Santena

Santena
comune
Santena – Stemma
Santena – Bandiera
Santena – Veduta
Santena – Veduta
Piazza Martiri vista dal campanile della Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Piemonte
Città metropolitana Torino
Amministrazione
SindacoRoberto Ghio (lista civica) dal 12-06-2022
Territorio
Coordinate44°57′N 7°47′E
Altitudine237 (min 225 - max 258) m s.l.m.
Superficie16,2 km²
Abitanti10 475[1] (30-4-2024)
Densità646,6 ab./km²
FrazioniCarolina, Case Nuove, Gamenario, Luserna, San Salvà, Taggia, Tetti Agostino, Tetti Busso, Tetti Giro, Trinità
Comuni confinantiCambiano, Chieri, Poirino, Trofarello, Villastellone
Altre informazioni
Cod. postale10026
Prefisso011
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT001257
Cod. catastaleI327
TargaTO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 580 GG[3]
Nome abitantiSantenesi
Patronosan Lorenzo
Giorno festivo10 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Santena
Santena
Santena – Mappa
Santena – Mappa
Localizzazione del comune di Santena nella città metropolitana di Torino.
Sito istituzionale

Santena (pr. [ˈsantena][4]; Santna in piemontese) è un comune italiano di 10 475 abitanti della città metropolitana di Torino in Piemonte. È famoso per gli asparagi nonché per essere la sede della tomba di Camillo Benso, conte di Cavour.

Geografia fisica

Santena è un comune di pianura, situato a circa 25 km sud-est di Torino, a pochi chilometri dalla riva destra del fiume Po. Confina a nord con Trofarello, Cambiano e frazione Pessione di Chieri, a ovest con Villastellone, a sud con frazione Fàvari di Poirino.

Origini del nome

Il toponimo deriva dall'antico nome del rio Sàntina, l'attuale torrente Banna, che divide in due il paese. A sua volta, questo deriverebbe dal nome della tribù pre-romana dei Santones, con varianti di Santula,Sàntana, Sàntinus, che, insieme agli Agamini, abitarono il territorio fino almeno al II secolo.

Lo stesso argomento in dettaglio: Toponimi celtici d'Italia.

Storia

In questo luogo vennero recuperate alcune suppellettili funerarie e alcune monete di rame appartenenti al periodo di Antonino Pio, dimostrando che il territorio santenese era abitato fin dai primi secoli dell'era cristiana. Dopo gli insediamenti dapprima gallici e poi romani, le prime testimonianze di un vero e proprio gruppo rurale risale all'Alto Medioevo. Durante il periodo carolingio e post-carolingio, il villaggio era considerato parte integrante della curtis chierese. Il primo documento risale al 1029, e fu l'atto con cui il marchese e conte di Torino Olderico Manfredi II e suo fratello vescovo di Asti, Alrico, fanno donazione del villaggio, piccolo e povero ai canonici di San Salvatore di Torino. Tale atto fu riconosciuto come valido sia dall'imperatore Enrico III nel 1047, sia da Federico Barbarossa nel 1159.

Tuttavia, i chieresi mal tollerarono che un loro territorio passasse ai santenesi, e fecero quindi appello al Vescovo Milone da Cardano il quale, nel 1184, stabilì l'indipendenza di questi ultimi; ma tale indipendenza non durò molto, perché i canonici santenesi dovettero presto rivendere il villaggio nel 1191 a Pietro Gribaldi, Guido di Mercadillo, i figli di Oberto Merlo, Guido Grasso e Guglielmo Benso, che diventarono a tutti gli effetti condomini di Santena. In pratica Santena rimase ancora un villaggio autonomo, ma nuovamente di proprietà chierese. Nel 1311, Santena passò definitivamente sotto Chieri. Quando quest'ultima, quarant'anni più tardi passò sotto i conti di Savoia, questi ultimi, prestarono fedeltà al vescovo Goffredo Montanari, quindi Santena passò ai guelfi, sotto la dominazione angioina.
Tuttavia, a partire dal XIV secolo, il borgo fu oggetto delle mire espansionistiche del Marchesato del Monferrato: il 22 aprile 1345, presso la fortezza di Gamenario, località tra Trofarello e Cambiano, vi fu uno scontro tra le forze guelfe degli Angiò e quelle ghibelline, facenti capo al marchese Giovanni II del Monferrato, detto il Paleologo, nella quale, quest'ultimo, riportò esaltante vittoria.

Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Gamenario.

Fu soltanto nei decenni successivi che, grazie alle lotte del ramo cadetto dei Principi d'Acaja di casa Savoia, Chieri venne riconquistata. Santena tornò sotto i Podestà, assoggettati alla Chiesa di papa Martino V Colonna. Questi ultimi però, riportavano le tasse soltanto ai Savoia, poiché i veri liberatori del territorio, e facendo così nascere nuovi conflitti con Chieri. A questi problemi si aggiunse anche la peste del XVI secolo, le inondazioni del Banna e del Po, le carestie del 1517-1521, seguite da lunghi periodi di assedio e da violenti saccheggi, il più grave dei quali fu effettuato dall'esercito francese nel 1536, durante il conflitto tra l'imperatore Carlo V d'Asburgo e Francesco I di Francia. La volontà di ampliare i confini da parte di Emanuele Filiberto di Savoia costrinse suo figlio, Carlo Emanuele I, ad una guerra contro i francesi per il possesso del Monferrato (1627). Nonostante l'appoggio degli spagnoli, quando il duca Carlo Emanuele morì nel 1630, il suolo piemontese venne occupato completamente dalle truppe nemiche; il XVII non fu un buon secolo, né per Santena né per i paesi vicini.

Facciata secondaria di Villa Cavour, in piazza Visconti Venosta

Nel 1728, una sentenza annesse nuovamente Santena sotto Chieri. Il paese poi, subì ingenti danni nel 1809, durante l'occupazione napoleonica, a causa di una drammatica inondazione, che determinò lo studio di un piano regolatore per le opere di arginamento del torrente Banna, e di relativo ampliamento dei suoi alvei.
I Benso, facoltosi banchieri chieresi, che acquistarono la marca di Cavour nel XVII secolo, tuttavia stabilirono in Santena le loro residenze, dando inizio alla stirpe dei conti di Cavour, da cui ha origine il noto statista risorgimentale, qui sepolto per sua volontà.

Restaurata la monarchia sabauda, i santenesi tentarono una nuova autonomia dalla vicina Chieri; tuttavia, le loro aspirazioni furono soddisfatte soltanto nel 1878, quando, grazie al marchese Compans di Brichanteau, Santena fu eretto a comune autonomo.

Negli anni sessanta del XX secolo Santena fu oggetto di una forte emigrazione degli abitanti di Riace, un comune in provincia di Reggio Calabria.

Simboli

Lo stemma della Città di Santena è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 15 novembre 2006.[5][6]

«Partito: il primo, di argento, al capo di rosso, caricato di tre conchiglie d'oro; il secondo, di azzurro, al castello d'oro, murato di nero, merlato alla guelfa, il fastigio di sei, la torre, posta a sinistra, di tre, il castello finestrato di cinque, di nero, quattro finestre in fascia nel corpo del castello, una nella torre, il castello chiuso dello stesso, fondato sulla campagna diminuita di verde. Ornamenti esteriori da Città.»

La prima partizione riprende lo stemma della famiglia Benso. Il castello è, con tutta probabilità, quello del Gamerario, demolito nel 1864, presso il quale il 23 aprile 1345 si svolse la battaglia tra le truppe guelfe e angioine.[7] Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di bianco.

Onorificenze

Titolo di città - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la presenza di queste opere, l'istituzione di molti servizi pubblici, la presenza della tomba del grande statista e autore dell'unità d'Italia Camillo Benso di Cavour, a Santena nel 1937 venne concesso con Regie patenti il titolo di Città.»
— RDL 30 settembre 1937[8]

Monumenti e luoghi d'interesse

La chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo

Il cuore dell'abitato è caratterizzato da due piazze principali: la prima, simmetrica ed elegante, si trova di fronte al Castello Cavour, la seconda, di fronte alla Chiesa parrocchiale dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, è dedicata alla memoria del marchese Compans di Brichanteau.

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (Santena).
  • Tomba di Camillo Cavour, adiacente alla suddetta parrocchiale ma accessibile da piazza Visconti Venosta, sulla quale si affaccia anche Villa Cavour. Il celebre statista fu sepolto qui per sua volontà, accanto all'amato nipotino Augusto, morto giovane eroe nella battaglia di Goito; la cripta fu dichiarata monumento nazionale nel 1911
  • Castello Cavour di Santena, uno dei castelli più importanti del Piemonte, costituisce un vero e proprio museo della famiglia del noto statista, ricco di memorie storiche, arredi, biblioteca e archivi
Lo stesso argomento in dettaglio: Castello Cavour di Santena.
  • Castello di San Salvà, verso Poirino. Deriva dal nome dei canonici del Santo Salvatore di Torino, i quali ebbero il dominio su Santena tra il 1029 ed il 1191. Il castello, a pianta quadrata, si eleva su un'altura ed è adornato da tre piccole torri e da una più grande porta a nord-est incoronata a bertesca, con ballatoio e merli. Su di esso è incastonato un orologio, mentre un grande scalone all'interno porta agli appartamenti con una galleria degli antenati di famiglia e con una preziosa biblioteca
  • Ruderi del Castello di Ponticelli, lungo la statale Torino-Asti verso località Fontaneto: si tratta di una piccola torre a pianta circolare, oggi inglobata in una cascina. La tradizione indica tale castello come dimora estiva del ramo cadetto degli stessi marchesi Benso, divenuti in seguito conti di Cavour. In esso fecero testamento Manfrino Benso nel 1351 e Manfredo nel 1362. L'antica chiesa di Ponticelli viene anche nominata in una bolla di papa Alessandro III del 1176
  • Frazione Trinità, verso Villastellone. Il nome della località deriverebbe da quello di una graziosa cappella dedicata alla Santissima Trinità, risalente al XVII secolo

Immagini storiche

Infrastrutture e trasporti

La stazione ferroviaria Cambiano-Santena, situata lungo la linea Torino-Genova, si trova a circa 2 km dal centro, vicina anche a Cambiano. Vi sostano i treni regionali, con frequenza di uno ogni ora in entrambe le direzioni nelle ore di punta dei giorni feriali. Nella frazione Tetti Giro era presente la stazione di Santena-Tetti Giro, dismessa nel 2003. Santena è raggiungibile da Torino, oltre che col treno, anche con le linee 45 e 45/, gestite dal GTT.

Società

Evoluzione demografica

Negli ultimi sessant'anni, a partire dal 1961, la popolazione residente è aumentata del 150 % .

Abitanti censiti[10]

Cultura

Biblioteca

A Santena è presente la biblioteca civica E. Marioni. Nata nel 1976, ha spesso cambiato sede ed è rimasta fortemente colpita dall'alluvione nel 1994. Dal 2017 ha sede nel Palazzo Visconti Venosta, nei pressi del Castello e del parco Cavour[11].

Economia e ricorrenze

  • 10 agosto: festa di San Lorenzo, patrono della città
  • 26 settembre: Festa di San Cosma e San Damiano: festa esportata dalla comunità immigrata di Riace (RC)
  • A metà maggio, la sagra degli asparagi, fiera nata nel 1933. La rivoluzione industriale del XIX secolo non ha prodotto mutamenti dell'economia di questa città, che ancora a fine Ottocento fondava la sua ricchezza sulla produzione agricola. Oggi, i santenesi coltivano pesche e, soprattutto, una particolare qualità di asparagi rinomata in tutta Italia

Amministrazione

Il municipio
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1975 1980 Ezio Ollino Democrazia Cristiana sindaco
1980 1981 Giuseppe Griva - sindaco
1981 1982 Ezio Ollino Democrazia Cristiana-PSDI sindaco
1986 1990 Antonio Viglietti PSI sindaco
1990 1993 Francesco Cima Democrazia Cristiana sindaco
1993 1994 Fulvio Gaffodio - commissario prefettizio
1994 2002 Benedetto Nicotra Forza Italia sindaco
2002 2007 Giovanni Ghio centrodestra sindaco
2007 2011 Benedetto Nicotra lista civica sindaco
2011 2012 Giuseppe Zarcone - commissario prefettizio
2012 2022 Ugo Baldi lista civica sindaco
2022 in carica Roberto Ghio lista civica sindaco

Gemellaggi

Sport

La squadra di calcio locale è il A.S.D. San Luigi Santena, militante in Seconda categoria. La compagine giallo-viola gioca le sue gare casalinghe alla "Tesio Baldassarre Arena", teatro anche della manifestazione sportiva Asparagocap che ogni anno vede sfidarsi in una partita di calcio gli abitanti del Borgo Tetti Giro contro il resto della città. Altra eccellenza santenese ricopre il volley femminile con il San Luigi Santena e il Santena 95, militanti in Prima Divisione e Serie D[senza fonte]

Note

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Luciano Canepari, Santena, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
  5. ^ Santena (Torino) D.P.R. 15.11.2006 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 17 settembre 2021.
  6. ^ D.P.R. di concessione del 15 novembre 2006 (PDF).
  7. ^ Santena, su araldicacivica.it. URL consultato il 9 febbraio 2023.
  8. ^ Regio Decreto di concessione 30 settembre 1937 (PDF).
  9. ^ Giuseppe Lisa Santena nella Storia, 1961, Pinerolo, Alzani Editrice.
  10. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  11. ^ Guida alle Biblioteche dell'Area Metropolitana Torinese, Regione Piemonte.

Bibliografia

  • Giuseppe Lisa Santena nella Storia, 1961, Pinerolo, Alzani Editrice.
  • Il Piemonte paese per paese, Ed. Bonechi. 1993.

Voci correlate

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