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L'assorbimento dell'alclofenac da parte del tratto gastrointestinale è irregolare.[2]
Dopo somministrazione orale o rettale le concentrazioni plasmatiche massime vengono raggiunte nel giro di 1-4 ore. L'emivita plasmatica è variabile tra 1,5 e 5,5 ore.[3]
Alclofenac è escreto per via urinaria principalmente come glucuronide e come principio attivo immodificato.[2]
Il legame con le proteine plasmatiche è del 99%. Il volume di distribuzione è di 0,1 L/kg.[4]
In queste patologie determina non solo un sollievo sintomatico ma anche un evidente miglioramento delle concentrazioni sieriche di alcune proteine della fase acuta.[15]
In letteratura si segnala il suo utilizzo anche nella terapia di alcune vasculiti.[16]
Tossicità
La dose letale nel topo e nel ratto è rispettivamente: 1100, 1050 mg/kg per via orale; 600, 630 mg/kg sotto cute; 550, 530 mg/kg per via intraperitoneale.
Effetti collaterali e indesiderati
Come con l'ibuprofene sono frequenti manifestazioni cutanee.
Studi sperimentali hanno rivelato un rischio di mutagenesi dovuto a un metabolita dell'alclofenac.[17][18] Può mostrare sensibilità crociata con penicilline, sali di oro o salicilati.[19]
Per le sue manifestazioni tossiche[23][24] è stato ritirato dal mercato in molti paesi.
L'alclofenac può esaltare gli effetti di anticoagulanti orali, ipoglicemizzanti orali e di tiroxina.
Dosi terapeutiche
Si somministrano 500–1000 mg per via orale tre volte al giorno. È stato somministrato anche per intramuscolo e in supposte da 600 mg.
Note
^ Buu-Hoï NP, Lambelin G, Gillet C, Roba J, Staquet M, 4-Allyloxy-3-chlorophenylacetic acid, a new type of analgesic, antipyretic and antiphlogistic drug, in Naturwissenschaften, vol. 56, n. 6, giugno 1969, pp. 330–1, PMID5360889.
^ Lambotte F, Therapeutic activity of 4-allyloxy-3-chlorophenylacetic acid, in Arzneimittelforschung, vol. 20, n. 4, aprile 1970, pp. 569–71, PMID4911592.
^(FR) Colinet E, Famaey JP, [Clinical study of alclofenac in rheumatology. Cooperative study], in J Belge Rhumatol Med Phys, vol. 26, n. 6, 1971, pp. 267–80, PMID4948859.
^(FR) Recordier AM, Acquaviva P, Lapousse JC, [Study of the antirheumatic properties of Alclofenac], in Mars Med, vol. 108, n. 6, 1971, pp. 489–93, PMID5000620.
^ Aylward M, Alclofenac in rheumatoid arthritis: an evaluation of its anti-inflammatory and analgesic effects, in Br J Clin Pract, vol. 27, n. 7, luglio 1973, pp. 255–60, PMID4580332.
^ Anylward M, Davies DB, A double-blind crossover trial comparing a new antirheumatic agent alclofenac with phenylbutazone in chronic rheumatic disorders, in Br J Clin Pract, vol. 26, n. 11, novembre 1972, pp. 517–23, PMID4563533.
^ Van Hoek J, Double-blind comparison between 4-allyloxy-3-chlorophenylacetic acid (alclofenac) and phenylbutazone in osteoarthritis, in Curr Ther Res Clin Exp, vol. 12, n. 9, settembre 1970, pp. 551–5, PMID4989683.
^(FR) Fellmann N, [Comparative study: Alclofenac vs Indomethacin in the treatment of coxarthrosis], in Schweiz. Rundsch. Med. Prax., vol. 60, n. 26, giugno 1971, pp. 882–4, PMID4933495.
^ Slack JA, Ford-Hutchinson AW, Richold M, Choi BC, Some biochemical and pharmacological properties of an epoxide metabolite of alclofenac, in Chem. Biol. Interact., vol. 34, n. 1, febbraio 1981, pp. 95–107, PMID6109575.
^ Mercier M, Poncelet F, de Meester C, et al., In vitro and in vivo studies on the potential mutagenicity of alclofenac, dihydroxyalclofenac and alclofenac epoxide, in J Appl Toxicol, vol. 3, n. 5, ottobre 1983, pp. 230–6, PMID6141199.