Secondo il Chronicon sancti Maxentii Pictavensis, Chroniques des Eglises d'Anjou anno 1060 Ugo era figlio primogenito del quinto Signore di Lusignano, Ugo V, detto il Pio (le Débonnaire) e di Almodis de La Marche[4], figlia di Bernardo I de la Marche (ca. 991- 16 giugno 1047) conte de la Marche e di Amelia de Rasés[5] (? - † 1053). Il nome della madre, ripreso da un documento del 1053 ("Almodis comitissa, filia que es Amelie comitisse") è citato dallo storico José Enrique Ruiz Domenec nel suo libro Quan els vescomtes de Barcelona eren[6][7].
Ugo V di Lusignano detto il Pio (le Débonnaire) era il figlio primogenito del quarto signore di Lusignano, Ugo IV detto il Bruno (le Brun) e di Adelarda, come conferma il documento n° 440 del Cartulaire de l'abbaye de Saint-Cyprien de Poitiers : (931-1155), che riporta di una donazione di Ugo IV di Lusignano (Ugo Liziniacensis), fatta ai monaci di Lusignano, citando come testimoni la moglie Adelarda (Hildeardis uxoris sue) e i due figli maggiori, Ugo e Rorgone (infantum suorum Hugonis et Rorgonis)[8].
Matrimonio
Poco prima del 1060, Ugo si era sposato con Ildegarda di Thouars (quinto decennio del secolo XI-dopo il 1100), come conferma il documento n° 157, datato 1087, del Chartes de l'abbaye de Nouaillé de 678 à 1200, in cui Ildegarda viene citata con i figli Ugo detto il Bruno e Rorgone (uxore mea Aldearde et filiis meis Ugone Bruno atque Rorgone)[9]; Ildegarda, sempre secondo il documento n° 157, datato 1087, del Chartes de l'abbaye de Nouaillé de 678 à 1200, era figlia del visconte Amalrico di Thouars[3] e della sua prima moglie, Armengarda di Mauléon[10][11]. Ildegarda viene citata per l'ultima volta nel documento n°XV del Cartulaires du Bas Poitou (Département de la Vendée), datato dicembre 1099[12]. Ugo da Ildegarda ebbe tre figli[10].
Giovinezza
Sempre secondo il Chronicon sancti Maxentii Pictavensis, Chroniques des Eglises d'Anjou anno 1059, Ugo aveva un fratello gemello[13], Giordano, e che, quando Ugo era ancora un bambino, prima del 1044 il matrimonio dei suoi genitori fu annullato per motivi di consanguineità[13] e sua madre, Almodis, nel 1045, si risposò, in seconde nozze, con Ponzio[13], conte di Tolosa, che era vedovo, dal 1044 circa, della sua prima moglie[14], che, secondo lo storico Justo Pérez de Urbel, era Mayor Sanchez (ca. 1015- prima del 1044)[14][15], che i cronisti francesi chiamavano "Majorie" [16], figlia del re di Pamplona, Sancho III Garcés di Navarra. Sua madre, Almodis fu poi ripudiata da Ponzio II di Tolosa e sposò, in terze nozze, nell'estate del 1053, Raimondo Berengario Iel Vell ("il Vecchio")[13] (1024-1076), conte di Barcellona.
Nonostante le vicissitudini matrimoniali, sua madre, Almodis conservò un buon rapporto sia con i figli sia con i mariti: nel 1060, infatti convinse il padre di Ugo il Diavolo, Ugo V di Lusignano detto il Pio (le Débonnaire), a schierarsi con suo figlio, di secondo letto, Guglielmo IV di Tolosa, quindi contro il suo sovrano, il duca d'Aquitania e conte di Poitiers, Guido Goffredo, che avanzava delle pretese sul ducato di Tolosa. Guido Goffredo, durante la guerra, pose l'assedio a Lusignano, che ancora secondo il Chronicon sancti Maxentii Pictavensis, Chroniques des Eglises d'Anjou anno 1060, venne devastata[4] e a seguito dell'assedio Ugo V perse la vita, in combattimento durante una sortita[4]. Ugo, alla morte del padre gli succedette[4].
Signore di Lusignano
Il documento n° V, datato 1062 circa, del Cartulaire du prieuré de Saint-Nicolas de Poitiers conferma che Ugo come signore di Lusignano, controfirmò il documento inerente ad una donazione fatta da Guido Goffredo al monastero di San Nicola[17].
Ugo ampliò il dominio dei Lusignano ricevendo delle terre dal monastero di Saint-Maixent, come risulta da due documenti del 10 marzo 1069, nel primo, il documento n° CXXIII del Chartes et documents pour servir à l'histoire de l'abbaye de Saint-Maixent, vol 1, in cambio dei servizi religiosi rinuncia all'uso della violenza[18], nel secondo il documento n° CXXIV, sempre del Chartes et documents pour servir à l'histoire de l'abbaye de Saint-Maixent, vol 1, Ugo si riconosce vassallo del monastero[19].
In quel periodo Ugo viene citato in due documenti del Chartes de l'abbaye de Nouaillé de 678 à 1200: nel documento n° 121, datato tra il 1060 e il 1078, controfirma come testimone assieme al fratello Giordano (Hugonis de Liziniaco et fratri suo Iordani)[20], mentre nel documento n° 145, datato tra il 1077 ed il 1091, consente ad una donazione assieme ai figli Ugo e Rorgone (Ugone de Liziniaco et filiis eius Ugone videlicet Bruno atque Rorgone)[21]; ed anche nel documento Ex tabulario Vindocinensi riportato dallo storicofrancese, Jean Besly (1572-1644), nel suo Histoire des comtes de Poitou et des ducs de Guyenne depuis 811 à Louis le Jeune, in cui Ugo (Hugo de Liziniaco) controfirma la riparazione della chiesa di San Giorgio sull'isola di Oléron da parte del conte di Poitiers e duca d'Aquitania, Guglielmo di Poitiers o Guglielmo il Giovane[22].
Guerra contro i Mori
Nel 1087 si recò nella penisola iberica per combattere i Mori, come conferma il documento n° 157, datato 1087, del Chartes de l'abbaye de Nouaillé de 678 à 1200, in cui Ugo VI, prima della partenza per la Spagna, per combattere i Saraceni (Ugo Liziniacensis, pro remedio animae meae, contra Saracenos in Hispaniam iturus), fece una donazione col consenso della moglie Ildegarda ed i figli Ugo detto il Bruno e Rorgone (uxore mea Aldearde et filiis meis Ugone Bruno atque Rorgone)[9].
Nel 1106, Ugo era già rientrato in Francia, come risulta dal documento n° CCXI del Chartes et documents pour servir à l'histoire de l'abbaye de Saint-Maixent, vol 1, datato proprio 1106, in cui Ugo, definito vecchio, ed il figlio Rorgone (Vetulus et filius eius Rorgo), si riconoscono vassalli del monastero di Saint-Maixent[24], ma secondo lo storicoamericano, Sidney Painter, nel suo The Lords of Lusignan in the Eleventh and Twelfth Centuries, non tennero fede alla loro promessa[25].
Morte
Secondo il Chronicon sancti Maxentii Pictavensis, Chroniques des Eglises d'Anjou anno 1110 Ugo risulta che morì proprio in quell'anno (1110)[26]. Come signore di Lusignano gli subentrò il figlio, anche lui di nome Ugo detto il Bruno come conferma il documento n° CCLXVIII del Chartes et documents pour servir à l'histoire de l'abbaye de Saint-Maixent, vol 1, datato 1118, in cui Ugo (Hugo Brunus de Liziniaco), si riconosce vassallo del monastero di Saint-Maixent[27].
Ugo[9], detto il Bruno (seconda metà del secolo XI - † prima del 1151), signore di Lusignano[27];
Rorgone[9], (seconda metà del secolo XI - † dopo il 1106), che, in quell'anno, compare nel documento del monastero di Saint-Maixent, assieme al padre[24];
Iolanda, che sposò il signore di Pérusse, Almerico[10].
^La signoria di Lusignano, era costituita da proprietà attorno ad un castello nel Poitou, nei pressi di Lusignano, ed il signore era vassallo del Conte di Poitiers.
^Pare che il soprannome, il Diavolo ("le Diable"), gli sia stato dato dalle monache del monastero di Saint-Maixent, con cui ebbe parecchi diverbi, riguardo ai terreni che Ugo gestiva ma che erano di proprietà del monastero.