Il nome Laureana, secondo due studiosi del luogo, Giambattista Marzano e Fedele Fonte[4], deriverebbe dalla presenza delle celle dei monaci basiliani (in grecolaure), attorno alle quali si sarebbe aggregato il primo nucleo abitato. Fonte ha affermato, infatti, che il toponimo significhi 'terra ove abbondano le laure' o, rispettando l'origine bizantina, 'laures-ana': "sopra le laure". Secondo un'antica credenza popolare, invece, il nome deriverebbe dalla presenza di un alloro gigante.
Nel 1863 il paese cambiò denominazione aggiungendo, al proprio, il nome di Borello (ulteriormente modificato in Borrello nel 1930), allo scopo di ricordare l'antico capoluogo del feudo che comprendeva Laureana e le sue frazioni, caduto in rovina e poi scomparso dopo i terremoti del Seicento e del Settecento.
Il toponimo Borrello deriva, probabilmente, dalle caratteristiche geomorfologiche del sito: "bòrro" - "burratello" si riferisce, infatti, ad un luogo dirupato e scosceso in cui scorrono torrenti.
Storia
I primi secoli
Le origini di Borrello, e dei villaggi sulle cui piante originarie è situata l'odierna Laureana, dovrebbero risalire al IX e X secolo circa, quando le popolazioni delle malsane zone costiere, divenute eccessivamente insicure a causa delle sempre più frequenti incursioni saracene, si spostarono verso l'interno alla ricerca di terre più sicure e salubri.
Con il feudalesimo entrò a far parte della contea di Borrello.
La contea
Divenuto casale di Borrello, Laureana seguì le sorti della contea. I primi conti furono Guglielmo d'Altavilla e sua moglie Adelizia. A questi succedettero il figlio Ugo e poi Malgerio, Ruggero, e Guglielmo.
Nel 1230 la terra di Borrello passò sotto il governo di Gualtiero Appardo. Nel 1255 assistette alla lotta tra Manfredi e Pietro Ruffo, conte di Catanzaro, il quale battuto più volte dovette ritirarsi. Borrello restò per un altro decennio sotto il dominio degli Svevi, fino all'arrivo nel 1265 di Carlo d'Angiò e Appardo venne sostituito da Ugo di Brienne, il quale però non prese mai possesso di Borrello, dichiarata demanio regio e affidata a Giacomo Sirini.
Nel 1273 la contea ricadde nelle mani di Appardo, fino alla sua morte avvenuta nel 1277. Passò quindi a D'Arot e l'anno successivo a Guglielmo Sanfelice. Nel 1290 la contea venne affidata a Ruggero di Lauria e alla sua morte gli successe il figlio Riccardo (1305) e a questi il proprio figlio Berengario.
Nel 1324 la contea passò a di Pietro II Ruffo, conte di Catanzaro, di cui fu fino al 1368, anno in cui passò nelle mani di Ruggero Sanseverino. Restò in possesso dei Sanseverino (da Ruggero al figlio omonimo, quindi al figlio di questi, Enrico II, poi a Calogero, a Luigi, e ad un altro Enrico).
Nel 1408 la contea fu venduta dal re Ladislao I a Bernardo Capece e alla morte del re passò nelle mani di Saladino Santangelo per 3500 ducati d'oro. Ma, impossibilitato questi a pagare, nel 1422 la contea venne acquistata da Carlo Ruffo.
Nel 1501 la contea passò a Ettore Pignatelli e ai suoi discendenti. Furono conti di Borrello successivamente a Ettore II, Camillo II ed Ettore III, quindi il genero di quest'ultimo, Fabrizio III Pignatelli (che ne aveva sposato nel 1615 la figlia Geronima). Passò quindi al figlio Senise Ettore IV e al figlio di questi, Fabrizio Andrea; dalla figlia di quest'ultimo, Giovanna Aragona Pignatelli Cortes Pimentel, andata in sposa a Nicola Pignatelli, passò al figlio Diego e ai suoi discendenti, Fabrizio e quindi Ettore V.
Terremoti
Borrello venne distrutta dal terremoto del 27 marzo 1638 ("disastro della Domenica delle Palme") e nuovamente dal terremoto del 6 novembre del 1659. La formazione di nuove paludi portò all'abbandono dell'antico abitato a favore dei villaggi vicini e Laureana divenne il centro più popoloso.
Laureana venne colpita inoltre dal terremoto del 5 febbraio 1783, con scosse che si protrassero per tre anni. Borrello cessò di esistere definitivamente e la relazione redatta dagli osservatori della Reale accademia delle scienze e belle lettere di Napoli, che visitarono i luoghi del disastro nel maggio dello stesso anno[5], e quella di Francesco Pignatelli, nominato vicario generale del re per la Calabria[6], descrivono lo stato di rovina dei luoghi.
Complessivamente nel feudo di Laureana-Borrello si registrarono 259 morti così distribuiti: Laureana 58, Caridà 52, Candidoni 40, San Pietro 39, Feroleto 33, Stelletanone 17, Bellantone 7, Borrello 8 e, infine, Serrata 5.
A Laureana, come negli altri comuni interessati dal sisma, gli abitanti avvertirono un senso di caducità della vita e l'impressione di trovarsi davanti a una apocalisse, testimoniate dal moltiplicarsi del numero di testamenti, che raddoppiò (e in qualche caso triplicò) rispetto agli anni precedenti alla catastrofe. A Stelletanone, negli orti di Domenico Riniti e di Antonio Argirò, furono allestiti studi notarili in capanne al riparo delle quali venivano dettati i testamenti che disponevano, tra l'altro, numerosi e cospicui lasciti alla Chiesa per la salvezza dell'anima.
Crebbe inoltre di importanza il culto della Madonna del Carmine, ritenuta autrice di un intervento miracoloso che avrebbe salvato il paese da ulteriori distruzioni, soppiantando progressivamente quello dell'antico patronosan Nicola di Bari (già sostituito nel patronato da san Gregorio Taumaturgo): la chiesa del santo, distrutta e ricostruita nel corso dell'Ottocento, venne dedicata alla Madonna del Carmine.
Monumenti e luoghi di interesse
Architetture religiose
Chiesa madre
La chiesa parrocchiale, edificata nel medesimo sito di una precedente costruzione risalente al XVI secolo, è intitolata a Santa Maria degli Angeli e a San Gregorio Taumaturgo. Ricostruita dopo il terremoto del 1783, fu resa inagibile da un altro terremoto nel 1928 e totalmente riedificata tra il 1930 e il 1938.
La chiesa, conosciuta comunemente con il nome di Chiesa di Sant'Antonio, presenta una bellissima cupola, al suo interno l'abside, intonacato in tempi remoti, è stato riportato in mattoni a faccia-vista così com'era all'origine. Troviamo inoltre un lavamanile in marmo, in cinque pezzi, proveniente dal Convento dei Minori di Borrello, contrassegnato dai simboli di questo Ordine, datato 1662.
Anticamente denominata chiesa del Calvario o della Passione, era stata in origine costruita nel 1580. Distrutta dal sisma del 1783, fu ricostruita negli anni successivi e leggermente ampliata nel 1885 e il suo interno fu decorato con maioliche. L'annesso convento dei Paolotti fu espropriato dal demanio e demolito per fare spazio alla strada che porta a Bellantone. Nella chiesa si conserva una statua lignea di San Francesco di Paola proveniente dalla chiesa omonima della distrutta Borrello. Sulla volta è rappresentato il santo che attraversa prodigiosamente lo stretto di Messina camminando sulle acque. All'esterno, ai lati del campanile, due statue raffigurano i santi Pietro e Paolo.
Conosciuta anche come "chiesòla" o "chiesa della Madonnicchia", è ubicata nel sito dove si suppone possa essersi formato il nucleo originario di Laureana intorno all'anno 1000, nell'attuale via Melchi nella cosiddetta zona dei “massari”. L'inusuale esposizione a nord della facciata fa ipotizzare che l'edificio sia stato eretto utilizzando la base di una costruzione di tipo civile preesistente. La chiesa, fatta costruire dalla famiglia Laquaniti-Argirò, presumibilmente intorno al XVII secolo, fu resa inagibile dal sisma del 1783 e successivamente restaurata. In essa, si venerava un'ottocentesca statua in cera raffigurante Maria Bambina. Conserva inoltre una lastra marmorea a bassorilievo del Trecento, proveniente da Mileto, alcune tele settecentesche, un lavamanile in marmo del Seicento e un organo diritto a mantici settecentesco. Sull'antico portale in pietra della chiesa è presente lo stemma degli Argirò.
Galleria d'immagini
Chiesa madre ricostruita nel 1938
Chiesa di San Francesco d'Assisi, meglio conosciuta come di Sant'Antonio
Sono numerose le tradizioni di Laureana di Borrello, soprattutto legate a festeggiamenti religiosi. La più importante, e la più conosciuta nei dintorni, è la festa di San Rocco, nella frazione di Stelletanone, che raccoglie ogni anno centinaia di pellegrini provenienti da tutta la Calabria, dalla sicilia orientale e dal Nord Italia. Tra i festeggiamenti civili in onore del santo vi sono concerti, spettacoli pirotecnici ed il tradizionale ballo dei Giganti. Oltre al suddetto evento, l'elenco completo delle festività cattoliche che vengono svolte durante l'anno, nel territorio comunale, è il seguente:
Anniversario del miracolo di Maria Santissima del Carmelo, 5 febbraio;[9]
Festa di Maria Santissima Annunziata, 25 marzo, nella frazione di Bellantone;[10]
^"Borrello dà nome a un feudo, di cui esso è la più misera, e minima parte. Nonostante la sua ben alta situazione, è uno dei più malsani soggiorni della Calabria ultra. Ha territorio naturalmente soggetto agli stagni, e ingombrato dalle paludi. […] Borrello fu miseramente distrutto, e non vi avanzano nel luogo, ove fu situato, che i rozzi rottami della sua ruina." "Lauriana" è descritta come "la parte maggiore del feudo Borrello." Tuttavia, "Ne accrescono il genio paludoso e insalubre la vicinanza del fiume Jerapotamo, e la frequenza di molti ruscelli. […] In questo aggregato di valli, di stagni, e di picciole colline nel dì 5 di febbraio si produsse sotto l'impeto del tremoto un generale rivolgimento. […] Le disgrazie, avvenute negli abituri degli altri villaggi, cioè Bellantone, Candidone, Serrate e Stiritanone, furono tali che quello, che ne rimane, non è servibile e non vale la pena di essere conservato.".
^"A Laureana per le scosse dei memorabili terremoti furono distrutti gli edifizj […] restando in piedi soltanto poche fabbriche rovinate, di cui non può farsi alcun uso."
^Chiesa della Sanità, su laureanaborrello.it. URL consultato il 1º maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2006).
^Il popolo laureanese si raccoglie orante ogni 5 febbraio, anniversario del rovinoso terremoto del 1783, attorno alla statua della Madonna del Carmine, che miracolosamente risparmiò la vita degli abitanti. In processione si percorre le vie dell'antico borgo.
^Eligendo Archivio - Comunali 29/10/1989, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 29 agosto 2023.
^Eligendo Archivio - Comunali 21/11/1993, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 29 agosto 2023.
^Eligendo Archivio - Comunali 16/11/1997, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 29 agosto 2023.
^Eligendo Archivio - Comunali 26/05/2002, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 29 agosto 2023.
^Eligendo Archivio - Comunali 27/05/2007, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 29 agosto 2023.
^Eligendo Archivio - Comunali 06/05/2012, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 29 agosto 2023.
^Eligendo Archivio - Comunali 26/05/2019, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. URL consultato il 29 agosto 2023.
Bibliografia
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Istoria del tremoto nelle calabrie e nel valdemone nell'anno 1783, Giuditta editore, 1987. (orig 1784).
F. Gaudioso, Una tragedia sismica nella Calabria del Settecento, Condedo Editore, 2005.
G. Mercalli, I Terremoti della Calabria Meridionale e del Messinese, Accademia dei Lincei, Roma, 1897.
A. Placanica, Il filosofo e la catastrofe. Un terremoto del settecento, Einaudi, Torino, 1985.
D. De Dolomieu, Memoire sur les Tremblements de terre de la Calabre pendant l'année 1783, Roma, Antonio Fulgoni Ed., 1784.
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D. Carbone-Grio, I terremoti di Calabria e di Sicilia nel secolo 18, tip. G. De Angelis e f., Napoli, 1884.
G. Vivenzio, Istoria de' tremuoti avvenuti nella provincia di Calabria Ulteriore e nella città di Messina nell'anno 1783 e di quanto nella Calabria fu fatto per lo suo risorgimento fino al 1787. Atlante, Caloria, Giuditta, 1992.
G. Guerrisi (a cura di), Laureana di Borrello. Guida turistica, Laureana di B., 2006.
F. Fonte, Laureana di Borrello, Frama Sud, Chiaravalle Centrale, 1983.