Peter Early
Peter Early (Madison, 20 giugno 1773 – Contea di Greene, 15 agosto 1817) è stato un politico statunitense. BiografiaOriginiNacque in Virginia nel 1773, primo figlio del militare Joel Early e della moglie Lucy Smith.[1][2][3] Mentre il giovane Peter studiava legge a Princeton, il resto della famiglia acquistò la piantagione di Fontenoy, in Georgia, presso il fiume Oconee, e vi si trasferì, presto raggiunta dal primogenito, che aprì uno studio legale per le contee di Greene e Wilkes.[1][2][3] Nel 1797 si sposò con Ann Adams Smith, di appena quattordici anni[2][3] e dalla quale ebbe sei figli, e per il 1800 era divenuto tanto benestante da permettersi la costruzione di una casa propria.[1] Carriera politicaRappresentanteEntrato in politica col Partito Democratico-Repubblicano, nel 1802 si candidò per sostituire il rappresentante dimissionario John Milledge, e nonostante le voci che lo volevano simpatizzante del Partito Federalista (ancora odiato in Georgia per via dello scandalo dello Yazoo) riuscì a vincere il seggio, prendendone possesso l'anno successivo.[1][2][3] Durante il suo mandato, durato fino al 1807,[2] Early dimostrò simpatie verso le potenze europee, in particolare il Regno Unito, cercando di impedire l'applicazione dell'embargo americano nei confronti della Gran Bretagna, e la Francia, votando invece a favore del blocco dei commerci con Haiti, che di recente si era liberata dal giogo coloniale francese.[1] Fu inoltre un fervente sostenitore del diritto all'espansione della Georgia a danno dei nativi americani; inoltre, in quanto a sua volta proprietario di schiavi, si oppose all'abolizione della tratta, che avvenne infine nel 1808.[1] Dopo due mandati da rappresentante scelse di non ricandidarsi, e divenne giudice della Corte Suprema georgiana.[1][2][3] Governatore della GeorgiaNel 1813 venne eletto governatore della Georgia,[3] e fu fin da subito fortemente espansionista, finanziando spedizioni contro i Creek e la massiccia colonizzazione della frontiera occidentale.[3] La guerra contro i Creek si andò ad inserire nel quadro più complesso della guerra del 1812, e mentre i nativi americani furono sconfitti dal generale Andrew Jackson, la Georgia si dimostrò sguarnita a tal punto da permettere alla Royal Navy di stabilirvi una testa di ponte. Early ordinò di non contrattaccare, e nel febbraio 1815 gli ultimi inglesi si ritirarono.[1][2] L'eccessivo uso del veto da parte di Early finì con alienargli la maggior parte dei georgiani,[3] e alle elezioni del 1815 venne sconfitto dal predecessore David B. Mitchell, che ridivenne così governatore.[1] Ultimi anni e morteNonostante la sconfitta venne eletto al senato georgiano,[3] occupandosi della riforma del codice penale e della costruzione del penitenziario di Milledgeville, la capitale statale.[1] Era stato per molti anni uno dei dirigenti dell'Università della Georgia, rimanendolo fino all'improvvisa morte nel 1817 a causa di una malattia.[1][2][3] Venne sepolto nella sua piantagione,[3] e un secolo più tardi i suoi resti vennero riesumati per essere sepolti nel cimitero di Greensboro.[1][2] Gli vennero intitolati la contea di Early[1][3] e il presidio di Fort Early.[4] Note
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