma di governo di Tancredo Neves istituendo, nel 1987, un'Assemblea nazionale costituente, che ha promulgato l'attuale Costituzione brasiliana.
Nel 1989 si svolsero le prime elezioni libere dopo 25 anni di regime militare, che furono vinte da Fernando Collor de Mello, leader del nuovo Partito di Ricostruzione Nazionale, tendenzialmente liberal-conservatore. Nel 1991 il Brasile diede vita all'alleanza economica chiamata Mercosur assieme ad Argentina, Uruguay e Paraguay. Nel 1992 il presidente Collor fu destituito con l'accusa di corruzione, evasione fiscale ed esportazione di valuta.
Nel 1995Fernando Henrique Cardoso conquistò la presidenza e attuò riforme (largamente consigliate dal fondo monetario internazionale) che prevedevano la privatizzazione delle imprese e il rigore finanziario ("PLAN REAL"). Queste ebbero un forte impatto negativo sulla popolazione più povera, oltre che aggravare la polarizzazione della ricchezza già presente massicciamente nel paese. Nel 1997 ottenne un emendamento costituzionale a lui favorevole, che gli permise così di ricandidarsi alla presidenza. Nel 1998 si registrarono delle considerevoli fughe di capitali che gettarono il Paese nel caos. Cardoso, rieletto, si appellò al Fondo Monetario Internazionale e riuscì a far approvare un piano di intervento triennale per il Brasile, ma ciò indebitò il paese di altri 41,5 miliardi di dollari. Infine, Cardoso confermò la presenza brasiliana nel Mercosur.
Nelle elezioni presidenziali del 2002 si è affermato il candidato di sinistra Luiz Inácio Lula da Silva, noto semplicemente come Lula, che verrà poi rieletto nel 2006. Il nuovo presidente, esponente del partito operaio (Partido dos Trabalhadores, PT), ha rappresentato una svolta nella politica brasiliana, in precedenza allineata alle scelte del Fondo Monetario Internazionale, di cui il Brasile era debitore; in particolare ha contribuito a rilanciare il Mercosur a discapito dell'Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA) voluta dagli Stati Uniti. Il suo programma, che ha garantito provvedimenti volti a favorire la giustizia sociale e a risollevare l'economia dissestata, riscosse ampi consensi, in particolare tra i meno agiati. La sua politica di equilibrismo tra gli interessi del capitale (industriale agrario e finanziario) e le aspettative di lavoratori e braccianti agricoli (sem terra) hanno però frenato l'auspicata rivoluzione dei rapporti sociali, e la protesta degli strati più poveri della popolazione riesplose di fronte al nuovo piano economico. Venne quindi approvata una riforma delle pensioni e varato il programma Fame zero riassunto nel motto: "3 pasti al giorno per tutti" per affrontare il problema della denutrizione diffusa in tutto il Paese. Nel 2004 il Brasile fondò con gli altri Paesi dell'America Latina la Comunità delle Nazioni del Sud America.
Dal 2003 è stato istituito il "bolsa familia", che garantisce una rendita anche se minima a molte persone bisognose, che sta aiutando molti brasiliani a uscire dalla povertà assoluta. Il "bolsa familia" è riconosciuto mondialmente come uno dei migliori piani d'aiuto alla popolazione bisognosa fatto da un governo.[22] Le elezioni presidenziali del 2010 videro per la prima volta la vittoria di una donna, Dilma Rousseff, anch'essa esponente del partito operaio, con un passato da ex guerrigliera imprigionata durante la dittatura ed ex Ministro dell'Energia e delle Miniere durante il governo di Lula. Nel giugno 2013 nel paese sono scoppiate manifestazioni popolari a causa di varie rivendicazioni sociali. Dopo le elezioni polarizzate del 2014, la Rousseff è stata rieletta ed è rimasta in carica al 31 agosto 2016, quanto è stata destituita dal Parlamento attraverso la procedura di impeachment, iniziata nel dicembre 2015, a seguito dello scandalo corruzione, nato da un'indagine sulla compagnia petrolifera Petrobras e che ha coinvolto il Partito dei Lavoratori.[23] La Rousseff è stata sostituita come presidente dal suo vice Michel Temer fino alle elezioni presidenziali del 2018, vinte dall'esponente della destra radicale Jair Bolsonaro, che è stato proclamato presidente il 1º gennaio 2019.
Nel secondo turno delle elezioni del 2022, l'ex presidente Lula è stato eletto per la terza volta con il sostegno del 50,9% dell'elettorato, nelle elezioni più vicine della storia, mentre Bolsonaro è diventato il primo presidente brasiliano a non essere rieletto dopo la ridemocratizzazione.
Da un punto di vista geografico il paese è inoltre diviso in cinque grandi regioni geografiche (região, pl. regiões), queste sono usate talvolta anche per fini statistici e non hanno dunque rilevanza da un punto di vista amministrativo; gli stati sono così distribuiti:
il Nord o Amazzonia (Região Norte): Acre, Amapá, Amazonas, Pará, Rondônia, Roraima, Tocantins. Molto scarsamente popolata a causa dell'ambiente.
il Nord-Est (Região Nordeste): Alagoas, Bahia, Ceará, Maranhão, Paraíba, Pernambuco, Piauí, Rio Grande do Norte, Sergipe. la regione più povera del paese.
il Sud-Est (Região Sudeste): Espírito Santo, Minas Gerais, Rio de Janeiro, San Paolo. Una delle regioni più ricche per via del clima e dove si trovano le città più grandi del paese.
il Sud (Região Sul): Paraná, Santa Catarina, Rio Grande do Sul. la regione con la più alta qualità di vita e con tante “città modello”
il Centro-Ovest (Região Centro-Oeste): Goiás, Mato Grosso, Mato Grosso do Sul, Distrito Federal do Brasil. La regione è stata recentemente urbanizzata dopo la fondazione di Brasilia
Morfologia
Altopiani
A sud della foresta amazzonica si estende la grande regione degli altopiani, che comprende l'altopiano del Brasile e il Mato Grosso. Gli altopiani, formati da rocce antiche ricoperte di arenaria o di calcare, digradano dolcemente verso ovest, mentre terminano a est, verso la costa, con rilievi granitici dalle cime arrotondate chiamati "pan di zucchero". Lungo la costa si trova anche una stretta fascia pianeggiante.
Il Brasile dispone di un complesso sistema di fiumi e nove grandi bacini idrografici, le cui acque confluiscono tutte nell'Oceano Atlantico. Il fiume più importante è il Rio delle Amazzoni, che attraversa la foresta amazzonica e il cui bacino idrografico, con un'estensione di 7050000 km², è il più vasto del mondo[24]. Ai confini con l'Argentina e il Paraguay e all'interno del Parco nazionale dell'Iguazú si trovano le 275 cascate che scendono da varie altezze per circa quattro chilometri.
Altri fiumi importanti sono, oltre al Rio delle Amazzoni, lungo 6 992 chilometri di cui 4 000 navigabili, il Paraná e il São Francisco, il fiume più lungo che scorre totalmente in territorio brasiliano attraversando ben cinque stati, e che per metà dei suoi 2 900 chilometri è navigabile[24].
Il clima brasiliano ha una grande varietà di condizioni atmosferiche, vista la ricca e variegata topografia del suo territorio, comunque si può considerare che la maggior parte del paese abbia un clima tropicale. Le diverse condizioni climatiche producono diversi ambienti: a nord il clima è tropicale con temperature alte durante tutto l'anno e precipitazioni abbondanti, anche se nella regione nord-orientale esiste un clima semi arido con temperature elevate e poche precipitazioni.
Nella fascia costiera meridionale il clima è caratterizzato da precipitazioni contenute e inverni miti.
Sugli altopiani centro-orientali il clima è subtropicale, le temperature variano a seconda dell'altitudine, in questa zona i periodi di siccità sono frequenti e si ritiene che il loro aumento sia dovuto al prosciugamento dei cosiddetti "fiumi volanti"[25] che sono ora al centro di un progetto che studia il fenomeno, il Flying Rivers Project.[26] La zona sud-occidentale degli altopiani è caratterizzata da forti precipitazioni, e la zona sud-orientale ha un clima variabile. Nella foresta amazzonica si incontra un clima equatoriale umido, rendendo quest'area una delle più piovose della Terra.
Il clima equatoriale presente in Amazzonia e nella regione del Mato Grosso ha temperature mediamente elevate, comprese tra i 27 e i 32 gradi Celsius.
La zona centrale presenta un clima tropicale con un inverno secco e un'estate molto piovosa.
Le regioni al di sotto del Tropico del Capricorno hanno un clima temperato, e la differenza tra le stagioni più che dalle precipitazioni è provocata dalla differenza di temperatura. In questa zona le temperature medie annuali non superano i 18 °C, inoltre, non sono rare le gelate notturne nei periodi più freddi, soprattutto sui rilievi, anche se raramente si hanno precipitazioni nevose[27].
Popolazione
Con più di 200 milioni di abitanti, il Brasile è il paese più popoloso dell'America Latina e il quinto Paese più popolato del mondo. Grazie all'eccezionale estensione del suo territorio, la densità del Brasile si rivela decisamente bassa: solo 25 ab./km². La popolazione, tuttavia, risulta distribuita in modo fortemente squilibrato. La densità è più alta nel litorale e nell'entroterra del centro-sud, ed è più bassa nel nord-ovest.
La popolazione brasiliana è aumentata in modo significativo tra il 1940 e il 1970, a causa di un calo del tasso di mortalità, sebbene anche il tasso di natalità abbia registrato un leggero calo nello stesso periodo. Negli anni quaranta il tasso di crescita annuo della popolazione era del 2,4%, salendo al 3% nel 1950 e rimanendo al 2,9% nel 1960, con un’aspettativa di vita in aumento da 44 a 54 anni e a 77 anni nel 2021. Il tasso di aumento della popolazione è in diminuzione dal 1960, dal 3,04% annuo tra il 1950 e il 1960 all'1,05% nel 2008 e si prevede che scenderà a un valore negativo, pari a -0,29%, nel 2050, completando così la transizione demografica.
Il Brasile ha una società multietnica. La popolazione brasiliana è, principalmente, discendente di indios, coloni portoghesi, schiaviafricani e diversi gruppi di immigrati che sono arrivati nel Brasile soprattutto fra il 1820 e il 1970. Gli immigrati erano principalmente italiani e portoghesi, ma anche tedeschi, spagnoli, giapponesi e siriani-libanesi.[28] Dall'arrivo dei portoghesi in Brasile nel 1500, si è verificato un intenso incrocio di razze tra amerindi, europei e africani nel Paese.[29]
Secondo l'Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística, la maggior parte della popolazione brasiliana si considera di colore bianco (47,33%). Il 43,13% si considera pardo (di colore marrone) e il 7,61% di colore nero. L'1,09% della popolazione è di origine asiatica e lo 0,8% è composto da indios.[30]
Persone di origine europea si trovano in tutto il Brasile, ma sono più numerose in proporzione negli Stati del sud e del sud-est:[31] come negli Stati di Santa Catarina,[31]Paraná, Rio Grande do Sul al sud e San Paolo, Minas Gerais, Espírito Santo al sud-est. In particolare nel XIX secolo, la maggioranza d'immigrati europei si stabiliva infatti in quelle zone, più che nel resto del Brasile.
Persone di origine africana sono presenti in tutto il Brasile, ma sono più numerose in proporzione negli Stati della costa centrale, come in tutto il Nord-est del Brasile, ma anche nello Stato di Espírito Santo, a Rio de Janeiro e negli Stati di Minas Gerais e San Paolo. Ciò dipende dal fatto che in passato un gran numero di africani, prevalentemente originari dell'Angola, arrivò per lavorare nei campi di canna da zucchero, nelle miniere d'oro e nelle piantagioni di caffè.[31].
Mulatti e meticci si trovano in tutto il Brasile. Secondo studi genetici, la maggior parte dei brasiliani hanno un certo grado di antenati con etnia mista.
Le persone di origine asiatica sono lo 0,5% della popolazione brasiliana.[31] La maggioranza degli asiatici sono di origine giapponese, anche se negli ultimi decenni sono arrivati molti immigrati coreani e cinesi.[32] In Brasile vive la più grande comunità di origine giapponese del mondo, soprattutto nello Stato di San Paolo.[33] Si stima che siano 1,5 milioni i brasiliani di origine giapponese, 190 000 i cinesi[32] e 100 000 i coreani.[32] Gli asiatici di origine giapponese sono più comuni negli Stati di San Paolo,[34] Paraná,[34] Mato Grosso do Sul[34] e Pará.[34]
Popolazione indigena: In Brasile vivono circa 240 tribù per un totale di circa 1,6 milioni di persone.[30] La maggioranza degli indigeni si trova negli Stati del nord.[31] Nel Paese, inoltre, vive anche il maggior numero di tribù incontattate al mondo (ovvero tribù che non hanno alcun contatto pacifico con l'esterno): secondo il FUNAI, il Dipartimento brasiliano agli Affari Indigeni, i gruppi incontattati che vivono nella foresta amazzonica brasiliana sono almeno 77[35].
Origine genetica
Diversi studi genetici dimostrano che in media i brasiliani hanno genetica europea, africana e amerindia, in percentuali variabili in base alle regioni.[36][37][38]
Medie della mappa genetica dei brasiliani, per regione[36]
Secondo uno studio genetico del 2014, i brasiliani pardo ("marroni") avevano il 68% di antenati europei, il 20% di africani e il 12% di indigeni. A loro volta, i brasiliani "bianchi" avevano l'88% di ascendenza europea, il 6% africana e il 6% indigena e i brasiliani "neri" il 56% di antenati africani, il 41% europei e il 3% indigena. In generale, i brasiliani, siano essi "marroni", "bianchi" o "neri", hanno le tre origini (europea, africana e indigena), che variano solo in gradi.[39][40] Secondo uno studio genetico del 2018, l'ascendenza europea che predomina in Brasile proviene da antenati portoghesi, sebbene nel sud del Paese l'ascendenza italiana e tedesca sia forte.[41]
I primi immigrati italiani arrivarono in Brasile nel febbraio 1874 nello Stato di Espírito Santo.[43] Erano contadini trentini e veneti attirati dal lavoro come piccoli coltivatori nelle colonie ufficiali e nelle fazendas del paese. Più di un milione e mezzo di italiani emigrarono in Brasile fra il 1880 e il 1950. Più della metà proveniva dal nord-Italia, con 30% dal Veneto.[44][45].
L'emigrazione verso il Brasile fu favorita a partire dal 1888, quando fu abolita la schiavitù, e il governo brasiliano incoraggiò l'arrivo di immigrati italiani per sostituire gli schiavi come manodopera nelle piantagioni di caffè.[46]
Nel 1925, il governo italiano stimò che gli italiani e loro discendenti erano il 6% della popolazione del Brasile e il 15% dei bianchi.[49] Secondo il censimento brasiliano del 1940, 1 260 931 brasiliani dichiaravano di essere figli di padre italiano, e 1 069 862 figli di madre italiana. I nati in Italia erano 285 000 e 40 000 erano stati naturalizzati brasiliani. Pertanto, a quella data, gli italiani e i loro figli erano poco più del 3,8% della popolazione del Brasile.[50]
Secondo stime recenti, oggi il 15% della popolazione brasiliana sarebbe di origine italiana, ovvero circa 30 milioni di persone, risultando quindi la più numerosa popolazione di oriundi italiani nel mondo.[51] Secondo un'altra ricerca condotta nel 1999 dall'ex presidente dell'IBGE, il 15,4% dei brasiliani hanno affermato di avere origini italiane. In una popolazione di 217.684.800 milioni di brasiliani, sono 33.523.459 milioni di persone.[52] Secondo un'altra ricerca condotta nel 2016, 7,7% dei brasiliani hanno un cognome di origine italiana. La maggior parte dei brasiliani di origine italiana appartengono oggi alla classe media del Brasile e guadagnano salari superiori alla media nazionale.[53]
La religione in Brasile si è evoluta dall'incontro della Chiesa Cattolica con la religione tradizionale dei discendenti degli schiavi africani e della popolazione indigena.
La religione predominante è quella cattolica (64,6%), seguita dal protestantesimo con il 22,2%.
Particolarmente pronunciato in Brasile è stato il progressivo e costante aumento dei protestanti, passati dal 15,4% del 2000 al 22,2% del 2010, nello stesso periodo la Chiesa Cattolica è diminuita dal 73,6% al 64,6% con una perdita di circa 12 milioni di fedeli. In trent'anni la percentuale degli evangelici è passata dal 6,6% al 22,2%[54]. In particolare, gli evangelici pentecostali nel 2009, secondo uno studio del Centro de Políticas Sociais da Fundação Getúlio Vargas (FGV), costituivano quasi il 13% della popolazione brasiliana[55].
Altri movimenti religiosi evangelici costituiscono il 7% del totale della popolazione, mentre le altre religioni minori costituiscono, tutte assieme, non più del 7% del totale. Tra queste ultime, l'1,65% segue lo spiritismo, dottrina filosofica che proprio in Brasile ha uno dei più alti numeri di adepti[55]. Secondo il censimento del 2000 inoltre, lo 0,31% è di religione afro-brasiliana, lo 0,13% è di religione buddista, lo 0,05% ebrea, lo 0,02% islamica, lo 0,01% di religioni indigene, mentre il 7,35% è ateo[56].
Il portoghese è la lingua ufficiale del Brasile ed è parlato da quasi tutti i suoi abitanti. Il Brasile è l'unico Paese di lingua portoghese nelle Americhe e il portoghese è una parte importante della identità nazionale brasiliana, dandole una cultura nazionale distinta da quella dei suoi vicini ispanofoni.[57] Il portoghese parlato in Brasile fu influenzato dalle lingue africane e indigene. Di conseguenza, la lingua usata nel Paese sudamericano differisce, per lo più in fonologia, dalla lingua parlata in Portogallo e negli altri Paesi di lingua portoghese.[58]
Si registra una crescita significativa dell'inglese parlato da gran parte della popolazione brasiliana, soprattutto dopo l'arrivo delle grandi multinazionali americane negli ultimi decenni, ed è in aumento anche lo spagnolo, motivo del forte numero di immigrati dai vicini paesi ispanofoni.
Il censimento del 2010 ha registrato 305 gruppi indigeni nel Brasile che parlano 274 lingue diverse. Degli indigeni che hanno 5 o più anni (786.674 persone), il 37,4% parla una lingua indigena e il 76,9% parla il portoghese. Coloro che parlano una lingua indigena si trovano soprattutto nelle regioni settentrionali del Brasile.[59]
Come risultato dell'immigrazione italiana verso il Brasile, la lingua veneta è parlata in alcune regioni degli Stati meridionali di Rio Grande do Sul e Santa Catarina, nella regione è conosciuta con il nome di talian. Questa lingua ha una struttura fonologica, morfologica e lessicale veneta con caratteristiche strutturali dei dialetti vicentino, padovano, trevigiano e feltrino-bellunese, più influenze dei dialetti lombardi e del portoghese.[60] Nel 2014, il talian è stato dichiarato parte del patrimonio culturale del Brasile ("Língua e referência cultural brasileira"); secondo la stima divulgata in questa occasione, il veneto brasiliano sarebbe parlato da circa 500 000 persone in 133 città brasiliane.[61][62] Il talian è parlato soprattutto nelle aree rurali e dagli anziani, ed è in pericolo di estinzione.[63]
Anche negli Stati del sud, discendenti di immigrati tedeschi conservano le loro lingue, soprattutto il dialetto hunsrückisch (originario della Germania sud-occidentale), e il pomerano (originario della regione del mar Baltico).[64][65][66] Come accade per il talian, queste lingue stanno scomparendo in Brasile, specialmente tra i giovani.[67]
Il potere esecutivo è guidato dal Presidente della Repubblica che è capo di Stato e di Governo. Eletto per un mandato di quattro anni con possibilità di rielezione, può applicare le leggi in vigore e proporne altre riguardanti la sua competenza[non chiaro]. Vengono inoltre compresi i ministeri e le segreterie speciali.
Facoltà universitarie riconosciute dal Ministero della Pubblica Istruzione brasiliano: 2 358.[71]
L'istruzione di base è garantita a tutti ma la difficoltà nel censire gli abitanti nei grossi agglomerati urbani genera una grande difficoltà da parte del governo a obbligare i piccoli a frequentare la scuola.
Per poter accedere alle università pubbliche è necessario passare un esame di ammissione, detto "vestibular", normalmente sono frequentate dai ricchi in quanto hanno potuto frequentare scuole superiori a pagamento, la classe povera che frequenta le scuole superiori pubbliche ha qualche difficoltà ad accedere ai corsi universitari statali.
Il sistema sanitario pubblico non è sufficiente e in molte regioni gli abitanti utilizzano le assicurazioni sanitarie private, stipulando contratti di salute denominati "Plano de Saúde", con pagamento mensile. Chi può permettersi il Plano de Saude è in grado all'occorrenza di utilizzare strutture sanitarie private.
In seguito alla promulgazione della Costituzione del 1988, il Brasile è una Repubblica presidenzialefederale. Per quanto riguarda la divisione amministrativa prende ispirazione dal modello nordamericano, seppur con qualche differenza: il potere esecutivo è esercitato dal Presidente, che possiede anche le funzioni di Capo di Stato e di Capo del Governo e viene eletto ogni quattro anni. In concomitanza con le elezioni presidenziali si vota anche per il Congresso nazionale, che detiene il potere legislativo ed è diviso in due camere parlamentari: la Camera dei Deputati, quadriennale, di 513 membri, e il Senato Federale comprendente 81 membri.
Il sistema di voto è di tipo statale per l'elezione dei senatori: ogni Stato elegge tre o due candidati in base al numero degli abitanti; per l'elezione del presidente e della Camera dei Deputati, invece, si adopera un sistema proporzionale che tiene conto della popolazione complessiva di tutto il Paese.
Infine, il potere giudiziario, la cui istanza massima è il Supremo Tribunale Federale, responsabile dell'applicazione della Costituzione, è composto da undici ministri scelti dal Presidente con l'approvazione del Senato, tra persone con noto sapere in ambito giuridico. La composizione del Supremo Tribunale Federale non viene rinnovata completamente ogni volta che si rinnova il mandato presidenziale: il Presidente indica un nuovo ministro quando uno di coloro che è in carica muore o si dimette.
Esistono anche il Tribunale Superiore di Giustizia, il Supremo Tribunale del Lavoro, il Supremo Tribunale Elettorale e il Tribunale Superiore Militare, che si occupano dell'amministrazione della giustizia nei rispettivi ambiti.
Dal 1996 il Brasile usa, primo al mondo, un sistema di votazione elettronica, obbligatoria e universale per quei cittadini alfabetizzati fra i 18 e 70 anni d'età.
Dal 1994 il Parlamento e il Presidente sono eletti nella medesima data.
Una caratteristica della vita politica tutta brasiliana è formata da quella forza politica informale, ma che rappresenta un blocco fondamentale per le approvazioni di leggi, chiamata centrão o Grande centro formata da alleanze di partiti, spesso disinvolte a seconda delle opportunità indipendentemente dalle correnti ideologiche.
Per analizzare in dettaglio la politica estera di questo paese si può ricorrere a uno schema di cerchi concentrici, ognuno riguardante un ambito delle relazioni internazionali brasiliane.
Partendo dall'interno di questo schema, nel primo cerchio troviamo il Mercosur.
Il Mercato Comune del Sud fu istituito il 26 marzo 1991 ed era composto inizialmente da: Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. Il 4 luglio 2006 è stato approvato il Protocollo di Adesione della Repubblica Bolivariana di Venezuela al Mercosur, che stabilisce le condizioni e i termini previsti per la piena incorporazione della Venezuela al blocco. L'entrata in vigore del riferito protocollo richiede che questo sia ratificato dai parlamenti dei cinque paesi coinvolti. Per ora, la riferita adesione è stata approvata dai parlamenti del Venezuela, del Brasile, dell'Argentina e dell'Uruguay, restando ancora pendente l'approvazione del parlamento del Paraguay.
L'obiettivo del Mercosur è quello di raggiungere un mercato comune con l'abolizione dei dazi doganali.
Il secondo cerchio concentrico riguarda l'attenzione del Brasile verso gli altri Stati sudamericani con i quali vuole attuare un programma di collaborazione politica, culturale ed economica; tra questi paesi esisteva una cooperazione che prima si chiamava CASA e dall'Aprile del 2007 ha preso il nome di UNASUR.
Il terzo cerchio concentrico è costituito dall'alleanza del Brasile con i Paesi emergenti dei continenti in via di sviluppo. In particolare, esistono rapporti con la Sudafrica per quanto riguarda l'Africa e con l'India, in rappresentanza dell'Asia. Questo accordo tuttavia si trova ancora in uno Stato embrionale, in quanto avvengono ancora pochi scambi commerciali, ma le previsioni per la crescita dei rapporti economici sono ottimistiche.
Per quanto riguarda poi in particolare l'Asia è palpabile la notevole presenza di mercati asiatici in Brasile, nonché la notevole quantità di esportazioni brasiliane in Asia (45 miliardi di attivo commerciale) che riguardano materie prime insieme ad alcuni prodotti finiti.
Il quarto cerchio è costituito dal rapporto con i Paesi industrializzati. Il primo partner commerciale del Brasile è l'Unione europea considerata nel complesso.
Esiste un ottimo rapporto con gli Stati Uniti i quali non hanno buone relazioni con tutti i paesi dell'America Latina: il Brasile svolge un importante ruolo di mediazione tra i due blocchi, anche se con cautela in quanto non desidera spiccare nei confronti degli altri Paesi.
Il Brasile, membro del G20 (paesi industrializzati), con un Prodotto Interno Lordo di 1 920 milioni di dollari nel 2022, occupa il 11º posto nella classifica mondiale.[74] L'economia del Brasile è la più grande dell'America Latina e la seconda più grande nelle Americhe, dopo gli Stati Uniti.[75]
L'economia brasiliana nel 2018 è stata collocata alla 150ª posizione per quanto concerne la libertà economica, conseguenza dell'accentuato protezionismo degli ultimi decenni, tuttavia, con il cambio di gestione ai vertici a partire dal 2019, il governo sta adottando politiche liberali favorendo l'apertura di mercato e stringendo importanti accordi commerciali internazionali.[76][77][78]
Lo Stato brasiliano ha partecipazioni in più di 650 società, coinvolte in un terzo del PIL nazionale.[79][80]
Dopo anni di importanti avanzamenti economici, una serie di scandali di corruzione innescarono una grande crisi politico/economica tra il 2014 al 2017, portando a un forte calo del PIL con conseguenti retrocessioni in molte aree e indicatori sociali che si protraggono fino a oggi (disoccupazione, calo del potere d'acquisto, aumento della disuguaglianza, lavoro informale, ecc..).
Secondo i dati della Banca mondiale, dal 2014 al 2017, la povertà del Paese è cresciuta di tre punti percentuali, raggiungendo il 21% della popolazione, ovvero 43,5 milioni di persone.[81] La popolazione povera vive, soprattutto, nelle favelas delle grandi città.
[82][83]
L'economia brasiliana conta con grandi industrie e multinazionali in diverse aree, come Embraer (terzo più grande produttore mondiale nel campo aeronautico civile), Petrobras (già considerata tra le maggiori compagnie energetiche al mondo), JBS (più grande azienda di lavorazione di carni del mondo), Vale S.A. (maggiore esportatore mondiale di minerale di ferro), AmBev, BRF, Amaggi, Marcopolo ecc...
Come effetto delle politiche economiche allineate all'economia di mercato e di impegno nel controllo fiscale messe in atto dall'attuale governo, in aggiunta al graduale miglioramento delle prospettive per l'economia, il Paese sta recuperando fiducia degli investitori e riconoscimento internazionale. Lo testimonia il supporto offerto dagli Stati Uniti all'ingresso del Brasile nell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico[84]
Nella produzione di proteine animali, il Brasile è oggi uno dei paesi più grandi al mondo. Nel 2019, il Paese è stato il più grande esportatore mondiale di carne di pollo[122][123]. È stato anche il secondo più grande produttore di carne manzo[124], il terzo produttore mondiale di latte[125], il quarto produttore mondiale di carne maiale[126] e pesce, il settimo produttore di uova nel mondo.[127]
Nel settore minerario, il Brasile si distingue per l'estrazione di minerale di ferro (dove è il secondo esportatore mondiale), rame, oro, bauxite, fosfato, alluminio, argento, carbone, grafite (uno dei 5 maggiori produttori al mondo), manganese (uno dei 5 maggiori produttori al mondo), Stagno (uno dei maggiori produttori al mondo), niobio (concentra il 99% delle riserve noto al mondo) e nichel, potassio, quartzo, piombo, barita, grafita, fluorite. Per quanto riguarda le pietre preziose, il Brasile è il maggior produttore mondiale di ametista, topazio, agata, ametrino, citrino, topazio, e uno dei principali produttori di tormalina, smeraldo, acquamarina e granato.[128][129][130][131][132][133], opali, giada, amazzonite, berillo, ossidiana, diamante, andalusite, avventurina, safire.
Il settore secondario si basa sulle industrie. Il Brasile è il leader industriale in America Latina. In industria alimentare, nel 2019, il Brasile è stato il secondo esportatore mondiale di alimenti trasformati.[134][135][136] Nel 2016, il Paese è stato il 2 ° produttore di cellulosa al mondo e il 7° produttore di carta.[137][138][139] In industria di scarpa, nel 2019, il Brasile si è classificato al 4 ° posto tra i produttori mondiali.[140][141][142][143][144] Nel 2019, il Paese è stato l'8 ° produttore di veicoli e il 9 ° produttore di acciaio nel mondo[145][146][147]. Nel 2018, industria chimica del Brasile si è classificata al 7º posto nel mondo[148][149][150]. In Industria tessile, il Brasile, sebbene nel 2013 fosse tra i 5 maggiori produttori mondiali, è poco integrato nel commercio mondiale.[151]
La rappresentatività del settore terziario (commercio e servizi) è stata del 75,8% del PIL del paese nel 2018, secondo l'IBGE. Il settore dei servizi era responsabile del 60% del PIL e il commercio del 13%. Copre una vasta gamma di attività: commercio, alloggio e ristorazione, trasporti, comunicazioni, servizi finanziari, attività immobiliari e servizi forniti alle imprese, pubblica amministrazione (pulizia urbana, servizi igienico-sanitari, ecc.) E altri servizi come istruzione, servizi sociali e servizi sanitari, ricerca e sviluppo, attività sportive, ecc., poiché si tratta di attività complementari ad altri settori.[152][153]
Le micro e le piccole imprese rappresentano il 30% del PIL del Paese. Nel settore commerciale, ad esempio, rappresentano il 53% del PIL nell'ambito delle attività del settore.[154]
Scienza e tecnologia
In campo tecnologico nel XX secolo importanti progressi si sono registrati nel campo dell'aviazione anche con l'opera del pioniere dell'aviazione Alberto Santos-Dumont progettista e costruttore, all'inizio del XX secolo, del Santos-Dumont 14-bis. Attualmente lo sviluppo in S&T in Brasile è abbastanza diversificato, attraverso la sua Agenzia Spaziale Brasiliana (AEB) supportata dal polo aerospaziale e tecnologico situato principalmente nella regione di São José dos Campos con produttori high-tech come Embraer o Avibras e attraverso il Cosmodromo di Alcântara, effettua regolari lanci suborbitali di vettori spaziali nazionali della famiglia VS, una classe di veicoli suborbitali per propiziare voli scientifici in microgravità ad altitudini fino a 950 km con carichi utili fino a mezza tonnellata e che hanno dozzine di voli dal paese o da altre agenzie spaziali come la DLR tedesca.
Il Paese ha in orbita diversi satelliti, prodotti localmente o in partnership come la serie CBERS o il Amazônia-1, oltre ad altri acquistati sul mercato mondiale.[155][156]; il primo dei quali Brasilsat A1 è stato lanciato nello spazio l'8 febbraio 1985.
Nel 2006, Marcos Pontes diventa il primo astronauta brasiliano, in missione sulla stazione spaziale internazionale.[157]
Nell'energia nucleare, il paese ha diversi reattori per la produzione di energia, radiofarmaci e ricerca, oltre a padroneggiare il ciclo di arricchimento dell'uranio che fornisce le sue centrali nucleari Angra 1 e 2 e ha esportato uranio arricchito in Argentina.[158] Il paese sta costruendo il suo primo nucleare sottomarino, il SSN Álvaro Alberto, uno sviluppo dei sottomarini classe Riachuelo nella corsa di produzione.
È stato appena inaugurato l'acceleratore di particelle Sirius (sincrotrone), con un anello magnetico di 518 metri e 3 GeV di potenza, il Paese conduce anche esperimenti nell'area della fusione nucleare, con tre tokamak sperimentali per lo studio del plasma da fusione, tra cui l'ETE (Spherical Tokamak Experiment) all'INPE - Istituto Nazionale per la Ricerca Spaziale, progettato e costruito nel paese.[159][160]
Si trovano in Brasile quattro supercomputer nella Top500, la classifica dei 500 supercomputer più performanti al mondo. Il più potente, di Petrobras, è tra i 100 più grandi, è l'Atlas con 4 896 core CPU, 5 570 560 core GPU e 104448 GB di memoria, raggiungendo una performance teorica di 8.8 PetaFlops.[161]
Nel settore delle biotecnologie e dell'ingegneria agronomica, ha aziende di riferimento in suoli tropicali come Embrapa, che ha permesso l'espansione dell'agricoltura in terreni relativamente sterili all'interno del paese, permettendo al paese di diventare uno dei maggiori esportatori di cibo nel mondo.[162]
La scienza del Brasile nel periodo dal 2011 al 2016, ha pubblicato più di 250 000 articoli nel database Web of Science in tutte le aree della conoscenza, con una delle più alte crescite nella produzione scientifica tra tutte le nazioni e ha raggiunto l'11º posto tra i produttori di conoscenza del mondo, contribuendo per il 2,12% degli articoli provenienti da 183 paesi.[163][164]
Forze Armate
Le Forze Armate del Brasile sono le più grandi dell'America Latina e comprendono tre principali rami militari: l'Esercito del Brasile (Exército Brasileiro), la Marina del Brasile (Marinha do Brasil) e l'Aeronautica Militare Brasiliana (Força Aérea Brasileira, FAB)
L'Esercito del Brasile è il ramo terrestre delle forze armate e ha una storia che risale ai tempi della colonizzazione portoghese. È noto per la sua capacità di operare in ambienti diversificati, specialmente nella vasta e impervia regione amazzonica. L'esercito brasiliano è responsabile della difesa del territorio nazionale, della sovranità del paese e del mantenimento dell'ordine interno.
La Marina del Brasile è la più antica delle forze armate brasiliane e la più grande marina militare del Sud America. La sua flotta comprende una varietà di navi da guerra, tra cui una portaerei, fregate di costruzione inglese e americana, corvette costruite in Brasile, sottomarini diesel-elettrici costieri e numerose altre imbarcazioni per il pattugliamento fluviale e costiero. La Marina è incaricata del pattugliamento delle acque territoriali brasiliane e della protezione delle risorse marittime del paese.
L'Aeronautica Militare Brasiliana (FAB) è stata istituita dall'unione delle divisioni aeree dell'Esercito e della Marina. Con circa 700 velivoli con equipaggio e un organico di 66.020 persone in servizio attivo, oltre a 7.500 civili impiegati, la FAB è la più grande forza aerea dell'America Latina.
Energie
La caratteristica principale della matrice energetica brasiliana è che è molto più rinnovabile di quella globale. Mentre nel 2019 la matrice mondiale era composta solo per il 13% da energie rinnovabili, quella del Brasile era al 80%. Petrolio e prodotti petroliferi costituiscono il 30% della matrice; derivati della canna da zucchero, 18%; energia idraulica, 12,4%; gas naturale, 12,2%; legna da ardere e carbone, 8,8%; energie rinnovabili varie, 7%; carbone minerale, 5,3%; nucleare, 1,4% e altre energie non rinnovabili, 0,6%.[165]
Nella matrice dell'energia elettrica, la differenza tra il Brasile e il mondo è ancora maggiore: mentre il mondo aveva solo il 24% di energia elettrica rinnovabile nel 2019, il Brasile ne aveva l'83%. La matrice elettrica brasiliana è composta da: energia idraulica, 65,9%; biomassa, 8,4%; energia eolica, 8,6%; energia solare, 1%; gas naturale, 9,3%; prodotti petroliferi, 2%; nucleare, 2,5%; carbone e derivati, 3,3%.[165]
Il governo brasiliano ha intrapreso un ambizioso programma per ridurre la dipendenza dal petrolio importato nel corso dei decenni. Le importazioni in precedenza rappresentavano oltre il 70% del fabbisogno di petrolio del paese, ma il Brasile è diventato autosufficiente in termini di petrolio nel 2006-2007. Il Brasile è stato il settimo produttore mondiale di petrolio nel 2019, con 3,8 milioni di barili / giorno. La produzione riesce a soddisfare la domanda del paese. A inizio 2020, nella produzione di petrolio e gas naturale, il Paese ha superato per la prima volta i 4 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno. Nel gennaio di quest'anno sono stati estratti 3.168 milioni di barili di petrolio al giorno e 138 753 milioni di metri cubi di gas naturale. Nel 2019, Rio de Janeiro è stato il più grande produttore di petrolio e gas naturale in Brasile, con il 71% del volume totale prodotto. San Paolo è al secondo posto, con una quota dell'11,5% nella produzione totale.[166]
Nel 2019 il Brasile aveva in funzione 217 impianti idroelettrici, con una capacità installata di 98581 MW, il 60,16% della produzione energetica del Paese. Nella produzione totale di elettricità, nel 2019 il Brasile ha raggiunto 170.000 megawatt di capacità installata, oltre il 75% da fonti rinnovabili (la maggior parte, impianti idroelettrici).[167] Il Brasile è uno dei 5 maggiori produttori di energia idroelettrica al mondo (2º posto nel 2017).[168]
Nel 2013 il Sudest ha utilizzato circa il 50% del carico del Sistema Integrato Nazionale (SIN), essendo la principale regione consumatrice di energia del Paese. La capacità di generazione di elettricità installata nella regione è stata di quasi 42500 MW, che rappresentava circa un terzo della capacità di generazione del Brasile. La generazione idroelettrica ha rappresentato il 58% della capacità installata nella regione, con il restante 42% sostanzialmente corrispondente alla generazione termoelettrica. San Paolo rappresentava il 40% di questa capacità; Minas Gerais di circa il 25%; Rio de Janeiro del 13,3%; e Espírito Santo per il resto. La regione meridionale ha la Diga di Itaipú, che è stata per diversi anni la più grande centrale idroelettrica del mondo, fino all'inaugurazione della Diga delle Tre Gole in Cina. Rimane la seconda centrale idroelettrica operativa più grande del mondo. Il Brasile è co-proprietario della diga di Itaipu con il Paraguay: la diga si trova sul fiume Paraná, al confine tra i paesi. Ha una capacità di generazione installata di 14 GW da 20 unità di generazione da 700 MW ciascuna. Il Brasile settentrionale ha grandi impianti idroelettrici come Diga di Belo Monte e Diga di Tucuruí, che producono gran parte dell'energia nazionale. Il potenziale idroelettrico del Brasile non è stato ancora completamente esplorato, quindi il paese ha ancora la capacità di costruire diversi impianti di energia rinnovabile nel suo territorio.[169]
Il potenziale di risorsa eolica lorda del Brasile è stato stimato, nel 2019, in circa 522 GW (questo, solo a terra), energia sufficiente per soddisfare tre volte la domanda attuale del paese.[170][171] A luglio 2022, secondo ONS, la capacità installata totale era di 22 GW, con un fattore di capacità medio del 58%.[172][173] Mentre la media mondiale dei fattori di capacità di produzione eolica è del 24,7%, ci sono aree nel nord e nordest del Brasile, dove possiamo trovare parchi eolici con fattori di capacità media superiori al 70%. Il Brasile è infatti il paese con il miglior fattore di capacità eolica media. Nel 2019 l'energia eolica rappresentava il 9% dell'energia generata nel Paese.[174] Nel 2021 il Brasile è stato il 7º Paese al mondo per potenza eolica installata (21 GW) e il 4° produttore mondiale di energia eolica (72 TWh), dietro solo a Cina, USA e Germania.[175]
L'energia nucleare rappresenta circa il 2% dell'elettricità del Brasile. Il monopolio della generazione di energia nucleare è di proprietà di Eletronuclear (Eletrobrás Eletronuclear S/A), una consociata interamente controllata di Eletrobrás. L'energia nucleare è prodotta da due reattori ad Angra. Si trova presso il Central Nuclear Almirante Álvaro Alberto (CNAAA) sulla Praia de Itaorna ad Angra dos Reis, Rio de Janeiro. Consiste di due reattori ad acqua pressurizzata, Angra I, con una capacità di 657 MW, collegati alla rete elettrica nel 1982, e Angra II, con una capacità di 1350 MW, collegati nel 2000. Un terzo reattore, Angra III, con una potenza prevista di 1350 MW.
A ottobre 2022, secondo ONS, la capacità totale installata del solare fotovoltaico era di 21 GW, con un fattore di capacità medio del 23%.[176][177] Alcuni degli Stati brasiliani più irradiati sono MG ("Minas Gerais"), BA ("Bahia") e GO (Goiás), che hanno effettivamente record a livello mondiale di irradiazione. Nel 2019, l'energia solare rappresentava l'1,27% dell'energia generata nel paese.[174][178] Nel 2021, il Brasile è stato il 14º Paese al mondo in termini di energia solare installata (13 GW) e l'11° produttore di energia solare al mondo (16,8 TWh).[179][180]
Nel 2020, il Brasile è stato il secondo Paese al mondo per produzione di energia attraverso biomassa (produzione di energia da biocombustibili solidi e rifiuti rinnovabili), con 15,2 GW installati.[181]
Il trasporto in Brasile è sostanzialmente effettuato in modalità autostrada, la più sviluppata della regione. Esiste anche una notevole infrastruttura di porti e aeroporti. Il settore ferroviario e fiume, sebbene abbia un potenziale, viene solitamente trattato in modo secondario.
Il Brasile ha più di 1,9 milioni di chilometri di strade, di cui 215000 km asfaltati e circa 14200 kmstrade divise. Le due autostrade più importanti del paese sono BR-101 e BR-116. Il Brasile è il paese dell'America Latina con il maggior numero di autostrade impiantate, asfaltate e duplicate.[182][183]
A causa di Cordigliera delle Ande, Rio delle Amazzoni e Foresta Amazzonica, ci sono sempre state difficoltà nell'attuare strade transcontinentali o bi-oceaniche. Praticamente l'unica rotta che esisteva era quella che collegava il Brasile con Buenos Aires, in Argentina e poi con Santiago, in Cile. Tuttavia, negli ultimi anni, con gli sforzi congiunti dei paesi, hanno iniziato a emergere nuove rotte, come Brasile-Perù (Carretera Interoceánica), e una nuova autostrada tra Brasile, Paraguay, Argentina settentrionale e Cile settentrionale (Corridoio Bioceanico). Queste autostrade facilitano l'esportazione dai porti del Pacifico verso i paesi asiatici.
Ci sono più di 2 000 aeroporti in Brasile. Il paese ha il secondo più grande numero di aeroporti al mondo, dietro solo agli Stati Uniti. L'Aeroporto di San Paolo-Guarulhos, situato nella regione metropolitana di San Paolo, è il più grande e il più trafficato del paese: l'aeroporto collega San Paolo con praticamente tutte le principali città del mondo. Il Brasile ha 44 aeroporti internazionali, come Rio de Janeiro, Brasilia, Belo Horizonte, Porto Alegre, Florianópolis, Cuiabá, Salvador, Recife, Fortaleza, Belém e Manaus, tra gli altri. I 10 aeroporti più trafficati del Sud America nel 2017 sono stati: São Paulo-Guarulhos (Brasile), Bogotà (Colombia), São Paulo-Congonhas (Brasile), Santiago (Cile), Lima (Perù), Brasilia (Brasile), Rio di Janeiro (Brasile), Buenos Aires-Aeroparque (Argentina), Buenos Aires-Ezeiza (Argentina) e Minas Gerais (Brasile).[184]
In relazione ai porti, il Brasile ha alcuni dei porti più trafficati del Sud America, come Porto di Santos, Porto di Rio de Janeiro, Porto di Paranaguá, Porto di Itajaí, Porto di Rio Grande e Porto di Suape. I 15 porti più attivi del Sud America sono: Porto di Santos (Brasile), Porto di Bahía de Cartagena (Colombia), Callao (Perù), Guayaquil (Ecuador), Buenos Aires (Argentina), San Antonio (Cile), Buenaventura (Colombia), Itajaí (Brasile), Valparaíso (Cile), Montevideo (Uruguay), Paranaguá (Brasile), Rio Grande (Brasile), São Francisco do Sul (Brasile), Manaus (Brasile) e Coronel (Cile).[185]
La rete ferroviaria brasiliana ha un'estensione di circa 30 000 chilometri. Fondamentalmente è utilizzata per il trasporto di minerali. Il trasporto ferroviario di passeggeri a lunga percorrenza è praticamente inesistente in quanto può funzionare solo attraverso sovvenzioni, come avviene in Europa.[186]
Tra i principali rotte navigabili brasiliani, due spiccano: Corso d'acqua Paraná-Tieté (che ha una lunghezza di 2400 km, 1 600 nel fiume Paraná e 800 km nel fiume Tietê, prosciugando la produzione agricola dagli stati di Mato Grosso, Mato Grosso do Sul, Goiás e parte di Rondônia, Tocantins e Minas Gerais) e Corso d'acqua Solimões-Amazonas (ha due sezioni: Solimões, che va da Tabatinga a Manaus, con circa 1600 km, e Amazonas, che si estende da Manaus a Belém, con 1650 km. Quasi tutto il trasporto di passeggeri dalla pianura amazzonica viene effettuato da questa via d'acqua, oltre a praticamente tutto il trasporto di merci che va al principali centri regionali di Belém e Manaus). In Brasile, questo trasporto è ancora sottoutilizzato: le sezioni più importanti delle vie navigabili interne, dal punto di vista economico, si trovano nel sud-est e nel sud del Paese. Il suo pieno utilizzo dipende ancora dalla costruzione di chiuse, grandi lavori di dragaggio e, principalmente, dai porti che consentono l'integrazione intermodale.
La foresta brasiliana più importante è la Foresta Amazzonica, una delle più grandi al mondo. È considerato il polmone verde della Terra. Tuttavia sono presenti problemi di deforestazione dovuti al taglio della legna e alla creazione di campi coltivabili. Lungo la costa atlantica si trova, su pianure e rilievi la Mata Atlantica, la Foresta Atlantica, o ciò che ne rimane dopo le deforestazioni dei secoli passati per dare spazio a piantagioni di banane e caffè. La Foresta Atlantica è comunque in ripresa e sono numerosi i parchi protetti, come ad esempio quello della Tijuca a Rio de Janeiro.
A dicembre 2016, secondo gli studi di EMBRAPA, la vegetazione autoctona conservata copriva il 61% del territorio brasiliano. L'agricoltura occupava l'8% del territorio nazionale mentre i pascoli coprivano il 19,7%.[187]
La foresta è caratterizzata non solo dalla sua grandezza ma anche dalla varietà di specie animali che vi abitano.
La cultura brasiliana è stata principalmente influenzata dalla cultura del Portogallo. La lingua portoghese, la religione cattolica e le tradizioni principali sono state introdotte dai colonizzatori portoghesi durante l'era coloniale. I nativi americani hanno influenzato la lingua e la cucina e gli africani hanno influenzato musica, cucina, lingua e religione del Brasile.[188][189]
L'influenza tedesca e soprattutto quella italiana sono forti nelle regioni Sud e Sudorientale del Brasile. L'immigrazione italiana verso il Brasile meridionale è stata intensa fra il 1870 e il 1920.[190]
Tutte queste culture mescolate hanno generato la ricca e diversa cultura brasiliana.
Arte
Sin dal XVI secolo, le chiese e i conventi cattolici del Brasile, con l'adozione soprattutto dello stile chão portoghese, presentavano decorazioni di stile europeo realizzate spesso da artigiani brasiliani addestrati alle tecniche di oltreoceano. Durante i secoli XVII e XVIII, i modelli barocchi e rococò, importati dal Portogallo, influenzarono in maniera determinante l'architettura religiosa del Brasile. Molte di queste chiese possono essere ammirate ancora oggi.
L'artista più interessante dell'intero periodo coloniale fu senz'altro lo scultore e architetto Antônio Francisco Lisboa (1738-1814), meglio noto con il nome di Aleijadinho. Autodidatta, figlio di un colono portoghese e di una schiava, sviluppò una notevole maestria nelle più raffinate decorazioni rococò e le sue sculture lignee policrome e le statue di pietra esprimono una grandiosità di sentimenti fuori dal tempo. Aleijadinho, nonostante avesse contratto una grave malattia deformante, continuò a lavorare ugualmente per altri trent'anni, con lo scalpello e il mazzuolo legati al polso. La sua arte può essere apprezzata nelle molte chiese barocche dello Stato natio di Minas Gerais, specialmente nella città di Ouro Preto e nella zona circostante. Nella Chiesa del Bom Jesus de Matosinhos nella città di Congonhas do Campo, Aleijadinho scolpì nella pietra, a grandezza naturale, le statue dei dodici Profeti poste sulla scalinata e sul loggiato esterni. Di fronte alla scalinata della chiesa, in sei piccole cappelle devozionali, creò le stazioni della Via Crucis con 66 statue in legno di cedro.
Durante gli ultimi due anni del XVIII secolo, specialmente a Rio de Janeiro, apparvero i segni di un'arte nuova, non più dominata dai temi religiosi. Diventarono sempre più frequenti nella produzione artistica di Rio opere di contenuto mondano, come i ritratti di personaggi famosi.
All'inizio del XIX secolo, con il trasferimento in Brasile della corte reale portoghese, determinato dall'invasione del Portogallo da parte delle truppe di Napoleone, si assiste a un processo di "europeizzazione" della vita culturale. Giovanni VI, il re portoghese fuggitivo, incoraggiò la vita intellettuale di Rio de Janeiro, fondando istituzioni culturali come la Stampa Regia e la Biblioteca Nazionale. Inoltre, portò con sé un gruppo di maestri francesi, la cosiddetta Missione artistica francese, per creare in Brasile un'Accademia delle Arti, sul modello di quelle europee, e introdurre lo stile neoclassico nel piano di ammodernamento di Rio de Janeiro come capitale del Regno. Facevano parte del gruppo artisti come i fratelli Taunay, l'architetto Auguste Grandjean de Montigny (1776-1850) e il pittore Jean-Baptiste Debret (1768-1848), che con i suoi quadri ha lasciato una preziosa documentazione iconografica del paesaggio, della gente e delle abitudini rurali e cittadine dell'epoca. L'impronta lasciata da Debret e dai suoi colleghi fu tale che il neoclassicismo ha dominato le arti figurative brasiliane fino al periodo repubblicano.
Dopo l'introduzione del Romanticismo nella pittura e nella scultura, nel periodo della proclamazione della repubblica (1889), si attivò un notevole sviluppo urbanistico coincidente con il ripristino della antica arte coloniale. Fino alla prima metà del XX secolo, l'arte brasiliana ha riflesso le correnti e i movimenti europei; tipico esempio di questo momento furono i monumenti dell'italiano Galileo Emendabili, tra cui l'Obelisco della rivoluzione costituzionale del 1932, collocato nel Parco Ibirapuera di San Paolo.
Dopo la seconda guerra mondiale, il Brasile ha cercato di avvicinarsi all'avanguardia delle correnti artistiche contemporanee. Una spinta propulsiva al rinnovamento delle tendenze è stato offerto dalla Biennale internazionale di San Paolo, istituita nel 1951. Importante esponente dell'arte modernista nel XX secolo fu inoltre Tarsila do Amaral.
Architettura
In campo architettonico, tra il XX e il XXI secolo, spicca soprattutto la figura di Oscar Niemeyer.
Se nel periodo dell'espansione gesuita il teatro venne utilizzato per la diffusione della dottrina cattolica, nel XVII e nel XVIII secolo apparvero i primi drammaturghi che misero in scena spettacoli di derivazione europea destinati alla Corte o a spettacoli privati. Durante il XIX secolo acquistò importanza e spessore il teatro drammatico, il cui primo degno rappresentante fu Luís Carlos Martins Pena (1813-1848), capace di descrivere la realtà a lui contemporanea. Sempre in questo periodo si impose la commedia di costume e la produzione comica. Rilevante, sempre nel XIX secolo, fu anche il drammaturgo Antônio Gonçalves Dias.[192]
Già ai primi del XX secolo si accrebbe la presenza di teatri, di impresari e di compagnie di attori, ma paradossalmente la qualità dei prodotti messi in scena scemò, e solamente nel 1940 il teatro brasiliano ricevette un'impennata di rinnovamento grazie all'azione del Teatro do Estudante di Pascoal Carlos Magno, al gruppo dei Comediantes e agli italiani Adolfo Celi, Ruggero Jacobbi, Luciano Salce e Aldo Calvo del Teatro Brasileiro de Comedia. A partire dagli anni sessanta del secolo si assistette sia a un teatro impegnato nelle tematiche sociali e religiose sia al fiorire di scuole di arte drammatica. Gli autori più in evidenza in questa fase furono Jorge Andrade e Ariano Suassuna.[192]
La musica del Brasile è fortemente influenzata da quelle d'Africa e d'Europa. In 500 anni di storia, nel Paese sono sorti stili unici e originali come Axé, choro, forró, frevo, samba, bossa nova, Música Popular Brasileira (MPB) e rock brasiliano. Gli indios svilupparono una musica autoctona basata su strumenti tipici quali il chocalho, a percussione, e numerose danze rituali, come il catimbò e il fandango. In seguito gli indios assorbirono ritmi sincopati provenienti dalla tradizione africana e arricchirono la loro strumentazione con i tamburi (atabaques) e la campanella metallica (agogô). I canti antichi più diffusi erano quelli marinari, pastorali, epici, natalizi, sentimentali. Verso il XVI secolo la musica popolare brasiliana risentì anche dell'influenza della musica europea, ma solo con un certo ritardo si avviò il fenomeno d'integrazione con le espressioni musicali indigene, culminante agli inizi dell'Ottocento, durante il regno di Pietro I, grazie alla fondazione di teatri, istituti e scuole. Il compositore più importante di questo periodo è José Maurício Nunes Garcia, un mulatto dotato di vasta erudizione musicale, che riuscì a fondere gli elementi della scuola tradizionale del barocco brasiliano con la lezione dei grandi autori del classicismo europeo.
Tra i più famosi musicisti brasiliani del XIX secolo spicca Antônio Carlos Gomes. Il più importante compositore di musica classica brasiliano è Heitor Villa-Lobos, esponente del neoclassicismo musicale, compositore e direttore d'orchestra che scrisse attorno alle 1 300 composizioni, di cui molte ispirate alla tradizione musicale brasiliana e altre a quella europea del 1600.
Tra le compositrici brasiliane Chiquinha Gonzaga (1847-1935), prima pianista del Choro e autrice della prima marcia del carnevale, intitolata Ó Abre Alas (1899): la data del suo compleanno, il 17 ottobre, viene celebrata in Brasile con la Giornata nazionale della musica popolare brasiliana (Dia Nacional da Música Popular Brasileira).[193]. Tra i compositori brasiliani Pixinguinha e Luiz Gonzaga, anche cantante e ancora da ricordare Tom Jobim.
Gli albori del cinema brasiliano sono rintracciabili verso i primi del Novecento e già nel 1928 vennero realizzati i primi grandi successi, grazie alle opere di Humberto Mauro e di Mário Peixoto. Negli anni trenta del secolo il cinema ricevette un grande impulso con la fondazione delle case produttrici Vera Cruz e Maristela e negli anni quaranta e cinquanta si misero in luce importante Lima Barreto e un nutrito gruppo di artisti italiani, con in testa Adolfo Celi e Luciano Salce. Nel 1962, dopo un periodo di stasi, il regista Anselmo Duarte ottenne la palma d'oro al Festival di Cannes per il film La parola data, il primo film brasiliano candidato per l'Oscar al miglior film straniero nel 1962, e negli ultimi decenni numerosi sono stati gli approcci verso una cinematografia sia ad ampio respiro internazionale, sia corrispondente alle esigenze e al sentimento nazionale. Altro film noto O Quatrilho - Il quadriglio diretto dal regista Fábio Barreto, film che fu nominato all'Oscar al miglior film straniero nel 1996. Tra le varie attrici brasiliane che si distinsero nel XX secolo ricordiamo Dercy Gonçalves.Tra i film più recenti girati nel paese troviamo Fast & Furious 5.
Importante movimento di rinnovamento della cinematografia brasiliana fu il Cinema Novo.
Inoltre è l'unica nazionale di calcio a essersi sempre qualificata a tutte le edizioni del mondiale. Alcuni dei suoi giocatori, come Pelé, sono considerati tra i migliori di sempre. Tra gli altri calciatori brasiliani noti ricordiamo Ronaldo, Ronaldinho, Garrincha, Zico, Leônidas, soprannominato il Diamante Nero[203] e fu colui che inventò la rovesciata[204] e Arthur Friedenreich, soprannominato El Tigre.
Il Brasile ha ospitato due volte il Campionato mondiale di calcio, nel 1950 e nel 2014. Nella partita decisiva della prima edizione perse per 2-1 contro l'Uruguay al Maracanã, evento per il quale venne coniato il termine Maracanazo.[205] Nell'edizione del 2014 il Brasile venne clamorosamente battuto in semifinale dalla Germania, futura vincitrice del titolo, per 7-1; per calco linguistico, l'evento fu etichettato con il termine Mineirazo.[206]
Automobilismo
Nell'automobilismo, sono molti i campioni venuti dal Brasile. Prima che venisse istituito il campionato mondiale di Formula 1 diversi piloti ottennero alcuni successi nei trofei di corse che si disputavano all'epoca, fra i quali uno dei più famosi fu Chico Landi che su Maserati vinse il Gran Premio di Bari nel 1948; ma bisognerà poi aspettare gli anni settanta per trovare un pilota brasiliano di F1 vincente, Emerson Fittipaldi, che fu anche il primo pilota brasiliano a vincere il titolo mondiale (1972 e 1974) e che successivamente gareggiò con successo anche nei campionati americani di CART vincendo sia il titolo sia la famosa 500 Miglia di Indianapolis. Negli ultimi tempi si è impegnato anche nei campionati Grand Prix Masters e A1 Grand Prix. Per un breve periodo, gestì anche una propria scuderia di corse, la Fittipaldi Automotive o Copersucar.
Noti sono anche Ayrton Senna (campione del mondo nel 1988, 1990 e 1991) e Nelson Piquet (campione nel 1981, 1983 e 1987), che con i loro successi infiammarono gli anni ottanta. Sfortunatamente dopo di loro i piloti brasiliani non ottennero risultati soddisfacenti in F1, con le ultime vittorie in un gran premio ottenute da Felipe Massa e Rubens Barrichello ma senza titoli. Al contrario nei campionati americani di IndyCar ci sono stati gli iridi di Gil de Ferran, Cristiano da Matta e Tony Kanaan fra il 2000 e il 2004.
Tipicamente brasiliana è anche la Capoeira, arte marziale dalle acrobazie simili a quelle di una danza, cosa che trae facilmente in inganno chi non la conosce appieno.[209]
La Capoeira viene praticata da due "giocatori" all'interno di un cerchio di persone, la Roda, che suonano un ritmo particolare.
Figura di spicco di questa arte marziale viene considerato Mestre Bimba (1899-1974), il padre della capoeira regional.
La prima medaglia d'oro olimpica per il Brasile fu vinta da Guilherme Paraense, nel tiro a segno, ai Giochi olimpici di Anversa 1920. E sempre ad Anversa 1920 che venne vinta la prima medaglia olimpica per il Brasile: la medaglia d'argento, nel tiro a segno, vinta da Afrânio da Costa. Fino alle Olimpiadi del 2016, il Brasile aveva vinto 129 medaglie nella storia dei Giochi Olimpici, tutte nelle edizioni estive. Ci sono 30 medaglie d'oro, 36 d'argento e 63 di bronzo, che lo rendono il paese sudamericano con il miglior record nella storia dei Giochi Olimpici moderni e il quarto più grande vincitore nelle Americhe dietro a Stati Uniti, Canada e Cuba, rispettivamente. È anche uno dei pochi paesi che ha un atleta che ha ricevuto la medaglia Pierre de Coubertin: Vanderlei Cordeiro de Lima. Il paese ha già vinto medaglie d'oro olimpiche in 11 diversi sport: vela, atletica leggera, pallavolo, judo, beach volley, calcio, nuoto, tiro a segno, ginnastica, boxe ed equitazione.[210]
Oltre all'automobilismo, al calcio e alla lotta, nel Brasile molto popolari sono anche la pallavolo e, negli ultimi anni, il nuoto. La pallavolo nel Brasile è esplosa a partire dagli anni novanta, sia a livello maschile sia femminile: infatti, la Nazionale di pallavolo maschile del Brasile ha trionfato ai Giochi della XXV Olimpiade e ai Giochi della XXIII Olimpiade, oltre ad aver gli ultimi tre Campionati mondiali, le ultime due Coppe del Mondo, otto World League tra il 2001 e il 2011 e ad aver sempre trionfato nel Campionato sudamericano con l'esclusione del 1964, anno in cui la nazionale non si è qualificata. La nazionale di pallavolo femminile ha trionfato ai Giochi della XXIX Olimpiade e ha conquistato cinque World Grand Prix tra il 2004 e il 2009. Il nuoto è esploso negli ultimissimi anni, grazie soprattutto a César Cielo Filho, salito alla ribalta con la vittoria nei 50 metri stile libero ai Giochi della XXIX Olimpiade ed esploso definitivamente ai Campionati mondiali del 2009, in cui ha fatto la doppietta nei 50 e 100 stile libero, condita dallo sbalorditivo record del mondo nei 100 con 46"91, tempo che lo ha fatto diventare il primo nuotatore a essere sceso sotto la barriera dei 47" in tale disciplina. Un altro nuotatore brasiliano già abbastanza affermato a livello internazionale è Felipe França Silva, vincitore nei 50 metri rana a Campionati mondiali di nuoto 2011.
Tradizioni
Il Carnevale
In Brasile ci sono moltissimi tipi di carnevale a seconda della regione in cui ci si trova. Quello che attrae più turisti brasiliani è il carnevale di Salvador de Bahia, mentre quello che più attrae turisti stranieri è il Carnevale di Rio de Janeiro, per l'inizio della Quaresima: si celebra quaranta giorni prima di Pasqua. Esso è considerato il più trasgressivo e il più importante del mondo; ogni anno sono milioni di turisti provenienti come detto da tutto il mondo che si recano alla manifestazione più importante, dove in una folla immensa, tra musica e festa, vengono spinti enormi carri con varie rappresentazioni di tutti i colori e ballerine brasiliane che ballano a suon di samba. In Brasile viene svolto normalmente quaranta giorni prima della quaresima; a seconda dell'anno dura circa due settimane e viene svolto nello stesso periodo in tutto il Paese. Nei giorni di festa del carnevale il paese vanta una forte crescita economica.
Un altro carnevale importante e tradizionale è quello di Olinda, dove la folla va in giro con grosse fantasie in blocchi tradizionali e il Carnatal, il carnevale fuori stagione che si tiene ogni anno intorno ai primi di dicembre a Natal.[211]
Dia dos Namorados è celebrato il 12 giugno è l'equivalente Brasiliano a San Valentino. In questo giorno tra le coppie: tra fidanzata e fidanzato, moglie e marito, ecc., è usanza scambiarsi regali e mazzi di fiori.[212]Dia das Mães è celebrato ogni seconda domenica di maggio è l'equivalente Brasiliano alla Festa della mamma.[213]Dia dos Pais è celebrato ogni seconda domenica di agosto è l'equivalente Brasiliano alla Festa del papà.[214]
São João (San Giovanni) è una festività celebrata il 24 giugno nella maggior parte delle città Brasiliane, specialmente in quelle del Nordest, come Recife e Maceió.[215] Il 21 aprile si onora Tiradentes, patriota brasiliano.[216]
Tra i personaggi caratteristici del folclore brasiliano ci sono il saci, un giovane di colore con una sola gamba che fuma la pipa; il curupira, un personaggio con i piedi rivolti all'indietro che punisce chi danneggia la foresta e i suoi animali; il boitatá, un serpente di fuoco che attacca chi appicca incendi; la mula sem cabeça, una donna che, colpita da una maledizione per una storia d'amore con un prete, si trasforma in una mula nelle notti tra il giovedì e il venerdì; il caboclo d'água, un essere con un solo occhio che vive nel Rio São Francisco e può rovesciare le barche.
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Scheda del Brasile dal sito Viaggiare Sicuri. URL consultato il 25 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2007). - Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI.