La 'ndrinaArena è una cosca malavitosa o 'ndrina della 'ndranghetacalabrese di Isola Capo Rizzuto.[1] Hanno ingerenze anche nel catanzarese grazie all'alleanza con le cosche locali.
Il boss della Ndrina Arena, Carmine Arena fu assassinato da Pasquale Manfredi della Cosca Nicoscia-Manfredi a colpi di bazooka nell'ottobre del 2004.
Storia
Anni '50
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Anni '60
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Anni '70
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Anni '80
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Anni '90 - Contatti con Nitto Santapaola e l'arresto di Nicola Arena
Il 13 maggio 1993 si conclude l'operazione Delta che porta all'arresto di 41 esponenti degli Arena, accusati oltre agli appalti, di traffico di armi e di droga in Brasile e Germania, contraffazione di denaro ed auto rubate. Le indagini dei carabinieri hanno rivelato che Nicola Arena, a capo dell'omonima cosca, era in contatto diretto con Pietro Vernengo e Nitto Santapaola, boss della mafia siciliana[2][3].
Il 29 agosto 1994 si conclude l'operazione Apollo che porta all'arresto di 15 presunti esponenti degli Arena, accusati di estorsione. L'inchiesta ha inoltre permesso di individuare gli autori dell'omicidio di Francesco Comito, avvenuto l'8 agosto '91, a Taverna, nell'ambito di una faida contro la famiglia Maesano; e di Mario Dardano, avvenuto il 2 settembre '91 a Belcastro[4][5][6].
Il 14 febbraio 1995 si conclude l'operazione S.Valentino che porta all'arresto di numerosi esponenti accusati di traffico internazionale di armi tra cui il boss Carmine Arena, nipote di Nicola e ritenuto il reggente dell'omonima cosca[7][8].
Il 16 settembre 2008 si viene a sapere da un'inchiesta della magistratura di Varese che Giovanni Cinque, affiliato agli Arena, si incontra con il consigliere comunale di Milano Vincenzo Giudice per discutere di appalti inerenti all'Expo 2015, inoltre sembra anche che il consigliere provinciale di Varese Massimiliano Carioni sia stato sostenuto da Cinque durante le elezioni del 13-14 aprile 2008. Una volta eletto, Cinque è presente alla festa della vittoria elettorale di Carioni[15].
Il 16 marzo 2009, i carabinieri di Sesto San Giovanni (MI), nell'operazione Isola, iniziata nel 2004, hanno ordinato l'arresto, per vari reati, di più di 20 persone a Milano, Crotone, Catanzaro e Taranto tra cui associazione a delinquere di stampo mafioso, detenzione e porto illegale di armi, estorsione e tentato omicidio, tra questi i Paparo, alleati dei Nicoscia e degli Arena, accusati di sfruttamento dell'immigrazione, riciclaggio, violenza privata, favoreggiamento di latitanti e atti d'intimidazione nella costruzione delle grandi opere pubbliche della Lombardia, come alcune tratte dell'alta velocità ferroviaria Milano-Venezia. Nel corso dell'operazione sono state sequestrati armi comuni e da guerra, tra cui un lanciarazzi della NATO, sei società, beni ed attività commerciali del valore di 10 milioni di euro[16][17][18].
Il 21 aprile 2009 nell'operazione Ghibli vengono arrestate 16 persone tra Calabria e Emilia-Romagna e hanno portato al sequestro di beni del valore di 30 milioni di euro tra 42 automobili, polizze assicurative, conti bancari e un complesso immobiliare[19][20].
Il 26 novembre 2009 nell'operazione Pandora la squadra mobile di Reggio Calabria esegue 35 arresti per associazione mafiosa, traffico di droga, estorsione, omicidio e un sequestro di beni del valore di 40 milioni di euro nei confronti dei Nicoscia e degli Arena in Lombardia, Emilia-Romagna e Trentino[21][22].
Anni 2010 - Le attività in Germania, il parco eolico e l'operazione Johnny
Il 16 marzo 2010 la squadra mobile di Crotone cattura il boss Pasquale Manfredi, detto Scarface, sfuggito in precedenza all'operazione Pandora, accusato di associazione mafiosa, omicidio e possesso d'arma da guerra, era inserito nell'elenco dei 100 latitanti più pericolosi[29]. Si suppone sia anche l'autore dell'agguato al capobastone Carmine Arena, ucciso a colpi di bazooka, nell'ottobre 2004[10][11][12][13] e di Pasquale Tipaldi, nel dicembre 2005[14].
Il 12 maggio 2010 i carabinieri di Crotone arrestano nella frazione Steccato di Cutro, il giovane capobastone Fabrizio Arena, figlio del più noto Carmine Arena, ricercato dall'aprile 2009[30].
Il 30 giugno 2010, durante l'operazione Point Break, i carabinieri di Modena e i finanzieri di Bologna e la DDA dell'Emilia-Romagna arrestano 6 persone per aver impiegato denaro degli Arena in attività commerciali creando un sodalizio criminale e finanziario[31].
Il 13 luglio 2012 si conclude l'operazione Wind farm che ha portato al sequestro dei più grandi parchi eolici d'Europa, sito a Isola Capo Rizzuto, dal valore di 350 milioni di euro, gestito da Pasquale Arena, fratello del boss Carmine Arena[32].
Il 17 luglio 2012 vengono arrestati alcuni medici per i reati di corruzione in atti giudiziari, falsa perizia, false attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria, abuso d'ufficio, procurata inosservanza di pena e istigazione alla corruzione, aggravati dalle finalità mafiose. I medici rilasciavano certificati sanitari che accertavano patologie incompatibili con il carcere, al fine di evitare la pena agli affiliati[33][34].
Il 15 maggio 2017 si conclude l'operazione Johnny della DDA di Catanzaro che porta all'arresto di 68 persone, molte riconducibili a membri degli Arena, accusati a vario titolo di: associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalle modalità mafiose. Erano riusciti ad infiltrarsi nel centro di accoglienza richiedenti asilo di Isola Capo Rizzuto, la struttura di questo tipo più grande d'Europa. Sarebbero coinvolti anche il parroco don Edoardo Scordio e Leonardo Sacco, presidente della sezione calabrese e lucana della Confraternita delle Misericordie che li avrebbe agevolati ad ottenere due Sprar della zona e dei centri a Lampedusa[38][39][40].
Carmine Arena (1959-2004), capobastone, detto Cicalu, ucciso nell'ottobre 2004[10][11][12][13].
Fabrizio Arena (1980), capobastone attuale, arrestato il 12 maggio 2010 dopo un anno di latitanza. È accusato di estorsione, omicidio, tentato omicidio, traffico di droga e di armi. Era sfuggito all'operazione Ghibli dalle forze dell'ordine. Era uno dei presenti alla festa di avvenuta elezione del candidato PdLNicola Di Girolamo[30].
Paolo Lentini (1964), esponente di spicco degli Arena.