Wilson Lumpkin
Wilson Lumpkin (Contea di Pittsylvania, 14 gennaio 1783 – Athens, 28 dicembre 1870) è stato un politico statunitense. BiografiaOriginiNacque in Virginia da John[1] e Lucy Lumpkin, che si trasferirono in Georgia quando il figlio era ancora piccolo; qui nacque suo fratello Joseph H. Lumpkin (1799-1867), futuro primo giudice capo della Corte Suprema georgiana. La famiglia rimase spesso coinvolta nei conflitti tra coloni e nativi americani, e ciò instillò nel giovane Wilson la convinzione che la convivenza tra le due genti non fosse possibile, influenzando così le sue future politiche.[2] Da suo padre, di professione giudice di campagna, imparò il mestiere legale, e durante la prima parte della sua vita divenne anch'egli giudice, continuando nel frattempo a gestire i terreni di famiglia.[2] Carriera politicaDal 1804 fu coinvolto nella politica locale, nelle file del Partito Democratico-Repubblicano. Di tendenze moderate in politica interna, era invece nazionalista negli affari sovrastatali, opponendosi alla proposta fusione della Georgia con la Carolina del Sud e sostenendo con forza l'espulsione dei Cherokee dallo Stato.[2] Dopo tre mandati alla Camera dei Rappresentanti,[1] prima come democratico-repubblicano e poi democratico, riuscì ad essere eletto governatore della Georgia per due termini.[1][2] Uno dei più grandi propugnatori del sentiero delle lacrime, durante la sua lunga carriera riuscì ad ottenere il sostegno di influenti politici, fra i quali Andrew Jackson e Martin Van Buren, che facilitarono di molto la rimozione dei nativi americani dal suolo georgiano.[2] Ultimi anni, morte ed ereditàDopo la fine della sua carriera da governatore tra il 1836 e il 1837 fu un agente indiano, poi fu eletto al Senato fino al 1841,[1] quando si ritirò dalla politica nazionale. Non abbandonò tuttavia quella locale, e all'approssimarsi della guerra di secessione sostenne fortemente il diritto degli Stati del Sud a separarsi da quelli del Nord.[2] Morì nel 1870. Mentre era ancora in vita gli venne dedicata la contea di Lumpkin,[1][2] e partecipò anche al battesimo della città di Atlanta: infatti gli abitanti di Terminus, allora un piccolo insediamento lungo la ferrovia, decisero di rinominare la città Lumpkin in suo onore, ricevendo tuttavia il declino dell'ex-governatore e l'invito a riservare la nomina a sua figlia Martha Atlanta Lumpkin (1827-1917); la città divenne così Marthasville, e in seguito l'odierna Atlanta. NoteAltri progetti
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