Barone di Melilli, di Motta Sant'Anastasia, di San Bartolomeo, Signore di Biancavilla, di Centorbi, di Nicolosi, delle Due Petralie, di Scillato e di Caltavuturo
Per la morte prematura del padre, il 30 aprile 1593 ricevette investitura al titolo di principe di Paternò.[2] Nel 1595 fu insignito del Grandato di Spagna di prima classe.[3] Il 23 settembre 1600, il 3 marzo 1611 e 26 novembre 1622, fu investito degli altri titoli e feudi tra cui figurò quello di Duca di Montalto, di cui fu il primo del suo casato.[2] Educato dalla madre, e soprattutto dalla nonna paterna, la duchessa Aloisia de Luna[4], visse l'infanzia nella dimora di famiglia a Caltanissetta: da bambino, caduto in una cisterna mentre giocava con il fratello Cesare, rischiò la vita, e le grida del fratello fecero accorrere sul luogo la madre e la nonna che così lo poterono salvare.[5]
Dal 1607 al 1613, visse in Spagna con la sua famiglia, dove venne organizzato il suo matrimonio con la nobildonna Juana de la Cerda y de la Cueva (1591-1667), figlia di Juan de la Cerda y Aragón, VI duca di Medinaceli, avvenuto nel 1607, da cui nacquero quattro figli.
A differenza dei suoi antenati, il Principe-Duca Antonio non svolse un'attività politica di grande rilievo, e non ebbe neppure incarichi di tipo militare. Svolse perlopiù attività diplomatica presso in ambito ecclesiastico tra Roma, Napoli, Palermo e Madrid.[6] Fu governatore della Compagnia della Pace di Palermo dal 1616, e nella stessa capitale siciliana fondò nel 1625 il Monastero dell'Ordine delle carmelitane scalze.[2]
Nel 1626, gli morì adolescente il figlio primogenito Francesco, a causa di un incidente accadutogli nel bosco di Mimiano, presso Caltanissetta. Segnato dal dolore, assieme alla consorte maturò la decisione di aderire a vita religiosa.[7] Ordinato sacerdote dall'arcivescovo di Monreale, entrò a far parte della Compagnia di Gesù e svolse le sue funzioni nella chiesa gesuitica di Palermo.[8] La moglie Juana si monacò al Monastero di San Giuseppe di Napoli ed assunse il nome di Suor Teresa del Santo Spirito[9]; successivamente passò al monastero fondato tempo prima dal Principe di Paternò, di cui divenne badessa.[10]
In conseguenza dell'abbandono dell'abito secolare, il Moncada lasciò tutti i titoli e feudi in favore del figlio Luigi Guglielmo, che ne ricevette investitura nel 1627. Passò i suoi ultimi anni di vita nella Casa Professa dei Padri Gesuiti di Napoli, dove morì il 15 aprile 1631.[11]
Matrimoni e discendenza
Antonio d'Aragona Moncada, IV principe di Paternò, dal suo matrimonio con Juana de la Cerda y de la Cueva ottenne la seguente discendenza:
Francesco (1613-1626);
Luigi Guglielmo, V principe di Paternò (1614-1672), che sposò in prime nozze María Enríquez de Ribera y de Moura, duchessa d’Alcalá de los Gazules, figlia ed erede universale di Fernando, da cui ebbe un figlio, Antonio, morto prematuramente, e in seconde nozze con Catalina de Moncada y Castro, figlia di Francisco, marchese di Aitona, da cui ebbe tre figli;
^ R. Pilo, Luigi Guglielmo Moncada e il governo della Sicilia (1635-1639): gli esordi della carriera di un ministro della monarquía católica, Sciascia, 2008, p. 28.