Calizzano
Calizzano ([5] in dialetto valbormidese, Caissan in ligure) è un comune italiano di 1 412 abitanti[2] della provincia di Savona in Liguria. CaritsànGeografia fisicaTerritorioL'abitato di Calizzano si trova nell'alta val Bormida, nell'entroterra ligure della Riviera di Ponente, al confine tra la Liguria e il Piemonte lungo l'ampia e fertile conca del fiume Bormida di Millesimo. Il territorio comunale culmina a est con il monte Settepani, sulla Catena principale alpina, mentre ad ovest la massima quota è raggiunta dal monte Spinarda, che fa invece parte del crinale che divide la val Bormida dalla val Tanaro. La grande faggeta del Colle del Melogno raggiunge il territorio di Calizzano con la foresta detta della Barbottina, dove vi è la presenza di un grosso albero di faggio di quasi duecento anni, alto 37 m e del diametro di 347 cm; nei pressi del bosco di Rionero si trova invece un massiccio castagno di cinque metri di diametro e con oltre 250 anni di vita. Il territorio calizzanese è altresì ricco di corsi d'acqua con ben tredici sorgenti, tra queste la fonte Bauda utilizzata nell'attività d'imbottigliamento. Attraverso il Colle dei Giovetti (912 m s.l.m.), ai confini amministrativi con Murialdo, è possibile il collegamento con la val Tanaro e Massimino, mentre il colle della Rionda mette in comunicazione Calizzano con Priola, sempre in Val Tanaro. ClimaPur distando, in linea d'aria, solo 16 km dal mare, Calizzano gode di un clima temperato oceanico degradato, semi-continentale, con forti escursioni termiche giornaliere durante tutti i mesi dell'anno e moderate escursioni annuali. In gennaio la temperatura media giornaliera si mantiene di pochi decimi al di sopra dello 0 °C: le minime notturne registrano infatti valori medi prossimi ai -5 °C, ma temperature inferiori ai -10 °C si possono avere talvolta nel caso di correnti settentrionali particolarmente fredde e si hanno con una certa frequenza nelle notti serene invernali con assenza di vento a causa dell'inversione termica, soprattutto se c'è neve al suolo; le massime diurne invece si attestano mediamente sui +6 °C, anche se non sono inusuali pomeriggi più tiepidi e non sono infrequenti neppure le giornate di ghiaccio (nel 1985 il record di temperatura minima fu di -24 °C). La neve è piuttosto frequente da novembre a marzo, e durante le annate più fredde il manto nevoso può resistere tutto l'inverno. In estate i giorni sono caldi e moderatamente afosi (certe volte con punte di oltre 30 °C), ma le notti sono sempre abbastanza fresche grazie alla notevole inversione termica di cui gode la conca dove il paese è ubicato; il mese più caldo è luglio, con una media giornaliera di circa +20,5 °C. Temperatura media: 10,1 °C
StoriaI primi insediamenti umani sembrerebbero risalire al Paleolitico medio, grazie al ritrovamento dei resti di un castellaro pre romano fra gli odierni centri di Calizzano e Bardineto. In epoca romana è citato con il toponimo Caliciana, (Comunitas Calitiani) insediamento di cui non rimane traccia. Nell'alto medioevo il toponimo di Calizzano, conosciuto come Caliciano, apparve solamente nel 1077[6] in un atto di cessione delle terre e della chiesa all'abbazia di Ferrania (Cairo Montenotte); in precedenza era sotto la giurisdizione ecclesiale dell'abbazia di San Pietro in Varatella a Toirano. Possedimento della Marca Aleramica di Bonifacio del Vasto dal 1091[6], il feudo, nel 1142, venne ceduto ad Enrico I Del Carretto seguendo così le sorti del Marchesato del Finale[6]. Nel 1335 Carlo IV di Lussemburgo confermò il dominio terriero della famiglia Del Carretto che mantenne quindi l'investitura del castello, del territorio di Calizzano e delle terre circostanti[6]. Nonostante un atto del 7 giugno 1444 sancì il gesto di fedeltà della popolazione calizzanese verso i marchesi Del Carretto[6] fu proprio un componente della famiglia carattesca, Marco Del Carretto, signore di Calizzano, nella guerra di dominio tra la Repubblica di Genova e il marchesato finalese del 1447-1452, a tradire[6] un altro componente della famiglia (Galeotto Del Carretto) stipulando una sorta di convenzione pacifica tra il borgo con la repubblica genovese[6]. La reazione al tradimento fu tremenda; il borgo venne saccheggiato ed incendiato, il castello distrutto, costringendo alla fuga Marco Del Carretto ed i suoi cugini e scatenando una profonda crisi economica tra gli abitanti, costretti all'elemosina[6]; l'episodio riportò il feudo calizzanese nelle mani del marchese Galeotto[6]. Tra il 1530 e il 1540 vennero compiute nuove opere costruttive, quali il convento dei Domenicani e la chiesa dell'Annunziata al Pasquale[6]. Successivamente verrà ampliata, grazie all'abbattimento delle mura, anche la chiesa di San Lorenzo[6]. Nel 1572, a causa dell'alleanza francese del marchese Del Carretto, truppe provenienti dalla Spagna invasero il marchesato finalese e le sue terre feudali, tra cui Calizzano[6]. La popolazione del marchesato non riuscì ad imporre resistenza, soggiogata dalla cessione del borgo a Filippo III di Spagna da parte di Andrea Forza Del Carretto. Calizzano giurò in seguito la propria fedeltà al nuovo governatore marchesale Don Pedro de Toledo e al regno spagnolo; il governatore confermò gli stessi statuti, il 27 febbraio 1603, varati dalla famiglia Del Carretto nel 1600[6]. Il borgo vide così "invasioni" di soldati spagnoli ed alemanni provvedendone, tra l'altro, al loro sostentamento e alloggio fino allo scoppio della peste bubbonica nel 1631[6], che mise in ginocchio il paese intero. Nel 1713 il trattato di Utrecht stabilì la fine del dominio spagnolo e il conseguente passaggio del marchesato finalese alla Repubblica di Genova[6]. Nuove guerre locali si scatenarono intorno al 1747-1748 quando truppe piemontesi, comandate dal Regno di Sardegna, cercarono di sottrarre le terre alla repubblica genovese per poi cederle alla famiglia Del Carretto. Il trattato di Aquisgrana ristabilì il dominio genovese sulle terre[6]. Durante l'invasione francese del 1797, comandate da Napoleone Bonaparte, il borgo subì gli scontri tra l'esercito d'oltralpe con l'esercito dell'impero austro-ungarico, divenuto possessore delle terre dopo l'occupazione di Genova e della Liguria. Negli incendi, appiccati da entrambi gli schieramenti, finirono bruciate le chiese ed il convento[6]. Con la dominazione francese il territorio di Calizzano rientrò dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Letimbro, con capoluogo Savona, all'interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile del 1798 fece parte del X cantone, come capoluogo, della Giurisdizione delle Arene Candide e dal 1803 centro principale del V cantone delle Arene Candide nella Giurisdizione di Colombo. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento di Montenotte. Nel 1815 fu inglobato nella provincia di Albenga del Regno di Sardegna, così come stabilì il Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel II mandamento omonimo del circondario di Albenga facente parte della provincia di Genova; nel 1927 con la soppressione del circondario ingauno passò, per pochi mesi, nel circondario di Savona e, infine, sotto la neo costituita provincia di Savona. Dal 1973 al 30 aprile 2011 ha fatto parte della Comunità montana Alta Val Bormida. Simboli
«Aquila bicipite sormontata da una corona marchionale in campo d'oro della parte superiore, nella parte inferiore dello scudo dieci bande trasversali poste diagonalmente e alternate negli smalti porpora e oro.»
Monumenti e luoghi d'interesseArchitetture religiose
A salvaguardia dalle pestilenze sorsero fuori le mura diverse cappelle dedicate:
Architetture civili
Architetture militari
Aree naturaliNel territorio comunale di Calizzano sono presenti e preservati tre siti di interesse comunitario, proposto dalla rete Natura 2000 della Liguria, per il suo particolare interesse naturale, faunistico e geologico. Il primo sito - condiviso con Massimino e Murialdo - è collocato nell'area boschiva del Bric Zerbi e zone adiacenti in cui insistono faggete e castagneti. Oltre ad alcune specie di orchidee, sono segnalate in questa area la calta palustre (Caltha palustris) e l'aquilegia scura (Aquilegia atrata). Tra le specie animali il pesce sanguinerola (Phoxinus phoxinus) e i rapaci sparviero (Accipiter nisus) e falco pecchiaiolo (Pernis apivorus)[10]. Il secondo - condiviso con Bardineto, Boissano, Bormida, Castelvecchio di Rocca Barbena, Giustenice, Loano, Magliolo, Osiglia, Pietra Ligure, Rialto e Toirano - è collocato nell'area boschiva tra il monte Carmo di Loano e il monte Settepani in cui insistono foreste, praterie, versanti rupestri, cavità di interesse speleologico e formazioni carsiche; nella stessa area è presente la Foresta regionale della Borbottina[11]. Oltre alle zone boschive comprensivi di faggi, pini silvestri e abeti bianchi, sono segnalate le presenze del rododendro, del ginepro nano del Bric Agnellino, la campanula di Savona (Campanula sabatia), la genziana ligure (Gentiana ligustica), le orchidee, la primula marginata (Primula marginata), lo zafferano ligure (Crocus ligusticus) e l'arnica montana (Arnica montana). Tra le specie animali il pesce sanguinerola (Phoxinus phoxinus) e il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes); tra i mammiferi il gatto selvatico (Felis silvestris) e alcuni chirotteri del genere dei rinolofi (Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus euryale, Rhinolophus hipposideros)[12]. Il terzo sito, condiviso con il comune di Bardineto, interessa invece il versante ligure del Monte Spinarda. Patrimonio boschivoCalizzano possiede l'albero più vecchio e alto del Savonese, provincia che già può vantarsi di detenere nel suo territorio ben 37 alberi monumentali, censiti dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Si tratta di un faggio monumentale di ben 40,5 m in località Coletti e dell'albero più vecchio in località Rionero di ben 368 anni (anno 1654).[13] SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[14] Etnie e minoranze straniereSecondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Calizzano sono 105[15], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[16]: CulturaMusica
Geografia antropicaIl territorio comunale è formato, oltre che dal capoluogo Calizzano, anche dalle tre frazioni di Caragna, Mereta e Vetria e dalle diciannove regioni di Barbassiria, Bosco, Camporosso, Caragnetta, Carisciano, Durante, Ferriera Nuova, Frassino, Giaire, Granei, Marenchi, Maritani, Melogno, Miniera, Riini, Rio Nero, Tomaloni, Valle Superiore, Zerboraglia - storicamente riconosciute dallo statuto civico - per una superficie territoriale di 62,74 km².[17] Confina a nord con i comuni di Massimino, Murialdo e Osiglia, a sud con Bardineto e Magliolo, ad ovest con Massimino, Bagnasco, Priola e Garessio, ad est con Osiglia, Bormida, Rialto e Magliolo. EconomiaSi basa principalmente sull'agricoltura e la silvicoltura con le sue rinomate e vaste zone boschive; sono presenti alcune segherie, il turismo è in continua crescita, rinomati i ristoranti e gli alberghi. Ottima la raccolta e la vendita delle castagne e dei funghi, questi ultimi sono un prodotto tipico di Calizzano che vanta per questo un'antica tradizione artigiana alimentare (funghi secchi e sottolio di altissima qualità in vendita nei negozi locali specializzati). Infrastrutture e trasportiStradeIl centro di Calizzano è attraversato principalmente dalla strada provinciale 490 del Colle del Melogno che permette il collegamento stradale con Magliolo - ad est - e con Massimino a nordovest. Ulteriori arterie viarie del territorio calizzanese sono la provinciale 51 per Murialdo, la provinciale 52 per Bardineto e la provinciale 47 per Garessio che nel tratto piemontese assume la denominazione di SP 213. È allo studio in fase avanzata una tratta autostradale tra il comprensorio di Albenga e Carcare - Predosa (AL), che prevederebbe un'uscita a Calizzano. Amministrazione
Note
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