Santena
Santena (pr. [ˈsantena][4]; Santna in piemontese) è un comune italiano di 10 475 abitanti della città metropolitana di Torino in Piemonte. È famoso per gli asparagi nonché per essere la sede della tomba di Camillo Benso, conte di Cavour. Geografia fisicaSantena è un comune di pianura, situato a circa 25 km sud-est di Torino, a pochi chilometri dalla riva destra del fiume Po. Confina a nord con Trofarello, Cambiano e frazione Pessione di Chieri, a ovest con Villastellone, a sud con frazione Fàvari di Poirino. Origini del nomeIl toponimo deriva dall'antico nome del rio Sàntina, l'attuale torrente Banna, che divide in due il paese. A sua volta, questo deriverebbe dal nome della tribù pre-romana dei Santones, con varianti di Santula,Sàntana, Sàntinus, che, insieme agli Agamini, abitarono il territorio fino almeno al II secolo. StoriaIn questo luogo vennero recuperate alcune suppellettili funerarie e alcune monete di rame appartenenti al periodo di Antonino Pio, dimostrando che il territorio santenese era abitato fin dai primi secoli dell'era cristiana. Dopo gli insediamenti dapprima gallici e poi romani, le prime testimonianze di un vero e proprio gruppo rurale risale all'Alto Medioevo. Durante il periodo carolingio e post-carolingio, il villaggio era considerato parte integrante della curtis chierese. Il primo documento risale al 1029, e fu l'atto con cui il marchese e conte di Torino Olderico Manfredi II e suo fratello vescovo di Asti, Alrico, fanno donazione del villaggio, piccolo e povero ai canonici di San Salvatore di Torino. Tale atto fu riconosciuto come valido sia dall'imperatore Enrico III nel 1047, sia da Federico Barbarossa nel 1159. Tuttavia, i chieresi mal tollerarono che un loro territorio passasse ai santenesi, e fecero quindi appello al Vescovo Milone da Cardano il quale, nel 1184, stabilì l'indipendenza di questi ultimi; ma tale indipendenza non durò molto, perché i canonici santenesi dovettero presto rivendere il villaggio nel 1191 a Pietro Gribaldi, Guido di Mercadillo, i figli di Oberto Merlo, Guido Grasso e Guglielmo Benso, che diventarono a tutti gli effetti condomini di Santena. In pratica Santena rimase ancora un villaggio autonomo, ma nuovamente di proprietà chierese. Nel 1311, Santena passò definitivamente sotto Chieri. Quando quest'ultima, quarant'anni più tardi passò sotto i conti di Savoia, questi ultimi, prestarono fedeltà al vescovo Goffredo Montanari, quindi Santena passò ai guelfi, sotto la dominazione angioina. Fu soltanto nei decenni successivi che, grazie alle lotte del ramo cadetto dei Principi d'Acaja di casa Savoia, Chieri venne riconquistata. Santena tornò sotto i Podestà, assoggettati alla Chiesa di papa Martino V Colonna. Questi ultimi però, riportavano le tasse soltanto ai Savoia, poiché i veri liberatori del territorio, e facendo così nascere nuovi conflitti con Chieri. A questi problemi si aggiunse anche la peste del XVI secolo, le inondazioni del Banna e del Po, le carestie del 1517-1521, seguite da lunghi periodi di assedio e da violenti saccheggi, il più grave dei quali fu effettuato dall'esercito francese nel 1536, durante il conflitto tra l'imperatore Carlo V d'Asburgo e Francesco I di Francia. La volontà di ampliare i confini da parte di Emanuele Filiberto di Savoia costrinse suo figlio, Carlo Emanuele I, ad una guerra contro i francesi per il possesso del Monferrato (1627). Nonostante l'appoggio degli spagnoli, quando il duca Carlo Emanuele morì nel 1630, il suolo piemontese venne occupato completamente dalle truppe nemiche; il XVII non fu un buon secolo, né per Santena né per i paesi vicini. Nel 1728, una sentenza annesse nuovamente Santena sotto Chieri. Il paese poi, subì ingenti danni nel 1809, durante l'occupazione napoleonica, a causa di una drammatica inondazione, che determinò lo studio di un piano regolatore per le opere di arginamento del torrente Banna, e di relativo ampliamento dei suoi alvei. Restaurata la monarchia sabauda, i santenesi tentarono una nuova autonomia dalla vicina Chieri; tuttavia, le loro aspirazioni furono soddisfatte soltanto nel 1878, quando, grazie al marchese Compans di Brichanteau, Santena fu eretto a comune autonomo. Negli anni sessanta del XX secolo Santena fu oggetto di una forte emigrazione degli abitanti di Riace, un comune in provincia di Reggio Calabria. SimboliLo stemma della Città di Santena è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 15 novembre 2006.[5][6] «Partito: il primo, di argento, al capo di rosso, caricato di tre conchiglie d'oro; il secondo, di azzurro, al castello d'oro, murato di nero, merlato alla guelfa, il fastigio di sei, la torre, posta a sinistra, di tre, il castello finestrato di cinque, di nero, quattro finestre in fascia nel corpo del castello, una nella torre, il castello chiuso dello stesso, fondato sulla campagna diminuita di verde. Ornamenti esteriori da Città.» La prima partizione riprende lo stemma della famiglia Benso. Il castello è, con tutta probabilità, quello del Gamerario, demolito nel 1864, presso il quale il 23 aprile 1345 si svolse la battaglia tra le truppe guelfe e angioine.[7] Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di bianco. Onorificenze«Per la presenza di queste opere, l'istituzione di molti servizi pubblici, la presenza della tomba del grande statista e autore dell'unità d'Italia Camillo Benso di Cavour, a Santena nel 1937 venne concesso con Regie patenti il titolo di Città.»
— RDL 30 settembre 1937[8] Monumenti e luoghi d'interesseIl cuore dell'abitato è caratterizzato da due piazze principali: la prima, simmetrica ed elegante, si trova di fronte al Castello Cavour, la seconda, di fronte alla Chiesa parrocchiale dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, è dedicata alla memoria del marchese Compans di Brichanteau.
Immagini storiche
Infrastrutture e trasportiLa stazione ferroviaria Cambiano-Santena, situata lungo la linea Torino-Genova, si trova a circa 2 km dal centro, vicina anche a Cambiano. Vi sostano i treni regionali, con frequenza di uno ogni ora in entrambe le direzioni nelle ore di punta dei giorni feriali. Nella frazione Tetti Giro era presente la stazione di Santena-Tetti Giro, dismessa nel 2003. Santena è raggiungibile da Torino, oltre che col treno, anche con le linee 45 e 45/, gestite dal GTT. SocietàEvoluzione demograficaNegli ultimi sessant'anni, a partire dal 1961, la popolazione residente è aumentata del 150 % . Abitanti censiti[10] CulturaBibliotecaA Santena è presente la biblioteca civica E. Marioni. Nata nel 1976, ha spesso cambiato sede ed è rimasta fortemente colpita dall'alluvione nel 1994. Dal 2017 ha sede nel Palazzo Visconti Venosta, nei pressi del Castello e del parco Cavour[11]. Economia e ricorrenze
Amministrazione
GemellaggiSportLa squadra di calcio locale è il A.S.D. San Luigi Santena, militante in Seconda categoria. La compagine giallo-viola gioca le sue gare casalinghe alla "Tesio Baldassarre Arena", teatro anche della manifestazione sportiva Asparagocap che ogni anno vede sfidarsi in una partita di calcio gli abitanti del Borgo Tetti Giro contro il resto della città. Altra eccellenza santenese ricopre il volley femminile con il San Luigi Santena e il Santena 95, militanti in Prima Divisione e Serie D[senza fonte] Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
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