Cresciuto a Parigi, studiò al lycée Condorcet fino a quando, nel 1940, fu chiamato nell'esercito per combattere nella Seconda guerra mondiale. Fatto prigioniero, fu detenuto allo Stalag VIII C di Żagań. Da lì, il 26 giugno 1940, fu inviato alla fabbrica di mattoni di Kransdyhernfurt e poi ad Auras an der Oder per disboscare una foresta. Tornò in Francia nel 1944.
La sua carriera iniziò nel 1960 grazie a Jean Vilar, che presentò la sua prima grande opera, Génousie, al Théâtre national populaire. Poi scrisse Le Satyre de la Villette, presentata con André Barsacq al Théatre de l'Atelier, una commedia che lo fece entrare fra i grandi della drammaturgia francese. Per oltre cinquant'anni, Obaldia è stato uno dei più rappresentati drammaturghi in francese e anche uno dei più conosciuti a livello internazionale, visto che le sue opere sono state tradotte in 28 lingue. Nel suo stile la critica ha sottolineato la semplicità. Le sue opere affrontano temi contemporanei, trattandoli in maniera comica. In Génousie, ad esempio, Obaldia rimpiazza la lingua francese con il "genusiano", un linguaggio fantastico.
È morto a Parigi il 27 gennaio 2022 all'età di 103 anni.[1]
Opere
1949 - Midi, poème
1952 - Les Richesses naturelles, récits-éclairs (Grasset)
1955 - Tamerlan des cœurs, roman (Grasset)
1956 - Fugue à Waterloo, récit (Grasset)
1956 - Le Graf Zeppelin ou La passion d'Émile, récit
1959 - Le Centenaire, roman (Grasset)
1960 - Génousie (T.N.P.) (Grasset)
1961 - Impromptus à loisir (Théâtre de Poche Montparnasse) (Grasset)