Il 16 marzo 2009, i carabinieri di Sesto San Giovanni (MI), nell'operazione Isola, iniziata nel 2004, hanno ordinato l'arresto, per vari reati, di più di 20 persone a Milano, Crotone, Catanzaro e Taranto tra cui associazione a delinquere di stampo mafioso, detenzione e porto illegale di armi, estorsione e tentato omicidio, tra questi i Paparo, alleati dei Nicoscia e degli Arena, accusati di sfruttamento dell'immigrazione, riciclaggio, violenza privata, favoreggiamento di latitanti e atti d'intimidazione nella costruzione delle grandi opere pubbliche della Lombardia, come alcune tratte dell'alta velocità ferroviaria Milano-Venezia. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrate armi comuni e da guerra, tra cui un lanciarazzi della NATO, sei società, beni ed attività commerciali del valore di 10 milioni di euro[2][3][4].
Ad ottobre 2013 nel processo Isola, la corte di cassazione annulla con rinvio la sentenza richiedendo un nuovo processo d'appello nei confronti dell'imputato Marcello Paparo accusato di associazione mafiosa[1].
Il 3 febbraio 2016 la corte d'appello condanna Marcello Paparo a 5 anni e 6 mesi di carcere per minacce, porto d'armi e lesioni, ma non per associazione mafiosa[5][6].
Organizzazione
Marcello Paparo (Crotone, 13 gennaio 1964), presunto boss mafioso (Processo Isola 2016)[6] residente a Cologno Monzese, nel 2004 ignoti sparano colpi di pistola contro la sua abitazione; viene arrestato nell'operazione Isola nel 2009 e imprenditore, è accusato di associazione mafiosa e di aver ordinato il pestaggio di un dipendente avvenuto poi a Segrate il 15 settembre 2006[1]. Le sue ditte di "movimento terra" avrebbero partecipato all'appalto della TAV Milano-Venezia e con il consorzio di cooperative Ytaka avrebbe gestito la logistica dei supermercati Sma[1].