Nacque nel 1740 a Savannah da William Elbert, un reverendo battista, e sua moglie Sarah.[1][2][3] Cominciò a praticare molto giovane il commercio, ed entro il 1770 era già divenuto un commerciante di successo con vaste proprietà terriere e numerosi schiavi.[2] Sposato con Elizabeth Rae, ebbe da lei sei figli.[1][4]
Era un massone, e nel corso della sua vita divenne uno dei membri di spicco della massoneria georgiana assumendo la carica di Gran Maestro statale tra il 1776 e il 1786.[1][5] Durante gli anni si convertì all'anglicanesimo, ma ciò non gli impedì di sposare gli ideali rivoluzionari allo scoppio della guerra d'indipendenza americana.[1]
Carriera militare
Arruolatosi nella milizia georgiana col grado di capitano dei granatieri,[2] nel 1772 si recò in Inghilterra per seguire dei corsi di addestramento; rientrato nelle Tredici Colonie, per alcuni anni svolse il ruolo di addestratore delle truppe della milizia.[1]
Fu fedele alla causa indipendentista fin dai primi giorni della rivoluzione americana, e nell'agosto 1775 occupò Augusta sottraendola al controllo lealista. L'anno successivo divenne comandante in capo della milizia della Georgia, per poi essere inquadrato come colonnello nel neonato esercito continentale.[1][2][4] Durante i primi anni della guerra si occupò di difendere la Georgia dalle aggressioni esterne, e condusse inoltre varie spedizioni verso la Florida britannica, tutte però risoltesi in fallimenti a causa delle incomprensioni tra i vertici militari e politici dello Stato.[1][2][4]
Durante la presa di Savannah del dicembre 1778 non riuscì a difendere le sue posizioni dagli attacchi inglesi e fu costretto a ritirarsi,[2] mentre nel marzo 1779, alla sconfitta americana di Briar Creek, Elbert venne ferito e catturato dal nemico,[2] scampando alla morte solo perché riconosciuto da un capitano inglese come un compagno massone.[5] Rimase prigioniero per quasi due anni, fino alla caduta di Charleston, dopodiché venne rilasciato e si unì a George Washington durante la battaglia di Yorktown, l'ultimo e risolutivo scontro della guerra.[1][2][4]
Dopo la fine del suo mandato venne nominato sceriffo della contea di Chatham, dove rimase fino al novembre 1788, quando morì improvvisamente.[1][2][4] Lui e la moglie vennero sepolti nella piantagione di lei, e i loro resti vennero riscoperti solo all'inizio del XX secolo. Nel 1924 le spoglie degli Elbert vennero infine trasferite nel Cimitero Coloniale di Savannah, dove si trovano ancora oggi.[2][4]