Appartengono a questa famiglia 662 generi e circa 6 393 specie[1]; è la famiglia più numerosa, con circa il 13% del totale delle specie di Araneae (ragni) conosciute.
Etimologia
Il nome deriva dall'aggettivo latinosalticus, cioè danzante o saltellante, per il loro muoversi continuamente a piccoli saltelli, e il suffisso -idae, che designa l'appartenenza a una famiglia.
Caratteristiche
Sono ragni di piccole dimensioni, il corpo raramente raggiunge i 15 mm di lunghezza. Hanno una notevole capacità respiratoria in rapporto alle dimensioni in quanto posseggono polmoni a libro e sistema tracheale ben sviluppati (doppio sistema respiratorio).
La disposizione degli ocelli permette loro di avere un campo visivo di quasi 360°[2].
Sono i ragni con la vista migliore; possono vedere una preda fino a 30-40 cm di distanza. Questa acutezza visiva vale anche come difesa dai pericoli: infatti si accorgono immediatamente dell'avvicinarsi di un essere umano e si pongono subito in atteggiamento difensivo. Sembra che abbiano recettori di colori molto sensibili alla radiazione ultravioletta, capacità probabilmente adoperata come segnale sessuale[3].
Aspetto
Fondamentale per districarsi nel ginepraio dei generi di questa famiglia è l'osservazione attenta della localizzazione degli ocelli, molto variabile, che consente con buona approssimazione l'identificazione della sottofamiglia di appartenenza. Gli otto occhi sono sistemati in due o tre file tra la fronte e il cefalotorace e posti in modo da consentire la visione binoculare.
I colori e le configurazioni (strie e disegni sull'opistosoma) sono svariati e molteplici; alcuni appaiono di forma simile a formiche, o a coleotteri, o anche a pseudoscorpioni. Altri si mimetizzano sulla sabbia, prendono l'aspetto di ramoscelli, in una incredibile varietà di forme.
Comportamento
Generalmente sono animali diurni, cacciatori attivi. Il sistema idraulico interno è estremamente efficace data la piccolezza di questi animali, consentendo loro di aumentare e diminuire la pressione interna in modo da spiccare decisi salti pur in assenza di sistema muscolare. L'efficienza del sistema è tale da consentirgli di saltare da 40 a 60 volte la lunghezza del loro corpo (è stato misurato anche 80 volte); all'atto del salto si ancorano al punto di partenza con un filo di seta in modo che se vanno in caduta libera sono in grado di risalire.
Sono tra i pochissimi ragni che hanno peli e artigli talmente piccoli da riuscire ad arrampicarsi anche sui vetri. Usano la tela per tessere piccoli ricoveri dove le femmine accudiscono i piccoli o fanno la muta. Altro comportamento curioso, date le dimensioni, è l'atteggiamento di sfida: se avvicinati da una mano umana di solito si girano verso di essa e si pongono in posizione minacciosa o le vanno incontro, dimostrando quasi assenza di timore e forte territorialità.
Predazione
Questi ragni catturano le prede vive saltando di ramoscello in ramoscello e piombando su di esse di sorpresa; in genere non sono attratti da prede già morte a meno che non uccise da poco. Alcune specie integrano la dieta nutrendosi di nettare e polline saltando di fiore in fiore, a volte difendendo il fiore stesso dall'assalto di insetti nocivi.[4]
Riproduzione
Nel corteggiamento usano molto la visione degli occhi che accentua il dimorfismo sessuale che esiste fra maschi e femmine, più portate ad esibire peli colorati, di aspetto metallico, con frange, ed altri accorgimenti propri per attirare, ponendoli in vibrazione a guisa di danza di corteggiamento[5].
Tuttavia usano molto anche l'olfatto, infatti si può notare che i maschi durante il corteggiamento molte volte continuano la loro danza anche se la femmina se ne è andata, perché il feromone è rimasto nell'aria. Il maschio dopo aver conquistato la femmina si rinchiude in un bozzolo assieme a lei. Dopo aver deposto le uova la femmina le nasconde e resta nelle immediate vicinanze a sorvegliarle.
Habitat
Vivono in parecchi tipi di ambienti; dalle foreste tropicali, ai boschi, nel terreno, nei deserti, in montagna fino alle pendici del monte Everest, sui muri di mattone, sulle pietre roventi al sole, eccetera.
Distribuzione
Da ritenersi famiglia cosmopolita, le loro piccole dimensioni fanno in modo che il vento li trasporti pressoché ovunque[1].
Tassonomia
Attualmente, a gennaio 2022, si compone di 662 generi e 6 393 specie viventi[1].
La vastità dei generi fa sì che vi siano continue revisioni tassonomiche; qui viene riportata la suddivisione in sottofamiglie dell'aracnologo Maddison condivisa dalla maggior parte degli studiosi del settore[6].
^Genere posto in sinonimia con TitanattusPeckham & Peckham, 1885 a seguito di uno studio degli aracnologi Bustamante & Ruiz del 2017 e ivi inglobato
^Genere ritenuto nome dubium a seguito di uno studio degli aracnologi Prószyński, Lissner & Schäfer del 2018
^abGenere posto in sinonimia con HyetussaSimon, 1902 a seguito di uno studio degli aracnologi Bustamante & Ruiz del 2017 e ivi inglobato
^Genere ridenominato in KakameganulaWesołowska, 2020 in quanto KakamegaMann, Burton & Lennerstedt, 1978 rappresenta già un genere di uccelli passeriformi della famiglia Modulatricidae
^Genere posto in sinonimia con PseudomogrusSimon, 1937 a seguito di uno studio degli aracnologi Marusik e Blick del 2019 e ivi inglobato
^abGenere posto in sinonimia con StenaelurillusSimon, 1886 a seguito di uno studio degli aracnologi Logunov e Azarkina del 2018 e ivi inglobato
^Genere posto in sinonimia con IranattusPrószyński, 1992 a seguito di uno studio dell'aracnologo Prószyński, (2017b) e ivi inglobato
^Genere posto in sinonimia con HermosaPeckham & Peckham, 1892 a seguito di uno studio dell'aracnologo Prószyński del 2016 e ivi inglobato
^Genere posto in sinonimia con ChalcovietnamicusMarusik, 1991 a seguito di uno studio dell'aracnologo Logunov (2020b) e ivi inglobato
^Genere posto in sinonimia con TomisF. O. Pickard-Cambridge, 1901 a seguito di uno studio degli aracnologi Maddison et al., del 2020 e ivi inglobato
^Genere posto in sinonimia con AttinellaBanks, 1905 a seguito di uno studio degli aracnologi Maddison et al., del 2020 e ivi inglobato
^abcdGenere posto in sinonimia con AttulusSimon, 1889 a seguito di uno studio degli aracnologi Blick e Marusik del 2018 e ivi inglobato
^Genere posto in sinonimia con BianorPeckham & Peckham, 1886 a seguito di uno studio di Logunov del 2019 e ivi inglobato
^Genere ridenominato in TasaWesolowska, 1981 in quanto già preesistente il genere ThianellaStrand, 1907