Giovanni Tommaso Moncada
Giovanni Tommaso Moncada Sanseverino, conte di Adernò (1440 – 1501), è stato un nobile, politico e militare italiano del XV e del XVI secolo. BiografiaNacque da Guglielmo Raimondo, conte di Adernò e da Diana Sanseverino Capece dei conti di Marsico. Detto anche Gian Tommaso, sposò la nobildonna Raimondetta Ventimiglia Clermont-Lodève, figlia di Antonio, marchese di Geraci, da cui ebbe un solo figlio, Guglielmo Raimondo.[1] Cavaliere fin da giovanissimo, per i suoi meriti nel 1444 il sovrano Alfonso V d'Aragona gli assegnò una rendita annua di 1.000 scudi sopra la Camera fiscale del Regno di Napoli[2], e lo nominò Gran camerlengo. Nel 1463, fu nominato dapprima maestro giustiziere del Regno di Sicilia[3], e successivamente governatore militare di Catania.[1] Morto il padre nel 1466, gli succedette nel possesso dei titoli e dei feudi di famiglia, di cui ricevette investitura il 9 luglio dell'anno medesimo.[1] Nel 1479, succedette al cugino Antonio Moncada d'Aragona nel possesso della Contea di Caltanissetta, di cui ricevette investitura il 12 luglio dell'anno medesimo.[1] Tra il 1470 e il 1472, il Moncada esercitò attività diplomatica per conto del re aragonese Giovanni II.[4] Nel 1475, fu nominato capitano generale e presidente del Regno di Sicilia, incarico che ricoprì anche nel 1478, nel 1479 e nel 1494.[1] Nel 1479, fu nuovamente maestro giustiziere dell'isola, nonché castellano del Regio Palazzo di Palermo e del castello di Licata.[1] Tra tutti i nobili siciliani, il Conte Gian Tommaso fu quello a cui ebbe affidata l'amministrazione politico-militare del Regno di Sicilia nel maggior numero di volte, sette.[5] Nel 1485, gli fu affidato il governo militare di Augusta per difenderla dalle scorrerie dei Turchi.[6] Deputato del Regno nel 1499, esercitò per l'ultima volta la funzione di maestro giustiziere nel 1501, anno in cui morì. Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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