Alfred H. Colquitt
Alfred Holt Colquitt (Monroe, 20 aprile 1824 – Washington, 26 marzo 1894) è stato un politico e generale statunitense. BiografiaOriginiFiglio dell'influente politico georgiano Walter T. Colquitt,[1][2][3] studiò all'Università di Princeton e divenne avvocato nel 1844. Due anni più tardi tuttavia abbandonò la carriera legale per quella militare, combattendo nella guerra messico-statunitense e raggiungendo il grado di maggiore.[1][2][3][4] Rientrato in Georgia e divenuto dapprima predicatore metodista,[1] entrò in seguito in politica, servendo come democratico alla Camera dei Rappresentanti per un solo mandato, tra il 1853 e il 1855.[1][2] Secessionista convinto, fu uno dei grandi elettori democratici alle elezioni presidenziali del 1860 e uno dei più entusiasti sostenitori della nascita degli Stati Confederati d'America,[1][2][3] arruolandosi subito nel neocostituito esercito confederato.[4] Guerra civileInizialmente posto a difesa della capitale Richmond, combatté alla battaglia di Antietam, e per il valore dimostrato venne promosso brigadier generale.[1][4][5] Poco dopo tuttavia la sua condotta, giudicata fallimentare alla battaglia di Chancellorsville, ne causò la rimozione dal comando e il trasferimento sul fronte secondario della Carolina del Sud,[5] dove si occupò di difendere il porto di Charleston.[4] Riuscì a respingere l'invasione nordista della Florida alla battaglia di Olustee, e per questo venne promosso maggior generale e divenne noto come l'Eroe di Olustee.[1][2][3][5] La guerra era tuttavia ormai persa, e all'inizio del 1865 Colquitt si arrese a Fort Fisher.[4][5] Governatore della GeorgiaRientrato in politica durante l'era della ricostruzione, venne eletto governatore della Georgia nel 1876.[1][2] Colquitt rafforzò la propria presa sul potere georgiano formando un "triumvirato" con Joseph E. Brown e John B. Gordon, i principali politici democratici dello Stato, garantendosi così l'appoggio della vecchia aristocrazia schiavista.[4] Durante il suo mandato governatoriale ricostruì ed espanse il sistema ferroviario georgiano, ancora danneggiato dalla guerra civile, e approvò una riforma costituzionale che accorciava il mandato del governatore da quattro a due anni.[1] Fu rieletto nel 1880, e non si ricandidò due anni più tardi.[2][4] Ultimi anni e morteEstremamente popolare, venne subito eletto senatore e lo rimase fino alla morte, avvenuta il 26 marzo 1894, poco dopo essere stato rieletto per la settima volta.[1][2][3][4] Nel 1892 aveva subito un ictus, dal quale tuttavia si era ripreso tanto da poter tornare a Washington per ricoprire il proprio ruolo (anche se aveva estrema difficoltà a camminare).[3] Due anni più tardi tuttavia un nuovo ictus gli fu fatale, facendolo morire nella capitale statunitense.[3] Note
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