Susa (Italia)
Susa (Susa in piemontese; Souiza, Suèiza, Suza o Susa in francoprovenzale, Suse in francese, Segusium in latino) è un comune italiano di 5 910 abitanti della città metropolitana di Torino in Piemonte. Da millenni crocevia dei diversi itinerari transalpini fra Italia e Francia, è contraddistinta da considerevoli monumenti romani e medioevali. Si trova al centro dell'omonima valle. Nell'antichità fu capitale del Regno dei Cozii, punto di partenza della Via Domizia e della Via Cozia e posto tappa dell'Itinerarium burdigalense e della Via Francigena. Geografia fisicaDistante circa 53 chilometri ad ovest dal capoluogo Torino, Susa è situata nel tratto terminale della pianeggiante Bassa Valle di Susa, alla confluenza del torrente Cenischia con la Dora Riparia, dove la val di Susa si biforca: verso nord la profonda insenatura della val Cenischia, verso ovest il salto di quota dell'Alta Val di Susa. Luogo strategico dal punto di vista viario in questo settore alpino, essendo all'incrocio tra gli itinerari, sfruttati anche dalla Via Francigena, per i passi del Moncenisio (tramite la Val Cenischia) e del Colle Clapier (tramite la Val Clarea) entrambi in direzione della Francia del Nord, del Monginevro tramite l'Alta Valle Susa, in direzione di Francia del Sud e Spagna, e il Colle delle Finestre verso la confinante Val Chisone. Origini del nomeChiamata Segusium in epoca romana, diventò poi Segusia, Secusia e infine Susa. Il toponimo è formato dal radicale gallico sego che significa forte.[4] StoriaDifficile stabilire l'epoca in cui la città fu abitata per la prima volta e le popolazioni che l'abitarono. Certamente tra esse ci furono i Liguri e in seguito arrivarono i Celti (500 circa a. C.) che si fusero con le prime popolazioni. Poi giunsero i Romani guidati da Giulio Cesare che combatterono con le popolazioni locali e stabilirono con Donno, il loro re, un patto di alleanza, in modo da garantire un transito sicuro verso la Gallia a truppe e merci dai valichi del vicinissimo Colle Clapier[5] e del più lontano Colle del Monginevro. I buoni rapporti continuarono per un lungo periodo, sanciti dalla costruzione dell'arco di Augusto. La città allora si chiamava Segusium e fu la capitale del Regno dei Cozii, nella provincia detta delle Alpi Cozie. Nel III secolo la città si dotò di una cinta muraria. Ciò nonostante fu assediata e incendiata dalle truppe di Costantino nel 312. Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente (476) iniziò per Susa un periodo di decadenza. Dopo la morte di Odoacre, Susa divenne parte del Regno ostrogoto di Teoderico. Con la fine guerra gotica, Susa divenne parte della Prefettura del pretorio d'Italia sino alla conquista da parte delle truppe di Alboino, che l'annessero al Regno longobardo. Piazza Savoia, la piazza principale, fu costruita sopra l'antica città, tanto che vi si ritrovano reperti archeologici dell'epoca romana e la Porta Savoia del IV secolo. Approfittando del periodo d'anarchia seguito alla morte di Clefi, il merovingio Gontrano, re dei Franchi d'Orléans, sconfisse i longobardi, annettendosi Aosta e Susa nel 575. Essendo importanti punti di accesso per l'Italia, Aosta e Susa costituirono sempre una spina nel fianco per i Longobardi.[6] A seguito della conquista del regno longobardo da parte di Carlo Magno nel 774, Aosta e Susa seguirono le sorti del regno d'Italia. Del Medioevo rimangono diversi complessi monumentali, come il castello della Contessa Adelaide, la pieve battesimale di Santa Maria Maggiore con gli edifici annessi, l'abbazia di San Giusto, il convento di S. Francesco e i suoi chiostri, le case medioevali porticate, la casa De Bartolomei, due torri nel centro della cittadina. Fu Napoleone a conferirle il titolo di città. Nel 1854 Susa venne raggiunta dalla ferrovia, con la linea Torino-Susa, inaugurata il 22 maggio e di cui rimane quasi intatta la stazione di testa. Fra il 1868 e il 1871 Susa fu interscambio con la Ferrovia del Moncenisio a Sistema Fell, che valicava il Colle a 2000 metri circa e faceva parte della cosiddetta Valigia delle Indie; il tutto mentre erano in costruzione la nuova linea Bussoleno-Modane e il Traforo del Frejus, che favorirono la costruzione del Deposito Ferroviario a Bussoleno anziché a Susa. La città, dalla presenza valdese, ha una Chiesa Cristiana Evangelica Valdese.[7] Nel centro storico della città risiede una comunità immigrata da Paola, in Calabria, con cui è gemellata. SimboliLo stemma è così descritto nello statuto comunale: «due torri, rossa l'una in campo d'argento, d'argento l'altra in campo rosso, le due torri fiancheggiano una porta sormontata da un piano con due finestre; le torri, che sono merlate, hanno tre finestre cadauna, lo scudo è sormontato da corona marchionale a cui è unita in basso la croce di Savoia, due rami di quercia adornano ai fianchi lo stemma, sotto al quale sopra un nastro sta scritta la legenda "in flammis probatus amor".» Lo stemma è molto antico e presumibilmente risale al periodo di Adelaide e Oddone di Savoia. Nei secoli fu oggetto di piccole modifiche ma rimase costante il simbolo delle due torri che ricordano Porta Savoia, accompagnate dall'emblema sabaudo e sormontate dalla corona marchionale. Il motto latino fa probabilmente riferimento all'incendio causato dal Barbarossa o ad altre devastazioni patite dalla città di Susa.[9] Il gonfalone è un drappo di rosso scuro con al centro lo stemma comunale. Monumenti e luoghi d'interesseSusa presenta un numero notevole di edifici e luoghi di interesse storico, soprattutto se visti in rapporto alle dimensioni relativamente contenute dell'abitato e due musei di riferimento per il territorio di valle, il Museo civico e il Museo diocesano di arte sacra. La cittadina alpina presenta una notevole stratificazione di epoche, con manufatti di epoca romana ancora ottimamente conservati (Porta Savoia, Arco di Augusto, Arena romana, Mura romane), case urbane medioevali, tre complessi religiosi dalla differente identità (la cattedrale di San Giusto — anticamente abbazia benedettina, il complesso di Santa Maria Maggiore — canonicato agostiniano capofila della Bassa Valle, San Francesco, primo convento francescano in Piemonte), il castello e i resti di un poderoso forte, la "Brunetta". La città è stata oggetto di molteplici studi da parte delle Soprintendenze, ricomprendenti anche gli antichi passaggi sotterranei presenti in abitazioni private, spesso citati pure nella tradizione orale dagli abitanti di Susa[10]. Resti archeologici
Architetture militari
Architetture religiose
Architetture civili
Musei
Immagini storiche Fondo Gabinio Fond. Torino Musei
Aree protetteSocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[12] Etnie e minoranze straniereSecondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 593 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: Associazioni culturaliLa città è anche sede di associazioni culturali senza fini di lucro, tra le quali la Segusium, Società di Ricerche e di Studi Valsusini, che anche attraverso l'omonima Rivista ha ripetutamente approfondito le vicende storico-artistiche della città, ad esempio in occasione del convegno internazionale di studi su Enrico da Susa detto il Cardinale Ostiense (Susa - Embrun, 1972), del Convegno: “Susa - centro storico - studi sul passato - prospettive di recupero” del 1987, sulla contessa Adelaide (1991) e sul bimillenario dell'Arco di Augusto (1992). Attive sono poi le associazioni "Amici del Castello della contessa Adelaide", "I chiostri di San Francesco", "Liuteria piemontese", "Il ponte", "A SusA", "Compagnia della Libreria", "Centro Culturale Diocesano", il gruppo fotografico "L'Idea", il Gruppo Folkloristico e il Gruppo Sbandieratori, i tre Cori "Primavera", "Alpi Cozie" e "Gruppo vocale e strumentale S. Evasio", mentre nel teatro vi sono "Teatro Insieme" e "I nani sulle spalle dei giganti"; la "Associazione Astrofili Segusini" per la divulgazione astronomica[13] oltre alla pro loco e ai sei borghi partecipanti al Torneo storico dei borghi comunemente noto come Palio di Susa. EconomiaDal passato fino alla fine del secolo XXL'economia della città si è sempre retta sulla presenza delle vie di transito: la via napoleonica prima, le statali poi, oggi l'autostrada ed in un ipotetico futuro la linea ad alta velocità (TAV). Questa sua posizione di "città di transito" ne ha condizionato di molto la natura, specialmente negli ultimi due secoli: da normale paese ai piedi dei monti, la sua economia si fondava su attività legate alla terra, come l'allevamento e l'agricoltura. Grandi cambiamenti avvennero solo però a partire dai primi dell'Ottocento, quando fu completata la strada Napoleonica. La città divenne così luogo di transito molto frequentato e sosta obbligata sulla via della Francia. Si sviluppò l'attività alberghiera e quella commerciale: la presenza continua di militari, dovuta alla vicinanza dei confini, contribuì fino a non molto tempo fa all'economia della città. Ma con lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, e soprattutto con l'apertura della linea ferroviaria internazionale, si cercò di far sopravvivere la città aprendo una serie di fabbriche, tra cui spiccano il cotonificio Vallesusa e l'acciaieria ASSA. La produzione industriale resse la città offrendo diverse centinaia di posti di lavoro per quasi un secolo. Conclusasi non senza problemi la prima metà del XX secolo, nel secondo dopoguerra l'attività industriale imboccò un lento declino, complici una serie di fattori, comuni al lento declino dell'industria in Piemonte e in Italia cominciato all'inizio degli anni settanta e che continua tuttora. L'economia oggi e le prospettive per il futuroCon l'avvento dell'era post-industriale, una dopo l'altra tutte le attività industriali di Susa morirono e la città si trovò di nuovo a dover cercare una soluzione. Oggi gran parte degli abitanti di Susa lavorano in valle o a Torino, e tutti i giorni affollano i treni dei pendolari che li portano dove esiste il lavoro. La Città di Susa ha visto negli ultimi anni lo sviluppo di alcuni interessanti settori nell'ambito turistico con il Museo di Arte religiosa Alpina che promuove mostre e convegni a carattere internazionale come "Carlo Magno e le Alpi" (15 000 visitatori) e nel 2008 "Alpi da Scoprire". Inoltre la riqualificazione e pedonalizzazione del centro storico cittadino, la riscoperta del tempio romano, la ristrutturazione del castello medioevale, prima residenza sabauda in Italia, porteranno sempre più Susa verso un'offerta culturale turistica d'eccellenza. Per la qualità della sua offerta turistica e ambientale, Susa è stata insignita della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano[14][15]. Amministrazione
GemellaggiAltre informazioni amministrativeIl comune faceva parte della Comunità montana Valle Susa e Val Sangone. Note
Bibliografia
Voci correlate
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