La proposizione relativapropria, detta anche aggettiva (poiché è una proposizione subordinata che svolge la funzione di attributo o di apposizione), ha il verbo al modo indicativo o al congiuntivo. È introdotta da pronomi, aggettivi o avverbi relativi, come ad esempio qui, quisquis, quicumque, ubi, ubicumque, quotquot eccetera.
Modi per esprimere la proposizione
Con l'indicativo
Le proposizioni relative proprie possono essere espresse attraverso l'indicativo:
quando hanno la funzione di attributo o di apposizione rispetto ad un termine della proposizione reggente (proprio per questo motivo vengono anche chiamate attributive o appositive);
«P. Considius, qui rei militaris peritissimus habebatur, cum exploratoribus praemittitur.»
«P. Considio, che era ritenuto espertissimo di arte militare, viene mandato innanzi con gli osservatori.»
Nota: la proposizione relativa corrisponderebbe a rei militaris peritissimus (attributo), perciò ha valore attributivo.
«Tarquinius Superbus Volscos vicit, quae gens non longe ab Roma est.»
«Tarquinio il Superbo vinse i Volsci, popolazione che si trova non lontano da Roma.»
Nota: la proposizione relativa corrisponderebbe a gentem (apposizione di Volscos) non longe ab Roma, quindi ha valore appositivo.
quando sono introdotte da pronomi, aggettivi o avverbi raddoppiati o comunque che hanno la terminazione in -cumque, come ad esempio quisquis, quotquot, quicumque, ubicumque, unde ecc.; in italiano con esatta corrispondenza dei tempi e dei modi, vengono rese col congiuntivo;
Le proposizione relative proprie possono essere espresse, anziché con l'indicativo, attraverso il congiuntivo:
eventuale, ovvero quando esprimono una eventualità;
«Xerxes praemium proposuit ei, qui invenisset novam voluptatem.»
«Serse propose un premio a colui che avesse trovato un nuovo piacere.»
obliquo, ossia quando esprimono il parere o il pensiero della persona diversa da chi sta parlando (o di colui che scrive); in questo caso vengono dette anche relative oblique;
«Socrates exsecrari eum solebat, qui primus utilitatem a iure seiunxisset.»
«Socrate era solito maledire colui, che per primo aveva separato l'utilità dalla legge.»
per attrazione modale, ovvero quando sono subordinate di secondo tipo in dipendenza da una proposizione al congiuntivo o all'infinito. In questo caso costituiscono una "parte integrante" del discorso, cioè sono per forza necessarie per capire il senso della frase; se però la relativa è parentetica, cioè ha la funzione di accessorio (non è dunque indispensabile per comprendere il significato della frase), non subisce l'attrazione modale, e ha il modo all'indicativo.
«Poetae quaestionem attulerunt, quidnam esset illud quo ipsi different ab oratoribus.»
«I poeti esposero l'argomento di che cosa fosse ciò in cui differivano dagli oratori.»
(In questo esempio la relativa è obbligatoria e dunque il verbo è al modo congiuntivo.)
«Rex fugam consecutus non esset, nisi intra sua praesidia se recepisset, quae in proximo litore erant conlocata.»
«Il re non sarebbe riuscito a fuggire se non si fosse rifugiato tra le sue fortificazioni, che erano state collocate nella spiaggia vicina.»
(In questo esempio la relativa è accessoria e dunque il verbo è al modo indicativo.)
Particolarità
Le relative introdotte da un pronome o avverbio raddoppiato o uscente in -cumque sono soggette all'attrazione modale quando sono in dipendenza da una proposizione infinitiva o al congiuntivo.
Le proposizione relative proprie hanno sempre l'indicativo quando formano perifrasi che in italiano corrispondono a sostantivi o frasi già formate: ea ipsa, quae sentiuntur, «quelle stesse sensazioni»; ea quae scimus, «ciò che sappiamo»; ea, quae nuntiantur, «le notizie»; (id) quod sentio, «la mia opinione»; ei qui audiunt, «gli ascoltatori»; ei qui vincunt, «i vincitori»; res eae, quae gignuntur ex terra, «i prodotti della terra»; res eae, quae exportantur, «le esportazioni».
Le relative incidentali non sono soggette all'attrazione modale, e quindi anche se dipendono da un congiuntivo o da un infinito, rimangono all'indicativo.
Ad esempio, la frase:
«Quā prudentiā es, nihil te fugiet.»
«Prudente come sei, non ti sfuggirà niente.»
In forma subordinata diventerebbe:
«Non dubito quin, quā prudentiā es, nihil te fugiat.»
«Non dubito che, data la tua prudenza, nulla ti sfugga.»