Comeno

Comeno
comune
(SL) Komen
Comeno – Stemma
Comeno – Veduta
Comeno – Veduta
Localizzazione
StatoSlovenia (bandiera) Slovenia
Regione statisticaLitorale-Carso
Amministrazione
SindacoMarko Bandelli
Territorio
Coordinate45°48′55″N 13°44′54″E
Altitudine280 m s.l.m.
Superficie102,7 km²
Abitanti3 578[1] (2023)
Densità34,84 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale6222
Prefisso(+386) 05
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2SI-049
TargaKP
Nome abitantiKomenci
Provincia storicaLitorale
Cartografia
Mappa di localizzazione: Slovenia
Comeno
Comeno
Comeno – Mappa
Comeno – Mappa
Sito istituzionale

Coméno, dotto Còmeno,[2][3] (in sloveno Komen [ˈkoːmən], in tedesco Komein[senza fonte]) è un comune della Slovenia di 3 547[4] abitanti appartenente alla regione Carsico-litoranea, posto nel cuore del Carso sul confine con l'Italia, a cui appartenne dal 1919 al 1947, quando fu assegnato alla Jugoslavia.

Storia

La parrocchia, e con essa anche il paese, è citata per la prima volta nel 1247. Nel corso dell'Ottocento il paese divenne un importante centro amministrativo per il Carso occidentale essendo sede di tribunale, carcere e ufficio dell'erario. Era inquadrato nel distretto di Sesana, all'interno della Contea di Gorizia e Gradisca (dal 1849 parte del Litorale austriaco).[5][6][7] Per la sua posizione divenne anche sede di colonie estive e di un sanatorio per la cura delle malattie polmonari con annesso centro radiologico.

A inizio Ottocento il comune catastale di Comen (Komen) includeva, oltre al capoluogo, anche il villaggio di Preceria (Preserje), il casale di Divče e successivamente anche il villaggio di Malidol[8] (o Mali Dol o Mallidol).[9][10][11] In seguito inglobò anche i vicini comuni di Tomasavizza/Tomasovizza (Tomaževica o Tomažovica ), Sutta (Suta o Sveto) e Vouzigrad/Volcigrad (Volčji Grad o Volčigrad).[5][6][7][12]

Dal 1920 al 1947 fece parte del Regno d'Italia, inquadrato con provincia del Friuli (1923-1927) e nella Provincia di Gorizia. Nel 1923 il nome del comune venne modificato da Comen a Comeno.[13] L'attuale territorio comunale era allora articolato nei comuni di:

Oltre ai centri elencati sopra, nel 1928 Comeno inglobò anche i comuni di Pliscovizza/Pliscovizza della Madonna (Pliskovica) e Valgrande/Dol Grande (Veliki Dol), centri oggi nel comune di Sesana.[16][17][12]

Passò poi alla Jugoslavia e quindi alla Slovenia.

Duramente colpito sia durante la prima guerra mondiale che la seconda, il 15 febbraio 1944 venne dato alle fiamme dalle truppe tedesche e gli abitanti furono deportati in Baviera.

Società

Lo stesso argomento in dettaglio: Esodo giuliano dalmata, Italiani di Slovenia e Unione Italiana.

A Comeno esiste una piccola comunità di italiani autoctoni, che è drasticamente diminuita in seguito all'esodo giuliano dalmata, che avvenne dopo la seconda guerra mondiale e che fu anche cagionato dai "massacri delle foibe". Secondo l'ultimo censimento, l'1,20% della popolazione si è definita di madrelingua italiana (vedi Litorale-Carso).[senza fonte]

Località

Il comune di Comeno è diviso in 35 insediamenti (naselja):

Monumenti d'interesse

Nella frazione di Goriano si trova il cimitero militare austro-ungarico delle diecimila salme relativo alla prima guerra mondiale e posto accanto al cimitero del piccolo paese (ove si trova la tomba del decano di Comeno, Bogomil Němec, boemo, trucidato dai fascisti nel 1931 durante un interrogatorio), lungo la strada regionale che porta a Brestovizza. Si tratta del più grande cimitero dell'esercito austro-ungarico nella zona del fronte dell'Isonzo; vi sono, infatti, sepolti oltre 10.000 militari di nazionalità diverse.

Un altro cimitero militare di più piccole dimensioni si trova a Boriano.

Note

  1. ^ Statistiche slovene, su pxweb.stat.si.
  2. ^ Atlante Zanichelli 2009, Zanichelli, Torino e Bologna, 2009, p. 25.
  3. ^ Cfr. il toponimo "Comeno" a p. 66 sull'Atlante geografico Treccani, vol I, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2008.
  4. ^ Popolazione al 30-06-2011 SI-STAT
  5. ^ a b Gemeindelexikon, der im Reichsrate Vertretenen Königreiche und Länder. Herausgegeben von der K.K. Statistischen Zentralkommission. VII. Österreichisch-Illyrisches Küstenland (Triest, Görz und Gradiska, Istrien). Wien 1910, su austriahungary.info. URL consultato il 28 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2014).
  6. ^ a b (DE) Allgemeines Verzeichnis der Ortsgemeinden und Ortschaften Österreichs nach den Ergebnissen der Volkszählung vom 31. Dezember 1910, Wien, 1915, p. 156.
  7. ^ a b (DE) Vollständiges Ortschaften-Verzeichnis der im Reichsrathe vertretenen Königreiche und Länder nach den Ergebnissen der Volkszählung vom 31. December 1880 (1880), Alfred Hölder k. k. Hof- und Universitäts-Buchhändler, 1882, p. 155.
  8. ^ Relazione alla Dieta provinciale della principesca Contea di Gorizia e Gradisca sulla gestione della Giunta Provinciale dall'ultima sessione fino al 15 novembre 1886,, Gorizia, Giunta provinciale, 1886, p. 74.
  9. ^ Gemeinde Comen, su vac.sjas.gov.si.
  10. ^ Habsburg Empire - Cadastral maps (XIX. century), su maps.arcanum.com.
  11. ^ I.R. Commissione centrale di Statistica, Repertorio speciale dei luoghi nel Litorale Austro-Illirico (PDF), collana Specialortsreperorien der im österreichischen Reichsräte vertretenen Königreiche und Länder, Alfred Hölder k. k. Hof- und Universitäts-Buchhändler, 1894, p. 55.
  12. ^ a b (SL) Registro dei beni culturali sloveni, su geohub.gov.si.
  13. ^ Regio decreto 29 marzo 1923, n. 800
  14. ^ Censimento della popolazione del Regno d'Italia (1 dicembre 1921) (PDF), 3 "Venezia Giulia", 1926, pp. 47-48.
  15. ^ 2.32: Provincia di Gorizia (PDF), in 8. Censimento generale della popolazione : 21 aprile 1936, 2: Province., 1937, p. 10.
  16. ^ Censimento della popolazione del Regno d'Italia (1 dicembre 1921) (PDF), 3 "Venezia Giulia", 1926.
  17. ^ 2.32: Provincia di Gorizia (PDF), in 8. Censimento generale della popolazione : 21 aprile 1936, 2: Province., 1937, pp. 10-12.
  18. ^ a b c d e f Atlante geografico Treccani, I, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2008, p. 66.
  19. ^ Atlante stradale d'Italia, Touring Editore, 1998, tav. 20.
  20. ^ a b c d Geoportale nazionale - Cartografia De Agostini, su pcn.minambiente.it.

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