Divenne provincia romana nel 146 a.C. al termine della terza guerra punica. Un secolo più tardi, nel 46 a.C., dopo la battaglia di Tapso, Cesare riorganizzò i territori africani ed il regno della Numidia orientale divenne invece una nuova provincia: l'Africa Nova. Per contrasto, i territori che già in precedenza costituivano la provincia d'Africa presero allora il nome di Africa Veto ("Africa vecchia").[1]
Sotto Diocleziano l'amministrazione provinciale venne riformata e la provincia dell'Africa proconsolare venne suddivisa nelle nuove province di Proconsolare Zeugitana (Proconsolearis Zeugitana) e di Valeria Bizacena (Valeria Byzacena), che entrarono a far parte della diocesi d'Africa nella Prefettura del pretorio d'Italia (Italiae), mentre la Numidia divenne una delle sette province della diocesi d'Africa, e fu divisa in Numidia Cirtensis e Numidia Militiana (queste ultime due riunite in un'unica provincia, al tempo di Costantino I).[1] Con la divisione dell'impero dopo la morte di Teodosio I nel 395, dalla provincia di Valeria Bizacena si distaccò ancora la nuova provincia della Tripolitania e le tre province fecero parte dell'Impero romano d'Occidente.
Se non diversamente specificato, i nomi dei governatori d'Africa e le loro date sono prese dall'elenco di T.R.S. Broughton:[5]
Le iscrizioni del periodo repubblicano sono meno comuni rispetto a quelle del periodo imperiale, tanto che i nomi dei governatori sono per lo più ricordati dalla storiografia antica o dai fasti triumphales. Dopo la fine di Cartagine del 146 a.C., non sono ricordati magistrati o pro-magistrati nella nuova provincia fino alla guerra giugurtina (112–105 a.C.), quando al termine della guerra venne affidato ad un consolare.
Durante le guerre civili degli anni '80 e '40 a.C., vi è difficoltà a definire quali siano i governatori legittimi dal solo titolo militare, come rivali di opposte fazioni che erano obbligati a far uso della forza.
^Continua come proconsole fino all’arrivo del suo successore Gaio Mario, il quale prefer evitare di incontrarlo queo ci fu il trasferimento del comeo. Trionfò sui Numidi nel 106 a.C. e ricevette il cognomen di Numidico da quel momento.
^Delegato al commeo di pro praetore queo Mario tornò a Roma.
^Sul dibattito relativo alla figura di Vetere, v. A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 480-481.
^I proconsoli dal 69/70 al 138/139 sono tratti da W. Eck, Jahres- und Provinzialfasten der senatorischen Statthalter von 69/70 bis 138/139, in Chiron, 12 (1982), pp. 281-362, e 13 (1983), pp. 147-238, e B.E. Thomasson, Laterculi praesidum, I, Göteborg 1984.
^Mennen, Inge, Power e Stato in the Roman Empire, AD 193-284 (2011), pg. 261