Ugo il Bruno di Lusignano
Ugo di Lusignano detto il Bruno (le Brun) o anche Ugo IX di Lusignano (Hugues in francese, Hug in catalano, Hugo in spagnolo, in aragonese, in portoghese, in galiziano e in latino; 1141 circa – 1169) fu reggente della signoria di Lusignano dal 1163 alla sua morte. BiografiaInfanziaSecondo il documento n° 214, datato 1152, del Chartes de l'abbaye de Nouaillé de 678 à 1200, Ugo era figlio primogenito dell'ottavo Signore di Lusignano, Ugo VIII, detto il Vecchio o il Bruno ("le Vieux ou le Brun") e di Bourgogne de Rançon[2], come conferma anche lo storico americano, Sidney Painter, nel suo The Lords of Lusignan in the Eleventh and Twelfth Centuries[3]. Ugo viene citato per la prima volta con il padre, Ugo VIII il Vecchio, la madre Burgunda ed i fratelli, Roberto, Goffredo e Pietro nel documento n° 214, datato 1152, del Chartes de l'abbaye de Nouaillé de 678 à 1200[2]. Spedizione in Terra SantaSecondo lo storico delle Crociate, Guglielmo di Tiro, che fu arcivescovo della città di Tiro, nell'odierno Libano, nella sua Historia rerum in partibus transmarinis gestarum, Ugo il Vecchio (Hugo de Liniziaco senior), nel 1163, si recò in pellegrinaggio in Terra santa assieme a Goffredo Martello, fratello del conte d'Angoulême, Guglielmo VI[8] ![]() Ugo il Vecchio, dopo aver partecipato, con successo, difesa della contea di Tripoli dagli attacchi di Norandino[8], nel 1164, si unì a Raimondo III di Tripoli, Boemondo III di Antiochia, Joscelin III di Edessa, Thoros II d'Armenia e Costantino Colomanno, per liberare dall'assedio di Norandino il castello di Harem[9]; assieme ad altri comandanti fu fatto prigioniero[9] e, dopo che Norandino aveva conquistato il castello, nel 1165, Ugo VIII, assieme agli altri prigionieri, fu condotto in catene fino ad Aleppo[9]. Questi avvenimenti sono confermati anche dalla lettera del Patriarca latino di Antiochia, Aimerio di Limoges al re di Francia, Luigi VII[10] Primo matrimonioUgo aveva sposato, in prime nozze, Orengarda, di cui non si conoscono gli ascendenti, che morì prima del 1166; in quella data, infatti Ugo, secondo un documento del Recueil des documents de l’abbaye de Fontaine-le-Comte (non consultato), fece una donazione in suffragio dell'anima della moglie[11]. Secondo matrimonioUgo, rimasto vedovo, aveva sposato, in seconde nozze, Dolce, di cui non si conoscono gli ascendenti, che viene citata in un documento di donazione del 1168[11]. Dolce dopo essere rimasta vedova si sposò, in seconde nozze, con Guglielmo, signore di Surgères[11]. Signore di Lusignano![]() Ugo, non avendo più notizie del padre, dal 1167, si appropriò del titolo di signore di Lusignano (Hugo Brunus dominus Lizinniaci), come si definisce nel documento n° LXXII del Cartulaire de l'abbaye de Notre-Dame de la Merci-Dieu : autrement dite de Bécheron inerente ad una donazione[12], mentre in un altro documento di donazione del Cartulaire et chartes de l'abbaye de l'Absie, del 1166 (non consultato), si era definito figlio del signore di Lusignano[11] e per questo in alcuni elenchi viene citato come Ugo IX di Lusignano e secondo Sidney Painter, molto probabilmente venne riconosciuto nella signoria come Ugo IX[3]. MorteNon si conosce la data esatta della morte di Ugo; secondo Sidney Painter morì nel 1168[3]. Il fratello Goffredo, nel 1169, secondo un documento del Cartulaire et chartes de l'abbaye de l'Absie (non consultato) fece una donazione in suffragio della sua anima[11]. DiscendenzaUgo da Orengarda ebbe due figli[11]:
Ugo da Dolce ebbe due figli[11]:
Ascendenza
Note
BibliografiaFonti primarie
Letteratura storiograficaVoci correlateCollegamenti esterni
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