Classe Rosolino Pilo
La classe Rosolino Pilo[2] è stata una classe di cacciatorpediniere della Regia Marina. CaratteristicheDerivate dalla classe Indomito, erano unità di discrete qualità marittime. Dopo il rimodernamento del 1918 l'armamento principale fu sostituito con 5 pezzi da 102 mm; furono inoltre aggiunti 2 pezzi da 40 mm e apportate modifiche allo scafo, portando il dislocamento a 900 tonnellate. ServizioLe otto unità della classe furono completate nel 1915 dai cantieri Odero di Sestri Ponente a Genova e Pattison di Napoli. Parteciparono alle operazioni in Adriatico della prima guerra mondiale; nel 1918 le unità furono rimodernate. Nel 1929, ormai obsolete, furono declassate a torpediniere. Presero poi parte alla seconda guerra mondiale (ridotte a sei) con ruoli di scorta sulle rotte per l'Albania e la Grecia, o lungo le coste libiche. Le tre unità sopravvissute al conflitto, Abba, Mosto e Pilo, vennero riclassificate dragamine meccanici costieri insieme a due unità della classe La Masa rimanendo in servizio fino alla fine degli anni cinquanta.[3]. UnitàRosolino PiloImpostato nel 1913 presso il Cantiere Odero di Sestri, entrò in servizio nel 1915[3]. Il 22 dicembre 1916 prese parte ad uno scontro nell'Adriatico meridionale contro una formazione di cacciatorpediniere austroungarici[4]. Durante la seconda guerra mondiale svolse 45 missioni di scorta; dopo l'armistizio, a Durazzo, fu catturato dai tedeschi nonostante la resistenza dell'equipaggio, che comunque pochi giorni dopo (il 26 settembre 1943) riuscì a riprendere il controllo della nave, portandola in un porto controllato dagli Alleati e partecipando poi alla cobelligeranza[5]. Fu radiato nel 1954[3]. Giuseppe Cesare AbbaImpostato nel 1913 presso il Cantiere Odero di Sestri, entrò in servizio nel 1915[6]. Partecipò ad alcuni scontro navali in Adriatico contro la flotta austroungarica, il 29 dicembre 1915[7], il 22 dicembre 1916[4]; nella seconda occasione entrò in collisione con due cacciatorpediniere francesi, il Riviere ed il Casque, con un disperso e vari danni[4]. Durante la seconda guerra mondiale svolse missioni di scorta. Tra il 18 e il 19 maggio 1942 al comando del Capitano di Fregata Ponzo, insieme ai MAS 451 e 452 e i M.T.S.M. 218 e 214, prese parte ad una spedizione ricognitiva a Malta, propedeutica all'invasione dell'isola, con lo sbarco a Malta di un informatore, l'irredentista maltese Carmelo Borg Pisani, che raggiunse terra ma venne catturato, condannato a morte e impiccato il 28 novembre successivo. Dopo l'armistizio svolse attività durante la cobelligeranza svolgendo anche il compito di rimorchio bersagli. Dopo essere entrato a far parte della Marina Militare, riclassificato dragamine nel 1953, venne radiato il 1º settembre 1958[8]. Pilade BronzettiImpostato nel 1913 presso il Cantiere Odero di Sestri, entrò in servizio nel 1915[9]. Il 6 dicembre 1920 l'equipaggio si ammutinò e aderì alla causa fiumana, ponendo la nave agli ordini di Gabriele D'Annunzio[10]; ritornata in possesso della Regia Marina, nel 1921 fu ribattezzata Giuseppe Dezza. Durante la seconda guerra mondiale svolse 174 missioni di scorta e 27 di caccia ai sommergibili. All'armistizio fu catturata dai tedeschi a Fiume[11], modificata e rinominata TA. 35; il 17 agosto 1944, nel canale di Fasana, urtò una mina e si spezzò in due, affondando e trascinando con sé 71 uomini[12]. Giuseppe MissoriImpostato nel 1914 presso il Cantiere Odero di Sestri, entrò in servizio nel 1916[13]. Il 6 agosto 1928 si rese incidentalmente protagonista della tragedia del sommergibile F. 14: durante un'esercitazione, speronò il sommergibile, affondandolo. I 27 uomini dell'equipaggio, intrappolati nel relitto, morirono prima che fosse possibile soccorrerli[14]. Contrastò il contrabbando durante la guerra di Spagna; prese poi parte al secondo conflitto mondiale nel ruolo di scorta ai convogli. Il 10 settembre 1943, in seguito all'armistizio, fu catturata dai tedeschi a Durazzo e ribattezzata TA. 22; l'equipaggio italiano, sebbene fosse controllato dai tedeschi, riuscì a sabotare la nave, il 6 ottobre 1943. Rimessa in servizio, fu autoaffondata dai tedeschi a Muggia, il 3 maggio 1945[15]. Antonio MostoImpostato nel 1913 presso il Cantiere Pattison di Napoli, entrò in servizio nel 1915[16]. Durante la seconda guerra mondiale prestò servizio in Nord Africa e successivamente in Italia, riportando seri danni il 9 luglio 1941 a Tripoli, in seguito all'abbattimento di un aereo nemico che cadde in coperta, e nel maggio 1943, a causa di un bombardamento aereo americano su Livorno[17]. Dopo la guerra, declassato a dragamine, fu denominato M. 5353; fu radiato nel 1958[16]. Ippolito NievoImpostato nel 1913 presso il Cantiere Odero di Sestri, entrò in servizio nel 1915; partecipò ad uno scontro navale nel basso Adriatico, il 22 dicembre 1916[4]. Fu radiato nel 1938 e successivamente demolito[18]. Francesco NulloImpostato nel 1913 presso il Cantiere Pattison di Napoli, entrò in servizio nel 1915[19]. Nel 1920 aderì alla causa fiumana; ritornato alla Regia Marina, fu ribattezzato Fratelli Cairoli e nel 1926 fu gravemente danneggiato da una collisione con la torpediniera Enrico Cosenz. Svolse poi attività contro il contrabbando durante la guerra di Spagna, e di scorta in Nord Africa durante la seconda guerra mondiale. Il 23 dicembre 1940, in navigazione da Bengasi a Tripoli, saltò su una mina, affondando in pochi minuti[20]. Simone SchiaffinoImpostato nel 1913 presso il Cantiere Odero di Sestri, entrò in servizio nel 1915[21]. Il 24 aprile 1941, mentre era impegnato nella posa di boe di segnalazione al largo di Capo Bon, urtò una mina e andò a fondo[22]. Note
Voci correlateCollegamenti esterni
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