Per la prima volta nella storia del calcioitaliano, si assiste a una Serie A e una Serie B a gironi unici e a una Prima Divisione che assume un aspetto molto simile a quello che poi sarà l'attuale terzo livello del calcio nazionale: composto da quattro gironi di 15 squadre suddivise per ordine territoriale, alla prima classificata per ciascuno dei quattro gironi spetta la promozione diretta in B.
La Salernitana 1929-1930 è presieduta da Luigi Conforti fino al maggio del 1930 dove ritornerà Pasquale Pinto,[1] mentre l'unghereseGéza Kertész ne è l'allenatore. La dirigenza decide di riportare i colori bianco-celesti a strisce verticali sulle maglie di gioco, sostituendo il granata, colore che ritornerà solo nel 1943.[1]
Gli uomini guidati da Kertesz adottano un gioco molto offensivo, arrivando a segnare più di 50 reti in campionato, con l'attaccante Mario Adinolfi che sarà il miglior marcatore per i biancocelesti, andando a segno per ben 14 volte, nuovo record per i campani: nessuno fino ad allora era arrivato alla doppia cifra con la casacca della Salernitana, squadra che per la stagione 1929-30 raggiunge un tranquillo settimo posto.
La Salernitana dal 1929 al 1943 adotterà nuovamente come colore sociale il bianco-celeste, ma in alcune gare giocherà con la maglia interamente celeste.[2]
^Da calendario la gara venne giocata il 10 novembre 1929, ma al minuto 38 sul risultato di 0 – 0, venne sospesa e rinviata al 1º dicembre per impraticabbilità del campo, fonte: Vitale, pag. 47
^La partita doveva essere disputata il 25 maggio 1930 ma venne rinviata il 29 maggio, fonte:Vitale, pag. 47
Bibliografia
Giovanni Vitale, Salernitana storia di gol sorrisi e affanni, International Printing Editore, 2010, ISBN978-88-7868-094-4.