Julien Green nacque a Parigi, da genitori americani[2]. La madre era figlia del senatore e rappresentante democratico della Georgia al congresso americanoJulian Hartridge (1829-1879)[3], dal quale ebbe il nome (Green è stato battezzato "Julian"; l'ortografia venne cambiata in "Julien" dal suo editore francese negli anni '20).
Entrò nel Lycée Janson-de-Sailly dove compì tutti i suoi studi. Aveva quattordici anni quando sua madre, di religione protestante, morì. In seguito, la famiglia si trasferì in Rue Cortambert, al n. 16.
Dopo la morte della madre, si convertì dal Protestantesimo al Cattolicesimo, al pari del padre e di molte delle sorelle. La cerimonia del Battesimo ebbe luogo il 29 aprile 1916 e il giorno dopo il ragazzo ricevette la Prima Comunione[4]
Nel 1917, Julien Green si arruolò nel Servizio delle ambulanze americane; successivamente, nel 1918, fu distaccato nell'artiglieria francese. Congedato nel marzo 1919, si recò per la prima volta negli Stati Uniti nel mese di settembre e portò a termine tre anni di studio all'Università della Virginia, dove visse un primo amore casto e segreto per un compagno di studi, e dove scrisse il suo primo libro in inglese.
A Parigi, avviò una relazione con Robert de Saint Jean e tentò la carriera di pittore (conobbe Christian Bérard), ma il riconoscimento ottenuto negli anni Venti, dalle sue prime pubblicazioni, lo indirizzò definitivamente verso quella di scrittore, uno tra i maggiori scrittori di letteratura francese del XX secolo.[5] Fu in quel periodo che iniziò a confrontarsi con l'ambiente letterario di Parigi, in particolare con Jacques Maritain[6] e sua moglie Raïssa Oumançoff, François Mauriac, André Gide e Jean Cocteau.
Nel luglio 1940, dopo la disfatta della Francia,[7] tornò in America. Nel 1942 fu mobilitato e mandato a New York per prestare servizio presso l'American Bureau of War Information. Da lì, cinque volte alla settimana, parlava alla Francia al programma radiofonico Voice of America, collaborando tra gli altri con André Breton. Insegnò letteratura in una facoltà di giovani americane. Fece ritorno in Francia subito dopo la seconda guerra mondiale e ritrovò la fede della sua giovinezza.
Fu eletto all'Accademia di Francia il 3 giugno 1971, al seggio 22, succedendo a François Mauriac, e fu il primo straniero ad accedere a questo onore. Il Presidente della Repubblica Georges Pompidou gli propose nel 1972 la nazionalità francese, ma l'accademico declinò il favore. L'insediamento ufficiale ebbe luogo il 16 novembre 1972. Dall'Accademia francese si dimise nel 1996, senza mai essere sostituito sino alla morte.
Julien Green è il padre adottivo dello scrittore Éric Jourdan che gli rimarrà vicino fino alla sua scomparsa. Secondo lo stesso Jourdan, nel 1994 Green avrebbe voluto andare a vivere a Forlì, in Italia, ma la fragilità della sua salute non gli consentì di realizzare il progetto. Si spense a Parigi il 13 agosto 1998.[8]
È stato sepolto il 21 agosto 1998 a Klagenfurt (Austria) nella Chiesa di Sant'Egidio. Assai colpito da un'antica statua della Vergine Maria in occasione di una visita del 1990, lo scrittore aveva infatti espresso il desiderio di essere sepolto in una delle cappelle della chiesa. Dal 19 febbraio 2015, riposa accanto a lui anche il figlio adottivo, lo scrittore Éric Jourdan, scomparso pochi giorni prima a Parigi.
La maggior parte dei libri di questo cattolico praticante verte su problemi di fede e religione e sull'ipocrisia di cui esse sono intrise. Molti suoi libri hanno trattato degli Stati Uniti del Sud, l'autore è stato definito nei suoi scritti come un Sudista. Ereditò tale patriottismo dalla madre, che proveniva da una famiglia distinta del Sud.[11]
In Francia, durante la sua vita e ancora oggi, la fama di Julien Green si basa non solo sui suoi romanzi, ma anche sul suo diario,[12] pubblicato in diciannove volumi che coprono il periodo dal 1919 al 1998. Questo Journal offre una cronaca della sua vita letteraria e religiosa, e soprattutto un panorama della scena artistica e letteraria a Parigi per quasi 80 anni. Lo stile di Green, austero e risolutamente attaccato all'uso delpassato semplice –che pochi autori del suo secolo ancora praticavano – trovò il favore dell'Accademia di Francia, di cui divenne il primo membro di nazionalità straniera.
Sebbene Green abbia scritto principalmente in francese, ha pubblicato alcuni libri in inglese perché era bilingue. Ha anche tradotto alcune sue opere in inglese. Alcune di queste traduzioni sono pubblicate in Le langage et son double, con il testo inglese in fronte al testo francese.
Mont-Cinère, traduzione di Marco Forti, Milano, A. Mondadori, 1967; Milano, Longanesi, 1987.
Adrienne Mesurat, 1927
Adriana Mesurat, traduzione di Arturo Tofanelli Milano, A. Mondadori, 1949; con il titolo Adrienne Mesurat, Milano, Longanesi, 1986; poi Milano, Corbaccio, 1998.
Le Voyageur sur la terre, 1927
Passeggero sulla terra, traduzione di Leonardo Sinisgalli, Milano, Il saggiatore, 1959; con il titolo Passeggero in terra, trad. di Donatella Ziliotto, Milano, Serra e Riva, 1981, poi Milano, A. Mondadori, 1989; con il titolo Viaggiatore in terra, Roma, Nutrimenti, 2015.
Varuna, traduzione di Camillo Sbarbaro, Milano, Mondadori, 1953; poi Milano, Corbaccio, 1993; Milano, TEA, 1996.
Si j'étais vous, 1947
Essere un altro, traduzione. di Enrico Piceni, Milano, A. Mondadori, 1951; con il titolo Se fossi in te..., traduzione di Clio Pizzingrilli, Macerata, Quodlibet, 2004.
Moïra, Parigi, Plon, 1950
Moïra, traduzione di Giuseppe Ravegnani, Milano, A. Mondadori, 1957; poi Milano, Corbaccio, 1994.
Le Malfaiteur, 1956
Chaque Homme dans sa nuit, 1960
Ciascuno la sua notte, traduzione di G. Toschi e G. Valentini, Milano, Bompiani, 1962.
L'Autre, Parigi, Plon, 1971
La Nuit des fantômes, 1976
La notte dei fantasmi, traduzione di Angelo Petrosino. Torino - Milano, Sonda, 1992 (libro per bambini)
Le mauvais lieu, Parigi, Plon, 1977
L'innocenza ambigua, traduzione di Elina Klersy Imberciadori, Milano, Rusconi, 1979.
Histoires de vertige, 1984
Vertigine, traduzione di vari autori, a cura di Giuseppe Girimonti Greco, Roma, I Nutrimenti, 2017.
Les Pays lointains (Dixie I), Parigi, Le Seuil, 1987
I paesi lontani, traduzione di Francesco Bruno, Milano, Longanesi, 1987.
Les Étoiles du sud (Dixie II), Parigi, Le Seuil, 1989
Le stelle del Sud, traduzione di Francesco Bruno, Milano, Longanesi, 1990.
Ralph et la quatrième dimension, 1991
Dixie (Dixie III), 1994
Il canto del Sud, traduzione di Francesco Bruno, Milano, Longanesi, 1997.
^Nous occupions le premier étage de l'immeuble, au-dessus d'une librairie et d'un magasin de fleuriste. En se penchant un peu par les fenêtres, on voyait les marronniers de l'avenue Henri-Martin., Julien Green, Jeunes années, Seuil, 1984, p. 741.