Sigismondo II de Luna
Sigismondo de Luna Moncada (fine del XV secolo – Roma, 1530) è stato un nobile e militare italiano di origine spagnola del XVI secolo. BiografiaNacque presumibilmente alla fine del XV secolo, da Giovanni Vincenzo, IX conte di Caltabellotta, e dalla di lui consorte la nobildonna Diana Moncada e Moncada dei Conti di Adernò e di Caltanissetta, di cui era il primogenito di quattro figli.[1] Educato alle armi fin da giovanissimo, nel 1517 dovette abbandonare la Sicilia assieme alla sua famiglia, a causa dei tumulti popolari scoppiati a Palermo, capeggiati da Giovan Luca Squarcialupo contro il Viceré.[2] Nel 1523, sposò la nobildonna fiorentina Luisa Salviati, figlia di Jacopo e di Lucrezia de' Medici, sorella di papa Leone X, e l'importanza di questa unione si coglie meglio se la s'inquadra nella politica di potenziamento della famiglia che il padre, il Conte di Caltabellotta, perseguiva ormai da tempo.[2] In questa occasione designava Sigismondo erede del titolo di Conte di Caltabellotta con il feudo ad esso legato e vasti territori appartenenti agli stati di Bivona, Caltavuturo e Sclafani.[2] Nella città demaniale di Sciacca vi risiedevano le nobili famiglie che possedevano feudi nell'entroterra, ma tra queste primeggiavano per ricchezza e tradizioni i De Luna e i Perollo, tra le quali esistevano rancori e rivalità, e ciò portò alla nascita di due fazioni contrapposte in loro sostegno che di lì a poco furono protagoniste di una sanguinosa faida.[2] Malgrado l'invio da parte del Viceré di Sicilia di Girolamo Statella, barone di Mongialino, giunto nel 1528 a Sciacca per mediare e porre fine allo scontro, nel luglio 1529 il Luna, a capo di trecento tra fanti e cavalieri, partito da Caltabellotta irruppe a Sciacca, ed assaltò e mise a sacco la residenza del Perollo, il Castelvecchio.[2] Nell'assalto fu ucciso Giacomo Perollo, barone di Pandolfina, e con questi anche lo Statella.[2] Il saccheggio della città, durato una settimana, fu spietato: si calcola che il solo saccheggio di Castelvecchio abbia fruttato 100.000 fiorini.[2] Il Perollo tra l'altro era legato al Luna da un rapporto di parentela acquisita, poiché la moglie era Contissella Moncada d'Acugna, sua cugina e figlia dello zio materno Ferdinando.[1] L'episodio portò inevitabilmente ad un sanguinoso conflitto, noto come il secondo caso di Sciacca. Giunta a Palermo la notizia dell'avvenimento, il Viceré Pignatelli reagì con disposizioni severissime.[2] Le truppe inviate dal Viceré e partite da Messina, comandate da Nicolò Pollastra, maestro giustiziere e presidente della Magna Curia, e da Giovanni Reganati, formate da seicento fanti spagnoli ed una compagnia di duecento cavalieri siciliani, giunsero a Bivona dove furono attaccate dalle milizie del Luna, che uccisero una trentina di uomini.[2][3] Il Pollastra, giunto poi a Sciacca, dichiarava delitto di lesa maestà quanto avvenuto, e pubblicava editto di condanna a morte contro Sigismondo e dichiarava confiscati a favore del Regio patrimonio tutti i suoi beni.[2] Numerosi nobili simpatizzanti dei Luna furono catturati e imprigionati dalle truppe viceregie nelle carceri di Messina, in cui alcuni trovarono la morte per le torture subite.[2] Il Luna, assieme alla moglie Luisa, i tre figli avuti da lei ed il padre il Conte Gian Vincenzo, fu costretto a fuggire e riparò a Roma, sotto la protezione di papa Clemente VII, zio della moglie.[2] Clemente VII, in occasione dell'incoronazione dell'imperatore Carlo V d'Asburgo nel 1530, avrebbe chiesto a quest'ultimo di concedere la grazia a Sigismondo, ma l'imperatore si rifiutò di farlo.[2] Il pontefice convinse successivamente l'Imperatore a restituire ai Luna i beni precedentemente confiscati dal Viceré.[2] La decisione dell'Imperatore asburgico di negargli il perdono, che lo costringeva all'esilio perpetuo, avrebbe spinto il Luna, preso da scoramento, a gettarsi nelle acque del Tevere, dove sarebbe morto affogato.[2][4] Matrimoni e discendenzaSigismondo de Luna Moncada, nobile dei Conti di Caltabellotta, dal suo matrimonio con Luisa Salviati de' Medici, ebbe tre figli:
NoteBibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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